sabato 31 agosto 2013

"Il Non Credente" Concorso teatrale per atei, agnostici e laici

“Nel teatro si vive sul serio quello che gli altri recitano male nella vita”  (Eduardo De Filippo)



La Fondazione “ReligionsFree Bancale”, editrice della rivista “NonCredo” e della collana “NonCredoLibri”,
bandisce un concorso, totalmente gratuito, per un testo teatrale, inedito in qualsiasi lingua,  dal titolo
IL NONCREDENTE
ispirato agli ideali della Fondazione, e che esprima il viaggio esistenziale e culturale dell’Io e il liberatorio punto di arrivo di chi guarda il mondo con occhi etici ed empatici, ritrovando in se stesso, senza autoinganni e al di fuori di qualsiasi credenza religiosa, la chiave per amare il Tutto e indagare la vita.


REGOLAMENTO
  • L’elaborato può appartenere a qualsiasi genere (dramma, commedia, satira, ecc.), e deve essere originale, mai messo in scena; la partecipazione è gratuita;
  • Di ogni manoscritto in lingua italiana dovranno essere inviate quattro copie con allegato cd alla Fondazione, corredate da informazioni esaurienti sull’autore, studi ed esperienze specifiche, entro il 31 maggio 2014;
  • Il concorrente dovrà produrre altresì la seguente dichiarazione firmata su carta libera: Dichiaro che l’opera da me presentata è di mia creazione personale, inedita e mai messa in scena. Autorizzo il trattamento dei miei dati personali, ai sensi del D.lgs. 196 del 30 giugno 2003 ("Codice della privacy");
  • La giuria sarà composta da tre esperti nominati dalla Fondazione, il suo responso inappellabile verrà emesso entro il 30 settembre 2014;
  • Il premio per il vincitore sarà di mille (1.000) euro; il secondo e terzo in graduatoria avranno diritto ad una menzione, ed eventuale diffusione, a discrezione della commissione;
  • Il vincitore cede i diritti d’autore sull’opera alla Fondazione, che ne pubblicherà il testo e ne  consentirà l’uso gratuito per le rappresentazioni teatrali;
  • La cerimonia di premiazione si svolgerà in Civitavecchia nell’auditorium della Fondazione;
  • La commissione si riserva, in accordo con l’autore, di fare delle variazioni al testo;
  • Qualsiasi aspirante concorrente potrà chiedere alla Fondazione il necessario materiale documentativo sulla Fondazione e gli ideali che essa persegue.


Per informazioni  info@religionsfree.org   
Fax  0766.030.470    tel.366.501.8912

venerdì 30 agosto 2013

Intervista con Mahmoud Srour sulla vera situazione siriana



(di Clara Salpietro) – “La Siria sta pagando un prezzo altissimo per una partita che serve a stabilire nuovi equilibri mondiali e in Italia la verità non viene detta, viene raccontata un’altra realtà”. E’ quanto afferma Mimmo Srour, siriano,ingegnereex assessore della Regione Abruzzo e della Provincia dell’Aquilaex sindaco di Sant’Eusanio Forconese, comune in provincia de L’Aquila. 
Srour è nato a Nakib, in Siria, dove è rimasto fino al momento di intraprendere gli studi universitari. Il suo vero nome è Mahmoud ma tutti lo chiamano “Mimmo” fin da quando venne in Italia, nel 1969, per laurearsi in Ingegneria presso l’Università dell’Aquila, città dove ha deciso di restare mettendo sù famiglia.
Mimmo Srour conosce bene la Siria e anche in questi momenti così delicati e complessi continua ad essere in contatto costante con persone, che ricoprono vari incarichi, che vivono in Siria. L’aspetto che mette in evidenza e che non riesce ad accettare riguarda l’informazione di parte che viene portata avanti in Occidente. “Un po’ di tempo fa alcuni giornalisti italiani, di giornali anche blasonati, sono andati in Siria – afferma – e una volta tornati nessun giornale gli ha dato la possibilità di scrivere e raccontare quello che avevano visto. E’ stato imposto il silenzio su quanto sta accadendo in Siria”.
Mimmo Srour

