mercoledì 30 marzo 2016

Il naufragio nel supermarket (usasionista)... e la scialuppa di salvataggio (Eurasiatica)....





Mi colpì molto, negli anni sessanta, la lettura di un romanzo: IL NAUFRAGO che narrava una storia interessante. Un tale era rimasto rinchiuso per qualche tempo in un Supermarket. Tuttavia la condizione di sovrabbondanza nella quale si trovava, a differenza di Robinson Crusoe,  NON modificava la sua condizione di naufrago. Si possono fare piccole variazioni sul tema, come quella che la sovrabbondanza di alimenti assicurava lo sopravvivenza fisica al contrario della condizione di Robinson. Ma anche Robinson attivando le sue capacità di adattamento e con l'aiuto del selvaggio Venerdì, dimostrava di aver affrontato abilmente il problema. E questo era il sostanziale messaggio di De Foe. 

Tutto ciò premesso, potrebbe anche sussistere l'ipotesi qualunquista e sostanzialmente favorevole al POTERE in ESSERE (Franza o Alemagna basta che se magna), ma NOI, per DEFINIZIONE, siamo per seguire un'altra strada. 

Basterebbe leggere l'ottimo libro di Maurizio Blondet: Stare con Putin, ed. EFFEDIEFFE, www.effedieffe.com, per capire che anche il Cattolicesimo attivo ha da tempo fatto una scelta epocale. Il libro tratta del periodo che va dal dicembre 2004 al novembre 2006,e i tentativi da parte delle oligarchie religiose e finanziarie internazionali, di destabilizzare l'ex URSS una volta compresa l'intenzione di PUTIN di operare, a differenza del suo predecessore Eltsin ( l'ubriacone) solo nell'interesse del suo paese. 

E poiché noi, prima che qualcuno ci tiri per i capelli, per costringerci a seguirlo, siamo abituati a fare delle scelte AUTONOME e ragionate, siamo felici che ci sia una Persona che ha sostanzialmente due pregi: Lotta per la sua Nazione e soprattutto CONTRASTA LE MIRE DI LORSIGNORI nella loro forsennata ricerca del dominio psicofisico globale (VEDI: L.B.Pranaitis: I segreti della dottrina rabbinica, EFFEDIEFFE, 2005). 

Per quanto riguarda invece la collocazione geopolitica del nostro paese, ridotto a posizione marginale dopo la fine dell'Impero Romano e della potenza marinara (quest'ultima finita solo agli inizi del XIX secolo per mano napoleonica) noi riteniamo essenziale un cambio fondamentale di rotta, da subordine totale alla geopolitica atlantica ad una sicura partnership di carattere EURASIATICO. I vantaggi per gli italiani sono IMPLICITI, come dimostrano le sanzioni imposte dall'Occidente contro l'Eurasia. Quindi le nostre scelte hanno una RATIO validissima e consideriamo posizioni qualunquistico-complottiste del tutto PRIVE di SENSO. 

Anzi, nella sostanza finalizzate a mantenere la nostra sottomissione all'impero dell'USURA tutte le dichiarazioni tendenti ad equiparare la politiche dell'impero usuraio a quelle, per il momento ancora in difesa dei propri confini, dell'Impero Nazionale Eurasiatico. SCRIVE SENECA: "Contro gli ostacoli saldi, insuperabili, tutto ciò che si lancia a colpirli sfoga la sua violenza a sue spese, vi conviene quindi cercare materia più molle e cedevole ove infiggere i vostri dardi...". 

Giorgio Vitali     


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Commento:

Siamo all'interno di un inganno globale e chi pilota il tutto fa in modo che per chiunque ci sia un giusto...
Per molti i giusti sono Obama & Co, e per chi ha capito che invece questi soggetti sono una banda di delinquenti, Loro, i signori del potere, hanno pronto un altro soggetto, per esempio Putin & Co...
E così via...

La realtà è che da almeno 3000 anni il potere è di chi ha venduto l'anima a Satana (tranne rare eccezioni limitate nel tempo e/o nello spazio).
E' questo il senso della tentazione nel deserto... Perché Satana poteva permettersi di offrire a Cristo le reggie del mondo se si fosse prostrato ai suoi piedi? Perché erano sue! :-)

Cesare

martedì 29 marzo 2016

Libia. Come le bande armate si dividono il bottino...



Sulla produzione del petrolio controllata da gruppi armati e non dagli stati nazionali

Secondo il governo italiano, le milizie armate che si fanno la guerra in Libia sarebbero d'accordo solo sul dividersi gli introiti del petrolio, incassati dalla Banca centrale libica.

 Io non ne sono sicuro, mi sembra un accordo improbabile. Ma, si sa, pecunia non olet. 

Però, se si favorisce il commercio petrolifero al di fuori del controllo degli Stati nazionali, nello stesso momento si favoriscono le milizie armate anche terroriste, come l' Isis. E l'Unione europea in Libia e in Siria ha legalizzato l'acquisto del petrolio dai gruppi dell' opposizione, per poi ritrovarsi l' Isis, straricco per il petrolio, che uccide nelle sue città.

 Di seguito uno stralcio da "La festa è finita" di Richard Heinberg, che racconta come la vendita delle ricchezze naturali favorisca lo sviluppo dei gruppi armati nelle guerre civili.

Marco Palombo


Sulle preziose risorse naturali che finanziano le milizie armate nelle guerre civili

“ E' più probabile lo scoppio di guerre civili nei paesi meno industrializzati che dispongono di risorse abbondanti, preziose ed accessibili come petrolio, gas naturale e diamanti, che in quelli poveri di risorse. Questa conclusione si basa su uno studio comparativo di Indra de Soysa, dell' università di Boon, sul valore delle risorse in 139 paesi e la frequenza delle guerre civili dal 1990 in poi. La scoperta va contro l' ipotesi inveterata secondo cui la guerra intestina è più probabile nei paesi poveri di risorse. Spesso gruppi rivali di paesi non industrializzati usano la ricchezza ricavata dalla vendita di risorse – o da concessioni a società straniere per sfruttare le risorse – per finanziare la lotta armata. Pietà per i paesi a cui restano molte risorse....”

Richard Heinberg
La festa è finita, la scomparsa del petrolio, le nuove guerre, il futuro dell' energia-
2004 Fazi editore

lunedì 28 marzo 2016

La parola "integrazione" non compare nei vocabolari islamici... dovremo adattarci a "condividere"



Quello che ci lascia perplessi e a volte increduli è come l’occidente cristiano non abbia ancora capito che per gli islamici la parola integrazione non appare nei loro vocabolari. Son più di 40 anni che ci ostiniamo ad invitare uomini di altre fedi religiose che giungono in Europa, in fuga da aree del pianeta invivibili per motivi di sicurezza o per motivi economici, ad integrarsi con la nostra cultura europea. Come risposta, invece, vediamo che dopo tanto tempo queste persone restano fortemente radicate nel loro credo religioso e non intendono minimamente “integrarsi” con noi. 

