venerdì 31 gennaio 2014

Fascisti cantano "Bella Ciao" in un giorno "qualsiasi" in parlatorio... Cronaca di una discussione politica da lupanare



Bivacchi di squadristi Grillini occupano aulette (delle commissioni) parlamentari. Nel mentre incursori a 5 Stelle attaccano, con sprezzo del pericolo, il bunker della Boldrini. La quale, difesa dai pretoriani della Camera (i merce-commessi multieuro), lancia appelli tramite RadioTiranauno (e Sky) per la salvezza della democrazia dall'assalto degli eversori. 

In mezzo alla pugna,o rissa da bettola che dir si voglia, s'odon le stridule grida di oche starnazzanti capitoline: "fascisti, fascisti..., sempre piú fascisti"! Un milite pentastellato, tal Massimo De Rosa, ferito moralmente dalla pesantezza dell'epiteto, da solo affronta le renzute invasate urlando (riporto fedelmente cronache giornalistiche): "voi donne del Pd siete quì solo perché brave a far pomp...". Ovvero, sintetizzando gli atti (parlamentari)... siete tutte troie! 

Tutto documentato, in video, audio, su internet e sulla carta stampata. Cosa ci ho capito io? Che il Fascismo non è morto, come da sempre Napolitano ci ripete. È vivo e vegeto, me lo ritrovo sempre "presente". Addirittura alla Camera, in veste "bidirezionale". Infatti per i deputati Grillini "fascisti" sono gli altri.... dalla Boldrini a scendere fino a Dambruoso (quello della botta in faccia alla grillina assaltatrice), tutti... 

Mai ci fosse un comunista o democristiano in aula. Per tutti gli altri occupanti abusivi (ricordiamo il porcellum) delle istituzioni, "fascisti" sono il M5S e, novello aspirante dittatore, Grillo in primis.  
(Il tutto avviene  al canto ritmato di Bella Ciao, ciao, ciao..)

Vincenzo Mannello


P.S. il linguaggio ed i termini sono edulcorati rispetto ai termini usati in aula...



Se a dirlo è TRAVAGLIO e non i 5 STELLE qualcuno VORRA' CAPIRE?


.....................................


Nota aggiunta -  Se volete sapere la ragione del pandemonio leggete qui: 

giovedì 30 gennaio 2014

1 febbraio 2014 - Parte la Campagna Volantinaggio No OGM in Veneto


Visualizzazione di volantino_retro.jpg


Aggiornamenti :
- La referente/organizzatrice della Campagna di volantinaggio di sabato 01.02.2014 è Nica, tel 3482252444, mail nicamiozzo@yahoo.it . Sostituisce Anne Iris che è provvisoriamente bloccata da malesseri stagionali..la ringraziamo per il gran lavoro di organizzazione volantinaggio svolto finora;

- Per il ritiro dei volantini presso la sede di Radio Gamma 5, via Antoniana 66, Campodarsego, Padova, contattare Gigi al 3336186624 ;

- Le zone di volantinaggio sono aumentate ancora, sono diventate 50. Se per qualcuno risultasse scomodo ritirarli in sede della Radio, può scaricare il volantino dal blog dell'associazione Coltivar Condividendo : www.
coltivarcondividendo.blogspot.com ;

- Sabato 1 febbraio, in contemporanea con la Campagna di volantinaggio, dalle ore 11.00 alle ore 13.00 ci sarà una diretta radiofonica che ci aggiornerà sull'andamento del volantinaggio. Radio Gamma 5 contatterà telefonicamente i referenti delle varie zone. Ricordiamo che per sentire Radio Gamma 5 basta sintonizzarsi sui 94 MHz o in streaming: http://www.musicaattiva.com/streaming/rg5.htm

Doro Nicoletta
tel : 3391610100
nikol.doro@libero.it
coordinamentozeroogm@libero.it

COORDINAMENTO ZERO OGM
"cibo sano per tutti"

Precedente mail:

      CAMPAGNA DI VOLANTINAGGIO NO OGM

La campagna partirà il 1° febbraio, con azioni che continueranno nelle
settimane successive.

Trovate di seguito nel link  il nome delle località dove si organizzeranno il 1°
febbraio discussioni, eventi e volantinaggi davanti a mercati, supermercati
e  scuole, con il contatto del referente da contattare per chiunque voglia
partecipare ad una delle azioni.

