venerdì 23 settembre 2016

Viterbo. Missiva diretta alla regina M. Elena Boschi, in visita alla Città dei papi: "Per il suo bene!"


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Gentilissima Ministra per le riforme costituzionali ed i rapporti con il Parlamento,

ho appreso dai giornali che il 23 settembre 2016 Lei è a Viterbo  per parlare della riforma costituzionale sulla quale tutti gli elettori italiani saranno chiamati a pronunciarsi nell'imminente referendum.
Quella riforma, cosi' come quella elettorale nota come "Italicum" che con essa fa corpo, e' semplicemente scandalosa e scellerata: e non solo per quanto reca di caotico e fin sgangherato (ed e' molto), ma proprio per le sue esplicite primarie finalita', che a me sembrano essere due: l'umiliazione e l'asservimento del parlamento da parte dell'esecutivo, e la rottura della divisione e dell'equilibrio dei poteri. 

Perseguendo queste due finalita' si abbatte la democrazia e lo stato di diritto, ovvero si instaura un regime autoritario e tendenzialmente anomico. Si tratta insomma di un vero e proprio golpe, che fa strame dell'ordinamento democratico fondato sulla Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista.
In un appello promosso da persone amiche della nonviolenza per il No alla riforma costituzionale e' stato scritto: "Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale. Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il combinato disposto della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto. Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto".

Mi creda se Le dico che anche per il suo bene spero che al referendum prevalga il No, affinche' Lei negli anni avvenire non debba portare sulla coscienza il peso insostenibile di aver contribuito a un golpe. Lei e' giovane, e puo' aver fallato in questo frangente per insufficiente considerazione dei fondamentali valori in gioco e dei concreti, tragici effetti del suo agire.

Non mi illudo che queste poche parole possano contribuire a persuaderLa a cambiare idea e tornare almeno a quel sano principio di precauzione che sempre dovrebbe ispirare chi governa la cosa pubblica: "in dubio, contra projectum"; volevo solo che Lei sapesse che tra quanti si battono contro la riforma voluta dal suo governo almeno una parte - tra cui mi annovero - lo fa anche per il suo bene, come del resto per il bene comune, che e' unico e indivisibile.

Certo, sarebbe auspicabile una sua resispiscenza quantunque tarda, ma credo e confido che a fermare il disastro verso cui il governo in carica ci sta tutti precipitando provvedera' il popolo italiano votando No al referendum, e votando No cosi' come voto' No al referendum del 1988 il popolo cileno: "senza odio, senza violenza, senza paura".

Augurandole sinceramente ogni bene,

Peppe Sini  

"Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com,centropaceviterbo@outlook.it

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