sabato 31 dicembre 2011

Altra letterina a Babbo Natale...




Caro Babbo Natale,
Ti scrivo questa letterina per farti gli auguri per le festività, sperando che il nuovo anno porti una ventata di pace e di benessere, dopo il fallimento Politico ed Economico che ha fatto soffrire a lungo tanta gente.
Siamo in tanti che sfortunatamente ci troviamo in un grande paese cascato in disgrazia, persino il nostro Babbo Natale se ne è andato sbattendo la porta.
Al suo posto ha preso ufficio un certo Babbo Giorgio, molto vecchio, guidato dagli avvoltoi che lo indirizzano a compiere operazioni poco sagge assieme ai suoi fedeli compagni, in sintonia con i tantissimi complici riuniti in Partiti Politici, Istituzioni, Organizzazioni, Enti Pubblici, sono in tanti e dappertutto, sopra e sotto ai tavoli, dentro e fuori alle case degli Italiani, delle famiglie, dei Lavoratori, dei Pensionati, degli ammalati, con le mani sempre allungate in cerca di bottino, ed invece di portare i regali di Natale ai bambini e alle persone di merito, li portano via.
Hanno già rubato montagne di soldi che sommano oltre 2000 miliardi di Euro, messi al sicuro in Banche Svizzere e nei paradisi fiscali.
Una serie di fatti e prepotenze causate al Paese per oltre 50 anni e ben difesi dalla censura che protegge da sempre uno standard di comportamento impostato sul libertarismo Politico denominato Democrazia con le corna, i veri Angeli del male, ristretta ad una cerchia di Partiti, sempre li stessi, i quali ci hanno condotto al disastro economico attuale.
E’ alquanto sconcertante per un Paese che ha una lunga storia di meriti in quasi tutti i settori, gradualmente decaduti dopo essere stati presi d’assalto da Corsari che hanno abbandonato i mari per scarsità di razzie, trovando nel nostro paese la rinascita dei loro sporchi affari, facendo la bella vita e creando un debito pubblico da capogiro.
Quando i creditori hanno reclamato il pagamento del dovuto, hanno furbescamente manipolato la realtà, creando una crisi, attribuendo i debiti da loro contratti alla responsabilità e indebitamento ai cittadini.
Caro Babbo Natale, se vieni a fare visita in questo Paese ormai di nessuno, non sarà facile individuare i Corsari perché hanno cambiato nome, adesso si fanno chiamare Politici, non vestono più di stracci, si sono evoluti esteriormente, indossano abiti di marca, con cravatta e cappello, viaggiano in panfili accompagnati da Escort e vita a go go, auto blu di importazione, Mercedes, Audi, BMW, Range Rover e sono accompagnati da una sfilza di Guardie del Corpo con diritto di precedenza.
Capitan Uncino, non lo riconosceresti più, ha tolto la benda all’occhio e porta occhiali di marca, mangia beve e viaggia sempre gratis, racconta balle dalla contentezza ricordando il suo passato e dice: evviva l’Unità o il Paese Sera.
Abitano in Palazzi e Castelli, Quirinale, Chigi, Madama, Grazioli, e fanno la bella vita mantenuti dai lavoratori.

Caro Babbo Natale, ritorna fra noi per il piacere dei nostri bimbi e Pensaci tu a riportare i Corsari in mare insieme ai barracuda loro amici, o forse molto meglio in galera per essere certi che non commettono altri guai.
Tanti auguri a tutti per un futuro migliore.

Anthony Ceresa

venerdì 30 dicembre 2011

No ai botti di fine anno... Petizione nazionale della Lega Anti Caccia

Foto di Gustavo Piccinini

Zanoni (LAC Veneto): “I fuochi artificiali sono causa di morte, ferimenti e traumi per cani, gatti, animali domestici ed uccelli. Chi ama la natura e gli animali preferisce il botto dello spumante.”



La LAC Lega per l’Abolizione della Caccia – Sezione del Veneto invita i cittadini che amano gli animali, domestici e selvatici, a non utilizzare i botti per festeggiare l’arrivo del nuovo anno.



Lo scoppio dei fuochi artificiali in piena notte causa agli animali danni inimmaginabili; negli uccelli un botto causa uno spavento tale che li induce a fuggire dai dormitori (alberi, siepi e tetti delle case), volando al buio alla cieca anche per chilometri, andando a morire sfracellati addosso a qualche muro, albero o cavi elettrici; quelli che riescono ad atterrare o a posarsi in qualche albero spesso muoiono assiderati a causa delle rigide temperature invernali ed alla mancanza di un riparo.



Nei gatti, e soprattutto nei cani, un botto crea forte stress e spavento tali da indurli a fuggire dai propri giardini e recinti, per scappare dal rumore a loro insopportabile, finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio.



Negli animali degli allevamenti come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare nelle femmine gravide addirittura l’aborto da trauma da spavento.



Va ricordato che cani, gatti e piccoli animali domestici si spaventano quasi a morte per i botti della notte di San Silvestro; ciò è dovuto in particolare alla loro soglia uditiva infinitamente più sviluppata e sensibile di quella umana.

L’uomo ha un udito con una percezione compresa tra le frequenze denominate infrasuoni, intorno ai 15 hertz, e quelle denominate ultrasuoni, sopra i 15.000 hertz.

Cani e gatti, invece, dimostrano facoltà uditive di gran lunga superiori: il cane fino a circa 60.000 hertz mentre il gatto fino a 70.000 hertz.



A San Silvestro chi possiede cani e gatti deve seguire alcuni accorgimenti: se si tratta di gatti, è bene rinchiuderli in luoghi tranquilli (garage, bagno, ecc.), possibilmente chiudendo le finestre in modo che anche i bagliori, oltre ai rumori, siano diminuiti; comportarsi in modo del tutto normale, soprattutto nel caso dei cani, senza cercare di rassicurare e di accarezzare l’animale se questo mostra paura; se il cane vede che il proprietario non si agita, di conseguenza si sentirà più tranquillo.



La LAC pertanto invita i cittadini a non acquistare i botti in modo da salvare centinaia di migliaia di animali dalla morte, da probabili incidenti e da traumi da stress.



Chi malauguratamente avesse già acquistato i botti eviti almeno di utilizzarli con il buio (quando gli uccelli dormono nei vari ripari), in prossimità di alberi, cespugli e case dove sono tenuti cani, gatti ed animali domestici.



Non utilizzare i botti sarà un segno di civiltà e sensibilità anche nei confronti di tutti gli operatori, in particolar modo i Vigili del Fuoco, che il primo dell’anno devono intervenire per interventi di soccorso di animali rifugiatisi in ogni dove.



Fortunatamente quest’anno grossi comuni come Venezia, Milano e Bari, solo per fare un esempio, hanno vietato con proprie ordinanze i botti di fine anno.

Non va dimenticato che i Carabinieri e la Polizia di Stato possono applicare nei confronti di tutti un articolo del codice penale, il 703, purtroppo dimenticato da molti ma comunque in vigore, che recita: “Chiunque, senza la licenza dell’Autorità, in un luogo abitato o nelle sue adiacenze, o lungo una pubblica via o in direzione di essa (… omissis …) accende fuochi d’artificio, o lancia razzi (… omissis…), o in genere, fa accensioni o esplosioni pericolose, è punito con l’ammenda fino a lire 200.000, se il fatto è commesso in un luogo ove sia adunanza o concorso di persone, la pena è dell’arresto fino a un mese .”



Andrea Zanoni, presidente della LAC del Veneto, e dal 12 settembre scorso europarlamentare per IDV, ha dichiarato: “Chi ama gli animali non usa i botti e chi festeggia con i botti è colpevole ogni anno della morte, dopo gravi sofferenze, di migliaia di animali per spavento, ferite, assideramento. Ci appelliamo a tutte le persone sensibili e civili affinché non utilizzino i botti e convincano di ciò anche i propri conoscenti, in questo modo eviteremo una strage silenziosa e centinaia di interventi dei Vigili del Fuoco chiamati ogni anno per recuperare cani e gatti terrorizzati rifugiati nei posti più impensabili. Quindi meglio il simpatico ed innocuo botto della bottiglia di spumante così sarà festa per tutti, animali e Vigili del Fuoco compresi.”



La LAC invita i cittadini a segnalare alle autorità l’abuso dei fuochi artificiali e gli episodi che potrebbero coinvolgere gli animali.

Si segnala una PETIZIONE ON LINE da sottoscrivere contro i BOTTI DI CAPODANNO: http://www.firmiamo.it/noaibottidicapodanno.



LAC Lega Abolizione Caccia - Sezione del Veneto - Via Cadore, 15/C int.1 - 31100 Treviso - Info: 347 9385856, email lacveneto@ecorete.it - web www.lacveneto.it

giovedì 29 dicembre 2011

Divertimento e risate assicurate (salvo crisi di nervi e malinconia) con il Beppe Grillo Show




Ante Scriptum: "Sì, è proprio vero: ciò che occorre, contro questa Casta onnivora, delinquenziale, mafiosa, inetta e ubiqua (destracentrosinistra) è una RIVOLUZIONE, esattamente come nel 1789. E si tratta di una situazione così TRAGICA, che a dire la verità dev'essere un comico..." (Joe Fallisi)


Beppe Grillo (SkyTG24) - Leader? Non sono leader di niente, non voglio essere leader di niente, non se ne esce! Qui non è questione di riforme, qui bisogna fare una rivoluzione. Rivoluzione è una parola che mi fa paura solo dirla, ma una rivoluzione vera, una rivoluzione di sedersi lì e dire cosa sono le parole, cosa dobbiamo produrre. Non si possono fare automobili. Questo è un capitalismo che ingloba tutto. Hai voglia a fare pale eoliche, geotermico, pannelli fotovoltaici quando sono sempre gli stessi a produrli! È un sistema che va cambiato. Sedersi e cominciare a mandare via tutta questa gente.


Com'è incredibile l'Italia vista dal di fuori


Andrea Bonini: "Si parla molto di come l’Italia viene vista dall’estero e di quanto il nostro paese sia più o meno avanzato o più o meno arretrato rispetto agli altri paesi d’Europa, c’è chi è andato a vederlo e a misurarlo di persona, incontrando la gente comune ma anche Ministri, scienziati, professionisti, accademici, stiamo parlando di Beppe Grillo, recentemente di ritorno da Londra e da un vero e proprio tour europeo nelle principali città del vecchio continente per raccontare e scoprire l’Italia all’estero. E ciò che di noi pensano all’estero, Beppe Grillo in diretta da Marina di Bibbona. Buona sera. Che immagine dell’Italia ha trovato in questo tour all’estero?"


