lunedì 20 giugno 2011

Michele Bonatesta: "Arsenico nell'acqua potabile. Denuncia alla Procura della Repubblica di Viterbo per epidemia colposa.."




Al Dr. Alberto Pazienti,
Procuratore Capo della
Procura della Repubblica
VITERBO


Oggetto: acqua potabile contaminata da arsenico e da altre sostanze nocive;
esposto-denuncia contro ignoti per possibile “epidemia colposa“;
richiesta screening gratuito da parte AUSL su bambini e bambine da uno a dieci anni di età in tutta la provincia di Viterbo ed accertamento eventuali reati specifici.


Il sottoscritto Michele Bonatesta, nato a Viterbo il 23 aprile 1942 ed ivi residente in Strada Palomba n. 4E, già Senatore della Repubblica Italiana ( XIII e VIV Legislatura), Presidente del Movimento di Opinione e di Politica Sociale e Culturale “ Insieme per il territorio “con sede in Viterbo, via Saragat 8, si rivolge alla S.V.I. esponendo quanto segue e chiedendo che – valutati i fatti – possa eventualmente decidere di aprire una INCHIESTA per appurare eventuali responsabilità disponendo, nel frattempo, urgenti provvedimenti, sempre se ritenuti opportuni.

A sostegno di quanto sopra, sottopongo alla Sua autorevole attenzione quanto evidenziato – su richiesta del sottoscritto – dalla dottoressa Antonella Litta, dell’Associazione Italiana medici per l’ambiente – Isde ( International Society of Doctors for the Environmernt – Italia ) sui PERICOLI DERIVANTI DALL’ESPOSIZIONE DELLE DONNE IN GRAVIDANZA E DEI BAMBINI AD ACQUE ED ALIMENTI CONTENENTI ARSENICO, fenomeno questo esistente nell’intera provincia di Viterbo quantomeno dal 2001 e tenuto ‘ nascosto ‘ sino a poco tempo fa dagli Enti preposti alla tutela della salute dei cittadini, nonostante l’obbligo di legge che prevede la pubblicizzazione, nei confronti della popolazione, dei dati relativi alle concentrazioni di arsenico e quant’altro nelle acque potabili, e quindi del pericolo che corre chi dovesse farne uso domestico.

“La Commissione Europea – scrive la dottoressa Antonella Litta -, con il documento n. C (2010) 7605 del 28 ottobre 2010 e il documento n. C ( 2011) 2014 del 22 marzo 2011, ha ribadito che il contenuto massimo e provvisorio di arsenico nelle acque destinate a consumo umano non deve superare i 10 microgrammi per litro come già stabilito anche dalla legge italiana sin dal 2001 con il Decreto Legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001 www.camera.it/parelam/leggi/deleghe/Testi/01031dl.htm).

In questi due documenti si prescrive, in forma assolutamente vincolante per l’Italia, che alle donne in gravidanza e ai bambini fino a tre anni di età non siano somministrate acque con un contenuto di arsenico più elevato di 10 microgrammi per litro, e che le industrie alimentari debbano utilizzare per le loro preparazioni acque con questa stessa caratteristica di parametro… “.

Prescrizione che, come già anticipato, non è stato possibile osservare dal 2001 ad oggi ( per ben dieci anni consecutivi, dunque) non solo per la mancata divulgazione dei dati relativi all’inquinamento da arsenico ( e non solo ) dell’acqua potabile, dati di gran lunga superiori ai limiti consentiti dalla legge, ma anche per la totale mancanza di provvedimenti adottati sempre che non si voglia considerare ‘ provvedimento sufficiente ‘ l’istallazione delle cosiddette ‘ casette dell’acqua ‘, possibile business per il titolare dell’azienda ma di nessuna oggettiva utilità per la salute dei cittadini.

Ma torno al documento fornito dalla dottoressa Litta.

“ L’Organizzazione mondiale della sanità ricorda ed auspica – scrive - come obiettivo di qualità un contenuto di arsenico pari a zero ( o al più e in via transitoria di 5 microgrammi/litro) nelle acque destinate a consumo umano come vera e sicura tutela della salute pubblica.
L’arsenico infatti è classificato dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro ( Iarc) come elemento cancerogeno certo di classe 1 e posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche, e in parti colare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute.
Sempre più segnalazioni inoltre lo correlano anche ai tumori del fegato e del colon. L’assunzione cronica di arsenico, soprattutto attraverso acqua contaminata – sottolinea la dottoressa Litta – è indicata inoltre da una cospicua e rilevante documentazione scientifica anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche, diabete di tipo 2, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche”.

