giovedì 19 maggio 2011

Analisi politica del voto amministrativo di metà maggio... - "Bisogna andare oltre le fazioni per il bene dell'Italia..."


Foto artistica di Gustavo Piccinini

"Le belle statuine di gesso (della politica..) messe a nudo!" (Saul Arpino)

Nessuno stupore davanti ai risultati elettorali di domenica 15 maggio 2011. Risultati che, non c'era bisogno che lo dicesse già Silvio Berlusconi, salvo ripensamenti, prima della consultazione, hanno avuto una grossa valenza politica. Si è trattato infatti di una tornata elettorale dopo non solo gli scandali erotico-affaristici del premier e del suo entourage, ma soprattutto dopo un periodo di governo in cui gli italiani hanno potuto constatare l'insipienza e l'arroganza di una classe politica di individui di basso conio che hanno pensato di far pagare ai cittadini, alle famiglie, alla povera gente, la crisi politica da essi stessi provocata.

La ripresa dell'inflazione causata dalla mancanza volontaria e proditoria di una politica di controllo dei prezzi, la riduzione del potere d'acquisto degli stipendi, il blocco dei contratti del pubblico impiego, i prezzi usurai sulle case in vendita nelle grandi città, l'incapacità di investimenti nel settore pubblico e di una seria e fattiva lotta alla disoccupazione, soprattutto giovanile, la corruzione dilagante che ha arricchito i potenti e gettato sul lastrico i deboli, l'aumento delle tasse regionali e comunali, la distruzione continua e sistematica della scuola pubblica, i costi vertiginosi delle insensate missioni di guerra al servizio degli americani, non potevano non dare che i risultati che hanno dato: la pesante sconfitta di Berlusconi e dei suoi alleati leghisti, colti anche questi, sempre più spesso negli ultimi tempi, con le mani nel sacco e complici nella protezione di Cosentino e soci. Sconfitta che non santifica la vittoria della sinistra, notoriamente, come dice Grillo e come da noi sostenuto ancor prima di lui, cioè da sempre, speculare e identica agli squali del centro-destra.

Per questa ragione, preferiamo continuare l'impegno in un'altra battaglia, quella per i 4 sì al referendum del 12 e 13 giugno 2011 perchè lì, sì, sono in gioco davvero gli interessi e l'avvenire degli italiani.

Nicola Cospito

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