Beppe Grillo: "Ho fatto questo giro da Londra, Parigi, Bruxelles andando a avvisare un po’ quello che potrebbe succedere a quei paesi se il virus italiano è contaminante, quindi sono andato a Londra, sono stato ricevuto, un’accoglienza straordinaria, la Bbc, l’università, Oxford, pensi un po’ la differenza che c’è tra noi e gli inglesi, per esempio mi ha ricevuto il Ministro dell’energia, una signora gentilissima, facciamo un’intervista, finita l’intervista si rivolge all’interprete e dice: chieda al Signor Grillo se ha ancora 5 minuti del suo prezioso tempo da dedicarmi, un Ministro che dice questo, non ci ho più visto e ho detto: non ce li ho 5 minuti Ministro, al massimo 3! Pensando di fare una battuta, mi ha preso sul serio e mi ha detto: va bene, allora vanno bene 3 minuti! Quindi abbiamo fatto l’intervista, dopodiché sono uscito, avevo la macchina a noleggio, una limousine blu e lei è andata via in bicicletta, questa è una delle piccole cose. "


Andrea Bonini: "Lei ha parlato del virus dell’Italia, qual è il virus del nostro paese? "


Beppe Grillo: "Il virus è un virus tremendo caro, è un virus… noi abbiamo insegnato la strategia del puttaniere a chiunque, abbiamo inventato delle cose straordinarie, abbiamo inventate le banche, il fascismo, ci hanno sempre preso per il culo, ma noi facciamo dei danni irreparabili, Sarkozy è stato un po’ in Italia, dopo un po’ è tornato in Francia, voleva fare come Presidente dell’amministrazione pubblica suo figlio, da chi l’ha presa questa cosa? Ministri come quello ungherese, nella villa, non dico di chi, in Sardegna, topolanec, non si era mai messo nudo neanche in casa, ho parlato con la moglie, non l’abbiamo visto neanche in mutande mio marito, neanche i miei figli l’hanno visto in mutande, era nudo su tutte le riviste, noi facciamo dei danni pazzeschi in questo senso e ci sono già delle cose strane. Vedrete che succederà che la Merkel la troveranno magari con un trans, queste cose, sono andato un po’ a girare, a vedere, poi la cosa più commuovente sono i ragazzi che sono là, laureati 110 e lode presi nelle università, vai a Oxford e l’insegnante di filologia inglese è una signora napoletana, abbiamo una potenzialità straordinaria che… ti guardano con un velo di tristezza perché basterebbe spazzare via questa immondizia che abbiamo come politica, come economia, cambiare questo sistema, almeno cercare di provarci, dargli una luce, tornerebbero tutti immediatamente, questo è un paese con delle potenzialità straordinarie che emigrano. "


Referendum FIAT, un oltraggio ai lavoratori


Andrea Bonini: "La Panda, parliamo di FIAT e di Pomigliano che è uno dei temi del giorno, torna in Italia, abbiamo visto in apertura di telegiornali i risultati del referendum, lei cosa ne pensa di questa riconversione di Pomigliano e soprattutto di questo investimento di FIAT in Italia? "


Beppe Grillo: "La FIAT l’ho seguita per tanti anni, questo referendum è ignobile dal punto di vista dello Stato italiano, uno stato vivo, vero, uno stato che si definisca tale non avrebbe mai permesso di fare un referendum per dire: o lavorate senza diritti o morite di fame, questo è uno Stato morto. Non parliamo poi della FIAT che è morta da 10 anni, 20, l’automobile è morta, la FIAT ha delocalizzato l’automobile da quando sono andati via i primi amministratori delegati che facevano automobili, sono entrati i banchieri, speculatori, hanno tramutato l’azienda in una finanziaria, quando c’era l’amministratore delegato, quello che ha fatto la Uno, era un amministratore delegato che arrivava con la tuta, con le mani sporche di grasso , poi è entrato Romiti, sono entrati gli altri e hanno deviato tutto il sistema di produzione, non c’è più niente, la FIAT è una multinazionale non più italiana che produce all’estero, che ha vissuto di sovvenzioni, quindi ha fatto utili solo con sovvenzioni è un po’ il male che hanno questa Confindustria, questi industriali con le pezze nel culo che sono ormai concessionari e continuano a dire: meno tasse, non fermate la crescita, meno tasse, vivono di sovvenzioni, di cartelli, di concessionari, è finita, questo è un paese fallito e continuiamo a vedere Tremonti che va alle sfilate e si guarda in giro perché ha capito e parla di evasione, evasione, lui che è stato uno dei professionisti dell’elusione fiscale in Italia, faceva il commercialista nel Linchtenstein, ha insegnato a mezzo mondo, a mezza industria come eludere il fisco in Italia, quindi questo è un paese che si è perso, è un paese morto, che se la prende con Di Pietro, è un paese che se esiste il caso Di Pietro, spero di no, ma esiste un sistema marcio e bisogna avere il coraggio di dirlo.


La truffa del finanziamento ai partiti


Abbiate pazienza, dove c’è stato un referendum per togliere i soldi, che si chiamava finanziamento ai partiti, il 90% degli italiani ha detto di no e hanno cambiato la parola da “finanziamento” a “rimborso elettorale” finanziamento e rimborso e oggi i partiti che chiedono i sacrifici agli italiani, sono quelli che si prendono dagli italiani quasi un miliardo di Euro. Vorrei dirveli due dati perché è interessante questo Perché i partiti con a leggina che si sono fatti nel 2002 la 156, hanno portato il limite di montepremi come rimborso elettorale da 200 a 468 milioni, riducendo per il quorum dal 4% all’1%, si dividono 400 milioni, ma non paghi cosa hanno detto? Non si fermano qui, perché la legge 2006 introduce il doppio rimborso, questo è straordinario, fai un governo, prendi rimborsi per 5 anni, il governo cade dopo due anni, come è successo nel 2007/2008 e ti prendi i rimborsi anche dei 3 anni che non hai fatto, va a cumulo, quindi oggi i partiti, tutti, si prendono 1 miliardo di Euro e chiedono i sacrifici a noi, devono andare a fare in culo perché sono dei ladri, perché hanno rubato questi soldi e si dividono questi soldi degli italiani perché avevamo fatto un referendum, l’unico movimento, e qui ci tengo a dirlo, fatemi fare un complimento, che non si è preso un soldo è il Movimento 5 stelle, questo fatto da me e da tanti ragazzi insieme a me, Movimento 5 stelle che ha rifiutato 1.700.000 Euro che gli spettavano come rimborsi elettorali perché noi abbiamo preso 500 mila voti, in 5 regioni, fate il calcolo, abbiamo speso 40 mila Euro in 5 regioni, abbiamo speso 0,8 centesimi a voto, tantissimo perché sono di Genova, ho detto: potevamo arrivare a 5, ne abbiamo speso 8, abbiamo scialacquato! "


Andrea Bonini: "Ovviamente si assume responsabilità che dice rispetto a tutte le persone che ha citato! "


Beppe Grillo: "Abbiamo eletto due rappresentanti in Piemonte in Regione e due rappresentanti in Emilia, che si sono autoridotti lo stipendio da 6 mila Euro a 2 mila Euro, voglio vedere quel partito che chiede sofferenze e sacrifici agli italiani che seguirà il Movimento 5 stelle su questo campo. "


È giusto tassare le banche?


Andrea Bonini: "Grillo dell’ipotesi di tassare le banche come contributo alla crisi, visto che lei prima ha parlato di Italia che ha inventate le banche, le grandi macchine finanziarie, è un passaggio questo che condivide in linea di principio? "


Beppe Grillo: "Noi abbiamo inventato le banche che fanno fallire gli stati e salviamo le banche e facciamo fallire gli stati, questa è metafisica, non è più economia! Quando parliamo di economia parliamo di altre cose, il nostro Pil, parliamo di crescita di cosa? Vorrei chiedere alla Marcegaglia: " di che crescita"? La Marcegaglia cosa fa? Fa acciaio, biomasse, prende l’olio di palma in Indonesia poi si mette in società con Benetton e cosa fanno? Vanno a fare un villaggio da 2 mila posti in Sardegna con i Benetton, sono malati di mente! Qui non c’è più un capitalismo… le banche sono l’anello che congiunge questa metafisica tra finanza e economia che non si riesce più a capire… ma anche Tremonti si guarda, dice delle cose ha fatto un’intervista Su Il Corriere che anche mio figlio di 10 anni dice: ma cosa dice questo uomo? La globalizzazione non è entrata in Europa, è l’Europa che è entrata nella globalizzazione, la finanza è andata molto più veloce delle misure che potevamo prendere politicamente, stanno sderenandosi il cervello, è un paese fallito, bisogna mandare a casa tutta questa classe dirigente a cominciare dall’inizio! La FIAT non deve fare più macchine, le macchine erano già in crisi prima della crisi! Un automobile, guardiamole un attimo perché le Panda poi a chi le venderanno? Non posso comprarci 5 Panda per mantenere dei posti di lavoro che non servono a nessuno! Si deve riconvertire una produzione, le macchine non si possono più fare, un automobile è indecente dal punto di vista tecnologico, il 90% del carburante va in calore, quindi sono stufe, portano 100 chili a una velocità massima di 12 chilometri per 5 chilometri, hanno la velocità del mulo! Ma le macchine non si possono più fare per spostarsi, nel futuro ci sono altre cose. "


Andrea Bonini: "Non si può tornare indietro, qual è la via per uscire da questo vicolo Grillo, perché è impensabile poter chiedere di tornare indietro! "


Beppe Grillo: "Non se ne esce, ma lo chiede a un comico? Lei veramente mi chiede questa domanda? Abbia pazienza… "


Andrea Bonini: "E’ un comico ma è anche un leader di un movimento politico, ha ottenuto risultati importanti alle elezioni."


Beppe Grillo: "Leader? Non sono leader di niente, non voglio essere leader di niente, non se ne esce! Qui non è questione di riforme, qui bisogna fare una rivoluzione, rivoluzione è una parola che mi fa paura solo dirla, ma una rivoluzione vera, una rivoluzione di sedersi lì e dire cosa sono le parole, cosa dobbiamo produrre, non si possono fare automobili, questo è un capitalismo che ingloba tutto, hai voglia a fare pale eoliche, geotermico, pannelli fotovoltaici quando sono sempre gli stessi a produrli! E’ un sistema che va cambiato, è un sistema di sedersi lì e cominciare a mandare via tutta questa gente, abbiamo fatto dei referendum, li ha messi in un cassetto, abbiamo fatto le leggi 350 mila firme per il Parlamento pulito sono in un cassetto, abbiamo fatto i referendum per la legge delle televisioni, per la libertà di stampa, adesso fanno le cose sulla libertà di stampa, mi viene da ridere, è una stampa che è stata imbavagliata per 10 anni, si è autoimbavagliata e adesso fanno i martiri della censura! Ma andate tutti a vaffanculo! Bisogna rifarla. Andate a vedere cosa fanno queste persone di 30 anni al Consiglio regionale dell’Emilia, del Piemonte, andate a vedere le loro proposte, guardate il Movimento, non avete mai menzionato il Movimento 5 stelle, l’unico movimento con un programma! Abbiamo un programma per equiparare di nuovo il cittadino con lo stato, non c’è più, il cittadino non è più nello Stato, se entri in un comune con una webcam a filmare un cazzo di Consiglio Comunale, chiamano i Carabinieri per la legge sulla privacy, per firmare i tuoi dipendenti stipendiati da te in casa tua! Il rapporto con il cittadino è diventano l’esercito, il poliziotto antisommossa, che paese sta diventando questo piano, piano? "


Andrea Bonini: "Per quanto riguarda il Movimento 5 stelle escludiamo almeno Sky, noi ci eravamo ancora prima della convention di Firenze, era ospite mio in diretta… almeno a Sky diamo atto di questo, di esserci! "


Beppe Grillo: "Sì, devo darvi atto! "


Esiste o non esiste la Padania?


Andrea Bonini: "Un’ultima battuta su un altro tema del giorno, questa diatriba tra Bossi e Fini, la Padania che esiste o non esiste, esiste o non esiste? E’ un problema parlare di queste cose? "


Beppe Grillo: "Questo è un problema culturale spessissimo e quindi molto profondo, non so se sono all’altezza di… il ritardante Fini si è accorto dopo 15 anni che la Padania non esiste e risponde il perito elettrotecnico della scuola radioelettra Bossi che dice: no, esiste perché l’ho fatta io… esisteva prima delle cazzate di Bossi o dopo le cazzate di Bossi? Questo è un problema che secondo me non si può risolvere così dato lo spessore o la gravità di cui parlano i telegiornali oggi. Andiamo su certe cose che uno dice: forse è un problema di sanità mentale, siamo tutti… sento degli idioti parlare e poi divento idiota anche io, cosa sta succedendo in questo paese, ditemelo perché se Bossi dice questo a tutti i titoli sul giornale, risponde uno psiconano che dice un’altra cosa, quell’altro va a dire che siamo in ripresa, un altro dice che in fondo il debito che è oltre 1.812.000.000 di Euro, è aumentato, ci danno delle buone notizie come dire: guardate che è aumentato, ma non è aumentato come a gennaio, è aumentato un po’ meno, è una buona notizia! Qui stiamo diventando… bisogna che chiamiamo degli psichiatri, facciamo dei trattamenti sanitari obbligatori a questa gente, perché Brunetta dice: voglio dirvi le cose, perché non è che me le invento, vi do la frase perché poi mi denunciato o cosa… voglio leggervi cosa ha detto sul debito pubblico questo che è vicino ma sembra distante Brunetta, dice – questo mancato nobel dell’economia ha detto che lo sfondamento storico del debito è un dato inerziale e la manovra è fatta proprio per questa inerzialità, se il debito cresce a causa dello stato sociale, lo capite cosa sta dicendo questo Ipod nano? Vuole dire che se il debito aumenta, vuole dire che noi risparmiamo sulla sanità per farvi un bene a voi! Poi l’altro malato di mente che gira Tremorti che dice che il debito pubblico sarà sanato dal debito privato, cosa vuole dire? Vuole dire che tu fai i cazzi tuoi, spandi, fai i cazzi che vuoi e poi noi risparmiamo e ci prendi i soldi a noi? Ma allora qui non abbiamo più, non mi sento più di andare a fare referendum, firme, manifestazioni in piazza, sono finite, vado per la mia strada, qualsiasi legge voi facciate io non la riconosco la vostra legge, vado per la mia strada con la mia moralità, perché ce l'ho, fate leggi per bloccare il blog? Benissimo, fate leggi per non in pubblicare quello? Pubblicherò lo stesso! Fate leggi per tassare quello? Non pagherò le tasse, farò quello che… ognuno di voi deve fare la stessa cosa, ognuno prendersi le proprie responsabilità, non si può continuare a parlare con delle persone a stare a spiegare mi devo io spiegare il perché c’è una legge fatta dalle sorelle Carlucci? Ma stiamo scherzando? Ma vi rendete conto che paese è questo, ecco perché il mondo ci guarda esterrefatto. "