Secondo lei cosa sta accadendo in Siria?
Io sono convinto che tutto è già stato scritto da parecchio tempo. Chi è attento a quello che succede in Siria, queste cose le ha sentite e lette tempo fa, da tanto si parla di Grande Medio Oriente, di disordine creativo. Hanno promesso queste cose a tutto il bacino del Mediterraneo. Vi sono in atto nuovi equilibri mondiali, in cui la Russia aspira ad un ruolo diverso rispetto a quello che ha assunto negli ultimi anni, dopo il crollo del muro di Berlino e dell’Unione sovietica. Dietro la Russia sembra che ci sia la Cina, ma anche Brasile, India e Sudafrica, cioè i cinque Paesi che compongono il BRICS. Credo che la Siria stia pagando questo prezzo e per questo si sta combattendo una guerra. Il Times ha scritto che quelli che combattono in Siria in realtà sono tutti mercenari, combattono dietro un compenso pagato dai Paesi del Golfo. E’ vero che in Siria ci sono dei problemi, tra cui la corruzione, però questo non c’entra niente con quanto sta accadendo, i Paesi del Golfo hanno voluto approfittare della situazione difficile per arrivare ad un loro obiettivo. Basta guardare la carta geografica e leggere cosa sta succedendo in questi giorni in Pakistan, in Afghanistan dove sappiamo chi c’è, in Iran, in Iraq e in Siria che diventa la porta verso il Mediterraneo. Il “cambio del regime” in Siria è una parola d’ordine e solo le parole d’ordine si rispettano in questo modo: con il silenzio. Nessuno dice, nemmeno per dovere dell’informazione, cosa fa una parte e cosa sta facendo l’altra. Si stanno verificando atti di puro terrorismo, come l’attentato che è successo a Damasco. Non capisco perché se il ministro della Difesa e il viceministro sono colpevoli allora li portiamo a processo, altrimenti li uccidiamo con le bombe. Oggi in Siria non si può viaggiare da una città all’altra perché c’è il rischio di essere sequestrati e in base alla carta d’identità pure uccisi. Ci sono delinquenti di professione che hanno costituito le loro bande, fermano e uccidono.
Da un lato c’è la Russia e dall’altro lato chi c’è?
C’è l’Arabia Saudita, il Qatar, tutti i Paesi del Golfo, e la Turchia, Paesi che pagano. Poi c’è l’America e tutto l’Occidente tra cui l’Inghilterra, la Francia, che sta cercando di riacquistare un ruolo da protagonista ma sta facendo solo danni, che forniscono armi, strumenti, attrezzature, tecnologie. Tutti abbiamo l’obbligo, il dovere di difendere la laicità della Siria, la tolleranza della Siria. In Siria il 40% della popolazione sono minoranze: Sunniti, Sciiti, Alawiti, Drusi, Cristiani Ortodossi, Cristiani di rito Orientale e Occidentale e si trovano ben quattro etnie diverse: arabi, curdi, armeni e drusi. Convivono insieme 19 confessioni religiose, questo era un modello che andava salvato e salvaguardato. Non è possibile giustificare quanto sta accadendo solo perché non fa comodo avere Assad, perché bisogna dare vita al grande Medio Oriente. Una donna in minigonna fino a qualche tempo fa poteva andare alle 3 di notte in una qualunque via di Damasco da sola e non le sarebbe successo niente. Nel giro di 18 mesi siamo arrivati che nessuno può uscire da casa.
Lei ha contatti con persone che si trovano in Siria?
Ho contatti continuamente e la gente è terrorizzata, impaurita, la gente non capisce perché questo odio contro il popolo siriano, la gente non riesce a comprenderlo. Addirittura noi che difendiamo le minoranze, in Siria abbiamo abbandonato anche i cristiani. Bisogna ricordare a tutti che il cristianesimo è nato in Siria seicento anni prima dell’Islam. La Siria non è un paese qualsiasi, ha una storia alle spalle. Ha dato alla Chiesa cattolica quattro Papi, ha dato imperatori all’Impero Romano. Io dico che quanto sta accadendo non è comprensibile. Dove sta la primavera di cui parlano tutti? Questo è un “inverno gelido”, non una “primavera”. Dove sta in Libia, in Egitto? La primavera consiste nel consegnare la sponda Sud del Mediterraneo all’Islam politico e in alcune occasioni integralista? Significa che non abbiamo capito nulla. Io ho dedicato la vita per il dialogo nel bacino del Mediterraneo, per creare non una frontiera, ma un ponte di dialogo e invece stiamo lavorando per consegnare, malgrado la volontà popolare, la Siria alle monarchie assolute. In Arabia Saudita una donna non può uscire di casa da sola, deve essere accompagnata da un uomo, non può guidare la macchina, non c’è un Parlamento, non si vota nemmeno per un condominio. Nel Qatar la stessa cosa. Possono essere protagonisti di una “primavera democratica” questi Paesi che sono monarchie assolute? A chi vogliono farlo credere.
Tempo fa è stato detto che l’Emiro del Qatar vuole diventare il leader di un grande movimento islamico del Medio Oriente….
Appunto e noi dobbiamo aspettare un po’ di tempo per vedere cosa succederà. Adesso c’è questo baratto, ma poi vedrete cosa succederà. Certo che la Siria deve essere cambiata, tutto quello che vogliamo, ma non è questa la strada, non si può perseguire la strada libanese dove uno uccide l’altro, dove si uccide il vicino di casa con il quale prima erano stati condivisi momenti belli. Non capisco nemmeno questo silenzio che è stato imposto, non si dice cosa sta accadendo in Siria, questa Europa che non vale più niente, è un’Europa che ha dimenticato il suo passato, lo sta barattando.
Assad è stato sempre descritto come una persona diversa dal padre, molto più aperto. Qual è il suo commento?
Ma a chi vogliono far credere che questo ragazzo sia un dittatore. La Siria è un paese che ha una Costituzione e un Parlamento da almeno 60 anni. Assad è uno che accompagna i figli a scuola, ha studiato all’estero, è un oculista, e in fondo non voleva neanche fare questo mestiere, si è trovato al posto del padre probabilmente a causa della morte del fratello. Veramente è incredibile quello che avviene e come sta accadendo, tutto quello che sta accadendo in Siria è stato progettato e scritto anni fa dai neoconservatori americani e adesso Obama lo sta mettendo in atto, credevamo che lui era diverso e invece non lo è per niente. Se è vero che l’obiettivo sono le riforme, ci sarà un modo per far sedere tutti attorno a un tavolo e discutere del futuro della Siria. E’ necessario mettere le bombe? Le infrastrutture in Siria sono state demolite, stanno riducendo il Paese all’età della pietra. Le ferrovie non esistono più, tutti i ponti ferroviari sono stati fatti saltare. Le centrali elettriche sono state distrutte e metà paese è stato ridotto al buio. Distrutti anche gli oleodotti, c’è una carenza di gas e le famiglie non possono cucinare e in inverno non potranno riscaldarsi. Ma perché tutto questo? A cosa serve, se non a distruggere un paese.
Cosa dobbiamo aspettarci?
Il problema non è Assad. Se per un motivo qualsiasi Assad venisse messo fuori, la Siria si divide, gli alawiti e i cristiani della costa vanno per conto loro, i drusi della zona confinante con la Giordania se ne vanno da soli, i curdi andranno da soli. Sarà guerra civile vera. Noi oggi dobbiamo sperare nel buon senso di qualcuno, che è l’Occidente da una parte e la Russia dall’altra, che rinuncino ai loro progetti e lascino stare il popolo siriano a discutere del suo futuro. Solo con il dialogo e non con le armi si può risolvere tutto. La Russia vuole la sua base a Tartus, vuole ostacolare questo grande Medio Oriente perché nella parte sud della Russia ritorna la cintura di ferro e la Russia non accetterà mai questo. Già non digerisce la stazioni radar in Turchia e in Polonia. Sapendo tutto questo perché devono portarci verso una guerra. E’ una pazzia quello che sta avvenendo. L’unica cosa che possiamo fare è di costringere il regime e gli oppositori, che sono tanti e a cui è difficile dare una identità, a ragionare del futuro della Siria. La Siria è un paese di tolleranza e noi non possiamo buttarlo nella guerra civile come si sta facendo.
Sul sito Siriatruth che è un sito dell’opposizione, un’opposizione diversa dalle altre, laica, c’è scritto che chi ha messo la bomba nel quartier generale della Sicurezza Nazionale siriana è il segretario del presidente Assad, che non ha niente a che fare con l’opposizione ma è un uomo dei servizi segreti americani. E dopo l’attentato si è rifugiato nella casa dell’ambasciatore americano a Damasco. Questa è una notizia che arriva dall’opposizione. Ma è possibile che se uno Stato o un governo non ci piace noi lo buttiamo giù, ma non democraticamente. Se tutti fossero stati sinceri allora dovevano far votare il popolo siriano, sotto controllo internazionale, e si vedeva cosa voleva questo popolo. Se il popolo non votava per Assad, allora lo si mandava via. Nessuno ha scritto la notizia che Assad ha anche cambiato l’articolo 8 della costituzione così come gli era stato chiesto, nessuno ha detto niente. Ultimamente in Siria sono nati 20 partiti nuovi anche di opposizione ma nessuno lo dice, perché l’obiettivo sono gli equilibri internazionali e la Siria fa parte di questo scacchiere, in nome di una “primavera” che non c’è stata.

