giovedì 22 agosto 2013

Sacripante, Nicoletta Strambelli, Tripoli bel suol d'amore e Silvio Berlusconi


Vi ricordate la Nicoletta Strambelli, in arte Patty Pravo? Biondissima, esile, sexy, cantava in un modo assolutamente personale. Fu rivalutata dopo un lungo esilio “rigenerante”.

Uno dei suoi successi fu “Tripoli”.

Tripoli era, nell’immaginifico del popolo ascoltatore, il luogo esotico ove l’innamorata canterina pensava andasse il beneamato guerriero, lasciandola in lacrime.
Mi è tornata in mente, la Patty, in questi giorni, sommerso mediaticamente dalle vicende del Silvio Berlusconi, da Arcore.

Onestamente, indipendentemente da qualsiasi credo politico, non se ne può più.

Ed, essendo Tripoli troppo vicina, ed anche infiltrata da Al Qaida (niente niente hai visto mai che l’organizzazione sia implicata in un intreccio torbido ed inconfessabile con i poteri forti dell’arcinemico yankee?.....), il mio istinto di conservazione ha immaginato altri luoghi. Timbuctù? No, ancora troppo vicina, la città del Mali, ad un volo di un elicottero. La Patagonia? Cominciamo a ragionare. Il Tibet? Troppi cinesi. Finalmente la scelta sognatrice: un’isoletta sperduta del Pacifico, nella Micronesia.

Ad una condizione: batterie di cannoni ad ogni punto cardinale, molteplici cannoncini a quattro canne, da venti mm., in servizio antiaereo permanente. Filo spinato, antisbarco. Ad evitare l’arrivo del “postale”, il bastimento portatore di notizie, o il “bombardamento aereo di giornali……

Poi potersi sdraiare all’ombra di una palma e leggere in santa pace. Cose serie, come Topolino, Cocco Bill od Asterix, roba da Premio Nobel al confronto della stampa italiota di questo periodo.

Sono sicuro che la maggioranza degli abitanti del nostro squinternato Stivale, Isole comprese, della vicenda del Silvio ne abbia piene le tasche. Ma proprio piene. Strapiene. Straboccanti.

Parliamoci chiaro, e diciamo le cose anche politicamente scorrette (grazie a dio!): comunque finisca la vicenda politico-giudiziaria-umana-sociale-economica del Berlusconi, il Silvio politicamente è finito, morto, kaputt. E con lui finisce il partito-azienda, il partito-personale.

Lo spettacolino da avanspettacolo di quart’ordine, cui siamo costretti ad assistere, l’importanza che amici e (cosiddetti) nemici stanno dando a tutta la faccenda è stomachevole, ripugnante, viscida e contemporaneamente noiosa, stucchevole, prolissa.

Il “Berlusca” tenta disperatamente di arrampicarsi sugli specchi. Cosa di per sé difficilissima, resa impossibile quando gli stessi specchi siano stati spalmati abbondantemente di vaselina.

Dire che altri sono i problemi quotidiani della nostra Italia è tautologico ed ovvio. 

Pensate ad un Paese qualsiasi dell’Europa. E non correte subito con la mente alla Grande Germania (cacciarono un Presidente della Repubblica per un prestito agevolato alla moglie!), od ai Paesi Scandinavi, ma è sufficiente che andiate con la mente a colossi, in senso morale e civico, come San Marino, Andorra, Gibilterra…. Come pensate che giudichino l’Italia di oggi? Una sceneggiata napoletana? Lasciate perdere quel gigante - al confronto – che fu il povero Mario Merola, “‘o zappatore”. Noi oggi siamo molto più in basso, più risibili, con minor dignità. “Ah, les Italiennes!”…..

Sì, sì…. Un’isoletta della Micronesia, con cannoni da 155, con antiaerea a quattro canne da 20 mm. E Topolino, Cocco Bill, Asterix……


Fabrizio Belloni

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