Andrea Bonini: "Diciamo che lei è stato molto chiaro, non ci sono stati deficit di comunicazione del suo linguaggio, nel suo intervento di stasera, la ringrazio. " Beppe Grillo: "Guardi lei è l’unico che mi sopporta! Anche se è il meno carino di tutti i giornalisti di Sky, perché ci sono delle giornaliste meravigliose, me le deve salutare tutte! "


Andrea Bonini: "Purtroppo non possiamo compensare quella lacuna, grazie e buonasera Beppe Grillo! "


Beppe Grillo: "Buona sera a voi. "


Fonte: www.beppegrillo.it

mercoledì 28 dicembre 2011

Madeinem - Made in Emilia Romagna, terra di sapori terra di cantautori - Prossimi eventi 2012


Calcata Fiera delle Arti Creative


Ante scriptum

Alcuni giorni fa, poco prima di Natale, abbiamo fatto un incontro a casa di Maria, dell'azienda agricola La Bifolca di Vignola, membro di Agriobio E.R., per parlare di attuazione bioregionale e di come coniugare il bioregionalismo con la cultura locale. A raccontare la loro esperienza, oltre ad Aldo, Caterina, Maria, etc. c'era l'organizzatore del Madeinem, Fabrizio Dal Borgo, il quale ci ha parlato della sua avventura di cantatutore dialettale e del suo tentativo di coniugare canti popolari e agricoltura ed artigianato locale. Il suo è un progetto bioregionale degno di nota, che andrebbe proposto e rilanciato in ogni bioregione italiana, in modo da coniugare "cultura e coltura".

Ricordo che tale esperimento era stato da noi tentato anche in un incontro bioregionale tenuto a Calcata alcuni anni fa.. (alla fiera delle arti creative) in cui l'esposizione di prodotti agricoli e artigianali era abbinata a canti e poesie tradizionali e dialettali. Ciò non toglie nulla alla originalità del progetto Madeiner che è nato spontaneamente ed autonomamente qui in Emilia Romagna senza che nulla sapessimo l'uno dell'altro... Evidentemente questo è un filone "spontaneo" che chiama attenzione nell'attuazione del bioregionalismo.

Così, ammucchiati vicino ad una stufetta a legna, con davanti un piatto di polenta e lenticchie ed un insalatina di verza di campo, la descrizione degli eventi passati e dei progetti futuri è andata avanti.. Ovviamente Fabrizio è stato invitato a partecipare all'Incontro Collettivo Ecologista che si terrà ad Aprilia il 23 e 24 giugno 2012, per allietare le serate con la sua chitarra e le sue canzoni emiliane.

Paolo D'Arpini

Ed ora ecco una presentazione di Madeinem

Madeinem (che sta Made in Emilia Romagna) si propone di creare relazioni, gettare ponti e mettere in rete cantautori indipendenti, prodotti biologici, tradizionali, e saperi tipici del territorio emiliano romagnolo. Madeinem è un festival itinerante, una carovana di musica, sapori, tradizioni, che porta di città in città, di paese in paese, i migliori prodotti dell'eccellenza e del talento emilianoromagnolo, i valori della solidarietà dei gruppi d’acquisto solilale, l’impegno dei produttori e dei trasformatori biologici, la fede dei cantautori indipendenti.


Questo è il primo scopo di MADEINEM: mettere in rete il talento del territorio, in questo caso dell’Emilia Romagna, e la sua creatività, la socialità, il gusto per la buona vita, la buona tavola, il buon vino, la solidarietà conviviale o la convivialità solidale da cui nascono le nostre eminenze e le tipicità.


Madeinem ha realizzato finora, con il Patrocinio e la collaborazione dei Comuni di Maranello, Fiorano Modenese, Sassuolo, Scandiano diverse attività, e per l’anno 2012 ha già in serbo numerose sorprese.
Prossime attività programmate:
• Maranello: 13 aprile 2012
• Fiorano: 11 maggio 2012
• Sassuolo: data da definire


Fabrizio Dal Borgo - fabriziodalborgo@gmail.com

martedì 27 dicembre 2011

Risorsa acqua... continua subdolamente il processo di privatizzazione del liquido vitale



Ricordate? "La cercano sulla Luna, la cercano su Marte, la cercano su Venere e dove ce n'è tanta e buona la inquinano e la rendono inutilizzabile.."

Così scrivevo un paio di anni fa in un articolo in cui denunciavo i modi disastrosi in cui viene gestita la risorsa vitale "Acqua".. che pur non aumentando nè decrescendo sin da quando il pianeta è abitabile ed ospita la vita.. viene ridotta sempre più nella sua forma utilizzabile.. ovvero l'acqua non manca quel che manca è l'acqua potabile.. Ed è con questo meccanismo diabolico che le multinazionali si preparano a sfruttare l'oro blù.. l'elemento di cui nessun essere umano e vivente può fare a meno...

Ed anche in Italia, malgrado il referendum, in modi striscianti la privatizzazione procede.. in forma di nuove licenze minerarie per acqua minerale, in forma di aumento delle tariffe dell'acqua pubblica, in forma di sfruttamento inconsiderato delle falde e delle sorgenti, in forma di inquinamento di tutte le acque di superficie, etc. etc. Si arriverà al punto che l'acqua potabile residua sarà talmente poca che per forza di cose sarà venduta a peso d'oro..... e perciò di fatto "privatizzata"...

Se non si opera immediatamente per il riuso delle acque bianche, per la depurazuione delle nere e per il risparmio idrico.. quel momento si avvicinerà sempre più.. in barba alla volontà popolare che ha stabilito che l'acqua è un bene comune.

Tra l'altro anche a livello geo-politico i nuovi giacimenti ricercati (fonte di ricchezza futura) non sono più quelli del petrolio, gas o minerali.. bensì quelli delle falde profonde dell'acqua...


Vi invito a rileggere l'articolo da me scritto nel 2009 in cui si anticipava la ricerca effettuata anche sugli altri pianeti del sistema solare e inoltre vi invito a leggere l'articolo dello stesso anno in cui si annunciava il bombardamento della superficie lunare alla ricerca del prezioso liquido...


26 febbraio 2009

La cercano su Marte, la cercano su Venere, sperano persino che sia sulla Luna, magari in forma ghiacciata, ma dove ce ne è, e tanta ed ancora buona, non se ne tiene conto… Come mai siamo così stupidi sulla faccia della Terra?Dall’acqua nasce la vita e la vita è sostenuta dall’acqua, lo sanno anche i bambini. L’evoluzione delle specie viventi è tutta maturata nell’acqua. Piante, amebe, molluschi, pesci, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi… hanno la loro origine ed il loro sostentamento nel liquido primordiale. L’acqua copre i due terzi del pianeta, è pioggia, ruscelli, laghi, depositi sotterranei.. si trova persino sotto i deserti. Il liquido blu ha provveduto alla creazione e conservazione dell’atmosfera sul pianeta, alla miracolosa bellezza che fa apparire azzurro il nostro pianeta, se osservato dallo spazio.

L’acqua è sempre la stessa, viene in continuazione riciclata e spostata, trasformata in ghiaccio o vapore, ma esiste nella stessa sua incredibile quantità e qualità da milioni di anni, è il risultato di un “gioco” forse irripetibile fra calore e raffreddamento…

Ma oggi sentiamo dire che “manca l’acqua”, come mai? In realtà l’acqua non manca, la sua percentuale non aumenta né decresce è sempre stabile, grazie a Dio! Allora cos’è che manca? Quel che viene a mancare è la quantità di acqua potabile od utilizzabile, ecco la verità!. E per quale ragione “manca” quest’acqua? Semplicemente perché non viene data la possibilità al liquido di auto-rigenerarsi, come è sempre avvenuto nei secoli passati, l’acqua non fa in tempo a “disinfettarsi” dai veleni che l’uomo immette nell’atmosfera e sul pianeta a vari livelli di profondità. Per cui l’acqua disponibile, per il mantenimento dell’esistenza di ogni specie vivente, è stata decurtata.

Ma cosa fa lo stupido uomo per risolvere il problema? Non smette di inquinare, anzi aumenta sempre più l’immissione di sostanze nocive (perlopiù di produzione industriale) e contemporaneamente “raziona” commercialmente l’uso dell’acqua pulita residua. Sì, l’uomo ha reso l’acqua un genere di consumo commerciale, la vende come fosse un “prodotto”, l’ultima acqua potabile del pianeta è stata resa oggetto di sfruttamento economico.

Haihaiai, siamo proprio giunti all’idiozia più sordida e cieca…..

La produzione energetica continuamente aumentata per il mantenimento della struttura consumistica inquinante della nostra società è una delle ragioni principali della rovina dell’acqua. Agricoltura ed allevamento industriale, produzione di elettricità con sistemi a bruciamento (carbone, petrolio, nucleare), eccesso di consumi domestici per scopi inutili, mancanza di depurazione delle acqua reflue, etc. etc. sono alcune delle ragioni che contribuiscono alla “distruzione” dell’acqua. E la soluzione furbescamente trovata dai nostri governanti banchieri è quella dell’imbottigliamento dell’acqua residua, pian piano da vendere a peso d’oro…

Ma noi siamo fatti di acqua! La percentuale di liquido del nostro organismo rispecchia la percentuale dell’acqua sulla faccia del pianeta, i due terzi del corpo umano sono acqua! Però il nostro organismo è visto dallo stato come un agglomerato tassabile, non siamo esseri umani non abbiamo la dignità di esistere in quanto miracolo della vita, siamo ingranaggi nel contesto di un meccanismo diabolico che si chiama “economia”. La politica è funzionale a questa “economia” ed ora giunge la staffilata finale contro la minima possibilità di autonomia esistenziale….

Ecco cosa succede in Italia…

Mentre nel paese imperversano discussioni sull’eutanasia, grembiulino a scuola, guinzaglio al cane, gossip spettacolistici o sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell’acqua pubblica. Il Parlamento ha votato l’articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica (precisazione sui dati tecnici: non è ancora apparso sui giornali ma si sa “ufficiosamente” -è ancora un segreto “politico” che la delibera per l’aumento delle tariffe idriche è stato firmato dal Berlusca, sta alla Corte dei Conti, e fra qualche giorno Uscirà in Gazzetta….).

Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l’acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l’acqua minerale)?!

La privatizzazione dell’acqua che sta avvenendo a livello mondiale potrebbe provocare, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L’uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L’acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto.

L’acqua è l’oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno forse dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo.

Acqua in bocca!

Paolo D’Arpini

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Nel sistema solare a caccia di acqua: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2009/10/08/visualizza_new.html_985922878.html


NEW YORK - Luna bombardata per cercare l'acqua: il satellite della Nasa Lcross (Lunar crater observation and sensing satellite), dopo avere sganciato il missile Centaur, ha creato un "impatto gemello" sulla superficie della Luna, precipitando a un paio di chilometri dal razzo. Agli scienziati spetta ora il compito di analizzare i dati raccolti dalla sonda Lcross per verificare la presenza di ghiaccio o acqua nel pennacchio di polvere che si è sollevato di una decina di chilometri dalla superficie lunare, dopo l'impatto con il missile Centaur scagliato contro il cratere Cabeus.