Cosa pensa del Piano di pace di Kofi Annan?
Si è capito subito che questo Piano non poteva avere un seguito, perché quando la Lega Araba, e sappiamo chi è oggi la Lega Araba, ha mandato i suoi osservatori questi hanno scritto qualcosa di diverso rispetto a quello che avrebbero voluto leggere questi monarchi arabi e cosa è successo: gli osservatori sono stati mandati a casa. Kofi Annan è più tosto e si sta muovendo meglio, in quanto sta coinvolgendo la Russia in modo più forte, certamente non è detto che ci riuscirà ma prima di mettere da parte il Piano passerà un po’ di tempo.
Pensa che ci sarà un intervento militare?
Questo lo vogliono fare già da molto tempo, l’unica cosa che lo impedisce è la forza missilistica siriana, in quanto la Siria si prepara da sempre, e questo è un altro male, ad un’altra guerra con Israele. Di conseguenza la Siria ha un esercito organizzato, è un Paese che non si può paragonare alla Libia. Inoltre la preoccupazione dei Paesi occidentali è quella di giustificare con l’opinione pubblica l’invio dei soldati in Siria. L’opinione pubblica non sopporta i troppi morti come è successo in Iraq, allora solo per questa paura stanno cercando di indebolire l’esercito siriano e poi fanno l’attacco. Non hanno fatto l’attacco tempo fa perché in Siria c’è un esercito organizzato e certamente sanno che ci vuole del tempo per indebolire e rendere meno reattivo l’esercito siriano. In Iraq i Paesi occidentali hanno fatto una guerra in base ad una bugia e chi ha mai chiesto conto su tutto questo, sono morti un milione di iracheni e nessuno si è preoccupato, tanto sono iracheni e possono morire. In Libia sono morte 40 mila persone e nessuno ha detto niente.
Cosa dovrebbe fare il governo italiano?
Il governo italiano non è in grado di fare nulla, ogni tanto gli dicono di fare qualche dichiarazione perché in tutta questa vicenda c’è il gioco delle parti.
Qual è la sua speranza?
Spero che il popolo, non il governo, italiano non rimanga inerme di fronte a tutto questo, ma pretenda di conoscere la verità e di sentire tutte e due le campane e non una sola, di far passare notizie per potersi formare un’opinione. Per farsi un’opinione bisogna leggere tutto e non solo una parte. L’attentato a Damasco è stato riportato come un atto eroico e mi sta bene che lo dicono, però devono dire anche il resto, non solo una parte. Abbiamo il diritto come popolo italiano di formarci un’opinione, l’informazione non può essere a senso unico. E’ impossibile che la televisiva siriana in arabo “Addounia”, laica, viene oscurata in Europa, parlo di una Tv libera, e invece trasmettono decine e decine di stazioni televisive salafite, che notte e giorno incitano alla morte, all’assassinio. E’ possibile questo in una Europa che ha conosciuto l’Illuminismo? Eppure avviene, avviene nel XXI secolo. Il colonialismo del XIX e XX secolo era molto moderato, più dolce, rispetto a quanto sta accadendo oggi.



Emilia. Aviaria, virus, vaccinazioni ed affari ministeriali


Scrive Paolo Bellenghi a proposito del focolaio di aviaria in un allevamento da 600.000 galline ovaiole: “...puntuale come le cambiali e la morte, arriva la solita dose estiva di pandemia. qui la situazione è drammatica, sopratutto per le aziende, che perdono tutto, ma a mio parere è anche il prodotto di una errata gestione del problema. sin dai tempi del buon Pasteur, il problema delle pandemie si risolve con la vaccinazione a tappeto degli animali, o degli uomini, non con la loro soppressione in massa. e magari rivedendo il sistema di allevamento che con numeri folli di animali, seicentomila in un solo allevamento, porta inevitabilmente a forti rischi di contagio dilagante. ma i segnali di fumo che arrivano dall'in-competente e traballante ministero sono di ben altro tono, purtroppo. e gli animali, vittime della gestione ideologica del problema, continuano a morire. chi paga? come sempre Pantalone. (Paolo Bellenghi)"

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Annotazione di Paola Botta Beltramo: "
in risposta all’articolo di Paolo Bellenghi: il chimico Pasteur, a differenza del suo contemporaneo medico Antoine Béchamp,  non comprese che il terreno biologico si può alterare per  molti fattori ma non dai virus. Così è  per l’uomo e  così è, pare, anche per gli animali  come afferma il dr. Stefan Lanka, noto genetista-virologo tedesco, come risulta dal sottoindicato link. (traduzione automatica)   



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Integrazione di Paolo Bellenghi: 

"Credo sia opportuno chiarire il senso del mio intervento. Quando ho citato il buon Pasteur, l'ho fatto intenzionalmente perché pur ben sapendo che il percorso delle vaccinazioni di deve come suo inizio a Jenner, Pasteur si è interessato anche agli animali affrontando i problemi legati alla rabbia, alle epidemie dei polli ed alla cosiddetta allora peuvrine che massacrava gli allevamenti di bachi da seta, risolvendo in parte il problema. Adesso, ora ed oggi, credo che con questa "strana" e ricorrente epidemia di aviaria occorra affrontare due questioni, la prima legata alla mole degli allevamenti, perché seicentomila galline sono troppe da controllare, è umanamente impossibile, e quindi chissà cosa mangeranno per non ammalarsi, boccaccia mia statti zitta, acqua di Lourdes? Ed il secondo problema riguarda l'approccio alle vaccinazioni. oggi si sta ancora discutendo se eliminare l'ultima provetta posseduta dall'oms con dentro l'ultimo ceppo superstite del bacillo del vaiolo, debellato in circa 50.

Danni di vaccinazioni di massa, che oggi ovviamente scomparsa la malattia non si fanno più. ma abbiamo ancora in casa la tubercolosi, la poliomielite, e tutte le malattie tropicali che fanno strage. qualcosa dovremo pur fare...
per gli animali il discorso è più complesso, e variegato. da allevatore, ricordo bene quando per verificare la presenza della tubercolosi bovina nelle vacche da latte si faceva il test della tubercolina, ma una volta sola perché la seconda volta al test la vacca risultava positiva anche se sana. per i polli e gli animali il discorso è analogo. 