Le iniziali 15-20 località dove si effettuerà il volantinaggio sono
diventate una quarantina e sono distribuite in tutto il Veneto!

Il personale di Radio Gamma 5 ha gentilmente sostenuto l'impegno economico e
pratico per la stampa ed il ritiro dei 16.000 volantini.
Queste sono le modalità per il ritiro degli stessi presso la sede della
Radio in via Antoniana, 66, Campodarsego, Padova:

lunedì : ore 11.45 oppure alle ore 15.00

martedì : ore 09.20 oppure alle ore 12.00

mercoledì : dalle ore 12.00(cioè durante la conferenza stampa)

giovedì : dalle 20.00 alle 24.00

venerdì : dalle 15.00 alle 17.



Se possibile, durante la giornata di volantinaggio del 1° febbraio,
raccogliete i dati delle persone che desiderano partecipare alle nostre
iniziative contro gli OGM (nome, cognome, mail).

Doro Nicoletta

tel : 3391610100

nikol.doro@libero.it

coordinamentozeroogm@libero.it



DECRETO LEGGE N.133 – BANCA D’ITALIA – RESPONSABILI ED ACCUSE

Come promesso, vi mando una informativa sulla Banca d’Italia nella quale c’è il link della motivazione ufficiale del governo sulla necessità di approvare questo decreto.
Diffondete a quanta più gente possibile quello che hanno fatto, perché dobbiamo aiutare tutti a diventare cittadini consapevoli e risoluti, oggi ancor più di prima.
Possiamo trasformare un evento negativo in una occasione, quella di riuscire a far capire alle persone tutto ciò che chiamiamo “pubblico” è nostro e che dobbiamo riappropriarcene o impedire che venga “privatizzato”.
La loro prossima tappa è Poste italiane e Cassa Depositi e Prestiti, vigilate e diffondete.
Ciao
Fabio Conditi di Bologna