La sonda ha viaggiato a una velocità media di 5,6 miglia al secondo, per 113 giorni, prima di impattare contro la superficie della Luna, "nella regione in penombra, del polo sud del satellite". "Gli strumenti scientifici della sonda Lcross hanno lavorato sorprendentemente bene e hanno inviato sulla Terra una gran quantità di informazioni che permetteranno di conoscere meglio il nostro 'vicino' celeste, ha dichiarato oggi in una nota della Nasa Anthony Colaprete, uno dei responsabili della missione lunare e ricercatore dell'Ames Center di Moffet Field, in California. La nostra squadra di scienziati non vede l'ora di analizzare questi dati. Ci vorranno parecchie settimane di lavoro prima di stabilire con precisione la presenza di acqua sulla Luna".

La sonda Lcross (Lunar Crater Observation and Sensing Satellite), partita a giugno dalla base di Cape Canaveral, in Florida, ha lanciato il missile-bomba Centaur alle 7,31 ora di New York (le 13,31 italiane) di questa mattina (9 ottobre 2009). La sonda ha impattato la superficie lunare quattro minuti più tardi. Ha quindi avuto quattro minuti di tempo per filmare e fotografare gli effetti dell'impatto e, attraverso gli strumenti di rilevamento a bordo, per cercare vapore acqueo o frammenti di ghiaccio nella nube di detriti alzata dall'esplosione. "Sono molto orgoglioso del successo - ha commentato Daniel Andrews, che ha progettato la missione Lcross -; avevamo un obiettivo ambizioso e l'abbiamo raggiunto con un budget insolitamente basso per una missione di questo tipo. La nostra spedizione sulla Luna potrebbe diventare un modello per altre imprese. Abbiamo fatto grande scienza con poco denaro". Andrews si è detto inoltre soddisfatto della partecipazione di pubblico all'evento 'dinamitardo' trasmesso in diretta sul sito della Nasa.

lunedì 26 dicembre 2011

Cominciamo da Adamo ed Eva... la genesi è storia vera?

Nebbie sul Soratte - Foto di Gustavo Piccinini


Il mondo ha alle spalle milioni di anni senza storia, attraversato da lunghi periodi definiti "Dark Periods" dove le poche informazioni ereditate da generazione in generazione, furono soggette ad informazioni spesso contrastanti alla verità, a causa di capacità di espressione allora poco sviluppate.

La Genesi prende il nome dal Greco e significa "la nascita, l’origine", ritenuto un Libro Sacro perché il primo a descrive la storia del mondo, ma soprattutto la storia dell’uomo da quando fu creato, la disobbedienza verso il Creatore ed in seguito punito e cacciato dal Paradiso con l’inizio del suo calvario sulla terra.

Diversamente da quanto riportato sulle varie scritture, la storia della Genesi è stata scritta nel periodo riferito alla nobile civiltà Greca la quale oltre ai fatti storici, prese spunto maggiore sullo studio del comportamento dell’uomo nel tempo, le sue debolezze individuate nei sette peccati originali, con continue guerre e punizioni attraverso calamità naturali, arricchite dalle capacità d’immaginazione di alcuni filosofi illuminati dalla necessità di un radicale cambiamento per la salvezza dell’umanità, avviando il pensiero dell’essere umano verso credenze di fede relative ad un unico Dio di amore e fratellanza.

Fra i grandi filosofi della storia si contano tantissimi eccellenti pensatori che avevano a cuore le sorti del mondo il quale allora molto peggio dell’oggi, era attraversato da profonde cattiverie, guerre e crimini continui che definivano l’uomo identico ad una belva, un animale dall’aspetto umano che si è posto sul piedestallo del creato.

La Genesi per la qualità letteraria degli scritti è tutt’ora definita un Libro Biblico di elevato merito, prendendo spunto da fatti reali o vero simili, accaduti nell’arco di 5.000 anni A.C., quando si suppone nacquero Adamo ed Eva, arricchiti con filosofie in un periodo di elevato slancio filosofico dell’antica Grecia, a cavallo fra gli anni 550 A.C. preparando la venuta del Messia .

Mentre la Genesi narra un mondo fondato su fatti alcuni dei quali descritti a titolo di insegnamento e non capiti dai poveri mortali, con la burrascosa evoluzione degli attuali interessi filosofo-scientifici, si sono creati contrastanti credibilità, dove la scienza pone dei grossi dubbi sulle origini dell’uomo.

Nel passato alcuni filosofi credevano fermamente nella diretta discendenza dell’uomo da parte di animali e paragonavano gli umani per la loro apparente assomiglianza a pachidermi, orsi, cani, tori, pinguini, o fringuelli, ecc., sino ai tempi più recenti dove il sommo Naturalista Darwin, descrive l’uomo con decisa assomiglianza ad un unico troglodite del passato, la "scimmia" la quale attraverso i tempi alcune di esse si sono evolute sino ad occupare posizioni di prestigio nella attuale società, nell’Industria, nelle Istituzioni, nel Governo, nella Giustizia, mantenendo alcuni sintomi animaleschi originali, mentre altre sono rinchiuse negli zoo.

Da queste credenze più o meno acettabili, possiamo dedurre che la specie umana discende e si moltiplica da due ceppi originali, le scimmie o i vari animali evoluti attraverso i millenni e soltanto più tardi intorno agli anni 5000 A.C. la creazione del vero uomo ad immagine ed assomiglianza di Dio, che spesso si scontra con gli umani di stirpe animalesca non del tutto umanizzati.

Soltanto intorno agli anni 1220 A.C. Mosè guida il suo popolo verso la libertà, dove si suppone abbia ricevuto i 10 Comandamenti dal Signore, per un clima di maggior rispetto umanitario.

Da qui parte il grande interrogativo, fra il popolo guidato da Mosè verso la salvezza, erano tutti discendenti di Adamo ed Eva? Oppure si erano mischiati anche gli animali evoluti? I nostri Politici appartengono all'animale umanizzato o al vero uomo discendente da Adamo ed Eva?

La Genesi seguì varie rielaborazioni nel tempo per dare maggiore slancio alle diverse teorie secondo gli interessi del momento, prendendo strade diverse da quelle dettate dalla Fede Cristiana originale.

Anthony Ceresa

Attuazione bioregionale ed Unione Europea - proposte concrete di Gianfranco Paris e Paolo D'Arpini

Europa.. e divento Luce - Dipinto di Franco Farina


Attuazione bioregionale ed Unione Europea - proposte concrete di Gianfranco Paris e Paolo D'Arpini

Scrive Gianfranco Paris: "Io credo che tutti i problemi possano essere evitati se ci si mette in testa di creare gli Stati Uniti d'Europa, cioè un vero Stato Federale. Il problema serio è che se continua così, i popoli che abitano i paesi europei, compresa la Russia, sono tagliati fuori dai giochi dei due nuovi blocchi est-ovest. L'Europa è malata di arteriosclerosi politica e quindi incapace di capire quel che accade realmente, ognuno pensa ai cazzi propri e così facendo non si accorge del possibile baratro. Negli USE non ci sarà spazio per le guerre del passato, ogni regione vi parteciperà in proprio, ma facendo parte di un tutto. Ho fiducia che alla fine i vari governanti lo capiranno, magari tardi, ma sarà meglio tardi che mai!"

Risposta di Paolo D'Arpini: "Caro Gianfranco, sono contento che tu abbia riportato l'attenzione sull'attuazione del bioregionalismo in termini politico-amministrativi. Infatti sono d'accordo sul fatto che ove l'Europa divenisse una realtà federale.. le nazionalità potrebberro scomparire per far posto alle macroregioni bioregionali ed alle microregioni provinciali (le regioni attuali andrebbero eliminate) ed alle città metropolitane.. in tal modo si otterrebbe omogeneità sociale e territoriale e si eviterebbero innumerevoli carrozzoni clientelari. Ad esempio la macroregione alpina potrebbe comprendere centri ubicati di qua e di là delle alpi, superando i confini attuali fra Francia, Italia.. etc. O nel piccolo si potrebbe configurare la bioregione Sabina, con il reatino e sabina romana.. etc. Ah, cosa importante.. oltre all'unione politica effettiva l'Europa dovrebbe recuperare anche la sovranità monetaria togliendo alle banche private (quale è la BCE) il signoraggio e riconoscendo il diritto di emettere cartamoneta solo al Ministero del Tesoro della Federazione Europa"

Rete Bioregionale Italiana
http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/

domenica 25 dicembre 2011

Calendario dell'Avvento... per le donne e delle donne



1° dicembre
... della leggerezza

leggerezza
dono prezioso
essenza del nulla
terra degli angeli
moto dei gesti invisibili
gemello lucente della pesantezza
non prendi spazi
non chiedi nulla
non pesi su alcuna spalla
sei dono di materia sublime
copri tutto di farfalle
dimori nell'alito divino

2° dicembre

L' universo è uno dei pensieri di Dio
Friedrich von Schiller

3° dicembre
questi...

l'uccellino grigio che incanta il neonato e colui che muore
il seme che nel suo ventre custodisce il segreto della quercia
la pianta umile che spacca il rude asfalto
la muffa che trasforma ogni cadavere in terra viva
la rosa che si fa bella ancora in novembre
il pipistrello che si butta nel buio
il coraggio di una madre mentre partorisce il suo frutto
la bambina che guarda senza pudore il barbone barcollante
l'uomo che attraversa l'oceano senza conoscere le sponde
l'animale ferito a morte che non si lamenta
il sole che scalda il povero quanto il ricco
l'acqua che nutre la vita, come serve senza giudizio la morte
il mare che dona i suoi umidi cristalli all'elettricità della vita
la poesia che rompe il giaccio nel mio cuore

questi... ,
questi sono i miei migliori insegnanti

Siràne

4° dicembre
Siamo mortali
quando siamo senza amore,
immortali quando amiamo

Karl Theodor Jaspers (filosofo e psichiatra)

5° dicembre
Il tempo è elastico perche dilatato dalle passioni

Marcel Proust

6° dicembre
La luna

La luna si puņ prendere a cucchiaiate
o come una capsula ogni due ore.
Č buona come ipnotico e sedativo
e solleva
anche quelli che si sono intossicati di filosofia
Un pezzo di luna nella tasca
č amuleto migliore di una zampa di coniglio:
serve per trovare chi si ama,
e per allontanare i medici e le cliniche.
Si puņ dare come dolce ai bambini
quando non si sono ancora addormentati,
ed alcune gocce di luna negli occhi degli anziani
li aiutano a spegnersi in pace.
Metti una foglia tenera della luna
sotto il tuo cuscino
e guarderai quello che hai voglia di vedere.
Porta sempre una boccetta dell’aria della luna
per quando anneghi,
e dą la chiave della luna
ai carcerati e ai disincantati.
Per i condannati a morte
e per i condannati a vita
non c’č migliore stimolante che la luna
in dosi precise in dosi controllate.
Jaime Sabines

7° dicembre
Ho sognato un sapore, un respiro, un colore, una sensazione.
Ho sognato un sorriso, la spensieratezza, le farfalle; quelle colorate
e quelle nello stomaco.
Ho sognato di vivere, mi sono alzata ed ho vissuto un'altro meraviglioso giorno.
Elena

8° dicembre
strana ricetta

divoro questa barbabietola rossa
con l'uva passa
sale fiorito
immersi in un lago olivastro pugliese
godo di questa strana creazione invernale
tutta mia
rossa viva come sangue adulto
amara come la terra vera
aromatica come l'incenso sconosciuto
unta come la pelle di santo
assaporo questo oceano terreno
mentre scopro un che di miele
che ora cola dal cielo
siràne

9° dicembre
Io guardo spesso il cielo

Io guardo spesso il cielo. Lo guardo di mattino nelle
ore di luce e tutto il cielo s'attacca agli occhi e viene a
bere, e io a lui mi attacco, come un vegetale
che si mangia la luce

Mariangela Gualtieri ( da "Fuoco Centrale" Enaudi 2006)