Poiché una volta vaccinato l'animale può risultare positivo agli anticorpi anche se sano, si cerca di evitare la vaccinazione. e i risultati sono sotto agli occhi di tutti: migliaia di animali massacrati, arriveremo al milione di capi con gli ultimi allevamenti positivi, mentre altra gente muore di fame, e le autorità che ormai non sanno più  che pesci pigliare di fronte al dilagare di un contagio che non si sa a cosa attribuire, se non al fatto che "c'è". ne usciremo solo, a mio parere, quando gli allevamenti avranno un tetto al numero dei capi e sopratutto animali sani e non creati in laboratorio per essere fragilissime macchine da uova o altrettanto fragilissime macchine da carne come i tacchini di Ravenna. non credo infatti che l'aviaria avrebbe colpito le nostre care vecchie galline comuni da 150 uova all'anno, rustiche ed indistruttibili. ma le povere galline ovaiole rosse ibride, credo siano giunte al capolinea. (Paolo Bellenghi)

CARC: "Venti di guerra e di rivoluzione: abbasso le iene imperialiste!"

La protesta di Marinella Correggia


Le iene imperialiste, da Obama al pio Bergoglio, passando per Hollande e Cameron (la Merkel si astiene, punta a vincere le elezioni del 22 settembre) e i loro complici italiani, si preparano a  scatenare sulla Siria i loro bombardieri. La Repubblica Pontificia partecipa con le basi USA e NATO che costellano il nostro territorio, (parteciperebbe anche con l’impianto radar di Niscemi contro cui si sta battendo eroicamente il movimento NO MUOS, se la mobilitazione non ne avesse rallentato i lavori!) e con i suoi bombardieri (quelli vecchi, perché gli F35 non li ha ancora in mano, li ha solo pagati).

(…) Le manovre e le cautele a cui i governi dei paesi imperialisti devono ricorrere per scatenare le loro guerre sono la conferma della loro debolezza: ognuno di essi sa che non riuscirebbe a portare le masse popolari del proprio paese dalla sua parte su grande scala, quindi ricorre a camuffamenti per scavalcarle ed evitare che l’opposizione si aggreghi (l’esempio della Merkel è lampante).
(…) Non è per quello che fa di male che il governo Assad è nelle mire delle potenze imperialiste, ma per quello che fa di buono, perché non si sottomette in tutto e per tutto ai disegni (per altro contrastanti), ai voleri e alle pretese dei gruppi imperialisti americani, europei e sionisti.

Come ad ogni aggressione che i governi dei paesi imperialisti, USA in testa, scatenano, la sinistra borghese li aiuta spostando l’attenzione sulle buone o cattive ragioni del governo del paese aggredito e sulle buone o cattive ragioni dei suoi oppositori e dei ribelli che gli stessi imperialisti hanno armato. Ma la sostanza dello scontro non è questa. La comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti è alla testa del sistema imperialista mondiale che è responsabile della miseria, della disperazione, della disoccupazione, dell’emigrazione, dell’ignoranza, dell’abbrutimento, delle malattie, dell’inquinamento e delle “calamità naturali” che affliggono oggi l’umanità, in stridente contrasto con i mezzi materiali e intellettuali esistenti per eliminare tutti questi mali.

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 - 20128 Milano - Tel/Fax 02.26306454
e-mail: resistenza@carc.it – sito: www.carc.it

giovedì 29 agosto 2013

Segnali di pace della Lista Civica Italiana e di Nonviolenza in Cammino

A sinistra: Bonino ministro ponzio pilato, non vede e non sente

Si sta configurando un nuovo intervento 'umanitario' in Siria da parte dell'alleanza USA/GB/Francia/Turchia, con o senza l'egida dell'ONU: una sconfitta della politica dice Lista civica italiana (LCI). 

Finora l'Italia si è limitata a comunicare che - senza l'egida dell'ONU - non fornirà supporto logistico. Questa e' una posizione di comodo, se non pilatesca, assolutamente insufficiente per il paese che è al centro economico e politico del Mediterraneo e che è il primo partner commerciale della Siria.

La Costituzione italiana, che LCI intende attuare, sancisce, all'articolo 11, che " L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" . La storia recente ha mostrato che gli interventi armati condotti senza il coinvolgimento dell'ONU non hanno risolto i conflitti creando invece tensioni e morti.

LCI invita tutti gli italiani ad esporre la bandiera della pace sui propri balconi per esortare il governo italiano a prendere iniziative verso la comunità internazionale al fine di fermare le azioni di guerra da parte dell'alleanza citata e soprattutto a fermare la guerra civile in Siria che da mesi sta causando migliaia di vittime.

LCI ricorda infine che in un pianeta sovra-sfruttato come é il nostro, qualsiasi distruzione di beni fruibili è una assurdità che si ritorce contro tutta l'umanità.

Esponiamo quindi le bandiere della pace sui balconi: “Siria: se vuoi la pace, prepara la pace”.

Gianni principi - Lista Civica Italiana


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UNA FRANCA PAROLA CONTRO LA GUERRA

La guerra e' la piu' grande violazione dei diritti umani, poiche' essa consiste della commissione di stragi.
E quindi sostenere che si promuove una guerra per difendere i diritti umani e' una contraddizione in termini.
Solo la pace salva le vite e difende i diritti umani.
La lotta contro le dittature, la lotta contro l'imperialismo, la lotta contro la guerra, sono una stessa cosa.
La lotta per i diritti umani, la lotta per la democrazia sostanziata nella giustizia sociale, la lotta per il disarmo, sono una stessa cosa.

Solo la pace promuove la democrazia, solo la pace promuove i diritti umani.

L'obiettivo piu' urgente che l'umanita' deve porsi e' abolire la guerra, prima che la guerra abolisca l'umanita'.
E per abolire la guerra occorre il disarmo; occorre la smilitarizzazione dei conflitti e quindi l'abolizione degli eserciti; ed occorre il dialogo e la cooperazione: nella consapevolezza che vi e' una sola umanita' in un unico mondo casa comune, e che o ci salveremo insieme o insieme periremo.
Per dirlo nel modo piu' semplice ed esatto: occorre la scelta della nonviolenza.

Occorre la scelta della nonviolenza come principio regolatore delle relazioni internazionali.
Occorre la scelta della nonviolenza come principio regolatore delle relazioni sociali.
Occorre la scelta della nonviolenza come principio ispiratore della politica tout court.
Occorre la scelta della nonviolenza, che e' la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro tutte le violenze, le oppressioni e le menzogne.
La scelta della nonviolenza e' il compito dell'ora del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita'.