DECRETO LEGGE N.133/2013 – BANCA D’ITALIA – RESPONSABILI ED ACCUSE
Cerchiamo ora di individuare quali sono le violazioni che sono compiute con la conversione in legge del D.L. n.133 e quali sono i responsabili di questo crimine.
Il relatore del Governo Deputato Causi del PD chiarisce : http://www.youtube.com/watch?v=rRU__sSImaM
La versione ufficiale del Governo è che le banche private sono in crisi ed hanno bisogno di capitalizzarsi, per cui la soluzione è stata fornire loro il patrimonio della Banca d’Italia per rinforzarsi, permettendogli anche di far entrare altre banche private, vendendo le quote eccedenti il 3%, per cui se falliscono potranno attingere ad esso e salvarsi.
Facciamo un esempio per capire che cosa hanno fatto :
- Tizio ( le banche private ), è in crisi ed indebitato fino al collo perchè ha utilizzato il capitale dei propri clienti in investimenti finanziari a rischio o in prestiti esagerati a grandi clienti senza adeguate garanzie;
- Caio ( lo stato e noi cittadini ) ha un grande patrimonio che non ha mai toccato e che anzi è cresciuto nel tempo, perchè è la sua riserva di garanzia della stabilità del sistema monetario ed economico;
- Sempronio ( il Governo ) costringe lo stato a concedere questo patrimonio a garanzia dei debiti di Tizio.
Ma quando si utilizza un bene a garanzia di una attività economica a rischio, come quella bancaria, cosa succede se Tizio fallisce ? E poi, se un bene è posto a garanzia di un soggetto a rischio ( le banche private ), lo stato non ne dispone più come prima ( ad esempio per riprendersi la sovranità monetaria o come garanzia del proprio sistema economico ).
I Responsabili, per loro stessa ammissione, sono il Governo della Repubblica e tutti i soggetti che hanno permesso che questo reato si compisse, che hanno una maggioranza illegittima perché la legge elettorale è stata dichiarata anticostituzionale.
Per raggiungere questo obiettivo hanno commesso reati penali ( Codice Penale art. 640 Truffa ed art. 646 Appropriazione indebita ), calpestando anche la Costituzione ( art. 77 ), in quanto il Decreto Legge è una legge ordinaria che non ha le caratteristiche di necessità ed urgenza, non rispetta il vincolo di omogeneità degli argomenti trattati e contiene norme a carattere ordinamentale.
Per chi vuole approfondire gli aspetti legali, spieghiamo gli articoli cui abbiamo fatto riferimento.
Diffondete il messaggio.
Codice Penale – Art. 640 c.p. Truffa
Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032.
La pena è della reclusione da uno a cinque anni e della multa da euro 309 a euro 1.549:
1) se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico o col pretesto di far esonerare taluno dal servizio militare;
2) se il fatto è commesso ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l’erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell’Autorità.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra taluna delle circostanze previste dal capoverso precedente o un’altra circostanza aggravante.
Si tratta della principale figura di delitto contro il patrimonio (le riserve auree e monetarie della Banca d’Italia) compiuto mediante la frode. La norma, infatti, tutela la libertà del consenso intesa come autonoma determinazione alla violazione negoziale.
In relazione alle condotte rilevanti, l’artificio consiste nel far apparire come vera una situazione che non trova riscontro nei fatti, in tal modo agendo sulla realtà esterna, mentre il raggiro agisce sulla psiche del soggetto, e consiste in un discorso o ragionamento da parte del truffatore che è volto a creare un falso convincimento nella “vittima” (il falso convincimento che i proprietari della banca d’Italia non hanno diritti sul patrimonio della BdI, mentre in realtà si scrive che la BdI “è indipendente … nella gestione delle sue finanze” e si abrogano i poteri di veto del Governo e del Ministero del Tesoro).
Il danno e il profitto debbono scaturire da un atto di disposizione patrimoniale positivo o negativo (D.L. n.133), che può avere ad oggetto beni mobili od immobili.
Il profitto può consistere nell’acquisizione di qualsiasi utilità patrimoniale e no (rivalutazione quote, vendita eccedenze, dividendi annui e proprietà del patrimonio pubblico), purchè ricorra il requisito dell’ingiustizia, cioè l’assenza di una qualunque tutela giuridica rispetto allo stesso.
La truffa è il tipico delitto fraudolento contro il patrimonio, è la frode per eccellenza. La peculiarità del delitto in parola consiste nell’inganno da parte del truffatore (il Presidente della Repubblica ed il Governo) con il quale una persona (il Parlamento e lo Stato) viene indotta a compiere un atto (approvazione D.L. n.133) che può essere sia positivo che negativo, da tale comportamento si ha una diminuzione del patrimonio della “vittima” (lo stato), con profitto di chi agisce o dell’agente (le banche private).
Il consenso della vittima (il Parlamento e lo Stato) e viene carpito fraudolentemente, pertanto questo reato si distingue sia dal furto che dall’appropriazione indebita.
Nella truffa chi agisce (il Presidente della Repubblica ed il Governo), agisce mediante artifizi o raggiri, cioè riesce ad ottenere che la “vittima” (il Parlamento e lo Stato) si danneggi da solo, assuma una obbligazione, rinunzi ad un suo diritto, cioè compia un atto di disposizione (il D.L. n.133) che è pregiudizievole per il suo patrimonio e vantaggioso per il truffatore.
La truffa è una delle figure criminose più complesse, perché comporta un enorme numero di fatti (Leggi) che presentano fra di loro delle diversità. La fantasia dei TRUFFATORI, i quali fra i delinquenti sono di regola i più dotati di intelligenza ma direi che sono persone dedite al reato della stessa fattispecie, delinquenti abituali, soggetti che volontariamente mettono in difficoltà altre persone e per tali vanno punite. Questa specie di intelligenza fa in modo che pongono in essere questo fastidioso reato che può avere delle forme diverse e svariate.
La fattispecie oggettiva della truffa consta di diversi elementi:
1) comportamento del reo, che il codice designa con l’espressione “artifizi o raggiri” (D.L. n.133);
2) la causazione dell’errore, che deve dare origine ad una disposizione patrimoniale (svendita Banca d’Italia);
3) un danno patrimoniale che deriva dall’inganno con ingiusto profitto per l’agente (banche private).
Artifici o raggiri.