10° dicembre

La sabbia
Molti stendono accantoall’innamorataun tappeto d’oro e di perleperché
non si affatichie non incontri l’invernoMa io per te sono
andatanell’Oriente lontanoTu non sai che la sabbiaè il cuore del
firmamentoe il raccolto di ogni desertoDalla luna vengono pensieridi
sabbia, viene il silenzio,viene il gesto d’amore,e la sabbia che arde
di soleè figlia della Luna.
Alda Merini

11 dicembre

"Voglio che in ogni casa spunti dal pavimento un albero fiorito
di stelle d’oro e d’argento"
Gianni Rodari

12 dicembre
Il segreto è capire che tutto ciò che abbiamo amato esiste per sempre
Francesco Lamendola

13 dicembre

Oggi si festeggia la ricorrenza di Santa Lucia,
senza voler entrare nella sua travagliata storia della Santa colpisce
il fatto che viene festeggiata in un periodo dove regna il buio. In
Italia e in molti altri paesi Lucia viene associata al Grano; pianta
che concentra nel suo ventre la luce e che ora ci nutre durante
l'inverno. Luce e Buio; sembrerebbero due fratelli opposti...Invece
qualcuno ci spiega che il buio è semplicemente l'assenza di luce.
Infatti se apriamo una "scatola piena di buio" non succede nulla alla
luce... se invece apriamo una "scatola piena di luce" in un'ambiente
buio questo si illumina.
L’uomo è due uomini contemporaneamente: solo che uno è sveglio nelle
tenebre e l’altro dorme nella luce. Kahlil Gibran

14 dicembre
la vita senza

la vita senza passione
diventa
bozzolo di farfalla seccato
oceano senza sale
montagna senza vento
bambino senza sorriso
ape senza fiore
angelo senza Dio
poeta senza cuore
parigi senza donne
i miei occhi senza lacrime
Sirąne

15 dicembre
Viaggiare...
Bisogna darsi il tempo di giocare e di riposare.
Forse il viaggio con i bambini è più bello perché è più calmo
Sono puliti dalla frenesia di vedere tutto
Non sono ancora rapiti dal meccanismo del tempo
E sentono sempre ciò che c'è da cogliere.
Elena

16 dicembre
Un adulto creativo č un bambino sopravvissuto.
Ursula K. Le Guin

17 dicembre
La vita non è che la continua meraviglia di esistere ...Rabindranath
Tagore, poeta, scrittore e filosofo indiano (1861-1941)

18 dicembre
Oh Grande Spirito,
concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare,
e la saggezza di capirne la differenza.

preghiera Cherokee

19 dicembre
Considero valore ogni forma di vita,

la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finchè dura il pasto,

un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e' risparmiato,

due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varra' piu' niente,

e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua,

riparare un paio di scarpe,

tacere in tempo,

accorrere a un grido,

chiedere permesso prima di sedersi,

provare gratitudine senza ricordarsi di che.

Considero valore sapere in una stanza dov'e' il nord,

qual'e' il nome del vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo,

la clausura della monaca,

la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l'uso del verbo amare

e l'ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto.

20 dicembre

Meditazione è la scoperta che
la meta dell'esistenza
è sempre raggiunta
nell'istante presente

Alan Watts, filosofo inglese

21 dicembre
da bambina

da bambina
mia madre
sognava città profumate di fiori
uccelli senza gabbie
carte candide da colorare
ma il vento portò una guerra
e fitte nebbie
e tutti gli alberi divennero sassi

Siràne

22 dicembre
Nell' interstizio tra silenzio e suono si intravede l'inafferrabile
Claude Debussy, compositore e pianista francese

23 dicembre
Unite nell' essenza del tutto.
Silvana

24 dicembre
O uomo, guarda l’uomo:
egli contiene in sé il cielo e le altre creature; è una forma e in
lui tutte le cose sono implicite.

Hildegard von Bingen (1098-1179)

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I pensieri sopra riportati sono stati cerniti giorno dopo giorno da Sabine e inviati ad un gruppo di donne...

sabato 24 dicembre 2011

Spilamberto ed i suoi “fondali” - Luca Longagnani, l’Isola che c’è… l’ombra degli oggetti… L’anima?



Mostra fotografica di Luca Longagnani – Casa Famigli di Spilamberto (Mo), dal 23 dicembre 2011 al 8 gennaio 2012

….Siamo arrivati alle celebrazioni di fine anno, anche a Spilamberto si festeggia…
Pochi giorni prima del natale abbiamo fatto a casa di Caterina una cenetta laica con l’amico Stefano Andreoli, studente universitario di psicologia e volontario a Bologna per l’assistenza agli homeless… Stefano si sta facendo le ossa per capire la realtà dei senza casa, dei senza lavoro, dei senza patria.. in una città dove l’organizzazione assistenziale è rinomata ed infatti i barboni vi giungono da ogni parte d’Italia per svernarvi. La cosa che mi ha colpito di più è scoprire che almeno il 30% dei vagabondi bolognesi è composto da bolognesi stessi, gente comune che è magari rimasta disoccupata oppure ex padri di famiglia che devono pagare gli alimenti alla moglie alla quale è rimasta pure la dimora (ex coniugale)… Comunque fare il barbone a Bologna conviene… con la Caritas che fornisce tre pasti caldi assicurati e il comune che finanzia varie associazioni di assitenza etc. Resta la torbida contingenza del vivere senza far nulla tutto il giorno, gironzolando qui e lì, con il tubo di Tavernello in saccoccia o peggio la dose di eroina economica a 10 euro.. perché i barboni non sanno come trascorrere le 24 ore di inerzia, forzata o scelta…

Beh, durante la cena, Caterina se n’era uscita dicendo “anche qui a Spilamberto c’è una associazione che aiuta gli extracomunitari e simili.. si chiama Overseas, gestisce un piccolo spaccio di alimenti equo-solidali e pure lo smistamento e riciclaggio all’isola ecologica, dove vengono si portano oggetti recuperabili che magari sono venduti per sostenere chi ha bisogno di aiuto.. la crisi c’è pure a Spilamberto”.

Il 23 dicembre u.s. mentre andavamo a far colazione, Caterina ed io, al baretto di Maria, dove vanno stranieri e oriundi (come me d’altronde), ecco che sotto il torrione in piazza ho notato un camioncino che scaricava mercanzie, per allestire un banco di prodotti agricoli biologici, all’altro lato c’era già montato un bancariello con alcune confezioni colorate dall’aria esotica, si trattava di articoli del terzo mondo, dietro il banchetto un signore anzianotto con la barba, dall’aria dimessa. Passando l’ho guardato e l’ho trovato simpatico così ho detto a Caterina “compiamo un po’ di zucchero di canna che ci è quasi terminato..”. Subito il “barbone” ha mostrato tre pacchetti chiedendo “volete quello grezzo, quello semi grezzo o quello raffinato?” Ed io “grezzo grezzo…” – Ecco qua, sembra liquirizia – aggiunge lui – costa due euro e trenta..” – “Nianca schej (come dicono in veneto)” Commento ad alta voce.. e lui –che forse non ha capito la battuta- aggiunge “Si, sì.. schej, schej..”.

Con in tasca ilsacchetto di sugarcane scuro scuro ci allontaniamo mentre Caterina mi spiega “Quel signore è il presidente di Overseas che gestisce l’Isola che c’è.. dove si portano gli oggetti da riciclare..”.

La sera stessa Caterina mi dice “Inaugurano una mostra fotografica allo Spazio Eventi Famigli, ci andiamo?” – “Certo andiamo a vedere – aggiungo io- e facciamo conoscenza del mondo culturale spilambertese”.. Così la sera alle 19 circa eccoci di fronte alla struttura comunale che ospita l’evento. Appenna all’ingresso vediamo un tavolo con diverse pubblicazioni dell’Overseas.. Poi una volta entrati nella sala scopriamo che la mostra fotografica riguarda una “visitazione” onirica degli oggetti stipati nell’Isola che c’é. L’autore delle foto, non proprio foto ma immagini Kirlian del vissuto rimasto impresso sugli oggetti stessi, è un ragazzo di nome Luca Longagnani. Spilambertese e volontario dell’Overseas stesso. La mostra è istallata su una specie di padiglione a spirale che si trova all’interno della sala, sulle bianche pareti immagini sbiadite, azzurrine, di varie suppellettili accatastate, o separate, indefinite, quasi irreali. Poi scopriamo che l’artista voleva rappresentare, attraverso le fotografie, il vissuto degli oggetti ripresi, voleva evocarne la storia, o l’anima… Visto che tali arnesi sono lì in attesa di essere riusati.. forse… in stand by, come si dice oggi.

A presentare la mostra provvede la vice sindachessa Daniela Barozzi, un po’ insicura all’inizio, per la particolarità dell’iniziativa, ma poi spedita nella sua descrizione del percorso culturale che viene identificato nell’opera di Longagnani: “La scoperta e la realizzazione è stata curata dall’assessore all’ambiente del comune, mio collega, il dr. Daniele Stefani…” Ed il Daniele, che avevo già conosciuto durante una passeggiata vicino al Panaro lo scorso anno, se ne sta lì cheto cheto.. annuendo… in silenzio.

Poi prende la parola un signore con la barba e l’aria un po’ dimessa.. Ma va…? E’ lo stesso del banchetto equosolidale.. Sembra impacciato a fare la parte del relatore.. timido? Chissà.. Caterina mi sussurra, sai che quel signore è un ex direttore di banca in pensione? Ora fa tutto il lavoro come volontario per l’Overseas ed all’Isola che c’è. Simpatico.. l’ex direttore, ed in fondo non mi sembra, stasera, che abbia l’aria da barbone…. Anche se è vestito allo stesso identico modo del mattino.

Poi parla Luca Longagnani, il giovane artista alla sua prima mostra, spiega, racconta le sue impressioni, mentre osservava gli articoli immagazzinati alla rinfusa, che forse avrebbero potuto riavere un futuro e che sicuramente avevano un passato.. una storia.. E li vedeva come “fondali”, come spiriti, come ectoplasmi osservati attraverso un oblò sotto l’oceano.. Esistenti, non esistenti, reali, lontani, immaginati e parzialmente veri.. Luci ed ombre sotto la luna o forme intraviste nelle nebbie della bassa padana spilambertese….

Il buffet che è seguito ci ha riconciliati tutti con la realtà concreta del mondo!

Paolo D’Arpini



Le immagini sono di Luca Longagnani

venerdì 23 dicembre 2011

Paganesimo di ritorno.. L'Europa riscopre le sue origini




"La civiltà europea nasce dall'incontro, dalla fusione, dall'intersecarsi, ma anche dallo scontro di quattro culture: greca, latina, celtica e germanica. Le prime tre sono più antiche del cristianesimo, che non vi ha apportato altro che elementi di dissoluzione e tentativi di scalzamento delle popolazioni europee dalla loro matrice culturale originaria. La quarta, quella germanica, ebbe il suo maggiore sviluppo in epoca medievale, già cristiana, ma anche qui il cristianesimo funse piuttosto da antagonista e da elemento di dissoluzione. La mentalità ecclesiastica ed i suoi valori furono in perenne antagonismo con la mentalità cavalleresca-feudale espressione del germanesimo, ed i suoi valori basati non sull'ascetismo ma sull'aspirazione ad una vita eroica. Questo contrasto si espresse per tutta l'epoca medievale nel conflitto fra papato ed impero poi nel 1516 con la riforma protestante ed il distacco della Germania dal papato romano. In secondo luogo, non è esagerato affermare che l'Europa ha sempre vissuto il cristianesimo impostole con la violenza come una soffocante camicia di forza. Nel XVIII secolo nacque in Europa il movimento illuminista; gli intellettuali più aperti, trovando il consenso della borghesia che si andava affermando e l'appoggio dei sovrani più illuminati, riuscirono a porre un freno all'ingerenza massiccia, al monopolio delle Chiese cristiane, soprattutto di quella cattolica, nell'istruzione, nella cultura, nella politica, in ogni aspetto della vita civile: era una reazione, in effetti, e pienamente giustificata, a due secoli di guerra civile europea che dalla riforma protestante in poi, cattolici e riformati avevano scatenato, contendendosi l'Europa palmo a palmo. La guerra dei Trent'anni (1618-1648) che distrusse la Germania e quasi ne sterminò la popolazione, giungendo ad essere la guerra più distruttiva e brutale della storia umana fino alle due guerre mondiali del XX secolo, non fu in effetti che l'episodio più acuto di una guerra civile bisecolare che sconvolse quasi ogni angolo del Vecchio Continente. L'illuminismo e le rivoluzioni del XIX secolo imposero la separazione fra Chiesa e stato, la laicità degli stati, la libertà di coscienza come diritto inalienabile. Da allora in poi, non appena l'Europa ha cessato di essere costretta dai roghi dell'inquisitore e dalla spada del crociato (Le crociate, ricordiamolo, non furono dirette solo contro l'islam, vi fu la crociata contro gli Albigesi, ma anche, ad esempio, quella che nel 1204 pose fine all'impero bizantino, e certamente “crociate” si potrebbero definire le campagne di sterminio carolinge contro i Sassoni e quelle dei cavalieri teutonici contro gli Slavi), è iniziato un movimento di scristianizzazione dell'Europa, lento ma inarrestabile e con ogni probabilità irreversibile. L'Europa rigetta da sé il cristianesimo come quel corpo estraneo che in effetti è. Dove sono le 'radici cristiane' dell'Europa? Sono piuttosto le parole del grande Richard Wagner che vengono in mente: 'PER QUANTO L'INNESTO SULLE SUE RADICI DI UNA CULTURA CHE LE E' ESTRANEA, POSSA AVER PRODOTTO FRUTTI DI ALTISSIMA CIVILTA', ESSO E' COSTATO E CONTINUA A COSTARE INNUMEREVOLI SOFFERENZE ALL'ANIMA DELL'EUROPA'. 'Una cultura che le è estranea'; di questo appunto si tratta; nonostante due millenni di sforzi, l'origine mediorientale, non-europea del cristianesimo rimane un marchio indelebile."