La scelta della nonviolenza e' il compito dell'ora di ogni persona che riconosce la necessita' di relazionarsi agli altri esseri umani ed al mondo vivente nella responsabilita', nella solidarieta', nella condivisione; nel rispetto della vita, della dignita' e dei diritti altrui; nell'applicazione della regola aurea dell'agire nei confronti degli altri cosi' come vorresti che gli altri agissero verso di te.

La scelta della nonviolenza, per dirla con le parole di Aldo Capitini, "e' il varco attuale della storia".
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.


Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

mercoledì 28 agosto 2013

Siria – Appello contro la guerra ai membri del consiglio di sicurezza ONU



Contro una nuova guerra illegale, ipocrita e senza prove, scriviamo subito al Consiglio di Sicurezza ONU. Devono sapere che c’è chi non è d’accordo. Qui sotto il testo in inglese e gli indirizzi email (i fax sono più efficaci).
Scriviamo anche un breve messaggio ALLA BONINO & C. perché l’Italia SI DISSOCI in ogni caso:
emma.bonino@esteri.it; segreteria.ministro@esteri.it; marta.dassu@esteri.it; segreteria.pistelli@esteri.it;
o se conosciamo deputati e senatori di questo parlamento.
Marinella Correggia
Rete No War


Testo suggerito:
TO THE SECURITY COUNCIL MEMBER
No to the war on Syria!!!!
We, citizens of the United Nations, whose Char
ter rejects war, ask you to actively oppose any military action on Syria and to support a peaceful solution (”Geneva II”).
This war that USA and their allies want to make is based on totally unverified and instrumental accusationson the use of chemical weapons by the Syrian Army.
This war would be an illegal and irresponsible act, based on a lie, such as the war on Iraq in 2003, the war in Libya in 2011, the war on Kosovo in 1999, in Afghanistan in 2001 and so on.
History will remember which countries were for peace and which countries were warmongering.
Unfortunately for the past 2 years, unverified“news” and pure propaganda has been used to justify military interference in Syria, arming several groups. This interference by USA, their allies, and Arab countries has brought the country to the tragic state it is in today.
(Name, date and address)


AZERBAIJAN
Numero di telefono:
+ 1 212 371-2559
+ 1 212 371-2832
Numero di fax:
+ 1 212 371-2784
Mail generale: azerbaijan@un.int Per questioni di protocollo: az.protocol @ yahoo.com
LUXEMBURG
Telefono: (212) 935-3589
Fax: (212) 935-5896
Email: newyork.rp @ mae.etat.lu
MAROCCO
Telephone: (212) 421.1580 Fax: (212) 421.7826 or (212) 980.1512
Email: info@morocco-un.org
COREA
Tel : 1-212-439-4000
Fax : 1-212-986-1083
E-mail : korea.un@mofa.go.kr
RWANDA
Address:
Phone:
212-679-9010
Fax:
212-679-9133
Email:
ambanewyork@minaffet.gov.rw
TOGO
reparer dbx http://www.recoverytoolbox.com/fr/repair_outlook_express_batch.html – outlook
Tel. 1-212-490-3455 / 3456 Fax.1-212-983-668
PAKISTAN
8 East, 65th Street
New York, NY 10065 United States of America Tel: +1 (212) 879-8600 Fax: +1 (212) 744-7348 E-mail: pakistan@un.int
GUATEMALA
57 Park Avenue, New York, N.Y. 10016
Tel. (212) 679-4760 Fax: (212) 685-8741
FRANCIA
Indirizzo: 245 East, 47th Street – 44 ° piano New York, NY, 10017 Stati Uniti
Telefono: 212.702.4900
E-mail: france@franceonu.org
CINA
Indirizzo: 350 East 35th Street, New York, NY 10016
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Iniziativa a cui aderisce il Circolo Vegetariano VV.TT.

martedì 27 agosto 2013

Siria – “Superior stabat lupus…” – Ovvero: La logica USA non fa una piega…

Famose 'na biretta, ch'è mejo...

Un uomo sospettato di voler compiere un omicidio, per metterlo in pratica sceglie il momento in cui gli entra in casa la polizia. Lo stesso avrebbe fatto il presidente Assad, sferrando l’attacco chimico nel momento in cui arrivano gli ispettori Onu per effettuare l’indagine sull’uso di armi chimiche in Siria. Le «prove» sono state esibite dai «ribelli», il cui centro propaganda a Istanbul, organizzato dal Dipartimento di stato Usa, confeziona i video forniti ai media mondiali.
Avendo ormai «ben pochi dubbi» che è Assad il colpevole e ritenendo «tardiva per essere credibile» l’indagine Onu, il presidente Obama sta valutando una «risposta» analoga a quella del Kosovo, ossia alla guerra aerea lanciata senza mandato Onu dalla Nato nel 1999 contro la Iugoslavia, accusata di «pulizia etnica» in Kosovo.
A tal fine il Pentagono ha convocato in Giordania, il 25-27 agosto, i capi di stato maggiore di Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Turchia, Arabia Saudita e Qatar.
In Giordania gli Usa hanno dislocato caccia F-16, missili terra-aria Patriot e circa 1.000 militari, che addestrano gruppi armati per la «guerra coperta» in Siria. Secondo informazioni raccolte da «Le Figaro», un contingente di 300 uomini, «senza dubbio spalleggiato da commandos israeliani», è stato infiltrato dalla Giordania in Siria il 17 agosto, seguito da un altro due giorni dopo. Si aggiungono ai molti già addestrati in Turchia. In maggioranza non-siriani, provenienti da Afghanistan, Bosnia, Cecenia, Libia e altri paesi, appartenenti in genere a gruppi islamici tra cui alcuni classificati a Washington come terroristi. Riforniti di armi, provenienti anche dalla Croazia, attraverso una rete internazionale organizzata dalla Cia.
Sotto la cappa della «guerra coperta» niente di più facile che dotare qualche gruppo di testate chimiche, da lanciare con razzi sui civili per poi filmare la strage attribuendola alle forze governative. Creando così il casus belli che giustifichi una ulteriore escalation, fino alla guerra aerea, visto che la guerra condotta all’interno non riesce a far crollare lo stato siriano.
Tale opzione, motivata dall’imposizione di una «no-fly zone», prevede un massiccio lancio di missili cruise, oltre 70 solo nella prima notte, unito a ondate di aerei che sganciano bombe a guida satellitare restando fuori dallo spazio aereo siriano. I preparativi sono iniziati non dopo, ma prima del presunto attacco chimico. A luglio è stato dispiegato il gruppo d’attacco della portaerei Harry Truman, comprendente due incrociatori e due cacciatorpediniere lanciamissili con a bordo unità dei marines, che opera nelle aree della Sesta e Quinta Flotta. Un altro cacciatorpediniere lanciamissili, il Mahan, invece di rientrare in Virginia, è rimasto nel Mediterraneo agli ordini della Sesta flotta.
Solo la U.S. Navy ha quindi già schierate cinque unità navali, più alcuni sottomarini, in grado di lanciare sulla Siria centinaia di missili cruise. I cacciabombardieri sono pronti al decollo anche dalle basi in Italia e in Medio Oriente. Alle forze aeronavali Usa si unirebbero, sempre sotto comando del Pentagono, quelle dei partecipanti alla riunione in Giordania (Italia compresa) e di altri paesi.
La Siria dispone però di un potenziale militare che non avevano la Iugoslavia e la Libia, tra cui oltre 600 istallazioni antiaeree e missili con gittata fino a 300 km. La guerra si estenderebbe al Libano e ad altri paesi mediorientali, già coinvolti, e complicherebbe ulteriormente i rapporti di Washington con Mosca.
Su questo stanno riflettendo a Washington, mentre a Roma attendono gli ordini.
Manlio Dinucci
(Il Manifesto, 27 agosto 2013)