Il delitto di truffa rientra nella categoria dei reati a forma vincolata, non ogni attività ingannevole configura questo reato odioso, ma solo quella che caratterizza la presenza di artifici o raggiri richiesti espressamente dalla norma incriminatrice.
L’artificio consiste in un’alterazione della realtà esteriore che si realizza o simulando l’esistente o dissimulando l’esistente, significa che si riesce a trasfigurare il vero, a camuffare la realtà simulando ciò che non esiste (ricchezza, nome, conoscenze, qualità), sia dissimulando cioè nascondendo ciò che esiste, cioè il vero, cioè la realtà dei fatti così come sono nella realtà (es. stato di insolvenza ecc.).
Il raggiro, invece, agisce direttamente sulla psiche della vittima e consiste essenzialmente in una “menzogna qualificata” corredata da ragionamenti e discorsi tali da farla recepire come veritiera. Il raggiro pertanto è un comportamento ingegnoso di parole destinate a convincere, precisamente una menzogna che è fatta di ragionamenti idonei a farla scambiare per verità. Qualunque sia il comportamento del truffatore, il codice richiede una certa astuzia o un sottile accorgimento nel porre in essere l’inganno, aggiungerei la premeditazione. Il reato di truffa può consistere in espressioni verbali fraudolente, ma anche in una messa in scena fittizia o in un comportamento idoneo a trarre in inganno la vittima. Pertanto il raggiro è ogni ragionamento menzognero destinato a convincere ed idoneo a far apparire come vera la falsità prospettata.
Codice Penale – Art. 646 c.p. Appropriazione indebita
Chiunque, per procurare a sè o ad altri un ingiusto profitto, si appropria il denaro o la cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, a querela della persona offesa con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a lire due milioni. Se il fatto è commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario, la pena è aumentata. Si procede d’ufficio se ricorre la circostanza indicata nel capoverso precedente o taluna delle circostanze indicate nel n. 11 dell’articolo 61.
I presupposti del reato sono in primo luogo l’elemento oggettivo, ossia il tipo di azione posta in essere a dimostrazione dell’illegittimo trattenimento di denaro o beni altrui (approvazione D.L. n.133). In secondo luogo, sarà utile esaminare elementi che portino a dimostrare come l’azione sia finalizzata ad ottenere un ingiusto profitto o dolo specifico (rivalutazione quote, vendita eccedenze, dividendi annui e proprietà del patrimonio pubblico) e come si abbia piena conoscenza dell’altruità della cosa (il patrimonio di BdI è pubblico). Al positivo riscontro di tali elementi, si potrà formalizzare denuncia o querela.
Costituzione – Art. 77 Decreti Legge
Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.
Quando, in casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni.
I decreti perdono efficacia sin dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.
I decreti legge devono avere requisiti di necessità e d’urgenza, altrimenti sono incostituzionali. La norma relativa al capitale della Banca d’Italia è evidentemente priva del requisito della necessità e urgenza, e quindi il Decreto 133 è incostituzionale.
Costituzione – Art. 77 – Sentenza n.22 del 13 febbraio 2012
La sentenza n. 22, ritiene tout court illegittimo il decreto-legge qualora il suo contenuto non rispetti il vincolo della omogeneità. Vincolo che la Corte ritiene implicitamente previsto dall’art. 77 Cost. ed esplicitato dall’ art. 15, comma 3, della L. 23 agosto 1988, n. 400. Quest’ultima disposizione, infatti, “là dove prescrive che il contenuto del decreto-legge «deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo» – pur non avendo, in sé e per sé, rango costituzionale, e non potendo quindi assurgere a parametro di legittimità in un giudizio davanti a questa Corte, costituisce esplicitazione della ratio implicita nel secondo comma dell’art. 77 Cost., il quale impone il collegamento dell’intero decreto-legge al caso straordinario di necessità e urgenza, che ha indotto il Governo ad avvalersi dell’eccezionale potere di esercitare la funzione legislativa senza previa delegazione da parte del Parlamento”.
I decreti legge devono trattare materie omogenee altrimenti sono incostituzionali. Il Decreto Legge 133 tratta della tassazione dell’Imu e delle regole per la cessione di immobili pubblici : sono materie che non hanno nulla a che fare con la proprietà della Banca d’Italia!
Costituzione – Art. 77 – Sentenza n.220 del 19 luglio 2013
La sentenza n. 220 del 2013 svolge diverse considerazioni in diritto, con le quali illustra e motiva la ritenuta violazione dell’articolo 77 della Costituzione in quanto le norme introdotte con i decreti-legge non possono contenere norme a carattere ordinamentale.
La competenza legislativa esclusiva dello Stato a disciplinare “legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali” degli enti locali (ai sensi dell’articolo 117 secondo comma, lettera p) della Costituzione) non abilita un decreto-legge, ad avviso della Corte, a porre “norme ordinamentali, che non possono essere interamente condizionate dalla contingenza, sino al punto da costringere il dibattito parlamentare sulle stesse nei ristretti limiti tracciati dal secondo e terzo comma dell’articolo 77, concepito dal legislatore costituente per interventi specifici e puntuali, resi necessari dall’insorgere di «casi straordinari di necessità e d’urgenza»”.
Agire sulle componenti essenziali dell’intelaiatura dell’ordinamento della Banca d’Italia, “per sua natura disciplinata da leggi destinate a durare nel tempo e rispondenti ad esigenze sociali ed istituzionali di lungo periodo”, si palesa come “incompatibile, sul piano logico e giuridico, con il dettato costituzionale, trattandosi di una trasformazione radicale dell’intero sistema, su cui da tempo è aperto un ampio dibattito nelle sedi politiche e dottrinali, e che certo non nasce, nella sua interezza e complessità, da un «caso di straordinaria di necessità e d’urgenza»”.
Ed a conclusione di tale svolgimento argomentativo, la Corte rileva “come non sia utilizzabile un atto normativo, come il decreto-legge, per introdurre nuovi assetti ordinamentali che superimo i limiti di misure strettamente organizzative”
I decreti leggi non possono avere come argomento norme ordinamentali altrimenti sono incostituzionali. La norma relativa al capitale della Banca d’Italia invece è proprio una norma ordina mentale, e quindi non può essere oggetto di decretazione d’urgenza.

