mercoledì 13 luglio 2011

Lorenzo Merlo, l'ecologia profonda ... ed i falsi padroni della vita!


"Di qua e di là del ponte.. la terra è la stessa" (Saul Arpino)

Considerazioni su: http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2011/07/natura-addomesticata-natura-selvaggia.html

Il dialogo col cinghiale è bello. Anche perché è scritto bene. La morale anche, anche perché ci conforta. Quello che si può considerare non è ne bello ne confortante.

I "falsi padroni della vita" è gente come noi. Come noi è soggetta a una certa cultura. In funzione di quella, pensano, credono. Così come è per noi. Ma la cosa ne bella ne confortante è un'altra. Se riteniamo di poter giudicare chi dispone di cultura diversa dalla nostra, compiamo in quel momento quanto loro compiono tirando al cinghiale, quanto loro compiono credendo il cinghiale una loro disponibilità. L'amara prospettiva ha il vantaggio di una sorta di prova del nove. Non che il protocollo della dimostrazione mi stia a cuore. Siccome sta a cuore a molti di noi e a mia volta lo posso strumentalizzare... lo strumentalizzo. La prova consiste nell'immaginare una società dei grandi numeri dove tutti la pensano nello stesso modo*.

Io ho difficoltà ad immaginarla ma qualcuno potrebbe non averne. Il passaggio successivo corrisponde alle seguenti domande:
1. Come è stato possibile arrivarci?
2. Come è possibile mantenerla?

Le domande non sono irrilevanti perché diversamente avremmo una società dove non tutti la pensano nello stesso modo. In quest'ultimo caso penso sia accettabile mettere in contro anche qualche frangia alla quale viene l'idea di approfittarsi del prossimo. Quindi, ad altri ancora, l'esigenza di difendere i beni - comuni e non - della pacifica maggioranza. Questo è solo un millantato punto di ripartenza per tornare a prendere il sentiero che vorremmo abbandonare dicendo che i veri padroni della vita non sono loro ma altri**.

Per inciso, se riteniamo di poter giudicare l'altro in nome del rischio di implosione nel quale tutti crediamo, forse possiamo predisporsi alla guerra. Un po' come ha fatto Bush con il suo amico Blair e tanti altri al seguito.

Non è tutto.
Il ciclo delle esigenze è in qualche modo indotto dallo stato delle cose: quando hai lavorato necessiti di riposo. Appena alzato non t'importa di andare a dormire. Chi ha un progetto non può rinunciare a ogni strumento che gli comporta un passo avanti. Per quanto si possa realizzare una cultura opportuna al rispetto dell'altro, sembra realistico sospettare l'avvento - prima o poi - di qualcuno che approfitterà delle nostre porte lasciate aperte.

In altre parole, il segreto non pare essere nella consapevolezza utile per restare orientati tutti nella opportuna direzione. Non lo è perché mantenere l'inalteralità è inumano. Ed è inumano perché corrisponde ad un ordine razionalistico della vita e del mondo.

Il segreto sarebbe, come dicono i primitivisti, esonerarsi dalla cultura. Almeno da quella dimensione di cultura che loro chiamano simbolica e che personalmente preferisco chiamare mediatica. Tutto ciò che esiste attraverso il linguaggio e che dal linguaggio è trasmesso, implica la tossica cultura della quale vorremmo fuggire, sempre si voglia ritornare ad essere parte della natura. In qual caso il cinghiale non so se sarà lo stesso del bosco di Enzo. Dipenderà da cosa siamo noi. Ma noi chi? Il cinghiale dice "io"?

Non è tutto.
Se saremo natura non avremo modo di raccontare dialoghi con cinghiali o con altri.
Tutto questo per dire cosa?
Per dire che ogni nostra espressione resta antropocentrica, almeno ontologicamente, se non culturalmente. Cioè un ecocentrismo è nelle intenzioni, non può esserlo nei fatti.

Per le istruzioni per sciogliere nell'aria le consapevolezze che creano la cultura mediatica o simbolica che sia rivolgersi a chi lo ritiene progetto alla nostra portata.

*La stessa prova proposta in una società con numeri da raccoglitori-cacciatori non è qui proposta in quanto ha prima la necessità di un programma che ci permetta di pensare sia realizzabile. In verità una dittatura ben fatta potrebbe anche progettarla, resta da capire chi ci sta e chi non ci sta.

** Nel caso si volesse alludere che non ci sono padroni della vita è necessario farsi primitivisti o green anarchy o qualcosa del genere. Ogni altra posizione non lo concede neppure teoricamente. Escludendo gli iniziati alchemici e i mistici.


Queste considerazioni non sono contro qualcosa, sono per qualcosa. Sono per chiedere, a chi lo sa, come partire da qui e arrivare là dove vorremmo. L'unica mia idea è legata al principio di assunzione di responsabilità/legittimazione del passato. So che normalmente la cosa non è gradita ma, a gradimento a parte, sopratutto non mi pare abbastanza per uscire da quella specie di perfezione che è il ciclo dell'avanguardia. Sarebbe, almeno per me, interessante, ascoltare programmi e progetti che hanno come scopo la società che vorremmo. Non ultimo, sarebbe utile conoscere come ognuno di noi la immagina quella società, tanto nelle istituzioni - ammesso ne siano previste - quanto nel quotidiano.


Grazie per l'ascolto.


Lorenzo Merlo

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