lunedì 28 febbraio 2011

Francesco Pinerolo: "Milano, la letizia è solo sua... Ecco perchè la giunta Moratti se ne deve andare a casa!"




5 ANNI DI SPRECHI E INEFFICIENZE DELLA GIUNTA DI LETIZIA MORATTI A MILANO


1) Società municipalizzate e partecipate in perdita o fallite con buchi enormi. Aver affidato alla politica e non ad esperti il governo delle municipalizzate ha portato alle perdite che molte società come Sogemi hanno ogni anno, o al fatto che alcune societa' partecipate dal Comune come Zincar (guidata dal un consigliere comunale del Pdl Vincenzo Giudice), rischiano di fare un buco di venti milioni o Milano Sport siano fallite o siano sull'orlo del fallimento. Bisogna marcare in modo netto i ruoli di chi deve controllare e di chi è controllato e i Consigli di amministrazione non possono più essere terreno di caccia per i politici che sono in Consiglio comunale o essere vissuti come “compensazione” per chi non viene ricandidato.

2) Le consulenze d’oro di professionisti esterni costano al Comune e anziché essere tagliate, aumentano. È saltato fuori nel gennaio 2011 l'elenco completo degli incarichi esterni distribuiti dalla giunta, e si scopre che la cifra totale sfiora i 50 milioni di euro spesi per affidare 2.773 incarichi al di fuori di una macchina comunale che comunque può contare su oltre 16mila dipendenti e 170 dirigenti. Paolo Glisenti detiene ancora il record degli "stipendi d'oro" concessi dal Comune: 987mila euro. Tra i dieci incarichi costati di più in questi anni, molti sono stati pagati dall'assessore al Verde e al decoro Maurizio Cadeo. Poi ci sono le voci riconducibili direttamente a lady Moratti (1 milione e mezzo) e alla comunicazione (692mila euro). In un periodo di casse comunali vuote, Letizia Moratti, finita anche nel mirino della Corte dei conti per la riorganizzazione della macchina comunale e l'assunzione di dirigenti, si permette di spendere cifre folli per le consulenze.diminuendo le responsabilità e gli stipendi di chi lavorava da tempo a contatto coi cittadini. Gli effetti: tagli ai servizi e aumenti delle tariffe. Bisogna invece valorizzare le tante professionalità interne al Comune, che sono state svilite o ignorate. Sopra le loro teste sono passate decisioni senza che fossero consultati, sono stati imposti dirigenti che non conoscevano le peculiarità dei servizi, e questo proprio perché ci sono state numerose consulenze esterne, in tutti i campi.

Andrebbero tagliate spese per consulenze, per i curatori d’immagine, per gli addetti stampa, viaggi trasferte e spese di rappresentanza.

3) Cuccagna speculativa delle ditte appaltatrici per manutenzioni stradali, del gas e acqua e telefono; colate di catrame appositamente malfatte per speculare sulle buche che riaffiorano precocemente.

4) Cosi' come riporta il Sole 24 Ore, nella classifica delle indennita' piu' alte c’è Letizia Moratti (Milano) con 9.124.25.(ANSA 18-MAG-07). I consiglieri comunali sono ben pasciuti con stipendi fissi mensili di 3.500 euro, compreso agosto quando il Comune è chiuso.

5) Si pensano di spendere 900.000 mila euro per implementare il nucleo a cavallo;

6) Frequenti buffet di abbuffate organizzati all'interno del Municipio, (ANSA 28-GIU-10) a spese dei cittadini contribuenti, in quello che da taluni è stato ormai sarcasticamente definito il 'Cortile dei ricevimenti' o le 'Logge dei rinfreschi', che ha raggiuntio una media di due rinfreschi al giorno, pari alle volte in cui al giorno i cittadini, in media, mangiano.

7) In un momento di difficoltà economiche il buonsenso porterebbe a non spendere in effimero, ma la Giunta Moratti di centrodestra ha addobbato la città di luminarie e installazioni costate uno sperpero di soldi. L’assessore al Bilancio, Giacomo Beretta, afferma che per le luminarie, nei conti 2010, è stato speso un milione: ma questa cifra copre solo le spese delle luminarie tradizionali non l’ideazione e la realizzazione del festival delle luci Led, costato una cifra tra 1,5 e 2 milioni. E ci sono state pure molte polemiche per l’invasività di alcuni marchi nelle luminarie natalizie. Dunque le luminarie hanno pesato sulle casse pubbliche mentre il Comune sceglieva di congelare la spesa per disabili e minori.

