martedì 20 marzo 2012

Gregorio Asero: "La favola violenta e terrifica della religione salvifica.."



Per questioni di spazio e di tempo devo semplificare il mio pensiero in modo conciso con il risultato forse di non essere compreso. E’ come chiedere a qualcuno di riassumere a grandi linee I promessi sposi e sentirsi rispondere che il romanzo narra di due che volevano sposarsi, ma non hanno potuto perché a Don Abbondio è stato impedito di unirli in matrimonio.

Chiedo scusa. Se avrete la pazienza di leggere, cercherò di spiegarmi in un modo un po’ più esaustivo, anche se mi rendo conto che è un problema immenso e serio e, in qualsiasi maniera tentassi di affrontarlo, vi dovrei tenere qui sino al giorno del giudizio universale, per cui vorrete scusarmi se, nonostante tutto, mi dilungherò e comunque il ragionamento sarà piuttosto sommario. Bisogna prima di tutto stabilire cosa sono le religioni. Tutte.

1° Per un credente (quando parlo di credente, mi riferisco a tutte le persone che credono a qualunque religione per cui non starò più a evidenziare questa o quella) è il convincimento che qualcuno di superiore a lui è il generatore di tutto quello che esiste nell’Universo.

2° La religione non è neanche argomento di dibattito per l’ateo convinto che Dio non esiste.

3° Per un agnostico non essendo Dio umanamente conoscibile, poiché non se ne ha e non ne può avere sufficiente conoscenza il giudizio è sospeso.
Questi tre frammenti della conversazione non li voglio approfondire. Se vorrete, saranno oggetto di discussione in un altro momento. Adesso affrontiamo la tesi per cui le religioni sono violente.

Partiamo da un fatto certo: l’uomo comparso sul pianeta terra, a differenza degli altri animali dotato d’intelligenza (su questo aprirei un altro capitolo di discussione) è stato indotto, una volta riempito lo stomaco e finito di realizzare quei quattro rudimentali strumenti per procacciarsi il cibo, non avendo altro da fare che contemplare le stelle, a porsi dubbi e domande su cosa stesse facendo in quel determinato posto. Colto da dubbi e paure, nel riflettere su cose per lui incomprensibili e, vedendosi solo (pensava) nell’Universo, ha creato nella sua mente, appunto per infondersi coraggio, l’esistenza di qualcosa superiore a lui che gli volesse bene e che lo proteggesse.

Con l’evoluzione del genere umano (Charles Darwin) anche questa idea s’ingentilisce e si perfeziona.

Non dimentichiamo che l’uomo è una parte del regno animale che, per affermarsi contro la natura, e contro gli altri abitanti del pianeta, ha dovuto mettere in atto determinate strategie, la prima della quale è la violenza e l’aggressività verso tutti quelli che hanno cercato di ostacolarlo, siano stati essi suoi simili o altri abitanti della terra. Perciò, ci sono le religioni che in teoria parlano d’amore e c’è l’uomo che in pratica parla di odio.

Una volta che tutte le grandi religioni si sono organizzate, (generate in origine nella mente dell’uomo primitivo e che fondamentalmente erano non violente, perché mettevano l’uomo in comunione con qualcosa che si credeva superiore) hanno dovuto strutturarsi e organizzarsi per competere contro le altre religioni, per non essere sopraffatte. Non dimentichiamo oltretutto che non è stato Dio a creare l’uomo a sua immagine, ma l’uomo ha creato Dio a sua immagine, secondo il luogo di residenza e delle necessità a lui occorrenti. Questo fatto è suffragato da come Dio è raffigurato secondo il luogo in cui vivono i suoi adepti.

Non è un caso, per auto convincersi che si è nel giusto, che ogni contendente va in battaglia al grido: “Dio è con noi” oppure “Dio stramaledica il nemico”, ma cari miei, Dio non stramaledice nessuno è l’uomo che si stramaledice da solo.
Quindi le religioni sono un’invenzione dell’uomo e ne consegue che, essendo l’uomo crudele, la religione stessa è crudele. Se Dio è il padre di noi tutti come può permettere che i suoi stessi figli si uccidano? Se tu avessi dei figli che si fanno guerra cosa faresti? Accetteresti l’idea che uno di loro uccida il fratello, oppure interverresti in modo da dividerli e cercare di portare la pace senza usare violenza? La religione è una bella invenzione nata nella testa dell’uomo, sicuramente con buoni propositi che, purtroppo, con il tempo sono andati persi.

Adesso bisogna definire, innanzitutto, che cosa s’intende con la parola “CRISTIANO” di cui molte persone fanno uso generico. Con questa parola si vuole indicare una persona che cerchi di vivere una vita buona. Allora, direi, che in questo senso Io sono un Cristiano e vi sarebbero Cristiani in tutte le sette e in tutti i credi. Invece dicendo Cristiano non s’intende qualsiasi persona che cerchi di vivere onestamente in ubbidienza ai suoi ideali. S’intende colui che fa parte di una certa squadra (come dire interista o milanista ecc…). Allora vuole dire che gli altri non sono appassionati di pallone? Penso che prima di avere il diritto di chiamarsi cristiani bisogni avere un certo numero di convinzioni ben definite e non semplicemente dire “gli altri sono infedeli”.

Ecco perché le religioni sono violente. Sono violente perché sono violenti coloro che hanno inventato il gioco o perlomeno chi è venuto dopo i primi inventori.
Perciò la diatriba su crocefisso sì o crocefisso no è solamente una scusante per continuare ad ammazzarsi. Mi fanno ridere quei falsi bigotti di destra e di sinistra che si stracciano le vesti in nome della croce e intanto non rispettano le regole del GIOCO fatte dall’UOMODIO.

Gregorio Asero

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