lunedì 3 giugno 2013

Fantascienza o veggenza? Il mistero del pianeta mancante



Il nostro sistema solare è composto dal Sole, dagli otto pianeti principali, dai loro numerosi satelliti (come la Luna per la Terra), da cinque pianeti nani e da miliardi di asteroidi. A quanto sembra, il sistema solare comprendeva anche un altro pianeta, che sarebbe scomparso migliaia di anni fa. Vi sono persino studi scientifici a sostegno di un’ipotesi che si rivela ancor più appassionante se si pensa che forse tale pianeta è stato abitato… dai nostri antenati!

Questa storia misteriosa ebbe inizio nel 1766. In quell’anno lo scienziato e matematico tedesco Johann Titius dimostrò l’esistenza di una corrispondenza matematica numerica tra le distanze dei corpi celesti, e in particolar modo dei pianeti, e il Sole. Titius voleva utilizzarla per conoscere la “geografia” del cielo.


La legge di Titius-Bode rivela un pianeta mancante!

Si dovette tuttavia attendere che questa teoria della relazione numerica tra le distanze dei pianeti e il Sole venisse ripresa da un altro scienziato perché si facesse una scoperta stupefacente che la comunità scientifica sta incominciando ad ammettere soltanto ora.

Così, l’astronomo tedesco Johann Bode riprese i lavori del connazionale per ricavarne una famosa legge scientifica, oggi nota come legge di Titius-Bode.

Secondo quest’ultima, tutti i pianeti si trovano ad una distanza ben precisa dal Sole, che è possibile calcolare con una specifica formula matematica.

In realtà, grazie a questa formula Johann Bode riuscì non soltanto a determinare con incredibile precisione l’esatta distanza di ogni pianeta dal Sole, ma nel corso delle osservazioni astronomiche osservò anche un’anomalia.

Infatti, nel punto in cui avrebbe dovuto trovarsi un pianeta, tra Marte e Giove, vi era soltanto un ammasso di asteroidi, ossia milioni di corpi celesti che gravitavano nel vuoto intersiderale tra questi due pianeti! Johann Bode ne rimase molto sorpreso, ma non poté dimostrare nulla di più in merito all’esistenza e alla scomparsa di questo famoso pianeta.


Un autentico enigma scientifico

All’epoca questa teoria del pianeta mancante suscitò grande clamore, ma in mancanza di mezzi di osservazione sufficienti l’astronomo tedesco non riuscì a verificare le proprie affermazioni.

Si dovette attendere l’inizio del XIX secolo, a partire dal 1800, perché alcuni astronomi di diversi paesi riprendessero la teoria e tentassero di trovare il pianeta misterioso che aveva suscitato tanti interrogativi, tra cui una possibile presenza di vita.

In particolar modo, alcuni astronomi francesi, tedeschi e italiani si lanciarono in un’autentica indagine poliziesca astronomica, dando la caccia a tutti gli indizi celesti che potevano provare la presenza di un pianeta nel punto in cui esso avrebbe dovuto trovarsi.

Praticamente non avevano alcun dubbio sull’esistenza del misterioso pianeta forse risalente a milioni di anni prima, data la precisione che la legge di Titius-Bode aveva dimostrato nel calcolare la distanza dal Sole di tutti i corpi celesti del sistema solare.

Questa vera e propria caccia al tesoro su scala astronomica permise quindi di fare alcune scoperte impreviste. Infatti, l’astronomo italiano Giuseppe Piazzi scoprì il pianeta nano Cerere nel 1801, mentre nel 1802 l’astronomo Wilhelm Olbers individuò un altro pianeta nano, situato tra Marte e Giove, che egli chiamò Pallade.

Si trattava tuttavia di un corpo troppo piccolo per essere il famoso pianeta mancante, ma vista la sua orbita, Olbers ritenne che avrebbe potuto esserne un frammento! Da qui nacque la teoria secondo cui molto tempo prima il pianeta originario sarebbe esploso frantumandosi in molteplici frammenti di dimensioni molto variabili.

Secondo questa ipotesi, le centinaia di migliaia di asteroidi che gravitano attorno al Sole tra Marte e Giove sarebbero in realtà i residui dell’ormai famoso pianeta scomparso!

La comparsa dei telescopi consentì di effettuare rilevamenti astronomici sempre più precisi, che andavano nella direzione della presenza di un corpo celeste nel punto presunto.


Distrutto da una cometa... o da un’esplosione nucleare?

Le ipotesi sulla causa della scomparsa di questo pianeta sono spuntate come funghi. Per alcuni, il pianeta sarebbe entrato in collisione con Giove o Marte. Per altri, invece, sarebbe stato distrutto da una cometa o un asteroide, dando così origine alla famosa cintura di asteroidi.

Sono tuttavia state avanzate altre idee ancor più audaci sulla sua distruzione. Il pianeta sarebbe infatti stato abitato e sarebbe stato distrutto da un’esplosione nucleare o da una catastrofe di origine naturale o scatenata dall’uomo.

La presunta posizione del pianeta mancante corrisponde infatti a quella che sarebbe stata descritta da numerose civiltà come un pianeta abitato da extraterrestri prima del famoso cataclisma di origine ancora sconosciuta.

Ad esempio, il pianeta avrebbe potuto essere quello dei leggendari Anunnaki citato dai Sumeri nel loro testo di riferimento: L’Epopea di Gilgamesh.

Nel testo viene descritto un pianeta più grande della Terra popolato da una civiltà estremamente brillante e, secondo loro, situato tra Marte e Giove!

Gli Anunnaki sarebbero stati costretti ad abbandonare il pianeta, chiamato Tiamat, a bordo delle loro navicelle interplanetarie in seguito a terribili guerre o ad un’esplosione nucleare.

Gli Anunnaki sarebbero riusciti a rifugiarsi sulla Terra, dove avrebbero insegnato la loro scienza agli abitanti dell’attuale Iraq, i cui progressi, come la comparsa della scrittura e della tecnologia, furono effettivamente folgoranti per l’epoca in questione. Questo fenomeno risulta infatti di difficile spiegazione da parte degli stessi scienziati. Per alcuni, gli Anunnaki sarebbero addirittura i nostri antenati!

La sua amica, Tara
Medium Veggente 

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