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Gli USA non hanno voglia di aspettare:

Da questi articoli si capisce come la volontà di attacare la Siria non abbia nulla a che fare con l'uso delle armi chimiche.


Diminuite le forze di sicurezza siriane - Fatti

PARIGI, 27 agosto 2013 (AFP) - Quel che segue segue è una ripartizione delle forze fedeli al presidente siriano Bashar al-Assad, secondo il The Military Balance 2013, pubblicato nel marzo dall'Istituto Internazionale di Studi Strategici di Londra.
Sulla carta l'esercito siriano rimane uno dei più grandi del Medio Oriente, ma la sua capacità di combattimento è stata dimezzata dalla guerra civile del paese, le stime IISS. 
http://reporters365.com/around-the-world/syrias-diminished-security-forces-facts/

Siria crisi: Le forze degli Stati Uniti sono  'pronte ad andare', se ordinato, dice Hagel - aggiornamenti in tempo reale

La dura presa di posizione della Lega Araba contro il regime di Assad è emersa da una riunione della organizzazione 22-membro del Cairo. La coalizione ha detto che il governo siriano aveva commesso un attacco chimico e che "esige che tutti i responsabili di questo crimine odioso debbano essere presentati per le prove internazionali". http://www.theguardian.com/world/middle-east-live/2013/aug/27/syria-crisis-military-intervention-un-inspectors


Siria: "tre giorni di raid"a partire da giovedì secondo Nbc

27 agosto 2013 
Una serie di attacchi limitati contro la Siria in rappresaglia per l'uso di armi chimiche potrebbero essere lanciati "a partire da giovedì". Lo ha detto alla Nbc una fonte dell'amministrazione Usa.
"Tre giorni di raid" sarebbero limitati nell'obiettivo e mirati a mandare un messaggio al regime di Damasco, ha detto la fonte.
Le indicazioni sul calendario dell'azione militare sono arrivate dopo un nuovo giro di diplomazia telefonica del presidente Barack Obama con il primo ministro australiano Kevin Rudd e il presidente francese François Hollande.
http://www.swissinfo.ch/ita/rubriche/notizie_d_agenzia/mondo_brevi/Siria:_tre_giorni_di_raida_partire_da_giovedi_secondo_Nbc.html?cid=36759606

Altra Italia - Beati gli ultimi che saranno i primi....



Competitività delle regioni europee? Che sarà mai? Ogni tanto si sentono o leggono alcune notizie sull'Italia o riguardo le regioni italiane che,sostanzialmente, "passano in carrozza". Debito pubblico tra i più alti del mondo, Università italiane tra le peggiori dell'occidente (e non solo), disoccupazione giovanile ai massimi in Europa, tristi primati su mafia ed affini e corruzione.

L'elenco delle negatività è largamente incompleto per non tediare chi legge. 


Bella scoperta.... lo sappiamo tutti.


Però questa ultima rilevazione della Comunità Europea sulla competitività delle regioni la dice lunga. 

Italia al 18° posto in Europa,dietro Cipro (peraltro ancora divisa in due con i turchi).


Lombardia al 128° posto. Con buona pace della Lega che vi governa da decenni.


La Sicilia al 235° su 262 !! Strano che,con i governanti e politici che si ritrova, non sia ancora dietro pure qualche altra desolata regione macedone,bulgara od albanese (senza nulla togliere a queste ultime).


Malgrado questo,o forse proprio per questa ragione, si continua imperterriti sulla stessa strada.


Politici ed economisti indicano perentoriamente a Bruxelles quale è la via da intraprendere. Che poi non siano d'accordo neppure sull'Imu è un dettaglio insignificante.


Saremo pure 18esimi ma chi, in Europa, può  vantare di avere la telenovela politica piú realistica che esista, quella su Berlusconi ?


E la Sicilia? Ultima, che importa? A parte il fatto che siamo anche  in compagnia delle consorelle Calabria,Puglia e Basilicata,esiste forse qualcuno che davvero dia valore a questo sostantivo?


La competitività....? Che m.....a è ?


Vincenzo Mannello

lunedì 26 agosto 2013

Siria. Si prepara una guerra al buio....


Israele si prepara alla guerra


Due anni e mezzo dopo le illusioni della Primavera araba, nel pieno dell'estate della Restaurazione egiziana, Usa e Occidente sono di fronte al dilemma della Siria, anzi dell'ex Siria, perché il Paese, come un tempo l'ex Jugoslavia, non esiste più.

Con la morte chimica e le sue stragi (335 le vittime secondo Medici senza frontiere) è diventata uno spaventoso campo di battaglia e di crimini contro l'umanità che contagia tutta la regione.

La Siria, dove si triturano anche le vestigia di grandi civiltà, sta perdendo oltre al suo passato, il suo futuro e quello delle prossime generazioni.

Che fare? Gli americani muovono la flotta verso il Mediterraneo orientale facendo pensare a un intervento militare. Con quali conseguenze? Le stanno soppesando in queste ore mentre i Cruise forse sono già puntati sul palazzo di Assad, in cima alle alture di Damasco. 

Perché questa potrebbe diventare - e in parte lo è già - una sorta di guerra mondiale su scala locale. Non sappiamo cosa accadrà, se gli Usa agiranno da soli o con alleati come fu in Kosovo con la Nato schierata contro la Serbia di Milosevic; se aspetteranno o meno un capello internazionale e le indagini dell'Onu. Ma una cosa è certa: la lontana guerra di Siria ora è più vicina all'Occidente, è un caso scottante, non rinviabile.