mercoledì 29 gennaio 2014

L’Italia ripudia la guerra… ma le spese militari costano più del welfare

"Spese militari e costi sociali di un'economia di guerra"



L'economia italiana è sempre più condizionata dalle spese militari per
sostenere le missioni all'estero e per tenere aggiornato l'apparato
bellico in una prospettiva che vede le nostre forze armate impegnate
sia in interventi militari diretti, che nel controllo di una vasta area
geografica che va al di la delle peculiarità di difesa nazionale e che
sta trasformando le forze armate in forze d'intervento da impiegare in
fronti sempre più lontani.

Il controllo del Mediterraneo e delle aree limitrofe è l'obiettivo
strategico delle forze armate italiane e per far ciò hanno bisogno di
sempre più finanziamenti che vengono sottratti alle risorse per lo
sviluppo economico e per lo stato sociale.

Mentre cresce la pressione fiscale sui ceti meno ambienti, si falcidia
lo stato sociale, si tagliano i finanziamenti alla scuola pubblica,
viene duramente colpita la sanità, viene rimandata di anni e anni la
prospettiva della pensione con la conseguente crescita della
disoccupazione giovanile, non si da sostegno allo sviluppo produttivo,
nel 2013 i fondi per l'acquisto di armamenti sono aumentati in modo
sostanzioso rispetto al 2012: il ministero dello Sviluppo Economico ha
messo a disposizione altri 2.182 milioni per comprare sistemi militari
di vari tipo.

La crisi economica non ha ridimensionato le pretese della Difesa
italiana. Nel 2014 saranno spesi altri 5 miliardi di euro in navi da
guerra, blindati, elicotteri da combattimento, cacciabombardieri,
siluri, cannoni, satelliti spia e droni.

Nel 2014 l'Italia brucerà complessivamente almeno 23,6 miliardi di euro
in spesa militare.

Ma un primo elemento da sottolineare, ormai purtroppo endemico, è
quello riguardante la poca trasparenza. Soldi per il comparto militare
non sono presenti solo nel bilancio della Difesa ma sono sparsi anche
in altre voci, le più importanti delle quali sono i fondi del Ministero
dello Sviluppo Economico e i fondi decisi ad hoc per le missioni
militari all'estero. Ovviamente la parte centrale e più cospicua è
costituita dal bilancio proprio del Ministero della Difesa, dettagliato
in una tabella allegata alla Legge di Bilancio. Questo documento
costituisce la base di quella che, in anni passati, era denominata
“Nota aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa” e che nel 2013
è divenuta il “Documento Programmatico Pluriennale”. Non c'è nessun
riferimento concreto alle spese per i programmi militari nei 531 commi
dell’unico articolo della LEGGE DI STABILITÀ. Bisogna arrivare agli
allegati per capire quanto si spenderà il prossimo anno per aerei,
missili, navi e sistemi spaziali. Per capire, come se non bastasse, che
il tutto è nascosto da un trucco dato che tali spese non risultano a
carico del ministero della Difesa, ma di quello dello Sviluppo
Economico e di quello della Istruzione Università e Ricerca. Sono ben
16 i decreti a cui si fa riferimento nell’allegato relativo alle
“autorizzazioni di spesa a carattere pluriennale”. La cifra che ne
deriva è impressionante, nel 2014 spenderemo per i programmi militari
oltre 2 miliardi 212 milioni di euro. Se sommiamo l’importo totale dei
finanziamenti pluriennali, arriviamo all’astronomica cifra di 13
miliardi 519 milioni di euro. E non stiamo parlando nemmeno della
totalità dei progetti militari, ma solo di quelli rientranti nei
sistemi dell’aeronautica.