Questo, egregio dr. Pazienti, è dunque quanto può provocare l’assunzione cronica di arsenico attraverso acqua contaminata negli adulti.

Ma perché tanto ‘ ALLARME‘ nei confronti delle donne in gravidanza e dei bambini sino a TRE ANNI DI ETA’, tanto da vietare loro, totalmente, l’assunzione di acqua potabile contaminata dall’arsenico, indipendentemente dalla concentrazione?

Anche questo è ampiamente spiegato ( e documentato) nella relazione chiesta dal sottoscritto.

“Molte sostanze tossiche, e tra queste l’arsenico, possono, attraverso l’esposizione materna ad alimenti, aria e bevande contaminati, superare la barriera placentare e quella emato-encefalica e interferire in modo negativo con lo sviluppo del feto, soprattutto delle sue strutture cerebrali.
Come noto, da un punto di vista strettamente biologico, il feto ed il bambino sono organismi in rapido accrescimento con una complessa e delicata differenziazione ed organizzazione di tessuti, organi ed apparati. Ogni interferenza o alterazione di questo processo armonico di sviluppo, causato ad esempio da infezioni, dismetabolismi, esposizione a droghe, alcool, sostanze tossiche ( metalli pesanti, pesticidi, inquinanti ambientali etc.), possono creare le condizioni di successive e gravi malattie nell’infanzia e in età adulta.
I bambini inoltre posseggono un sistema immunitario ancora in fase di maturazione, un caratteristico e peculiare sistema metabolico, consumano quantità di liquidi, aria e alimenti maggiori rispetto ai soggetti adulti e questa condizione li rende più vulnerabili all’azione di molte sostanze nocive.
La letteratura scientifica internazionale - della quale la dottoressa Antonella Litta ha allegato una abbondante bibliografia -, con sempre maggiori riscontri, evidenzia il legame tra l’esposizione cronica ad acque ed alimenti contenenti arsenico, in donne in gravidanza e bambini, e molte patologie del neurosviluppo ( Ndd) – autismo, disturbo da deficit di attenzione ( Adhd- attention deficit hyperactivity disorder ), disturbi dell’apprendimento, della memoria, della capacità di lettura, riduzione del quoziente intellettivo, patologie dell’apparato respiratorio, perdita fetale, aumento dei casi di morte infantile e neoplasie…”.

In relazione, pertanto, a quanto sin qui esposto, ritenendo del tutto attendibili le informazioni scientifiche fornite dalla dottoressa Litta, Le chiedo di voler valutare la possibilità che – a fronte dell’inerzia dimostrata dal 2001 ad oggi da chi avrebbe dovuto porre i rimedi previsti per legge a questo pericoloso fenomeno – possa configurarsi quanto meno il reato di EPIDEMIA COLPOSA o altri tipi di reato.

Le chiedo infine di valutare l’opportunità di disporre uno screenig gratuito su tutto il territorio della provincia di Viterbo, da parte della Ausl, tra i i bambini e le bambine da uno a dieci anni di età, per gli eventuali danni che potrebbero essere stati arrecati alla loro salute da una così prolungata assunzione di acqua contaminata da arsenico (e non solo) causa la mancata , dovuta informazione.

Chiedo cortesemente, infine, di essere informato circa le eventuali decisioni che intenderà adottare.

Con osservanza

Michele Bonatesta


Viterbo, 20 giugno 2011

1 commento:

  1. ciao mi chiamo arianna e partecipo alla campagna contro l'arsenico nell'acqua nel viterbese, aggiamo fatto una raccolta firme nei mesi passati e la mozione per attivare dearsenificatori verrà discussa il 24-6 dai tecnici del comune. spero che la mozione passi al consiglio che si terrà ---?se sei interessato alle iniziative sull'argomento puoi andare sul sito dei grilli viterbesi . ciao arianna precarianna@libero-it

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