mercoledì 15 marzo 2017

Il sistema ordina: "Quel referendum non s'ha da fare!"


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"Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto per l'indizione dei referendum popolari relativi alla "abrogazione di disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti" e alla "abrogazione di disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)".  
Le consultazioni referendarie si svolgeranno domenica 28 maggio 2017, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi." (Ansa)
Allora, ...il referendum promosso dalla CGIL  dovrebbe svolgersi il 28 maggio 2017. Dico “dovrebbe” perché il governo Gentiloni, emanazione del precedente governo Renzi, si sta attivando per approntare un successivo "decreto" che apporta  modifiche all'ordinamento corrente, in modo da facilitare il compito della Consulta teso ad eliminare il referendum. 

I voucher sono la conseguenza di un sistema che non funziona più e la fuorviante discussione verte su come modificarli o abolirli, mentre la soluzione corretta sarebbe correggere o abolire il Sistema. Ma questo al momento non risulta possibile,  i voucher -come il Jobs Act-  sono un modo per precarizzare il lavoro  e rendere la popolazione sempre più succube, inoltre il sistema degli appalti e sub appalti serve a oliare il meccanismo delle "commissioni" a tutto scapito dei lavoratori sottopagati.

Quando furono raccolte le firme per i referendum della CGIL sostenni convinto questa iniziativa, ma il vero cavallo di battaglia era l'abolizione del Jobs Act, riforma del lavoro attuata dal governo Renzi, attraverso diversi provvedimenti legislativi varati tra il 2014 ed il 2015. Però il quesito referendario sul Jobs Act è stato subito depennato dalla Consulta, per evitare noie al “sistema”... Così vanno le cose in Italia ed ora quasi sicuramente salterà l'intero referendum, con buona pace della volontà popolare e della democrazia diretta. 

Paolo D'Arpini 

1 commento:

  1. Eliminare i voucher non basta... - La lettera soprastante da me inviata ai giornali di Macerata, ed è stata parzialmente ripresa da Il Resto del Carlino. E qui di seguito il commento di Paola Pagnanelli, la redattrice del giornale: "Gentile lettore, il mercato del lavoro avrebbe bisogno di una massiccia, radicale, modifica, che dovrebbe riguardare anche la questione contributiva e toccare persino alcuni diritti acquisiti solo per qualcuno e per qualcun altro non esisteranno mai. Invece continuiamo a mortificare le aspettative di chi, magari dopo laureee master sudati, spera di trovare una collocazione, un lavoro dignitoso, uno stipendio che gli consenta di vivere in maniera autonoma e forse valutare l'idea di farsi una famiglia." Al che ho risposto: "Gentile Paola Pagnanelli, grazie per aver pubblicato la mia letterina, con le opportune modifiche del caso, vista la celerità con cui il governo ha deciso di eliminare "tout court" i voucher (qui andiamo avanti con le parole esotiche, per capirci...). Così il referendum indetto dalla CGIL, che verteva sul Jobs Act e secondariamente sui voucher e sugli appalti (strano che non abbiano cambiato questa parola in "contract") è stato completamente scardinato... Il verdetto popolare, dopo il 4 dicembre, fa paura..." P.S. E così gli appalti potranno continuare ad andare al ribasso senza freni, a tutto svantaggio dei lavoratori...”

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