Le spese militari costano come il welfare


Secondo le stime del Sipri (Stockholm International Peace Institute), l’
Italia ha speso per il 2012 circa 26,46 miliardi di euro.

Quante risorse sono assorbite dalla spesa militare rispetto al Pil (e
quindi alle risorse dell’intera economia) e rispetto ad altre funzioni
dello stato come l’istruzione e la protezione sociale?

La spesa militare italiana risulta più o meno in linea con quella di
altri paesi europei, leggermente superiore rispetto alla spesa della
Germania (+0,4% del Pil) e di quasi un punto percentuale superiore a
quella spagnola, che ha visto una notevole riduzione negli ultimi anni.
L’anomalia italiana è che la spesa militare è pari alla spesa per le
politiche del lavoro e solo marginalmente inferiore alla spesa per le
politiche sociali.

L'allinearsi delle spese militari alla spesa per politiche sociali
emerge come tratto distintivo italiano. Negli altri paesi queste spese
ammontano da un punto percentuale di Pil in più (Portogallo) a 4,5
punti in più nel caso della Spagna. Ciò è scaturito dalle scelte che
condizionano negativamente le misure di sostegno del reddito durante la
disoccupazione. Simbolo della chiara carenza della spesa pubblica
italiana che impiega relativamente poche risorse per la protezione
delle fasce sociali più svantaggiate.

Sebbene il peso della spesa militare del nostro paese rispetto al Pil
sia abbastanza in linea con le altre economie considerate, la
ripartizione della spesa pubblica italiana mostra delle evidenti
carenza nella protezione degli elementi più deboli della società.


Le spese militari italiane più care del 2013 (oltre agli F35)

L'affare da 12-14 miliardi di euro dei cacciabombardieri F-35, (Joint
Strike Fighter), è solo uno dei tanti nodi sul tavolo del governo
italiano.

La voce relativa agli aerei della discordia non è ovviamente l’unica
inserita nei bilanci, spesso non chiarissimi, dei ministeri della
Difesa e dello Sviluppo economico per il 2013. E non è, a sorpresa,
neanche la più pesante. Il Rapporto 2013 dell’Archivio Disarmo,
realizzato da Fulvio Nibali con la direzione scientifica di Luigi
Barbato e consultabile integralmente online, raccoglie una sorta di Top
13 dei programmi militari più costosi del 2013. Ecco quali sono.

1 Velivoli da combattimento Eurofighter 2000 – 1 miliardo 194,6 milioni
di euro
Si tratta del caccia multiruolo europeo alla fine ribattezzato Typhoon,
realizzato in cooperazione con Germania, Regno Unito e Spagna, ed
entrato in servizio nel 2003. Il programma si concluderà nel 2021 per
un costo totale di 21 miliardi e 100 milioni di euro. Per il 2013 sono
di 51,6 milioni i soldi messi sul piatto dalla Difesa, e un miliardo
143 milioni quelli che fanno capo al ministero dello Sviluppo
economico.

2 Fregate Europee Multi Missione (Fremm, Classe Bergamini) – 655,3
milioni di euro
Si tratta di un programma, in cooperazione con la Francia, per l’
acquisto di dieci fregate europee multi missione, le cosiddette Fremm.
Andranno a sostituire le fregate delle Classi Lupo e Maestrale. Costo
totale dell’operazione: 5 miliardi 680 milioni di euro per un
completamento previsto nel 2019. La prima è stata consegnata alla
Marina Militare lo scorso anno. In questo caso i fondi vengono per il
2013 dal ministero dello Sviluppo economico: 655,3 milioni di euro.