E allora perché i nostri “saggi” politici, ma anche letterati e filosofi “illuminati”, non aboliscono questa parola ignorata e a volte vilipesa? 

Se non vogliamo scomparire o combattere  sostituiamo la parola integrazione con condivisione. In questo modo noi cristiani occidentali condivideremo la cultura e la religione dei musulmani e altrettanto dovremmo pretendere da queste persone che, finalmente, possano condividere la nostra cultura, restando tutti nel proprio alveo religioso e culturale, senza cercare di interferire forzatamente o subdolamente per convertire una parte o l’altra. 

Questo forse è il primo passo per convivere in pace in Europa tra i vari credi politici e religiosi, sperando così di chiudere per sempre il tragico capitolo della non integrazione che fino all’altro giorno ha portato morte e distruzione.

Francesco Pierangelini  -  Accademia Kronos

domenica 27 marzo 2016

Altro futuro - Fra cento anni i problemi dell'uomo saranno risolti definitivamente

Humans May Go Extinct in the Near Future, Experts Determine

A recent study has revealed that carbon emissions reached a new historic level, with the same measurements being recorded some 66 million years ago, when numerous dinosaur species went extinct from the surface of the Earth.
 
 Carbon dioxide emissions continue to rise, although at a slower pace than the previous years. Analysts have been digging through geological evidence in the hopes of finding a similar period in our planet’s history when the temperatures raised to a similar level, so they used sediment cores gathered from the New Jersey coast to inspect the isotope measurements.
 
The team of experts led by Richard Zeebe from the University of Hawaii discovered that an increase in carbon emissions and global warming occurred almost at the same time during the Palaeocene-Eocene Thermal Maximum (PETM) period approximately 56 million years ago, in a time when the supercontinent Pangea started to divide into smaller continents.
 
Scientists consider the current climate changes to be similar to those happening during the PETM period, just that the current shift is happening at a more hasted pace.
 
However, the most intriguing part of the study was when Zeebe and his colleagues compared the annual carbon emissions rates from present days and the PETM. During the dinosaur age, emissions ranged between 0.6 and 1.1 billion tonnes per year, while today, there are over 10 billion tonnes that are annually being spread throughout the atmosphere, and the numbers are rising each year.
 
 
To better understand the gravity of the situation, the team of experts referred to today’s carbon emission levels as the highest they’ve ever been since dinosaurs roamed the planet, and probably even earlier than that. So, should we be alarmed by this never-before experienced CO2 emissions?
 
“We conclude that, given currently available records, the present anthropogenic carbon release rate is unprecedented during the past 66 million years,” the researchers stated. “We suggest that such a ‘no-analogue’ state represents a fundamental challenge in constraining future climate projections. Also, future ecosystem disruptions are likely to exceed the relatively limited extinctions observed at the PETM.”
 
There is a thin line between the survival of our species and extinction, and while more and more people consider the possibility of space colonies or even colonizing other planets as our salvation ticket, it’s only logical to assume that planet Earth remains our most viable and resourceful alternative. The CO2 emissions have reached an unprecedented level that’s seemingly accelerating year after year, and because of this, it’s hard to anticipate what is going to happen or how much time we have left at our disposal.
 
The planet is going to react sooner or later since the amount of CO2 that’s being released into the atmosphere is ten times higher than the historical maximum. There will be devastating consequences for all earthlings, and unless we manage to surpass this transition phase that we find ourselves into, we may go extinct just like the dinosaurs and other species before us.(source)
 
The complete study is published in the journal Nature Geoscience.
 
 
http://www.ewao.com/

Porte spalancate al manicomio Europa ... ovvero: "...come imparai ad amare la troika..."



Samuel Johnson alla fine del 1700 affermò: Il patriottismo è l'ultimo rifugio dei mascalzoni. Oggi penso che il peggiore e più pericoloso dei nazionalismi sia il patriottismo europeista. Ne stanno spargendo a piene mani tutti i governi e le élites del potere europeo dopo la strage di Bruxelles. 

Dopo anni nei quali l'Europa era apparsa solo come il vincolo feroce che faceva sprofondare nella fame la Grecia, dopo le miserie e le infamie sui migranti, dopo i colpi a tutti i diritti sociali e alle costituzioni democratiche sferrati nel nome dell'Euro, quasi non pare vero che si possa di nuovo proclamare la santità dell'Europa. Le stragi terroriste sono contro l'Unione Europea, proclamano i governanti. La nostra civiltà è minacciata aggiungono tutti i componenti del coro. 

Guai a votare contro l'Europa minaccia un ministro britannico. La malafede di tutte queste affermazioni è però mostrata da tutte le proposte che seguono subito dietro ai proclami. Ci vuole una polizia europea, ci vogliono carceri europee, ci vuole un esercito europeo, ci vuole una guerra europea. L'escalation delle proposte europeiste va in una sola direzione, quella del ferro e del fuoco. Non c'è un solo accento autocritico verso tutte le guerre terroristiche che l'Europa ha scatenato nel mondo. Non c'è una sola richiesta di maggiore democrazia e giustizia sociale. 

Anzi l'europeismo guerrafondaio spiega ai popoli del continente che per avere sicurezza a qualche diritto bisognerà pure rinunciare, qualche altro intervento militare lo si dovrà pure fare. L'europeismo vuole bruciare le tappe per diventare come gli Stati Uniti, ma di quel paese pare invidiare soprattutto Guantanamo e i droni. E naturalmente le multinazionali.

Se si dovessero spiegare gli eventi solo con la categoria del " a chi giova" le stragi terroriste di questi due anni avrebbero un solo beneficiario: l'europeismo guerrafondaio. Ma anche se non si volesse leggere lo stragismo europeo con le stesse lenti con cui alla fine abbiamo visto quello italiano. Se anche si considerassero irripetibili su scala europea quei legami tra terroristi fascisti, servizi segreti, poteri occulti che hanno tracciato la via delle stragi italiane, da piazza Fontana alla stazione di Bologna. Se anche davvero non ci fossero mai stati rapporti tra il terrorismo jihadista, L'Isis e le potenze occidentali ed europee, in ogni caso la reazione europeista alle stragi è un aggravamento del male. Le nazioni si forgiano nel sangue, dicevano i nazionalisti dell'800. 