Joe Fallisi

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Il ritorno delle antiche religioni

di Fabio Calabrese

Mi dispiace di averlo saputo con un certo ritardo, ma credo che la cosa non tolga nulla all'importanza della notizia. La riferisce “L'indipendente” del 24 gennaio 2007 in un articolo a firma di Mauro Frasca, Il ritorno dei pagani sull'Olimpo: una rappresentanza dei circa 40.000 pagani ellenici ha ottenuto dalle autorità greche il permesso di celebrare un rito nel tempio di Giove Olimpio ad Atene, e la cosa sembra essere un primo passo per il riconoscimento ufficiale della religione “gentile” fra quelle ufficialmente ammesse, con il diritto di celebrare pubblicamente funerali, matrimoni eccetera. Già oggi la neo-rinata comunità pagana ellenica è la quarta fede del Paese dopo i 10 milioni circa di cristiani ortodossi, i 500.000 mussulmani ed 200.000 cattolici, superando nettamente i 30.000 testimoni di Geova, i 30.000 protestanti ed i 5.000 ebrei.
Quattro anni fa, ad un precedente tentativo di celebrare un rito sempre sull'acropoli ateniese nel tempio di Efesto, furono cacciati in malo modo dalle guardie archeologiche, oggi un tribunale ha dato loro ragione, riconoscendo il loro diritto di riappropriarsi dei luoghi di culto che furono eretti dai loro padri per la loro fede.Puntualmente, vi sono state le prevedibili reazioni isteriche della Chiesa ortodossa. Ma come? - verrebbe da chiedersi – questi cristiani oggi non sono tanto per l'ecumenismo, per il dialogo fra le religioni? Ma quando si tratta di manifestazioni della più antica spiritualità autoctona d'Europa, ecco scattare la più cieca, isterica intolleranza. Sarà mica perché i seguaci del “dio inchiodato” hanno un'enorme coda di paglia? Sarà mica perché la cristianizzazione dell'Europa, la cancellazione – evidentemente non così completa e non così definitiva come costoro pretendono – delle fedi europee originarie è avvenuta in un'orgia di violenza? La verità pura e semplice che ogni storico che si rispetti conosce, ma che ancora adesso ci si guarda bene dal rivelare al grosso pubblico, è che l'Europa è stata cristianizzata a forza.Dai massacri di pagani (migliaia di vittime) e la distruzione di templi per edificare al loro posto chiese cristiane ordinata dall'imperatore Teodosio, a Carlo magno con la sua evangelizzazione a fil di spada dei Sassoni, agli analoghi “sermoni” dei cavalieri teutonici contro gli Slavi, alla crociata contro gli Albigesi nel XIII secolo, ai roghi degli eretici, a quelli delle presunte streghe, la verità è che nella “conversione” dell'Europa al cristianesimo, la predicazione e la persuasione hanno tenuto un ruolo assolutamente marginale rispetto alla conquista militare, alle stragi, alla violenza più brutale, alla persecuzione dei dissidenti, alla soppressione di ogni forma di pensiero “non allineato”.L'articolo di Mauro Frasca precisa anche che il quasi-riconoscimento ufficiale del movimento gentile ellenico, che va ad aggiungersi a quelli già ottenuti dagli analoghi movimenti islandese e lituano, costituisce la punta dell'iceberg di un movimento molto più vasto che interessa tutta l'Europa e ne trascende i confini. Negli Stati Uniti, ad esempio, la wicca conta ben 134.000 seguaci, e recentemente la vedova di Patrick Steward, un sergente americano appunto adepto della wicca caduto in combattimento in Afghanistan nel 2005, è riuscita, sempre con sentenza del tribunale, a costringere l'United States Departement of Veteran Affairs ad ammettere i simboli wiccani nei cimiteri dei caduti (perché, sia chiaro, ancora oggi i pagani non riescono ad ottenere senza lunghe battaglie legali quei diritti che normalmente si riconoscono alle altre fedi; e questa ingiustizia è la più chiara dimostrazione del permanere anche all'interno di istituzioni che si vorrebbero “laiche” di una mentalità cristiana, e del fatto che il cristianesimo ha sempre costruito le sue posizioni civettando con il potere, e mentendo nella maniera più spudorata tutte le volte che ha inteso presentarsi come religione “dei poveri e degli umili”).In Europa, oltre ai movimenti islandese, lituano e greco, hanno ottenuto una sorta di riconoscimento ufficioso i 500 membri del Forn Sidr in Danimarca, una comunità pagana odinista (ma non è questione di numeri quando si esce da due millenni di repressioni e persecuzioni; vi sono poi movimenti che mirano alla restaurazione del paganesimo paleoslavo in Polonia, movimenti druidici nelle Isole Britanniche, in Francia ed in Italia; in Italia vi sono anche movimenti che vorrebbero restaurare il paganesimo romano.Il Dipartimento per gli Affari Ecclesiastici del governo danese ha fatto premettere al suo quasi-riconoscimento del Forn Sidr la dichiarazione di non avere nulla a che fare e l'impegno di non avere nulla a che fare in futuro con gruppi neonazisti o satanisti; cosa della cui equità od opportunità si potrebbe anche discutere, ma immaginatevi, provatevi solo ad immaginare se le Chiese cristiane e quella cattolica in particolare, per poter svolgere la loro attività dovessero impegnarsi preventivamente ad astenersi da ingerenze nella politica! Calmatevi, che rischiate di slogarvi le mascelle!Il defunto pontefice Giovanni Paolo II aveva il “pallino” delle radici spirituali dell'Europa che voleva menzionate anche nella costituzione dell'Unione Europea, ed il suo successore Joseph Ratzinger, Benedetto XVI si è mosso sulla medesima strada; non si può dire che in Europa non ci si stia muovendo per accontentare quest'aspirazione dell'uno e dell'altro; peccato che queste radici con il cristianesimo nulla abbiano a che fare.Le radici spirituali dell'Europa non sono cristiane, non possono esserlo, per chiari ed evidenti motivi.La civiltà europea nasce dall'incontro, dalla fusione, dall'intersecarsi, ma anche dallo scontro di quattro culture: greca, latina, celtica e germanica. Le prime tre sono più antiche del cristianesimo, che non vi ha apportato altro che elementi di dissoluzione e tentativi di scalzamento delle popolazioni europee dalla loro matrice culturale originaria. La quarta, quella germanica, ebbe il suo maggiore sviluppo in epoca medievale, già cristiana, ma anche qui il cristianesimo funse piuttosto da antagonista e da elemento di dissoluzione. La mentalità ecclesiastica ed i suoi valori furono in perenne antagonismo con la mentalità cavalleresca-feudale espressione del germanesimo, ed i suoi valori basati non sull'ascetismo ma sull'aspirazione ad una vita eroica. Questo contrasto si espresse per tutta l'epoca medievale nel conflitto fra papato ed impero poi nel 1516 con la riforma protestante ed il distacco della Germania dal papato romano.In secondo luogo, non è esagerato affermare che l'Europa ha sempre vissuto il cristianesimo impostole con la violenza come una soffocante camicia di forza.Nel XVIII secolo nacque in Europa il movimento illuminista; gli intellettuali più aperti, trovando il consenso della borghesia che si andava affermando e l'appoggio dei sovrani più illuminati, riuscirono a porre un freno all'ingerenza massiccia, al monopolio delle Chiese cristiane, soprattutto di quella cattolica, nell'istruzione, nella cultura, nella politica, in ogni aspetto della vita civile: era una reazione, in effetti, e pienamente giustificata, a due secoli di guerra civile europea che dalla riforma protestante in poi, cattolici e riformati avevano scatenato, contendendosi l'Europa palmo a palmo. La guerra dei Trent'anni (1618-1648) che distrusse la Germania e quasi ne sterminò la popolazione, giungendo ad essere la guerra più distruttiva e brutale della storia umana fino alle due guerre mondiali del XX secolo, non fu in effetti che l'episodio più acuto di una guerra civile bisecolare che sconvolse quasi ogni angolo del Vecchio Continente. L'illuminismo e le rivoluzioni del XIX secolo imposero la separazione fra Chiesa e stato, la laicità degli stati, la libertà di coscienza come diritto inalienabile. Da allora in poi, non appena l'Europa ha cessato di essere costretta dai roghi dell'inquisitore e dalla spada del crociato (Le crociate, ricordiamolo, non furono dirette solo contro l'islam, vi fu la crociata contro gli Albigesi, ma anche, ad esempio, quella che nel 1204 pose fine all'impero bizantino, e certamente “crociate” si potrebbero definire le campagne di sterminio carolinge contro i Sassoni e quelle dei cavalieri teutonici contro gli Slavi), è iniziato un movimento di scristianizzazione dell'Europa, lento ma inarrestabile e con ogni probabilità irreversibile. L'Europa rigetta da sé il cristianesimo come quel corpo estraneo che in effetti è. Dove sono le “radici cristiane” dell'Europa? Sono piuttosto le parole del grande Richard Wagner che vengono in mente:“PER QUANTO L'INNESTO SULLE SUE RADICI DI UNA CULTURA CHE LE E' ESTRANEA, POSSA AVER PRODOTTO FRUTTI DI ALTISSIMA CIVILTA', ESSO E' COSTATO E CONTINUA A COSTARE INNUMEREVOLI SOFFERENZE ALL'ANIMA DELL'EUROPA”.“Una cultura che le è estranea”; di questo appunto si tratta; nonostante due millenni di sforzi, l'origine mediorientale, non-europea del cristianesimo rimane un marchio indelebile.
L'anno scorso, 2006 dell'Era Volgare, l'attuale pontefice (sempre che convenga al leader della Chiesa cattolica questo titolo usurpato – come tutto il resto – all'antica religione romana) Benedetto XVI tenne, nel corso della sua prima visita pastorale nella natia Germania, un discorso all'università di Regensburg, che attirò l'attenzione soprattutto per un'espressione sull'islam giudicata offensiva dalle comunità islamiche e prontamente ritrattata, ma questo però ha fatto passare inosservato il fatto che in questo discorso Joseph Ratzinger diceva anche altro, tornava ancora una volta sulle “radici cristiane dell'Europa”, tormentone preferito del suo predecessore, con un'interessante variante, mettendo a lato delle fonti bibliche ed evangeliche anche la “filosofia greca”.Potremmo quasi dire che Ratzinger è stato più moderato (ed è certamente più colto) del suo predecessore Wojtila, essendosi degnato di menzionare accanto alle radici ebraico – biblico – cristiane, quelle greche.Questa ammissione rende ancora più interessante un esame delle tre omissioni delle reali radici dell’Europa: la costruzione politico - giuridico – amministrativa romana, l’immaginario celtico, le tradizioni germaniche di fedeltà e di onore, soprattutto considerato che Joseph Ratzinger non è un curato di campagna casualmente diventato papa, ma un teologo ed uno dei più acuti intelletti che la Chiesa oggi possiede.Che proprio un papa tedesco abbia omesso qualsiasi accenno al contributo delle radici germaniche alla civiltà europea, non è purtroppo cosa che possa stupire: dal 1945 i Tedeschi sono abituati, sono stati costretti con una sorta di schizofrenia indotta, a definire la propria identità in termini di negazione del proprio passato e della propria storia; nondimeno, la concezione germanica dello stato che nasce da rapporti personali fra governanti e governati, da un patto liberamente sottoscritto ma che una volta contratto va osservato con una fedeltà che non ammette deroghe, è alla base non solo del forte spirito identitario che ha caratterizzato il medioevo feudale e comunale, ma, incontrandosi con la paideia greca e l’humanitas latina, ha generato la nostra concezione che accorda alla persona, al singolo, ai suoi diritti, una centralità assolutamente sconosciuta in altre culture.Che anche i Celti in questo discorso rimangano fatalmente ignorati, stupisce ancora meno: dalle radici celtiche abbiamo ereditato il folklore come forma di mitologia popolare, con creature fantastiche come elfi e folletti, ed alcuni miti ancora vivi nella nostra cultura apparentemente smagata: il Ciclo Bretone, Artù, Merlino, Excalibur, il Santo Graal sono presenze ancora vive, simboli ancora forti nella nostra cultura: è il residuo maggiore di paganesimo che permane oggi in Europa, che urta frontalmente contro la mentalità cristiana, e proprio per questo è per me una delle ragioni che rendono degna di amore e d’interesse la cultura celtica.Stupisce maggiormente la mancanza di qualsiasi riferimento alla tradizione romana da parte del principale esponente di una Chiesa che si definisce pomposamente e falsamente “romana”. Forse la cosa è più spiegabile alla luce di una riflessione del filosofo Denis De Rougemont, secondo il quale il cristianesimo avrebbe portato in Europa “un terzo mondo di valori”, quelli del profetismo ebraico “difficilmente conciliabili con la misura greca e totalmente contrari a quelli di Roma”.Da Roma, la Chiesa cattolica “romana” ha ereditato parte della struttura amministrativa e la lettera della sua cultura giuridica e letteraria, uccidendone totalmente lo spirito.