La Siria è nel cuore del Medio Oriente. Confina con Israele, che occupa dal 1967 il Golan; con il Libano, travolto da una contrapposizione settaria che riecheggia gli incubi della guerra civile; con l'Iraq, a sua volta dilaniato da ondate di attentati micidiali; con la Turchia, alle prese con l'eterno problema dei curdi dentro e fuori i suoi confini; con la Giordania, fragile nazione di profughi palestinesi e adesso anche siriani, governata da una monarchia che Churchill condannò al ruolo di eterno stato-cuscinetto. È qui che il 26 agosto p.v. si riuniscono i capi di Stato maggiore di diversi Paesi occidentali e musulmani - ci sarà anche l'Italia - per discutere la situazione siriana.

Questo è il maggiore conflitto per procura del Medio Oriente. Con dimensioni mondiali perché coinvolge la Russia e l'Iran, insieme ai fedeli Hezbollah libanesi, sempre al fianco del regime di Damasco, sostenuto anche dal Governo sciita dell'Iraq. È una guerra civile e settaria che oppone sciiti e sunniti, ma proiettata su uno scacchiere internazionale.
Dall'altra parte, a foraggiare il frammentato fronte dei ribelli, ci sono la Turchia, l'Arabia Saudita, il Qatar e le monarchie del Golfo che hanno puntato quasi subito sulla caduta di Bashar Assad: un calcolo sbagliato che potrebbe costare caro se il regime resistesse ancora.

Proviamo a pensare per un momento se Assad fosse il temporaneo vincitore: certo non potrebbe controllare che una parte del Paese, ma quale Siria avremmo? Forse un territorio ancora più anarchico e percorso da una violenza brutale. Il caso siriano potrebbe durare un altro decennio: o bisogna forse ricordare il precedente dell'Iraq? Gli americani sicuramente non se ne scordano.
Per la verità a sbagliare le previsioni non sono stati soltanto arabi e turchi. Anche americani e francesi, i cui ambasciatori in Siria nel luglio 2011 andarono ad Hama tra i ribelli, pensavano che il figlio di Hafez avrebbe fatto la stessa rapida fine di Ben Alì o Mubarak. Sta invece resistendo più di Gheddafi perché questa è una partita geopolitica vitale: gli alauiti di Siria combattono per la sopravvivenza, così come gli Hezbollah che non abbandoneranno le armi neppure se Bashar fosse ucciso. 

Nella posta in gioco immediata ovviamente non c'è soltanto la Siria ma anche il Libano. E pure i confini della Turchia - potenza della Nato - se i curdi siriani, collegati a quelli iracheni e turchi, ottenessero l'autonomia che reclamano con le armi in pugno. Per non parlare di Teheran che se perdesse la Siria sacrificherebbe un anello fondamentale della Mezzaluna sciita.

La Russia e l'Iran continuano a sostenere Assad perché nessuno ha proposto un'alternativa politica concreta alla caduta del regime. Vladimir Putin e il capo dell'intelligence saudita, il principe Bandar bin Sultan, hanno avuto a Mosca un incontro di quattro ore. 

I sauditi hanno ammesso di sponsorizzare la guerriglia cecena, attivissima anche in Siria, e hanno proposto a Putin di rinunciare al sostegno a Damasco in cambio della protezione degli interessi russi in Siria (basi militari, forniture di armi). Ma il principe è stato assai poco convincente quando, anche a nome degli Stati Uniti, ha tentato di delineare un possibile futuro Governo: «No grazie - ha risposto Putin - ci teniamo Assad».
I russi sanno cosa vogliono a Damasco, una transizione controllata, non gli americani che pure condividono in parte le preoccupazioni Mosca. Al Congresso, pochi giorni fa, il capo di stato maggiore americano Martin Dempsey è stato esplicito: «Nessuno nel fronte dei ribelli è in grado di garantire i nostri interessi. Qui non ci sono moderati che possono prendere il potere». 

È un dato di fatto: il Free Syrian Army sponsorizzato dai turchi è un ombrello di formazioni variegate e litigiose mentre imperversano i gruppi jihadisti di al-Qaida e di Jabat al Nusra.

Se sarà guerra sarà una guerra al buio, ha spiegato il comandante in capo Dempsey, veterano del Golfo e dell'Iraq. «Un intervento Usa - ha detto - non risolverebbe i problemi religiosi, tribali e settari della Siria». E neppure quelli del Medio Oriente intorno. Forse la Siria merita qualche cosa di meglio di uno sparo nel buio.

 Alberto Negri - Disarmo Peacelink

domenica 25 agosto 2013

Cerveteri Ladispoli e la querelle sull'acqua da bere e da infognare

Della esistenza della  convenzione acqua datata 1970, prodotta dagli amministratori del comune di Cerveteri   a favore di quella comunità denominata Ladispoli,  ne ha parlato anche V. Valecchi il direttore di Flavia acque (società che attinge l’acqua, da oltre 40 anni, da una sorgente del comune di Cerveteri). 

Nell’articolo, ben dettagliato, pubblicato dal quotidiano La Voce, Valecchi spiega chiaramente che io ho divulgato, come sempre, fatti veri con tanto di documentazione, allora perché questo anonimo e Civonline.it si permettono di denigrare la mia persona?     Come mai con subdola destrezza si è “magheggiato giornalisticamente”  per far apparire su internet che Bruna Di Berardino Farnetica?  

Ma è sorprendente come, l’anonimo, riesce a dire che:  “Vogliamo puntare lo sguardo sulle fogne Ceriti? Anche qui  il degrado assoluto. Quindi piano con le sparate e prima di parlare riflettete. Intanto pagate alla cassa prego!” 

Della serie " Non c'è più sordo di chi non vuol sentire" ripeto che Ladispoli l'acqua se la prende da oltre 40 anni da una fonte che è nel suolo di proprietà di    Cerveteri e che, come scritto nella convenzione del 1970, Ladispoli, in cambio, doveva fornire di acqua le abitazioni di Marina di Cerveteri..... non era gran che come risarcimento ma Ladispoli NON ha mai rispettato neanche questo, inoltre, lo anonimo non legge da oltre 10 anni i giornali oppure il suo desiderio di colpire a tutti i costi la mia persona lo ha fatto uscire di testa e quindi ecco spiegato le calunnie che fuoriescono dalla bocca del vigliacco anonimo. 