È certo che questo superstato europeo privo di qualsiasi vera democrazia finora non ha certo scaldato i cuori dei suoi sudditi. Ora le stragi potrebbero cambiare il quadro e finalmente si potrà chiedere di amare la Troika. Non so se ci sia un disegno occulto e se tutte le affermazioni siano in malafede, ma so che il terrorismo jihadista sta stabilizzando la peggiore Europa, quella che sta distruggendo la sua democrazia e il suo stato sociale. Il nazionalismo del passato ha trascinato l'Europa nella catastrofe, ora l'europeismo ripropone la stessa avventura. Non si esce dalla spirale guerra terrorismo senza una rottura, e questa rottura va fatta proprio contro il sistema di potere europeo, che è al centro di quella spirale.

Giuseppe Bruzzone


(Diramato da Vincenzo Zamboni)

Articolo collegato: 
Immagine per il risultato di tipo notizie
"Ci vuole più Europa" . È questa la "ricetta" di Laura Boldrini 

Norvegia... sia di esempio - I musulmani di Norvegia chiedono uno stato islamico separato



I musulmani in Norvegia ora chiedono uno stato separato, anche in Grecia accadrà presto!
I musulmani che vivono in Norvegia ora chiedono uno stato islamico separato e minacciano azioni terroristiche se le loro richieste non saranno soddisfatte. La Norvegia ha già completato la fase 3 dell’ islamizzazione.
Quanto segue spiega le tre fasi.
Fase 1: quando i musulmani costituiscono 1-3% della popolazione. Il loro comportamento nella società è tranquillo e non invadente.
Fase 2: Quando i musulmani costituiscono 4-20% della popolazione, cominciano le richieste politiche, come la costruzione di moschee, minareti, il divieto di cerimonie cristiane ed eventi e celebrazioni di feste musulmane come il Ramadan.
Fase 3: Quando i musulmani costituiscono oltre il 20% della popolazione inizia una guerra santa (jihad). Le Aree musulmane della città (ghetti) diventano inaccessibili ai non musulmani. Comincia la piena attuazione delle leggi della Sharia ghetto insieme agli attacchi terroristici per la secessione e la creazione di uno stato islamico.
Purtroppo la Norvegia è già in fase 3. L’organizzazione terroristica Ansar al-Sunna minaccia che, se la capitale di Oslo non sarà riconosciuta dallo Stato norvegese come città musulmana di una nazione musulmana, sarà dichiarata una guerra santa, con tutto ciò che questo comporta. L’annuncio dell’ organizzazione terroristica:
“Noi non vogliamo essere parte della società norvegese. Non vogliamo lasciare la Norvegia perché siamo nati e cresciuti qui. La terra di Allah ci appartiene.”

(Fonte: http://altrarealta.blogspot.it/2016/03/il-futuro-delleuropa.html)

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Articolo collegato: 

sabato 26 marzo 2016

Important dates and events of the ancient world



1. Important dates and events of the ancient world

33 A.D. Foundation of the Church, Ascension and Pentecost
42 Council of Jerusalem: split from the Synagogue
64-67 First Roman persecution by Emperor Nero
70 Destruction of Jerusalem and the Temple
212 Emperor Caracalla grants universal citizenship
284-304 Diocletian: reform & persecution. Armenia 1st Christian country
313 Constantine’s edict of toleration at Milan
330 Foundation of Constantinople
380 Edict of Thessalonica (Theodosius) makes the Christian faith the official religion of the Empire.
410 Rome sacked by the Roman army with Alaric as its Magister militum.
451 Huns defeated at Châlons.
476 End of Western Roman Empire
496 Conversion of Clovis king of the Franks
529 Justinian’s closes down Plato’s Academy in Athens and issues Institutions of Civil Law
St Benedict founds Montecassino
532 Denis the Little dates history from the Incarnation

2. Important dates and events of the High Middle Ages
622 Muhammad’s Hejira

638 Jerusalem falls to Islam

674 & 718 Islam checked at Constantinople by Greek fire
692 Trullan Council first symptom of Christian disunity (priestly celibacy)
711 Islam conquers Iberia (Spain & Portugal)
732 Islam checked by Charles Martel at Tours
741 Conversion of the Khazars to Judaism
756 Pepin’s donation of land starts off the Papal States
787 Iconoclastic controversy & Second Council of Nicea
800 Charlemagne first Emperor of Holy Roman Empire
846 Islamic sack of Rome
861-9 Schism of Photius
1054 Schism of Kerularios. Orthodox Church breaks with Rome

3. Important dates and events of the Low Middle Ages

1071 Double Byzantine defeat at Bari and Manzikert
1073-85 Pontificate of Gregory VII – Spanish Campaign of the Cid
1099-1187 Jerusalem in Christian hands
1138 Council of Étampes restores order after the antipontificate of Jew Pierleoni (Anacletus II)
1204 IV Crusade. Sack of Constantinople
1200-05 Foundation of Bologna and Paris Universities
1213 Battle of Muret ends Cathar danger. Infiltration of sects however continues.
1215 Magna Charta deals first blow to feudal system

1231 Roman Inquisition by Gregory IX

1291 End of Christian presence in Holy Land
1305-78 Popes in Avignon
1347-50 Black Death (& gunpowder) deals second blow to feudalism
1356 The Golden Bull establishes electors for Holy Roman Emperor
1378-1415 Schism of the West. Council of Constance

1453 End of Eastern Roman Empire to Islam. Spice and silk routes blocked

1456 Gutenberg Bible printed at Mainz
1497 Portuguese bypass Islam via the Cape route
4. Important dates and events of the Modern Age

1492 Islamic Kingdom of Granada comes to an end
Spain expels the Jews, who regroup at Constantinople, Amsterdam and Venice.
Columbus lands in America, unaware of earlier landings (Vikings, Chinese)
1511-17 Beginning of the Protestant Reformation
1519-21 Conquest of Mexico
1533-1603 Defection of England from Catholic unity
1546-64 Council of Trent
1565 Islam checked at Malta
1571 Islam checked at Lepanto
1582 Reform of the calendar
1609 Bank of Amsterdam institutes modern usury
1618-48 Thirty Years War. Treaty of Westphalia sanctions divided Europe
1683 Islam checked at Vienna
1694 Bank of England and beginning of National Debt
1717 Freemasonry goes public two years after Louis XIV’s death
1751-80 The Encyclopédie intellectually attacks Christian civilization
1789 Revolution strikes France. Vandean genocide

