sabato 16 settembre 2017

Francobolli di stato "anomalo" - L’Italia non c’è più!


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 “l’Italia non c’è più!" disse Giampaolo Pansa...

Non siamo più uno stato! Peggio: siamo ormai un stato privatizzato, che dipende da interessi sovranazionali che, sempre di più, tendono a escludere forme di controllo popolare.  

Non siamo più uno stato e, tantomeno, siamo più una repubblica. Ossia una res pubblica che si cura della cosa pubblica anziché di quella privata. Siamo, a tutti gli effetti: un paese messo in mano a marionette manovrate coi fili dall’alto, capitanate da un capocomico fiorentino più impresentabile dell’ormai bollito cainano di Arcore.

La conferma, inesorabile, semmai ve ne fosse stato bisogno, viene dalle ultime gravi vicende che vedono additati come “eversivi” servitori dello stato, come il colonnello Sergio di Caprio - al secolo “capitano ultimo”, noto alle cronache per la cattura del boss Totò Riina - o il capitano del Noe Giampaolo Scafarto.

I fatti: il 17 luglio la pm di Modena Lucia Musti denuncia Scafarto e il suo ex capo De Caprio al Csm, parlando di due colloqui privati: con De Caprio nella primavera 2015 sul caso Cpl Concordia e con Scafarto nel settembre 2016 sul caso Consip. Definisce (così sembrerebbe, stando ai condizionali delle cronache televisive) i due come “spregiudicati”, in “delirio di onnipotenza” e riporta affermazioni, a loro attribuite, del tipo “Se vuole ha una bomba in mano e può farla esplodere”, “Scoppierà un casino, arriviamo a Renzi” che di per sé non attestano in alcun modo intenzioni e fini destabilizzatori, ma piuttosto semplici constatazioni.

Tanto, però, basta per scatenare le grida di allarme della quasi totale classe politica che parla di colpo di stato e di complotto anti-Renzi. Tanto avanza per scatenare i tiggì nazionali a rilanciare il presunto scandalo, per mettere in piedi le solite marchette di laude e difesa dell’ex premier, vittima di oscure persecuzioni personal-genitoriali.

A nessuno vengono in mente le domande più ovvie:
·         perché tanto zelo a scoppio ritardato? Perché la pm di Modena non denunciò ai vertici dell’Arma, quasi tre anni fa, quei comportamenti, se davvero li giudicava pericolosi e lesivi per le più alte figure di governo,
·         che interesse avrebbero e per conto di chi, i militari accusati, a mettere in atto azioni destabilizzatrici contro la classe di governo?

Una sola cosa è certa: i nemici dello stato (anzi del non stato) sono certamente infiltrati nelle istituzioni: o nell’arma dei Carabinieri o in Parlamento! E una domanda si impone con forza: viviamo ancora in una Res Pubblica o siamo stati calati nell’abominio di in una Renz Pubblica?

Agli italiani la scelta! Con Di Caprio o con Riina?

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Adriano Colafrancesco

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