giovedì 6 ottobre 2011

Crescita dell’impero finanziario bancario di Goldman Sachs e sottomissione feudale degli stati a sovranità limitata…



Comunicazioni di servizio

C’è un intervista effettuata dalla BBC in diretta, ad un trader, un operatore di borsa, o presunto tale, che ha già fatto il giro del mondo, soprattutto nel mondo del web. Perché tutto questa rilevanza ad una intervista di pochi minuti ad un esperto di questioni finanziarie?

Perché il trader ha detto alcune importanti cose, che comunque risultano scioccanti per il grande pubblico televisivo, che non è abituato a sentire come stanno veramente le cose e quindi è impreparato a notizie di questo tipo.

Ma cosa ha detto di tanto importante questo signore di nome Alessio Rastani? Ha detto che: questa crisi è come un cancro. Se aspettano e aspettano senza fare niente, questo cancro continuerà a crescere e sarà troppo tardi. Quello che dovrebbero fare è prepararsi.

Questo non è il momento di credere che i governi sistemeranno le cose. Loro non governano il mondo. Goldman Sachs governa il mondo.

Una verità accecante, tanto è chiara per chi da diversi anni segue le vicende finanziarie economiche legate alla crisi. La più grave crisi che l’umanità abbia mai subito. Il trader ha detto che: Il re è nudo.

Goldman Sachs è la più potente delle banche considerate comunemente troppo grandi per poter fallire. Insieme a lei (Citigroup, JPMorgan, Morgan Stanley, Bank of America, (HSBC), oltre alle Inglesi Royal Bank of Scotland-AbnAmro e Barclays, alla tedesca Deutsche Bank, hanno in mano oltre l’80% del mercato mondiale dei derivati.

Le stime dei prodotti derivati mondiali, si aggirano intorno ai 400/500 mila miliardi di dollari. Una cifra pazzesca pari a 7/8 volte il pil mondiale, l’intera produzione mondiale, quella che deriva dall’economia reale, cioè dal lavoro di miliardi di persone. La finanziarizzazione dell’economia ci ha portato alla crisi del 2008 e probabilmente ci porterà ad una situazione di gran lunga peggiore di questa attuale, perché fra tutti questi prodotti finanziari ce ne sono ancora molti di tossici.

E sono ancora belli tutti lì, nei bilanci delle banche che continuano a iscriverli fra i loro attivi, ad un valore che non corrisponde affatto alla realtà.

Con i prodotti finanziari ad alto rischio si continua a giocare anche oggi, cds, cdo, cartolarizzazioni, etf sintetici, swap e quello che è stato definito azzardo morale continua ad essere la molla che muove tutta l’industria finanziaria. Ecco perché è nata la seconda bolla quella degli attacchi ai debiti sovrani. Il declassamento del rating dei debiti pubblici (fra cui quello dell’Italia) fa parte del disegno organizzato da queste banche, con la complicità delle agenzie di rating, (anche loro di derivazione anglosassone) per scaricare i costi della crisi mondiale sugli anelli più deboli della catena.

I veri obiettivi di questi ripetuti attacchi speculativi non sono il fallimento di uno o più Stati sovrani che resta comunque un esito possibile, ma sono due obiettivi precisi: il primo è la speculazione sui titoli del debito pubblico con il giochetto, prima vendo e poi ricompro dopo qualche giorno con rendimenti più alti e quindi con interessi più alti e maggiori tasse future per i cittadini, di quel paese, grazie anche al meccanismo delle vendite allo scoperto.

Il secondo è l’accelerazione su manovre di contenimento del deficit pubblico e ricerca del pareggio di bilancio, che passino soprattutto dalla vendita del patrimonio pubblico immobiliare ancora di proprietà dello Stato e delle aziende pubbliche, soprattutto quelle che fanno utili. La prima grande operazione di privatizzazione delle imprese pubbliche italiane fu progettata e studiata nel 1992 sul panfilo Britannia al largo delle coste di Civitavecchia.

A bordo c’erano i maggiori economisti italiani e banchieri internazionali, che misero appunto la svendita a prezzi di saldo dei gioielli di famiglia italiana. La storia si ripete, magari questa volta ci sarà maggiore attenzione da parte dei media sui prezzi di vendita delle quote azionarie, comunque l’operazione diabolica consentirà agli istituti finanziari di accaparrarsi i gioielli di famiglia di Stati, proprio come quello italiano che hanno ancora molta roba da mettere sul tavolo delle Privatizzazioni. Enel, Eni, Sace, Finmeccanica, Poste, FS, Fintecna. Per dirla in maniera popolare: tirano a far ciccia !!

A collasso avvenuto si troveranno comunque ad essere padroni di importanti parti di Stati che a quel punto saranno definibili come ex sovrani, il nuovo feudalesimo è vicino e i futuri sudditi sono impreparati.

Daniele Carcea

1 commento:

  1. Molto utile e interessante questo articolo. Sono preoccupato per i miei risparmi e così come quelli di tanti italiani. Non so come andrà a finire.

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