5. Important dates and events of the Contemporary Age

1806 End of Holy Roman Empire
1815 Napoleon defeated at Waterloo by the forces of usury and by treason
1815 Congress of Vienna. Impotent potentates try in vain to restore order
1819 The Haute Banque usurps monetary sovereignty
1848 Communist Manifesto. Failure of revolutionary attack. Preparations for WWI begin
1861-65 American Civil War
1869-70 First Vatican Council. End of the Papal States
1908 Donmeh coup in Ottoman Empire.
1914-18 First World (Great) War. Armenian genocide (1915)
1917-20 Khazar takeover of Russia. Failure in Bavaria, Hungary and Italy
1920 League of Nations
1929 Papal States restored as Vatican City
1930s Economic crisis and depression
1936-39 Spanish Civil War checks Bolshevik attempt at takeover
1939-45 Second World War succeeds in founding the UN.
1948 State of Israel
1962-65 Second Vatican Council
1989 Apparent collapse of Communism. The baton passes to the same crowd but in the White House. Russia recovers its cultural identity.
1994 Providential advent of Internet
2001 911 marks the beginning of a global attack on civil liberties.
2008 Global financial collapse. Global elite accelerates takeover tempo.
2012 Widespread waking up of people the world over thanks to the Net.


venerdì 25 marzo 2016

Roma, 19 e 20 aprile 2016 - Promozione della campagna per l'Agricoltura Contadina



  ROMA  MERCOLEDI  20  APRILE 2016  9.30 - 17.30

  La Campagna per l'agricoltura contadina promuove 
  UNA AUDIZIONE POPOLARE DI STRADA
  a sostegno del percorso parlamentare per una legge sull'agricoltura contadina

  mattino - incontri sugli aspetti giuridico- normativi 
               
  pomeriggio - incontri sugli aspetti sociali e delle contadinanze

  vengono invitati Associazioni contadine e della Società civile, funzionari pubblici (Fao ecc...), tecnici formatori, Organizzazioni agricole, cittadini -  in dialogo con i parlamentari della Commissione agricoltura della Camera

  (ognuno partecipa secondo interessi e competenze)

  questa giornata centrale avrà un prologo il giorno prima:

  MARTEDI 19  APRILE

  ore 17-20 - incontro pubblico insieme alla Campagna STOP TTIP sul rapporto tra Ttip e agricolture contadine

  in serata è anche prevista una riunione tecnico-organizzativa tra le nostre Associazioni aderenti alla Campagna contadina, per definire l'organizzazione interna e le successive iniziative.

  NOTE:

  SEDE: da stabilire, ma in centro ed il più possibile vicina al Parlamento ma che abbia caratteristiche adatte alla nostra iniziativa, luoghi pubblici, sociali  "aperti sulla strada". INVIARE PROPOSTE.
   
  I tecnici ISIDE  inseriranno il loro contributo all'interno di questi incontri, vista la stretta connessione con alcuni aspetti normativi (su rapportidi lavoro dignitosi, sulla sicurezza nelle campagne...)

  ORGANIZZAZIONE: Il centro organizzativo è su CROCEVIA che, con il finanziamento ricevuto, dovrà gestire gli aspetti tecnico-operativi.Le altre nostre Associazioni con presenza a Roma potranno affiancarsi per lavorare insieme, a partire da quelle che già hanno dato disponibilità (Ong Terra Nuova, Ass. Amici Sem terra, Fenapi Agricoltura).
  Quindi per tutti gli aspetti logistici fare riferimento a:
  Crocevia - Stefano   mail stefano.gianandrea@gmail.com    

  RISORSE ECONOMICHE: tramite Crocevia è possibile utilizzare un contributo da parte di Iside Onlus sul tema dei diritti e sicurezza sul lavoro in agricoltura. Questo richiede di inserire un'incontro di mezza giornata sul tema (che potrebbe riguardare le norme previste nelle pdl). Il finanziamento di euro 3600 può permettere di coprire le spese per 15-20 persone tra le Associazioni aderenti alla Campagna contadina, e per la gestione degli spazi necessari e materiali comunicativi.

  Roberto Schellino

giovedì 24 marzo 2016

Mors vita est - Il dritto ed il rovescio dello stesso ricamo



In Irlanda agli inizi del secolo vi fu un grande disastro minerario. Rimasero uccisi molti padri di famiglia. Fu invitato a tenere l'orazione funebre un prelato. Egli, tenendo in alto un segnalibro ricamato,lo girò sul dorso e lo mostrò agli astanti. Si trattava naturalmente di un incrocio di fili come sul rovescio di ogni ricamo: cioè a vederlo, uno schema senza senso.
"Questo" disse lui è il modo in cui noi vediamo le cose, quando si verificano tragedie di questo genere. Non ci vediamo un senso, è tutto caotico, assurdo. Ma" e qui girò il segnalibro sul verso giusto, che rivelava un ricamo di ottima fattura di una rosa, "E' così che Dio  vede le cose".

Non c'è bisogno di "credere" in un "Dio" piuttosto che un altro per capire che qui non è in ballo il Dio della cultura giudeo-cristiana ma in realtà un principio universale, quello che gli alchimisti chiamavano"anima mundi",l'anima del mondo, cioè l'energia sottostante al mondo manifesto, un'intelligenza che opera nel mondo visibile trasferendovi ciò che ne è alla sorgente nel mondo invisibile.

In qualche modo, in qualche insondabile maniera, tutto ha un senso, che noi però non cogliamo, abituati come siamo a prendere atto solo della punta dell'iceberg senza renderci conto che la sua massa sommersa è centinaia di volte più grande.

Forse- anzi certamente - anche il dolore può avere un senso. Il difficile è riconoscerlo. Tutto ciò nel rispetto di quel dolore di chi ha perso una persona cara in questi attentati.
Io mi dico è che alla fine dei conti se tutto va bene potrò solo dire a me stesso: "ho fatto quel che ho potuto" - ed è già moltissimo.