3 Velivoli Joint Strike Fighter – 500,3 milioni di euro
Si tratta appunto dei famigerati F-35, realizzati in cooperazione con
Usa, Regno Unito, Canada, Danimarca, Norvegia, Olanda, Australia,
Turchia, Singapore e Israele per le fasi di sviluppo,
industrializzazione e supporto. I mezzi (90 unità) costano ognuno fra i
99 e i 106,7 milioni di euro. Per il 2013 i fondi del ministero della
Difesa ammontano a 500,3 milioni. L’anno prossimo saranno 535,4 e nel
2015 657,2. Sostituiranno Tornado, Am-x e Av-8B. Completamento previsto
per il 2047.

4 Programmi a valenza interforze - 297,6 milioni di euro
Sono programmi militari che riguardano l’ammodernamento e il
rinnovamento tecnologico dei mezzi e dei sistemi operativi in
inventario, oltre che dei supporti operativi e delle apparecchiature in
dotazione a enti, centri e comandi interforze. Tutto quello che serve,
insomma, per supportare mezzi e sistemi messi in comune fra
Aeronautica, Marina ed Esercito. C’è dentro di tutto: dall’
aggiornamento agli standard internazionali ai sistemi di difesa
personale fino a telecomunicazioni, ricerca sanitaria, centri tecnici,
poligoni, manutenzione straordinaria, ripristino dei mezzi dopo l’
azione. Costo totale per il 2013: 297,6 milioni di euro della Difesa.

5 Sommergibili di nuova generazione U-212 - 1^ e 2^ S – 191,8 milioni
di euro
Anche questo è un programma in cooperazione, stavolta con la sola
Germania, e prevede l’acquisto di quattro sommergibili classe U-212,
logistica inclusa. I Classe Todaro – ne abbiamo già due in flotta fin
dal 2006/2007 – sostituiranno i più vecchi Classe Sauro ancora in
servizio. Costo totale: un miliardo 885 milioni di euro, di cui 970 per
la prima serie da completare entro l’anno prossimo e 915 per la
seconda, da chiudere entro il 2016. Per quest’anno il ministero della
Difesa pagherà 191,8 milioni di euro.

6 Velivolo Jamms/Caew-Bm&C – 132 milioni di euro
È un programma che prevede l’acquisto di un velivolo multi-
sensore/multi-missione. Si tratta di un aereo-radar per supportare le
operazioni delle forze nazionali e alleate impegnate in operazioni
militari nel controllo e nella sorveglianza dello spazio d’azione. Non
si tratta del solo aereo ma anche di un sistema più ampio che comprende
piattaforma aerea, sistema di comunicazione e raccolta informazioni,
radar di osservazione ad alta quota per l’individuazione di oggetti in
movimento e dal segmento di terra per analizzare i dati. Costo totale
entro il 2016: 580 milioni di euro. Per il 2013 sono 132 dalla Difesa.

7 Veicoli blindati medi 8x8 Freccia – 130,1 milioni di euro
Supporto tattico, protezione e sicurezza delle unità dell’esercito nel
corso delle operazioni sul campo. A questo serviranno i 249 veicoli
blindati medi detti Freccia, derivati dai Centauro, che hanno esordito
nel 2010 in Afghanistan. Sono 8x8 in grado di trasportare 11 uomini
completamente equipaggiati: un pilota, due operatori in torre e otto
soldati nel comparto posteriore. L’operazione costa un miliardo e mezzo
di euro entro il 2016. Quest’anno arriveranno 30,4 milioni di euro
dalla Difesa e 99,7 dal ministero dello Sviluppo economico.

8 Elicotteri da trasporto medio dell’Esercito Italiano – 125 milioni di
euro
All’ottava piazza dei programmi militari più costosi del 2013 c’è
quello per l’acquisto del nuovo elicottero Boeing CH47F da trasporto
medio, cioè il mitico Chinook, nella versione rilasciata nel 2001.
Quindi neanche l’ultima disponibile. I nuovi apparecchi sostituiranno i
CH-47C, roba di fine anni Sessanta, giunti a “ fine vita tecnica”. Sono
i mezzi che usiamo nelle operazioni di peacekeeping. Il programma costa
974 milioni di euro entro il 2018. Per il 2013 125 milioni di euro dal
bilancio della Difesa.

9 Velivoli da pattugliamento marittimo – 122,8 milioni di euro
Il programma costa 122,8 milioni di euro per il 2013, in carico alla
Difesa, e punta a sostituire i velivoli Atlantic, cioè i Breguet Br-
1150 alcuni dei quali ancora operativi, con i nuovi ATR72MP, un paio
già sostituiti l’anno scorso. Costo complessivo: 360 milioni di euro
entro il 2019.