“Et facere et pati fortiter romanum est”, è da romani agire e sopportare con fermezza. Il romano affronta le vicende della vita con un senso di equilibrio interiore, non perde il controllo di sé nei momenti favorevoli e non si abbatte nelle sventure; ancora più del greco gli è proprio il senso della misura. Un mio rimpianto docente del liceo ormai scomparso da molti anni, faceva notare come Orazio traduca il “Nun chré methusthen” (“ora bisogna ubriacarsi” di Alceo con “Nunc est bibendum”, il romano “beve”, non “si ubriaca”.A differenza di quelle cristiane, le virtù romane sono virtù civiche: valore e disciplina in battaglia, frugalità e parsimonia nell’amministrazione delle proprie cose, obbedienza filiale, magnanimità e saggezza come pater familias, senso di appartenenza, fierezza di appartenere alla propria civitas ed alla propria stirpe, preoccupazione per i suoi destini, forza d’animo nelle sventure, moderazione nei successi.La virtus romana non è la “virtù” cristiana, viene da vir, e significa appunto in ogni circostanza riuscire ad essere e sapersi comportare da uomini.Del concetto antico di virtù, curiosamente rimane una traccia negli erbari, nei bestiari, nei lapidari medievali, laddove si parla delle “virtù” delle piante, degli animali, dei metalli: “virtù” significa portare alla massima estrinsecazione, sviluppare ciò che è conforme alla propria Natura; è un’idea esattamente opposta a quella del cristianesimo che implica l’andare contro la propria natura che si suppone corrotta dal peccato originale.A questo punto proprio il fatto che Joseph Ratzinger abbia menzionato il pensiero greco nel discorso di Regensburg diventa sospetto. Su cosa si debba intendere per pensiero greco, infatti, esiste quanto meno una grossa ambiguità, forse una mistificazione.Come minimo occorre distinguere fra “la sapienza” greca e “la filosofia” greca o presunta tale. Giorgio Colli, il nostro maggiore studioso del pensiero greco, faceva notare che la parola “filosofia” che significa “amore per la sapienza” fu usata per la prima volta da Platone, ma in Platone essa ha ancora il significato di una sapienza perduta da ritrovare, mentre l’idea “moderna” della filosofia come un sapere mai prima posseduto da inventare ex novo, nasce solo con Aristotele.Ora, si osservino bene i rapporti temporali: con Socrate, maestro di Platone siamo già a dopo la guerra del Peloponneso che è considerata l’evento che pone fine alla civiltà ellenica classica, e con Aristotele che fu il precettore di Alessandro Magno, siamo già nell’ellenismo.In pratica, non considerando la fase sapienziale ma unicamente quella filosofica del pensiero greco, e riducendo tutto quanto sta prima di Socrate nella categoria dei precursori sui quali non è il caso di soffermarsi troppo, con una specie di gioco di prestidigitazione, è proprio il pensiero della grecità classica che è stato fatto scomparire dalla nostra vista.Tra la sapienza ellenica e la “filosofia” ellenistica corre, potremmo dire, la stessa distanza che c’è fra Leonida che si immola alle Termopili con i suoi trecento spartiati per sbarrare la strada ai Persiani, ed Aristotele che si pone al servizio di Filippo II di Macedonia, il re straniero che minaccia l’indipendenza delle città greche.L’aspetto più interessante e forse più rilevante della sapienza greca è il suo contenuto etico, che è bene illustrato da un episodio riguardante Solone, forse il più noto dei Sette Savi della tradizione ellenica. Solone fu invitato alla corte di Creso, il re di Lidia il cui stesso nome è diventato sinonimo di ricchezza. Dopo avergli mostrato i suoi tesori, Creso chiese al saggio greco se riteneva che egli fosse un uomo felice. Solone rispose negativamente, ed allora Creso gli domandò:“Chi conosci tu più felice di me?”Solone rispose citando un qualsiasi cittadino ateniese che aveva onorevolmente servito la sua città in guerra, era onesto e stimato dai suoi concittadini, aveva una moglie fedele e dei figli devoti.
Anni più tardi, Creso mosse guerra a Ciro, il re dei Persiani e fu pesantemente sconfitto e catturato. Mentre stava per essere messo a morte, invocò ripetutamente il nome di Solone, avendo finalmente compreso l’insegnamento del saggio greco. Incuriosito da quell’invocazione, Ciro chiese a Creso di che si trattasse, e questi gli narrò dell’incontro avvenuto anni prima con il sapiente greco. Allora il re dei Persiani graziò Creso e lo perdonò, pago di poter godere almeno del riflesso della saggezza di Solone.Vivere secondo virtù è per la Sapienza greca l’unico modo per essere felici, una virtù concepita allo stesso modo della virtus romana come conformità alla propria natura, e l’uomo non è separabile dal cittadino, né la virtù dall’esercizio dei doveri civici. Tale separazione, ci spiegherà più tardi J. J. Rousseau, avviene con il cristianesimo ed è caratteristica di esso.
Democrito sottolinea il valore della libertà per l’uomo:“Preferisco vivere libero e povero in una democrazia, piuttosto che essere uno schiavo ricoperto d’oro sotto una tirannide”.Sotto una tirannide, infatti, non si può nemmeno dire di essere ricchi ma solo degli schiavi coperti d’oro, poiché il tiranno può toglierti in qualsiasi momento quel che ritieni tuo.Naturalmente, fosse vissuto nella nostra epoca, avesse conosciuto le nostre democrazie piene di limitazioni alla libertà di pensiero, nelle quali esiste il reato d’opinione, Democrito si sarebbe reso conto che “democrazia” può ben essere il nome di una tirannide ipocritamente mascherata.
La sapienza greca o la filosofia presocratica (la seconda è il prolungamento della prima) sono ben consce della tragicità dell’esistenza in termini tali che il giudizio di De Rougemont che le vede “difficilmente conciliabili” con il cristianesimo, è in effetti una sottovalutazione.“Da dove i viventi hanno origine”, spiega un memorabile frammento di Anassimandro, “là essi necessariamente ritornano. Essi pagano l’uno all’altro il fio dell’ingiustizia commessa vivendo”.
L’esistenza è una catena ciclica cui i viventi, ossia tutti noi, siamo connessi, destinati a tornare là da dove siamo venuti nell’eterno ripetersi di nascite e morti. Vivere significa commettere ingiustizia, causare e ricevere dolore, un’ingiustizia di cui tutti noi salderemo immancabilmente il conto con il nostro trapasso.Eraclito ha scritto che “Omero ed Esiodo che supplicavano gli dei di dare pace al mondo, non erano consapevoli di pregare per la sua morte”, poiché l’essenza stessa della vita è il conflitto. “La guerra è madre e regina di tutte le cose”; non la guerra che talvolta gli uomini si fanno, ma la lotta incessante tra predatori e prede, la morte di alcuni che è la sopravvivenza per altri, ed è essa a generare le cose ed i viventi, a costruire i tipi più elevati, e pare quasi di toccare con venticinque secoli d’anticipo il concetto darwiniano di selezione naturale. (Non a caso, Darwin è ancora oggi così odiato dai fondamentalisti religiosi).E’ una visione che potremmo definire un nichilismo aristocratico, capace di osservare con occhio lucido tutta la tragicità e la precarietà della condizione umana senza cercare scappatoie soprannaturali, è una visione che presuppone un’umanità sana che riesce ad apprezzare gli aspetti positivi dell’esistenza pur essendo conscia della loro caducità, laddove il cristianesimo vuole l’uomo malato per poterlo “redimere”.A partire da Aristotele abbiamo la filosofia nel senso che ci siamo abituati a dare a questa parola, come narcisistico esercizio intellettuale nel quale, come ebbe a dire Cicerone, “riceve maggiore considerazione chi inventa una stranezza nuova, che chi ripete una verità già detta da altri”, la cultura del mondo cosmopolita “globalizzato” ante litteram creato dalle conquiste di Alessandro, dove s’infiltrano sempre più elementi non greci e non europei, i cui fermenti di dissoluzione si attaccheranno come un contagio al mondo romano dopo che quest’ultimo l’avrà politicamente assoggettato, il “terreno di coltura” su cui si svilupperà il cristianesimo. E’ senz’altro questo il “pensiero greco” cui guarda Ratzinger.Noi dobbiamo ribadire che le radici dell’Europa, quelle vere: il pensiero greco (quello autentico, non la sua contraffazione ellenistica), Roma, il mondo celtico e quello germanico, non sono cristiane, sono europee. “Non si può dire”, ha detto qualcuno, “Se una rinascita del paganesimo in Europa sia oggi possibile, di certo è necessaria”.Negli ultimi anni i segnali che fanno presagire una tale rinascita, non hanno fatto altro che moltiplicarsi. Cominciamo a scorgere la luce in fondo al lungo tunnel durato due millenni; il nostro continente sta cominciando forse a ritrovare il contatto con le sue vere radici spirituali.

Fonte: http://www.ereticamente.net/

giovedì 22 dicembre 2011

Franco Libero Manco: "Tortura e violenza come sistema di vita... mangiando cadaveri"



Non esiste crimine più imperdonabile della sistematica e millenaria sopraffazione dell’uomo sull’animale.

L’uomo ha trasformato la terra in un inferno, un luogo di terrore e di tormento per gli animali: ha disseminato stabulari, macellerie, concerie, istituti di sperimentazione; ha riempito i frigoriferi e le sue dispense di ossa e parti smembrate dei poveri animali uccisi senza pietà e senza che mai si levasse dal suo cuore un senso di ripulsa e di vergogna. L’uomo è diventato un torturatore implacabile, un boia spietato di buoi, di cavalli, di maiali, di teneri agnelli, di incantevoli pennuti, di pesci bellissimi, di esseri miti e aggraziati, pacifici, inoffensivi e ha degradato se stesso simile a belva assetata di sangue e affamata di cadaveri.