Per il resto, per come le cose vanno nel mondo, lo sappiamo - almeno, c'è chi lo sa -che stiamo vivendo alla fine del Kali Yuga, altrimenti detta Età del Ferro, cioè l'epoca del massimo abbrutimento umano. Possiamo fermarlo? Non credo, perché è decretato che l'uomo discenda la china fino al fondo... poi ...si vedrà. Ma quel che possiamo certamente fare è vivere "come si deve" cioè in accordo all'armonia di quella che gli antichi cinesi chiamavano il Tao, la "Via"; e sì, da questo punto di vista coltivare "il proprio orticello" non è un atteggiamento egoistico, perché poi gli ortaggi che cresci li puoi anche condividere con chi non ne ha. Ma se non ti concentri su quello, neanche tu li potrai mangiare. Dunque, coltiviamo...e condividiamo. Anche se possiamo solo essere un'isola virtuosa, ci saranno sempre ponti che ci collegano alla terra ferma.


l'immagine del profilo di Simon Smeraldo

martedì 22 marzo 2016

Dopo l'attentato di Bruxelles. Asterischi amari


  • I tagliagole dinamitardi sono “europei” di nazionalità, ma arabi  di seconda o terza generazione. Fallimento conclamato dell’idiozia dell’accoglimento, dell’integrazione. 
  • La forma morente della democrazia calabrache ha elevato un ultimo o penultimo ululato di morte: sta afflosciandosi su se stessa per inedia umana, morale, spirituale. Naturale fine di una forma contro natura, inutile, incapace e falsa come un politico italiano.
  • Ricordo soavemente che esiste la “bomba a neutroni”. Distrugge ogni essere vivente, lasciando intatti edifici, costruzioni, fabbriche e manufatti. Usarla contro i tagliagole.
  • Se in Europa ci fossero governi veri e non servi, sarebbero resi noti gli intrecci petroliferi delle sette sorelle, dei petrolieri francesi, della City di Londra. Non avete idea cosa salterebbe fuori. Un verminaio impensabile.
  • Chi si ricorda dei Bogomili? Andate a cercare, gente. Vi dico solo che furono slavi convertiti all’islam, così feroci da incutere terrore. Ma furono spazzati via da altri slavi, che ne avevano piene le scatole. Imparare dalla storia.
  • Ugualmente agli intrecci petroliferi bisogna che vengano resi pubblici i flussi di denaro fra Arabia Saudita, Kuwait, Oman, Emirati del Golfo, Turchia, Svizzera, Londra, Cayman, Honk Kong, Isis, Libia, USA…. e ne dimentico qualcuno di sicuro.
  • Vi siete mai chiesti perché i multimiliardari sceicchi non investano in infrastrutture, nella creazione di un ceto medio, in piccole e medie imprese, in cultura diffusa nei loro paesi medievali? Risposta: conoscono la natura dei loro sudditi.


Fabrizio Belloni




Non lo avessi detto….

Non è per auto incensamento, ma se un cretino qualsiasi come sono io lo aveva capito da tempo, a maggior ragione avrebbero dovuto non solo saperlo, ma anche porvi rimedio da parte di quei “soloni” che si credono politici professionisti, statisti con una pelosa verità da distribuire come immaginette all’uscita della chiesa.

Vado ululando da decenni che con l’islam siamo in guerra. Da 1400 anni.

Vediamo di elencare alcune delle idee che si affardellano nella zucca, dopo l’ultima mattanza belga.

Prima considerazione, che nessun media sottolinea. Da un anno circa gli strateghi militari dell’Europa occidentale, riuniti a Londra, hanno deciso di cambiare, per renderlo più adeguato, “il sistema di armamento” in dotazione alle Forze Armate. Cioè renderlo più efficace nella guerra contro l’invasione negra ed araba. Nel momento di trapasso da un sistema ad un altro, i tagliagole si scatenano. Buuuummm!

Seconda considerazione. Dall’Europa sono andati circa tremila “Foreign fighters” a fare addestramento in Siria e nel nord dell’Iraq. Le legnate che Putin (unico europeo che ha gli attributi) ha pitturato sulle facce dei tagliagole ne ha convinti non meno di trecento a tornare a casa. Pronti per altre mattanze. Se pensate che sia a Parigi che in Belgio le squadracce erano di non più di dieci /dodici individui, capirete il potenziale terrorista che abbiamo in casa.

Gli USA e l’Inghilterra premono come forsennati perché l’Italia mandi militari in Libia. Ora, dopo gli yankee, da buona obbediente colonia, l’Italia è lo stato con il maggior numero di militari in……. “missione di pace” all’estero. 

Ipocrita dizione per non dire la verità: mercenari agli ordini delle sette sorelle, della City, delle lobby sioniste. In Libia o ci si va a prendere tutto il territorio, petrolio annesso, ed allora non bastano 50.000 soldati, ma ne occorrono dieci volte tanto. Oltretutto il nostro armamento è leggero, ed invece occorrono mezzi pesanti, carri, logistica, aviazione e marina potente. Oppure teniamo i nostri ragazzi a casa. Magari dovremmo impiegarli a bonificare manu militari certi quartieri delle città ove vige di fatto la shrjia, la legge islamica. Ma per farlo ci vuole un governo con gli attributi di un toro da monta. E Renzi…

Terzo motivo di voltastomaco. In televisione ciascun esponente della inutile, vile, svenduta casta cerca di utilizzare pro domo sua la strage. Le elezioni sono vicine e non hanno paura di trasformarsi in sciacalli, in iene per qualche voto in più. Invece dei minuti di silenzio, invece delle contrite (?) facce sgranate davanti alle telecamere, forse sarebbe meglio che provvedessero, i servi politici stupratori del potere, a fornire le Forze dell’Ordine di giubbotti anti proiettile non scaduti ed aggiornati, di far sì che i serbatoi delle volanti siano pieni a dovere; di sostituire elmetti obsoleti con qualcosa che fermi le pallottole. Siamo nelle mani di ragazzi, sempre meno giovani che rischiano la vita per 1500 euro al mese, quando va bene. Dobbiamo confidare solo nel loro spirito di corpo, di servizio e –concedetemelo- nel loro eroismo. Mettiamoli in condizioni di sentirsi spalleggiati, capiti, ringraziati. 
Piuttosto buttiamo “giù dalla finestra” certi giudici che, in nome di una discrezionalità democratica a senso unico, vanificano scientemente il lavoro della Forze dell’Ordine.

Ora il disegno strategico degli USA, far scontrare l’islam contro la pericolosa (per gli yankee) Europa, si sta avverando. Putin non le ha mandate a dire: ha parlato di ”male assoluto”, riferendosi alle “bestie immonde” islamiche. Non ci ha messo molto, lui: ha mandato i bombardieri ed i missili ed ha fatto arretrare i tagliagole, (coi quali molti paesi fornicano petrolio, Turchia in testa) di oltre 50 km, cacciandoli dalle strade strategiche e ridando fiato ad Assad. 

“E’ ora di finirla con i giochetti delle sanzioni e stupidate simili – ha tuonato il Vladimiro – e di unire tutti i paesi civili contro il male assoluto”. C’è qualche radical chic che osi dire il contrario?

In Italia non cambierà nulla, per ora. Sentiremo mille parole vuote e sterili, come sempre.

Ma di andare a fare il lavoro sporco in Libia per gli americani, quello proprio no, non mi va. E cacciamo tutti i clandestini-invasori islamici che arrivano. La prudenza non è mai troppa.