10 Programmi a sostegno dello strumento terrestre – 122,1 milioni di
euro
Anche in questo caso, un po’ come per i programmi a valenza interforze,
si tratta di ammodernamento e rinnovamento dei mezzi terrestri, degli
aeromobili, dei supporti operativi e di molti altri capitoli legati al
settore degli ammodernamenti minori, dei supporti operativi e della
logistica dei mezzi di terra. Ci sono in mezzo anche la verifica
ambientale e la bonifica di alcune servitù militari e l’addestramento,
oltre alle munizioni di vario calibro. La cifra si decide anno per
anno, nel 2013 è di 122,1 milioni di euro.

11 Ammodernamento velivoli da combattimento Tornado Mrca – 108,3
milioni di euro
Va bene che intendiamo pensionarli, ma intanto bisogna ammodernarli, i
vecchi Tornado sviluppati dagli anni Settanta. Ecco 108,3 milioni di
euro (100 dallo Sviluppo economico e 8,3 dalla Difesa), nel 2013, per
il programma di mezza vita dei velivoli costruiti insieme a Germania e
Regno unito, per fare in modo che possano decollare fino al 2020-2025.
Costo totale: un miliardo 200 milioni di euro entro il 2015.

12 Programmi a sostegno dello strumento aereo – 97,8 milioni di euro
Ancora un programma di ammodernamento minore, di adeguamento
tecnologico e supporto logistico della flotta aerea tricolore, oltre
che dei mezzi e sistemi d’arma collegati. In questa voce rientra anche
l’acquisizione di mezzi speciali, forze speciali e Centro sperimentale
di volo. Si decide quanto serve anno per anno, per il 2013 97,8 milioni
di euro dalla Difesa.

13 Sistema missilistico superficie-aria terrestre e navale Fsaf – 95,8
milioni di euro
Chiude la Top 13 dei programmi militari più ingenti dell’anno quello in
cooperazione con la Francia. Obiettivo: realizzare una famiglia di
sistemi per la difesa antimissile e antiaerea a corta e media portata
da usare a terra e su nave. Un programma che costerà nel complesso 1,7
miliardi di euro entro il 2020.



Gli sprechi e lo sperperio di denari pubblico si rende ancora più
evidente quando si considera che con il fior fiore di flotta navale ed
aerea in possesso alle forze armate italiane i trasporti di mezzi e di
truppe vengono affidati ai privati.

L’Aeronautica militare italiana può contare su ventuno C-130 (entrati
in servizio tra il 2001 e il 2005), dodici C-27 (operativi dal 2007) e
quattro Boeing-767 (consegnati tra nel 2011-2012), per una capacità
complessiva d’imbarco di 3.836 uomini o 650 tonnellate di materiali.
Una flotta all’avanguardia.

Ciononostante, ogni anno la Difesa spende quasi 40 milioni di euro in
appalti a compagnie private che forniscono servizi di trasporto aereo
verso i ventidue paesi dove attualmente sono schierati in tutto 5.600
militari impegnati in 33 diverse missioni.

La Direzione generale di commissariato e di servizi generali della
Difesa bandisce periodicamente gare pubbliche d’appalto, ma da anni
sono sempre le stesse aziende ad aggiudicarsi i contratti, anche in
virtù del sistema di rinnovo pluriennale previsto dalla cosiddetta
“procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara”,
introdotta nel nuovo Codice degli appalti del 2006. A farla da padrona
sono la compagnia sarda Meridiana del principe Aga Khan, per quanto
riguarda il trasporto aereo delle truppe (oltre 14 milioni di euro, Iva
esclusa, il rinnovo del contratto per il 2014) e la Saima Avandero,
azienda lombarda ma di proprietà del gruppo danese Dsv, per il
trasporto aereo di mezzi e materiali (il nuovo contratto 2014 vale
oltre 23 milioni; alla gara aveva partecipato anche Alitalia). Un vero
asso pigliatutto questa Saima, che oltre a vincere gli appalti per il
trasporto aereo, da anni si aggiudica regolarmente anche quelli per il
trasporto marittimo (15 milioni per il 2014) e terrestre (10 milioni,
sempre Iva esclusa).
Renato Franzitta