Da essere dotato di emotività, sensibilità e senso estetico si è trasformato in un malefico cannibale rozzo e spietato. Abbiamo trasformato i miti e dolcissimi vitelli dalla struggente bellezza e innocenza, le orgogliose galline, gli spavaldi puledri, i risoluti ed intelligenti porcellini, i teneri conigli, in cose da smembrare, triturare, fare a pezzi, arrostire, bollire per scaricarli nella fogna dopo essere passati attraverso il nostro stomaco insaziabile e vorace. Mai al mondo gli animali sono stati trattati dall’uomo in questo modo infame e disumano.

Urla di disperazione si levano ogni istante dai milioni di scannatoi sparsi in tutto il mondo e mai le vittime sono state così sistematicamente assoggettate; mai depravazione umana raggiunge i suoi massimi livelli come in un mattatoio. Esseri che non hanno che gli occhi per piangere e il cuore per soffrire spaventati a morte per le pene incomprensibili a loro inflitte. Esseri che non hanno la capacità di farsi capire nel nostro linguaggio, che non hanno avvocati, sindacati che li difendano, non c’è amnesty international per gli animali, non ci sono angeli o santi che vengono in loro aiuto: l’animale è solo nel suo sconfinato universo di dolore, inerme nelle mani predaci dell’uomo. L’animale che ci guarda, con la trepida speranza di essere lasciato in pace, non sospetta che nella mente dell’uomo alberghino piani così diabolici e sconvolgenti.

E i veleni della carne ostruiscono non solo le arterie del nostro corpo ma i canali della saggezza, della sensibilità, della spontanea compassione verso le vittime del suo stupido, insensato e spietato egoismo. Ogni giorno, 365 giorni all’anno, 300 milioni di animali trovano la morte a causa dell’uomo: un coro planetario di urla disumane, imploranti, strazianti si levano inascoltate verso questo mostro sanguinario che tutto sa sacrificare per non rinunciare al piacere del palato. La carne urla e le peggiori malattie dell’uomo sono l’effetto della tremenda nemesi karmica che l’uomo attira su di se e condanna se stesso ad un destino di dolore. Lo schifo ed il ribrezzo che derivano da tali azioni superano di gran lunga ogni possibile proposito positivo.

Per millenni abbiamo costretto gli animali a lavorare per noi come schiavi ed essi, nella loro sacrale ed inoffensiva docilità, hanno obbedito pazienti e rassegnati alla tirannide umana sopportando fatiche immani, fame, tormenti, il castigo del bastone e della frusta; li abbiamo coinvolti nelle mille e sanguinarie guerre fratricide; li abbiamo tenuti in prigione, in posti orribili per tutta la loro breve e infausta esistenza; abbiamo immobilizzato i giocosi vitelli impedendo loro l’innato ed irrefrenabile desiderio di correre e di giocare; li abbiamo castrati, mutilati, tosati, li abbiamo alimentati con cibi schifosi, li abbiamo privati dell’erba, della luce del sole; abbiamo annullato la loro dignità; li abbiamo imbottiti di farmaci per impedire che muoiano prima che giungano al mattatoio; abbiamo tolto alle madri i loro piccoli mentre i loro occhi si riempivano di lacrime; li abbiamo caricati a forza sui camion blindati e li abbiamo portati nell’inferno dei mattatoi dove l’odore del sangue e la vista dei loro compagni di sventura uncinati, sventrati, fatti a pezzi, smembrati, spellati, spesso ancora vivi, li ha fatti schiantare dal terrore. E ora abbiamo il coraggio di addentare quella maledetta, disgustosa, puzzolente, putrescente parte di cadavere che nessun condimento potrà mai rendere digeribile alla nostra coscienza. E abbiamo anche il coraggio di dare ai nostri bambini questo pasto mortifero. Siano fatte visitare ai bambini le stalle e poi i mattatoi; sia loro spiegato che le bistecche, il prosciutto o la coscia di pollo non crescono sui prati come le margherite o sugli alberi come i frutti. Il crimine della peggiore condizione umana è quello di dare ai bambini da mangiare gli animali che amano.

E non c’è opera meritoria dell’uomo che possa neutralizzare gli effetti di questa immane, folle, insensata, sistematica, criminale carneficina di esseri indifesi, innocenti, miti, generosi, buoni, belli, pazienti. Questo non trova alcun perdono sotto nessun cielo dell’universo.

Ma chi mangia cadaveri si cadaverizza. E’ una regola implacabile. In un costante e dissennato suicidio collettivo ci si ciba di animali morti, di cadaverina, di masse virali, di tessuti in decomposizione. Mangiamo i loro reni, il loro fegato, il loro cuore, il loro cervello, i loro intestini, le loro gambe, la loro lingua, la loro coda, i loro testicoli. Ogni piatto di carne porta con se un messaggio di morte: è un crimine contro la vita e contro l’integrità del nostro organismo di animali fruttariani. Ma anche gli animali hanno un Dio e prima o poi la loro sofferenza ricade sui massacratori e sui mandanti, cioè i mangiatori di carne, e su coloro che ne fomentano l’utilizzo. Ma ciò che mi sconvolge, che mi fa impazzire, che devasta il mio equilibrio e valica ogni mia possibile giustificazione è che tutto questo avviene con l’avallo, la giustificazione e la benedizione di santa romana chiesa, delle religioni specialmente di ceppo ebraico e di ogni altra religione o educatore religioso che ne fa parte. Ed io ne provo vergogna e orrore ad essere della stessa specie di coloro giustificano questo stato di cose. L’uomo non ha ancora i titoli per essere considerato tale.

Franco Libero Manco

Anthony Ceresa: "La parola, i suoi significati ed i suoi usi... nel bene e nel male"

Calcata spruzzata di neve


Carissimi Paolo e Caterina,

Nell'ultimo scritto mi avete chiesto dove mi trovo. Sono cittadino del mondo e dopo aver lavorato nei cinque continenti,
sono rientrato a Milano dove vivo con la famiglia. Non conosco Treia, ma sono stato a Tarquinia e a Viterbo tantissimi anni fa, dove al teatro di Viterbo avevo visto i 10 Comandamenti. Siamo sempre più prossimi alle Festività di fine Anno e colgo l'occasione per rinnovare a Voi tutti i miei migliori auguri. Invio un altro scritto che sottopongo al Vostro Giudizio.
Cordialmente Anthony Ceresa.


Mia rspostina: "Caro Anthony, i tuoi scritti non hanno bisogno di essere vagliati, sono sempre interessanti ed in tema con il discorso dell’ecologia e della chiara visione.. Treia si trova nelle Marche, la terra di origine di Caterina in cui ora vivo. Ma sono statao per 33 anni in provincia di Viterbo, a Calcata, che forse conoscerai.. Ti rtingrazio per gli auguri che contraccambio.."

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IL BUONO E IL CATTIVO USO DELLE PAROLE.

Se analizziamo il significato profondo delle parole, molto probabilmente troveremo le ragioni del perché le parole trovano o non trovano il senso logico nel capirsi, pur parlando il medesimo linguaggio. L’Ingrippo sta nel fatto che è usanza sparare parole secondo le proprie condizioni di vita, senza guardare indietro, dove esistono tante realtà in profondo contrasto con la visione superficiale giudicata dall’esterno.

Le parole hanno portato il nostro Paese al default, che attualmente dall’alto cercano di manovrare, nascondere, rattoppare, mettendo ulteriormente in crisi i cittadini di quello che fu il Bel Paese, dove le cause malefiche stanno proprio nelle parole senza valore, vendute a caro prezzo.

Parole, tante parole provenienti dal Quirinale, dal Governo, dal Parlamento, dal Senato, dalle Province, dai Professori, delle quali potremmo fare a meno per risanare i danni compiuti dalla Politica.

Il benestante che fa la voce grossa perché il destino lo ha privilegiato, messo a confronto con il bisognoso, il quale si vergogna di farsi sentire per non umiliare ulteriormente il suo io e la sua famiglia, perché dinnanzi alle sofferenze gli hanno insegnato a pregare e non ribellarsi all’ingiustizia.

Un detto millenario tramandato attraverso le generazioni, comprova che la parola arriva più lentamente allo scopo, se coinvolge la necessità di soldi, non per il Bunga Bunga o per i vari sprechi del Potere, ma per la sopravvivenza dei cittadini, terminando quasi sempre con una silenziosa azione di disinteresse.

Se il Premier Monti avesse a cuore la rinascita del Paese, avrebbe iniziato a ripulire il marciume Istituzionalizzato che offende l’Italia e i suoi cittadini, invece di seguire il programma dell’oste, il quale aggiunge acqua al vino per far quadrare i conti.

In un momento poco felice del nostro Paese, bisognerebbe che ognuno coltivasse nel giardino di casa, piante selezionate per il sostentamento delle proprie necessità alimentari, oppure rifornirsi direttamente dal Contadino, per risparmiare.
I Politici si fanno strada con le parole e nel loro sparlare non sempre riusciamo a trarre il senso logico dell’intero discorso, perché la Politica è niente altro che il brain storming del singolo individuo, condizionato dal suo personale ragionamento sugli interessi di parte, ricorrendo all’astrattismo delle parole, le quali dipendono in primo luogo dallo stato di benessere che deforma il pensiero, seguendo gli interessi dei tempi.

Pagare oltre misura i servitori dello Stato è controproducente, per il fatto che crea una situazione di superiorità nel prevalere sugli altri, mentre come servitori dovrebbero usare rispetto e devozione.

Immaginate un Politico che nel suo modo di vedere i numeri, tenta di parlare di scienza matematica, di cui la più schiacciante realtà la troviamo nel debito Pubblico del nostro Paese, trascinato per decine di anni come risultato dell’incapacità di vedere le cifre nella giusta dimensione e poi furbescamente incolpare la crisi, o i vicini di casa. Se al posto della Francia e della Germania avessimo come vicini il Burundi o il Ruanda, ebbene la colpa sarebbe caduta immancabilmente su questi due Stati.

L’uso manovrato delle parole come giustificazione individuale di interesse, possiamo rilevarlo dal presente esempio: un tizio come tanti altri, che per tutta la vita si è macchiato dei peggiori crimini contro i propri simili, va in Chiesa a convincere il suo Dio, cercando di discolparsi con le parole, sostenendo che i suoi peccati considerati comuni nel nostro tempo, non meritano nessun castigo e le eventuali colpe se c’é ne sono, possono essere graziate con una semplice preghiera fatta di altrettante parole, per ripulire la coscienza seguita dalla assoluzione impartita da un altro peccatore, provetto parlatore, magari uno di quelli abituati ad approfittare dei bambini e delle donne sposate in cambio di una caramella.

Le Parole non sono soltanto un modo di esprimersi, di chiedere o di condannare, ma con il regresso della Civiltà, hanno oltrepassato i confini dell’etica Politica e Commerciale, creando per tradizione la virtù dell’onorevole infedele, che si è arricchito carpendo la fiducia altrui con promesse e continui auspici di speranza tendenti a raggirare i credenti, i bisognosi, i deboli.

Con le parole si scrivono anche poemi, lettere e poesie a rappresentare l’anima dello scrittore, a volte piacevoli ed altre meno e dimostrano l’effetto delle parole sul modo di sentirle, di esprimerle o di interpretarle.
Si dice che le parole spezzano i ponti, spostano le montagne, volano alla velocità del pensiero, mettono fine ai rapporti di amicizia e sono spesso causa di rivendicazioni e guerre.

Ma esistono anche le parole usate con garbo, l’espressione gentile, pesate e setacciate con rispetto prima di essere pronunciate, possono costruire simpatie e molto di più, far sbocciare un amore.

La ricorrenza del Natale, fra le tante verità, rappresenta anche il significato della purezza da salvaguardare, che si manifesta nei neonati e nei bambini, la continuità della vita che senza parole apre i cuori alla speranza di un mondo migliore, dove gli adulti possano imparare dalle non parole un sentimento profondo e reale della nostra esistenza.

Anthony Ceresa - a.ceresa2002@libero.it