domenica 17 settembre 2017

Kim, zitto zitto, ha vinto! Usa impotenti contro la Corea del Nord


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La Corea del Nord ha messo in ginocchio gli Stati Uniti ed è incredibile come i media italiani si rifiutino di rappresentare i fatti correttamente. La realtà, in estrema sintesi, è che il paese più ricco e potente mai apparso sulla faccia della terra è stato messo in ginocchio da uno dei paesi più poveri, deboli e isolati del mondo.

A causa di una serie di incredibili circostanze internazionali, tutte favorevoli a Kim Jong-un, gli Stati Uniti non possono fare altro che stare a guardare la Corea del Nord mentre sviluppa esultante il suo programma nucleare.

Che gli Stati Uniti siano paralizzati è reso evidente dal comportamento di Trump. Quando la Casa Bianca ritiene assolutamente prioritario abbattere un nemico, scavalca l’Onu e passa all’attacco frontale. Accadde con Saddam Hussein. Ricordiamo che l’invasione dell’Iraq del 2003 avvenne senza l’autorizzazione dell’Onu.
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LA COREA DEL NORD HA MESSO IN GINOCCHIO GLI STATI UNITI

Ben diverso è oggi il comportamento di coloro che guidano la Casa Bianca. A ogni nuovo test missilistico o nucleare, Trump fa due “mosse”, sempre le stesse, nessuna delle quali contempla l’avvio di un’azione militare. La prima mossa è quella di precipitarsi al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per chiedere, con voce supplice, di inasprire le sanzioni. È evidente che Trump chiede l’intervento dell’Onu perché non può difendersi da solo. Quando un uomo forte chiede aiuto agli altri è perché si sente debolissimo. La seconda mossa di Trump è quella di rivolgersi, con voce piangente, a Russia e Cina per chiedere loro di fare qualcosa. È evidente che Trump chiede aiuto a Putin e Xi Jinping perché non può aiutarsi da solo.

Le ragioni per cui Trump non può attaccare la Corea del Nord sono quattro.

La prima è che la Corea del Nord ha una delle artiglierie più grandi del mondo. Con il minimo sforzo, sarebbe in grado di devastare Seul, anche mediante il lancio di bombe chimiche. La seconda ragione è che dispone di circa 60 testate nucleari. In caso di invasione americana, ne lancerebbe almeno una contro il Giappone o contro la base Usa a Guam. La terza ragione è che Cina e Russia sono molto più amiche di Kim Jong-un che di Trump per cui non sarebbero disposte a sparare contro il dittatore nordcoreano e si guardano bene dal prendere misure concrete che possano portare alla sua caduta. Ogni tanto accontentano Trump, introducendo qualche nuova sanzione, ma poi si oppongono all’unica sanzione davvero efficace che sarebbe l’embargo totale del petrolio. La quarta ragione è che la Corea del Nord non è una minaccia così grave per gli Usa o, comunque, non è una minaccia così grande da giustificare una guerra nucleare con milioni di morti. Gli americani sanno che il dittatore nordcoreano non attaccherebbe mai per primo e sanno anche che il suo programma nucleare ha una natura puramente difensiva. Il ragionamento dell’americano medio è semplice e si riassume come segue: “Se noi non attacchiamo Kim Jong-un, lui non ci attaccherà”.

Trump non attacca perché non può attaccare. Non è questione di volontà individuale; è questione di forze oggettive, che sono tutte favorevoli a Kim Jong-un.

Alessandro Orsini

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