Fabrizio Belloni

lunedì 21 marzo 2016

Bruxelles. I servisegreti: "Salah ha confessato: son contento di morire ma mi dispiace, mi dispiace di morire ma son contento..."



Salah Abdeslam: "sono contento, non ne potevo più". Ovvero.. il più ricercato terrorista dello Stato Islamico in Europa, braccato da servizi segreti e polizie di ogni parte del mondo per la strage del Bataclan e collaterali, aspettava con ansia il momento dell'arresto...

Per poter immediatamente dar libera uscita alle confessioni sui crimini commessi e, si presume, sui complici che lo hanno aiutato nell'impresa ed a quella relativa alla rete di complicità, a Bruxelles ed in tutto il continente, goduta fino a ieri.


Fin qui la "cronaca" radiotelevisiva e dei giornali occidentali (tutti,direi)... un "bene, bravo.. bis" alle autorità belghe che, assieme a quelle francesi, hanno portato a termine la strage.

Si sa com'è.., c'è sempre qualcuno che non è mai completamente (o per niente) convinto e rassicurato dalle versioni ufficiali.


Io, senza alcuna specifica capacità od arte divinatoria,ho maturato in mezzo secolo di vita la seguente convinzione : mai credere ai servizisegretioccidentali, neppure se dicessero la "verità".

Perché? Per il semplice fatto che qualche perplessità dovrebbe sorgere spontaneamente in chi segua gli eventi del terrorismo con un minimo di attenzione. Basterebbe infatti riflettere sui comportamenti passati dei servizisegretioccidentali (italiani compresi) ed infine decidere se darsi da fare per cercare di saperne di più o accettare le versioni ufficiali dei governi interessati.


Ad esempio i misteri del terrorismo nostrano sono tutti ben solidificati, con relativi depistaggi dei nostri 007 per comodità definiti "deviati".

Da Portella della Ginestra nel 1947 ad Ustica, da Piazza Fontana alla Stazione di Bologna...(via Italicus, Peteano, Piazza della Loggia etc..) fino all'apice del Delitto Moro... non sappiamo ancora la "verità vera" e non la sapremo mai (a mio modestissimo parere).


Però, in compenso, la magistratura (che con polizia e servizi ci sguazza) impone all'Egitto di Al Sisi di confessare le colpe nell'assassinio di Regeni...!! Da non credere...


Ho citato l'Italia per far riflettere i nostri connazionali che volessero e potessero farlo... ma non è che in tutti gli altri paesi d'Occidente vada meglio.


Senza contare le schifezze americane sulle "armi di distruzione di massa" di Saddam Hussein,che hanno portato alla attuale disastro Iraq e Siria, pensiamo ai servizi segreti francesi creatori e protagonisti della "rivolta" contro Gheddafi e del suo linciaggio.


Chi e come catturò il Califfo Al Baghdadi e poi lo liberò per creare Isis ed abbattere Assad? Ci sono foto CIA compromettenti ma quanti le hanno viste? (persino io le ho messe in rete)...


Non basterebbero giorni a scrivere su questo argomento... vedano gli scettici,che magari accusano quelli come me di "complottismo", cosa fare e come procurarsi analisi "differenti".


Tutto sommato il mio resta solo un invito a porsi un minimo di dubbio, non chiedo troppo.

Vincenzo Mannello

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Canzoncina in sintonia: 
https://www.youtube.com/watch?v=XWb8yfzNbTk

domenica 20 marzo 2016

Imparare dagli avvenimenti del Brasile e dalla spedizione di Obama a Cuba


Leggi la Voce n. 52 del (n)PCI

In Brasile l’ala destra della borghesia locale ha lanciato l’attacco contro il governo federale che fa capo al PT (Partito dei Lavoratori), a Luiz Inacio Lula da Silva e a Dilma Rousseff. Nel suo attacco essa (l'ala destra) gode dell’appoggio della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. L’attacco rientra nell’operazione di ampio respiro che i gruppi imperialisti americani stanno mettendo in opera per riportare l’America Latina sotto il loro pieno controllo, operazione di cui fanno parte i colpi di Stato in Honduras (2009) e in Paraguay (2012), il rovescio elettorale della corrente di Nestor e Cristina Kirchner (2003-2015) e l’insediamento (dicembre 2015) del governo di Mauricio Macri in Argentina, i ripetuti tentativi di destituire il presidente Maduro in Venezuela, l’operazione Obama-Bergoglio per integrare nuovamente Cuba nel sistema imperialista mondiale. Le forze popolari e progressiste dispongono di grandi riserve e di ampi spazi di manovra: la vittoria dipende interamente da loro e farà fare un passo avanti alla rivoluzione in America Latina.
Ma non è sulle forme in cui si svolge l’attacco al governo federale del Brasile né sulle motivazioni ufficiali di esso (la partecipazione del PT e quella personale di Lula, Dilma Rousseff e altri dirigenti del PT al sistema di spartizione illegale di denaro praticato dagli esponenti della classe dominante) che vogliamo richiamare l’attenzione dei nostri lettori, bensì sull’insegnamento che da questo attacco e dall’esito che avrà devono ricavare i comunisti italiani a proposito delle condizioni e delle forme della rivoluzione socialista nel nostro paese.

A questo fine iniziamo inquadrando gli avvenimenti in corso in America Latina nel contesto storico di cui fanno parte e nella lotta di classe di cui sono espressione. È un percorso che parte da lontano.

