domenica 17 marzo 2013

Gianni Donaudi: "Orme islamiche sulla Riviera di Ponente"


La storiografia locale ha spesso trascurato  o travisato una presenza islamica nella nostra Riviera.


E' ormai  risaputo comunque che nel corso dei secoli vi furono insediamenti  islamici un po' ovunque, sulle coste liguri e della vicina Provenza( la  cui più vicina è quella di Frassineto, situata nell'attuale area di  Saint Tropez, dalla quale, nel 935, sarebbero partite le imbarcazioni  guidate dal capo saraceno Sajez (?) all'assalto della costa ligure, ma  con prolungamenti anche in Piemonte fino in Val Susa, zona oggi molto 
discussa a causa del progetto T.A.V.) . 

Fu  in una di queste scorrerie , che venne assalito e distrutto il primitivo    C a s t r u m    U n i l i a e  onegliese, situato nell'area della chiesa di Santa Maria  Maggiore. "Castrum" risalente forse  al tardo periodo longobardo o  protofranco e prima testimonianza di Oneglia. Si racconta che il  Castrum venne distrutto, che gli abitanti (per lo più servi della gleba) fuggirono fondando  i primi nuclei dei vicini villaggi (Borgo, 
Costa, e la Ripa Uniliae (Zona onegliese delBorgo Peri). 


Pare inoltre  che la figlia del signorotto locale Ulderico  di Marsuch, venne rapita  e venduta in Oriente (1) .
 
Altre presenze nei secoli successivi, sono  state qualche anno fa ipotizzate dal neofita islamico Yahya Cavalli (2)  che parla addirittura di un regno mussulmano nella zona di Finale  Ligure che sarebbe durato per diverso tempo. L'ipotesi può apparire  credibile vista la presenza di case in perfetto stile moresco nel borgo  di Varigotti, anche se ci sembra azzardato parlare di una durata di ben  "600 anni " !   
 
All' altezza di Civezza, entrando a San Lorenzo al  Mare, la baia situata tra il piccolo borgo e la zona della Torre di  Prarola, prende il nome di "Barbarossa" . Per anni avevamo pensato che 
tale denominazione fosse dovuta all'imperatore Federico I di Svevia (che la retorica patriottarda, nelle scuole elementari degli anni '50,  di chiara tendenza neo- guelfa  dipingeva come "crudele, malvagio e  sanguinario") .  Ma in seguito sapemmo che Federico non aveva mai messo  piede nel Ponente Ligure. 


Chi era dunque quel "Barbarossa" ? Da qualche  anno abbiamo saputo che trattasi del navigatore Khair Ed-Din , noto  alle fonti italiane come Ariademo, nato in un'isola greca (da genitori  europei convertitisi all'Islam) nel 1478 (3). Anche su di lui la  storiografia ufficiale ha gettato la leggenda di un pirata crudele e  senza scrupoli e questo a partire dalle "riconquiste" che i feudatari  facevano sul luogo già abitato da "infedeli" (viceversa l' Islam  medioevale fu molto tollerante sia nei confronti dei Cristiani che  degli Ebrei), sopratutto se i "riconquistatori " erano guelfi (i Ghibellini erano già più tolleranti basti pensare che molti "eretici"  seguaci di Valdo, avevano, secoli prima trovato rifugio in quel di  Padova, allora governata dal temibile Ezzelino da Romano, genero di 
Federico II).  In realta è piu probabile che Khair Ed-Din" Barbarossa  sia stato un "mugtahid" , una specie, cioè, di "missionario" della sua  religione, che nella tradizione coranica di non separare i due poteri  temporale e spirituale, ricoprisse anche cariche politico- amministrative, e che da buon navigatore, adocchiando quella  splendida baia naturale, sia colà sbarcato e abbia soggiornato a lungo,  se essa ancora oggi porta nel bene e nel male il suo nome.
 
discendenti di Arabi e Saraceni sono consistevoli nella 
Liguria 
Occidentale. Basta vedere gli abitanti più autoctoni della costa dalla  pelle scura  ed esercitanti, sino agli anni '60 l'antica attività di  pescatori (sopratutto in quel che rimane della vecchia Oneglia, dove  vige anche una sospetta "Vico del Moretto") . Cognomi come Negro, De  Negri, Garibbo, Gibelli (che deriva dall'arabo "gebel" = montanaro) . 


Infine l'inserimento di alcuni vocaboli arabi e ottomani del dialetto  ligure (bakan = capo, padrone, maestro o " fainà " da cui prende il nome  la squisita farinata).
 
Nella zona di Briga Marittima si balla una  danza popolare denominata "la Moresca" e nello splendido long-play "A 
Creuza du Ma" il compianto Fabrizio de André fa convivere nelle sue  canzoni, il dialetto ligure antico con musiche dallo sfondo  orientaleggiante.
 
Nella zona compresa tra Sanremo e Ventimiglia,  infine, sembra che alcuni cittadini locali, formatisi sul filosofo 
francese (e più tardi convertito all'Islam) René Guenon,  seguano la  corrente islamica esoterica e non- ufficiale denominata Sufismo. 

Grazie all'interessamento del neofita islamico Roberto Hamza Piccardo,  a Oneglia è stata aperta da ormai molti anni una Moschea, situata in  via Santa Lucia, mentre proprio di recente ad Albenga è stata  inaugurata la nuova moschea.
 
Non potremmo concludere senza ricordare  una storia curiosa: nel XV secolo un Bey (signorotto) tunisino, per  oscuri motivi era stato costretto a fuggire dalla sua città e si era  rifugiato in Francia. Ma dopo breve tempo ne era stato espulso.  
Arrivò nella Riviera ligure rifugiandosi nel piccolo borgo di Oliveto 
appena fuori a nord di Oneglia. Per integrarsi maggiormente si 
convertì al Cattolicesimo e qui conobbe una ragazza locale che sposò  e da cui ebbe 9 figli. In punto di morte, quando il prete andò per  dargli i Sacramenti, il "Bey" dichiaro' di voler morire nella religione  dei suoi avi e rifiutò i conforti religiosi. 

Naturalmente venne sepolto  in aperta campagna  al di fuori del cimitero cristiano. 

I figli dei  "Bey" ormai italianizzato "Berio" furono i capostipiti della  celeberrima Famiglia Berio da cui discendono molti onegliesi (e  non  solo, visto che alcuni rami si trasferirono a Genova e persino nel  Sud Italia (a Napoli vi è un vecchio Palazzo Berio) e qualcuno all'estero....


Gianni Donaudi




(1) Ludovico Giordano - IL CASTELVECCHIO 
DI ONEGLIA -

(2)"UN MINARETO SULLA RIVIERA DEI FIORI" -"TORRI DI 
GUARDIA E DI AVVISTAMENTO". Apparsi rispettivamente sul N.1 e 2 de " IL 
MUSSULMANO" rivista diretta nei primi anni '90 da Lucio Martelli e 
Roberto Hamza Piccardo.

(3) "KHAIR ED-DIN"BARBAROSSA" - Corsaro o 
Mugtahid?" di Claudio Mutti- Quaderni delle ediuzioni "Barbarossa" - 
Saluzzo(CN) 1986- anche se lo scrittore parmense nel suo opuscolo non 
fa cenno di una presenza di Khair nella baia di San Lorenzo al Mare .

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