Ad onor del vero, insieme agli altri componenti del movimento Civitas Levante (in particolar modo i signori  Menasci e Mellone), abbiamo scritto decine di articoli e soltanto noi abbiamo denunciato  alla Procura  che  i liquami di molte abitazioni cerveterane scaricano direttamente nei fossi, mentre i vari sindaci di Ladispoli se ne guardano bene di appoggiare seriamente questa nostra  battaglia (che mira a salvaguardare la salute di tutti)  e si limitano a scribacchiare articoletti innocui che non lasciano intendere come stanno veramente le cose, e per  “tutelare” i veri colpevoli il sindaco di Ladispoli  si è inventato che lo schifo, che appare nell’acqua del tratto di mare tra Santa Severa e San Nicola, arriva dal fiume Tevere.…. 

Forse perché gli amministratori  del comune di Ladispoli non possono puntare il dito contro chi  gli permette di approfittarsi dell’acqua, bene che alla conta dei fatti , attraverso le utenze idriche, fa entrare nelle casse del comune ladispolano 5 milioni di euro all’anno (cifra indicata sul sito del comune). Ecco, io ho chiarito che non farnetico ed ora mi aspetto che faccia altrettanto Civonline e il suo anonimo.

Bruna Di Berardino

 


P.S.: di seguito il link dove nel 1965 i scellerati amministratori comunali di Cerveteri, che sono gli stessi che permisero a ladispoli di staccarsi nel 1970 con il “bottino” (una sorgente di acqua e qualche chilometro quadrato di terreno in più di quello che avevano) Deliberavano una convenzione “guida” a quella che già avevano in mente e cioè la convenzione del 1970 -  da  notare:   

 

ARTICOLO 4 - I Proprietari si obbligano a dotare la zona di sufficienti impianti per l’approvvigionamento di acqua per usi domestici mediante utilizzazione delle acque presenti nel sottosuolo.

 

http://www.consorziosannicola.it/documenti/atti/convenzione_lott/index.asp

sabato 24 agosto 2013

Politica bugiarda (per la verità: anche ladra e assassina, che è la componente più grave)



NON è vero che allo stato manca denaro. Il medesimo si appropria di oltre la metà del reddito complessivo dei cittadini. 

Ciò significa che ha un potere di attività economica pari ad oltre il 50% del prodotto dell'intera nazione. Se tanto non gli basta significa che spende più di quanto può spendere. Il che è esattamente quanto accade, in modo profondamente immorale: ad esempio sostenendo da 22 anni la sanguinaria spesa folle incostituzionale incivile e barbarica delle guerre di aggressione coloniale imperialista all'estero, in palese violazione dell'articolo 11 di sua costituzione, del diritto sulla legittima difesa e di ogni più elementare norma di civile convivenza tra membri della medesima specie umana. Tutto ciò è sfortunatamente reso possibile anche dalla complice connivenza di tutti coloro che hanno rimosso dalla propria coscienza l'intero problema etico della violenza, continuando a fornire tacito consenso tramite il voto politico che ha continuato a confermare la particocrazia di guerra e rapina contro i popoli nel macabro teatrino parlamentare.

Si tratta di un consenso fondato su una pavida infantile sottomissione servile all'autorità aderendo allo spirito di branco che garantisce la copertura psicologica dell'anonimato, conformismo dell'uomo massificato che si autoriduce alla condizione infantile dell'obbediente terrorizzato dall'immagine dei padre-madre padroni.
Passare dall'infanzia all'età adulta dovrebbe comportare l'abbandono della dipendenza servile sostituito dall'autonomia di valutazione giudizio e scelta di fronte agli eventi della vita, riguardo la quale ognuno dovrebbe divenire non solo attore ma anche autore e regista della propria, gestita secondo coscienza perennemente in fieri, nella interazione continua con l'esistenza.
Ognuno è centro di percezione cosmica e di libera interazione con il suo prossimo, condizione che genera e rigenera continuamente la propria conoscenza, consapevolezza e capacità decisionale.
Di fronte alla barbarie gangsteristica delle istituzioni perennemente deviate in uno stato divenuto corpo separato estraneo alla società: non un uomo, non un voto, non un soldo allo stato tiranno di guerra e rapina contro i popoli !
Ogni giorno, anche questo, è un giorno buono per la disipnosi dagli inganni del potere, per il risveglio dell'anima e la riappropriazione del libero arbitrio.
A chi obbedire, se non a se stessi, alla propria esperienza, elaborazione, consapevolezza e coscienza ?
"L'obbedienza non è più una virtù" (Don Lorenzo Milani): veramente, non lo è mai stata, tranne l'obbedienza alla coscienza di cui ognuno dispone.
Abbiamo tutti ricevuto gratuitamente fin dalla nascita gli stessi 1350 grammi (in media) di cellule cerebrali collegate ad un sistema nervoso di segnalazione, nessuno manca di capacità di riflessione, analisi, elaborazione e decisione meditata: giusto a dire che strutturalmente gli esseri umani sono abilitati alla libertà. Solo la cessione della propria libera autonomia cosciente può renderli servi, o schiavi. 

Qualora si avvii sulla strada della accettazione di chiesa stato e padroni. 

Ma, come giustamente osservava Hegel ("Servo e padrone", perfino Hegel qualche volta ha indovinato qualcosa), ci vogliono molti passi successivi per instaurare una relazione di dipendenza. E la situazione non è mai irreversibile: ad ogni passo nella direzione della dipendenza corrisponde la possibilità di invertire la marcia e fare un passo nella direzione opposta, quella della libertà. Ogni costruito è decostruibile, come giustamente posservò Derida, non rimane che decostruire pazientemente, quotidianamente, la macchina psicomentale dell'obbedienza per lasciar riemergere quella della libertà cosciente, alinea dal dogmatismo del potere dell'uomo sull'uomo.
Buona liberante disipnosi a tutti, la vostra vita è vostra (di chi altri, se no?), e vale di più dei loro profitti.

Tat Tvam Asi

Vincenzo Zamboni





Nota aggiunta: “Brava gente, a parte le rimanenti nefandezze, i membri del parlamento NON sono nemmeno stati eletti dai cittadini, essendo inesistenti, mercé le leggi truffa elettorali, le preferenze dei cittadini, che infatti non compaiono più sulla scheda elettorale. Peggio che mai l'Europa, dove i parlamentari eletti non possono fare le leggi, che sono decise in commissione. Le istituzioni sono incostituzionali ed invalide, espressione della partitocrazia di guerra e rapina contro i popoli, costituenti uno falso stato, corpo separato dalla società reale. Potere al popolo sovrano, che deve emettere moneta sovrana autonoma demonopolizzata a costo zero, valida per accettazione in cambio di valore prodotto dal lavoro. Rivoluzione ora, non un uomo, non un voto, non un soldo allo stato della partitocrazia golpista secondorepubblichina di guerra e rapina contro i popoli: power to the people ! Shanti Om” 
(Vincenzo Zamboni)