La vittoria dei revisionisti moderni nel Partito Comunista dell’Unione Sovietica (XX Congresso, febbraio 1956) ha introdotto nel movimento comunista internazionale un’infezione che ne ha gradualmente indebolito le forze e minato lo slancio con cui dal 1917 era avanzato nel mondo. La controffensiva lanciata nel movimento comunista dal Partito Comunista Cinese capeggiato da Mao Tse-tung (Rivoluzione Culturale Proletaria 1966-1976) non ha avuto successo e la malattia ha fatto il suo corso. Sull’America Latina nel periodo che va dalla vittoria della rivoluzione a Cuba (1959) fino alla fine degli anni ’90 i gruppi imperialisti americani sono riusciti a mantenere la loro cappa opprimente stroncando i movimenti guerriglieri e schiacciando i movimenti progressisti con terroristici colpi di Stato militari e sanguinose dittature civili o militari. Rispetto a questo corso generale delle cose, la persistenza delle Forze Armate  Rivoluzionarie (FARC) in Colombia, la transitoria vittoria della guerriglia sandinista in Nicaragua (1979-1990) e l’avanzata di Sendero Luminoso in Perù (1980-1992) sono stati movimenti controcorrente che non hanno inciso sulla corrente principale: sono stati solo conferme che il fuoco covava sotto la cenere.
Dalla fine degli anni ’90 la resistenza popolare, la nausea che l’orgia di sangue provocava in una parte delle stesse classi dominanti e delle loro forze armate e civili, i sacrifici crescenti imposti ai popoli dell’America Latina dal sistema imperialista mondiale (a sua volta indebolito sempre più gravemente dalla nuova crisi generale del capitalismo), hanno portato al rovesciamento del corso delle cose. In un numero crescente di paesi dell’America Latina si sono affermati governi progressisti che hanno usato per migliorare le condizioni di vita della massa della popolazione (alimentazione, abitazione, sanità, istruzione, ecc.) una parte delle grandi rendite terriere e minerarie (in particolare da petrolio e gas) fino allora incamerate dai gruppi imperialisti americani, sionisti ed europei e dalle oligarchie locali. È stata l’offensiva popolare e progressista che ha caratterizzato l’America Latina nel nuovo secolo. La vittoria elettorale di Hugo Chavez alle elezioni presidenziali del 1998 in Venezuela ha inaugurato il nuovo corso e Cuba vi ha contribuito con le riserve rivoluzionarie che sotto la guida del Partito Comunista Cubano aveva eroicamente accumulato e difeso contro l’assedio americano ed europeo.

In questi ultimi anni le forze promotrici e protagoniste del nuovo corso dell’America Latina sono alle prese con la controffensiva della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Essa si combina con l’aggravarsi della crisi generale del capitalismo (entrata nel 2008 nella sua fase acuta e terminale), con il crescente contrasto tra i gruppi imperialisti americani e quelli franco-tedeschi, con l’importante ruolo in campo economico, finanziario e anche politico assunto a livello mondiale dalla Repubblica Popolare Cinese che si trova ancora nella seconda (restaurazione graduale e pacifica del capitalismo) delle tre fasi percorse dai primi paesi socialisti.
Questo percorso indica le grandi riserve di cui dispongono le forze rivoluzionarie latinoamericane. È nell’interesse del movimento comunista di tutto il mondo che esse ne sappiano approfittare: la vittoria nello scontro in atto dipende principalmente da loro ma la loro vittoria sarà anche la nostra. A loro volta i progressi nella rivoluzione socialista che stiamo facendo in Italia è il nostro principale contributo alla loro vittoria.

Queste vicende latinoamericane hanno avuto e hanno notevoli ripercussioni nella lotta per la rinascita del movimento comunista in corso nel nostro paese (come nel resto del mondo).
In primo luogo l’offensiva delle forze popolari e progressiste in America Latina iniziata alla fine degli anni ’90 ha rafforzato e rafforza la fiducia delle masse popolari in se stesse e in particolare rafforza noi comunisti della Carovana del (n)PCI e tutti quelli che lottano per la rinascita del movimento comunista. Far conoscere alle masse popolari italiane le vittorie delle forze popolari e progressiste in America Latina e festeggiarle, denunciare la partecipazione della Repubblica Pontificia e del suo governo all’aggressione, promuovere in Italia manifestazioni di solidarietà e favorire l’instaurazione di contatti e il rafforzamento di legami tra organismi italiani e latinoamericani (in particolare di Cuba, del Venezuela, della Bolivia, dell’Ecuador, ecc.) sono anche contributi che diamo al progresso della nostra lotta. È una strada da perseguire con determinazione e con intelligenza e conoscenza crescenti delle cose e degli organismi.
In secondo luogo l’offensiva delle forze popolari e progressiste in America Latina è stata e viene usata in senso anticomunista (anche se in maniera diversa) da vari organismi italiani. Tra questi spiccano Rete dei Comunisti e, tra i suoi esponenti, il prof. Luciano Vasapollo. Per questo trattiamo della cosa facendo riferimento particolarmente ai loro discorsi, alle loro parole d’ordine e alle loro operazioni, ma rivolgendoci anche a tutti gli altri. Nella sinistra italiana è un continuo invocare il dibattito, il confronto e la discussione, ma altrettanto diffusa è l’abitudine di offendersi e  scappare sdegnati ogni volta che nella critica delle linee e delle idee diamo nome e cognome ai portatori di esse. Questo non ci fa demordere: la critica è un’arma e in una battaglia seria non si vibrano colpi nell’aria.

In cosa consiste l’uso anticomunista in Italia dell’attività delle forze popolari e progressiste dell’America Latina?
Consiste principalmente nell’usare i successi della rivoluzione in America Latina per rinnegare l’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale e in particolare quella dei primi paesi socialisti, per accantonare gli insegnamenti che essa ha dato sulla strategia della rivoluzione socialista in Italia e nei paesi imperialisti e per deviare la lotta contro la crisi.
L’offensiva delle forze popolari e progressiste in America Latina viene definita da alcuni suoi esponenti e portavoce come “Socialismo del XXI secolo”. Noi non intendiamo dire ai protagonisti latinoamericani dell’offensiva se la via che ognuno di essi segue è giusta o sbagliata né a quali condizioni avrà successo: se cioè in definitiva porterà all’instaurazione del socialismo o a una nuova vittoriosa controffensiva imperialista del genere di quella degli anni ’60, ’70 e ’80 del secolo scorso. Non lo facciamo perché non siamo nelle condizioni di farlo. Il marxismo e più in generale la concezione comunista del mondo ci insegnano l’unità di teoria e pratica, ci insegnano che la rivoluzione socialista e la rivoluzione di nuova democrazia sono processi universali (processi comuni di tutta l’umanità che il capitalismo ha unificato) che vanno però di paese in paese e di fase in fase tradotti in strategie particolari, ci insegnano che solo il partito che fa la rivoluzione in un paese è in grado di valutare le condizioni e scoprire la via per farla: infatti non si tratta di elaborare interpretazioni del paese, ma di trasformarlo. Quindi qui parliamo unicamente della rivoluzione socialista in Italia.
Il bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria indica che la strategia della rivoluzione socialista anche in Italia è la Guerra Popolare Rivoluzionaria (GPR). È l’insegnamento tratto da Mao, la conclusione a cui era arrivato anche Gramsci (guerra di posizione) e che abbiamo illustrato nel nostro Manifesto Programma (2008) e in successivi documenti del Partito. Alcuni organismi e intellettuali italiani invece innalzano anche loro l’insegna del “Socialismo del XXI secolo” per l’Italia e l’Europa. Ma cosa intendono con questa espressione e in che forma la oppongono alla strategia delle GPR?

Finora l’offensiva delle forze popolari e progressiste in America Latina si è svolta senza instaurare la dittatura delle forze popolari rivoluzionarie. Vale a dire
1. senza che le masse popolari rivoluzionarie organizzate prendessero il potere in ogni paese e in ogni sua zona e, libere dall’oppressione culturale, politica e pratica della borghesia e del clero, esercitassero il ruolo di pubbliche autorità, prendessero liberamente decisioni e mettessero direttamente in opera le decisioni prese;
2. senza reprimere le forze reazionarie ed eliminare ogni loro libertà d’azione: senza togliere alla borghesia e al suo clero la stampa, le TV, le scuole, le case editrici, le università, gli istituti culturali e gli altri mezzi di comunicazione, di confusione, di diversione e di intossicazione delle idee e dei sentimenti delle masse di cui essi sono i proprietari quasi esclusivi non solo a livello internazionale (irraggiungibile) ma in ogni paese; senza togliere loro i mezzi d’azione e di cospirazione politica (locali, libertà di comunicazione, organizzazione e propaganda politica, obbligo di ogni adulto a un lavoro utile e a tempo pieno, ecc.) e in generale l’agibilità politica; senza eliminare le mille istituzioni attraverso le quali la borghesia imperialista internazionale e i suoi alleati e agenti locali impongono al popolo la loro egemonia culturale e politica;
3. senza creare proprie forze armate: o hanno lasciato intatte le forze armate allevate e formate dalla borghesia imperialista americana ed educate dalla lunga storia di repressione aperta e sanguinosa o subdola e segreta contro le masse popolari (facendo leva sulla neutralità che quelle forze armate ora professano, sulla nausea che il tanto sangue  versato ha provocato anche nelle loro file, sul disgusto per la condizione miserabile in cui il sistema imperialista ha ridotto il loro paese) oppure le hanno epurate solo degli elementi apertamente irriducibili e solo parzialmente riformate. Il compito dell’organizzazione militare delle masse popolari rivoluzionarie non è stato ancora affrontato.
Parimenti finora l’offensiva delle forze popolari e progressiste in America Latina si è svolta senza creare un apparato produttivo in mano al popolo, senza cambiare il modo di produzione: la borghesia internazionale e soprattutto la borghesia e il clero locali continuano ad avere sostanzialmente in mano il grosso dell’apparato di produzione e di distribuzione, dell’apparato di importazione ed esportazione, delle banche e delle altre istituzioni monetarie e finanziarie. Su questa base l’ala sinistra della borghesia contratta la sua collaborazione con il governo del paese mentre l’ala destra conduce la guerra economica a cui il governo si contrappone manovrando la rendita mineraria (in particolare da petrolio e gas) che ha nazionalizzato, il sistema fiscale e la spesa pubblica.
Non vogliamo né possiamo (come già detto e nel senso sopra chiarito) entrare nel merito dell’esito che avrà la lotta in corso in America Latina. Noi auguriamo la vittoria delle forze popolari e progressiste, la loro vittoria aiuterà la nostra lotta e ci rafforzerà, ad esse va tutta la nostra solidarietà.
Ma siamo decisamente contro le tesi di quelli che propongono anche per l’Italia strade apparentemente analoghe a quelle dell’offensiva popolare e progressista latinoamericana. In realtà, nelle nostre concrete condizioni, è la riproposizione della via parlamentare e pacifica al socialismo (con loro a fare da “sponda politica delle masse” nelle istituzioni della Repubblica Pontificia): in sostanza la via di Togliatti & C, cioè un socialismo senza dittatura del proletariato e senza rivoluzione, ma a differenza di Togliatti rinnegando apertamente l’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria. In sostanza alzano l’insegna del “Socialismo del XXI secolo” come denigrazione, condanna (sottintesa o sussurrata) e alternativa del socialismo “terzinternazionalista”, del socialismo dell’Unione Sovietica (nella cui storia neanche distinguono l’epoca di Lenin e di Stalin da quella di Kruscev e di Breznev), della Cina di Mao e in generale dei primi paesi socialisti. Se Berlusconi agita il “libro nero del comunismo”, se Bertinotti e Ferrero hanno gridato e gridano agli “errori e orrori” del socialismo del XX secolo, se Oliviero Diliberto ha insinuato che la rivoluzione in Unione Sovietica non si doveva fare scrivendo che “le condizioni per instaurare il socialismo non ci sono neanche oggi”, Vasapollo e Rete dei Comunisti si limitano a scrivere che anche per il nostro paese il socialismo senza dittatura delle masse popolari rivoluzionarie sulla borghesia e sul clero, senza forze armate rivoluzionarie, senza nazionalizzazione dei mezzi e delle condizioni della produzione è il “socialismo del XXI secolo”.
Questo è il “Socialismo del XXI secolo” che propongono (seriamente, è il caso di precisare!) in Italia agli operai e al resto delle masse popolari, senza avere in mano neanche la rendita mineraria su cui i governi promotori dell’ALBA latinoamericana hanno fatto leva e con una storia politica come la nostra, tanto diversa da quella latinoamericana. Vi immaginate il capo di un’ala progressista delle Forze Armate italiane che (a somiglianza di Hugo Chavez) vince le elezioni contro la Corte Pontificia e la NATO, dopo aver capeggiato due anni prima un colpo di Stato (fallito) contro di loro? Dove è la Cuba d’Europa?

Conosciamo bene le condizioni del nostro paese, la sua composizione di classe, la natura e la storia delle classi sociali italiane e delle rispettive forze politiche e siamo parte in causa. L’idea di risolvere la crisi che soffoca e devasta il nostro paese semplicemente uscendo dall’Unione Europea, con il paese in mano a un governo a proposito del quale Rete dei Comunisti & C. non dicono nulla, creando un’alleanza con i governi, quali che essi siano, degli altri paesi del Mediterraneo (ALBA MEDITERRANEA, scimmiottatura dell’ALBA latinoamericana), di uscire dalla NATO semplicemente chiedendo agli imperialisti americani di levare il disturbo e altre proposte analoghe sono sciocchezze di cui non varrebbe neanche la pena parlare se la storia miserabile della putrefazione della Repubblica Pontificia non  avesse ridotto il nostro paese allo stato intellettuale e morale attuale. Neanche la lezione della Grecia, del governo Syriza e di Tsipras è valsa da insegnamento.

La lotta in corso in Brasile, in Venezuela e in altri paesi dell’America Latina è parte della nostra lotta.

Non lasciamoci fuorviare da chi la strumentalizza contro il movimento comunista. Imparare dall’esperienza è un aspetto imprescindibile della concezione comunista del mondo. Il dibattito franco e aperto è strumento indispensabile per arrivare alla verità.

npci  - nuovopci@autistici.org