E lo sperpero continua: l’assessore al Decoro e arredo urbano, Maurizio Cadeo ha deciso che le luci di Led non si spengano ma debbano proseguite oltre Natale, fino al 23-24 gennaio!

8) La nuova Affittopoli Nel 2007 a Palazzo Marino scoppiò il caso Affittopoli, causato dalla lista degli affitti di immobili comunali e di Enti come il Trivulzio e il Policlinico a prezzi stracciati ai Vip. Palazzo Marino promise di mettere le cifre su Internet, cosa che ha fatto….ma quattro anni dopo, sul sito del Comune. La lista è uno schiaffo in faccia ai moltissimi cittadini in difficoltà che non riescono a trovare casa in affitto. Appare l'altra faccia di Milano, quella del privilegio, fatta di professionisti - medici, architetti, giornalisti... - e di qualche amico e parente di, che per colpa dell’Ente pubblico comunale paga affitti insignificanti. Premiare chi è più ricco senza avere nulla in cambio per un ente pubblico è semplicemente scandaloso. I patrimoni immobiliari del Comune, o di Enti pubblici come il Trivulzio o il Policlinico gestiti anche dal Comune, hanno valori immensamente superiori ai risicati ricavi provenienti da affitti con canoni fermi a dieci anni fa. Tra immobili sfitti e occupati da inquilini storicamente morosi, tante di quelle case danno da tempo reddito zero. Soltanto per il patrimonio del Trivulzio si calcola che in dieci anni si sarebbero persi tra i 40 e i 45 milioni di incassi a causa degli affitti mai rinegoziati. Va anche peggio, e non poco, all’imponente patrimonio del Policlinico: la resa percentuale degli affitti è da economie bloccate: solo lo 0,7, una gestione molto poco votata alla redditività del patrimonio.

Anche il Comune di Milano non è messo meglio per quanto riguarda la gestione del patrimonio: dai dati ufficiali si sa che i ricavi annui degli affitti sono sui 27 milioni e 400mila euro, e di questi almeno 10 arrivano dalle locazioni in Galleria, dove permangono i “contratti low cost” per amici e parenti e il Comune accetta che i negozi in Galleria possano vendere la loro licenza con la formula della cessione del ramo d’azienda invece di far incassare al Comune i soldi del nuovo rapporto di locazione, col risultato di mancati incassi per oltre 7 milioni.

9) le poltrone d’oro in Atm Atm, il cui unico azionista è il Comune di Milano, in tre anni ha visto moltiplicarsi i dirigenti e le spese mentre gli stipendi di fascia alta sono cresciuti di un milione. Erano 26 i dirigenti di alta fascia nel 2007 e sono più di quaranta oggi, tutti con stipendi tra i 150 e i 200mila euro lordi. I sindacati denunciano il fatto che per 40 dirigenti si pagano 5 milioni di euro di stipendio. L'autista e la segretaria del presidente Catania sono addirittura due funzionari.

Un’inchiesta di Repubblica del febbraio 2011 ha mostrato poi la necessità di fare luce su assunzioni e consulenze. È grave poi che Atm, con tutto questo sperpero di denaro pubblico, non trovi i soldi per rinnovare la rete e metterla in sicurezza.

10) tra le tante inefficienze del comune, va poi segnalo il mancato controllo del funzionamento degli uffici comunali (Uff. Igiene dell'abitato, Uff. Emergenze ambientali, ASL) nonostante le segnalazioni ripetute di cittadini e del Difensore Civico, la cui funzione è stata perfino cancellata. Così come c’è assenza di controlli su Aler, cui si è affidato il compito di gestire gli alloggi di ERP, compito gestito con assoluta incompetenza.

11) Per una delle società partecipate del Comune, Milano Ristorazione, negli ultimi cinque anni sono quasi raddoppiate le spese in stipendi per i dirigenti. I dati presentati dal presidente della società, Roberto Predolin, dicono che il costo medio annuo per dirigente è passato da 68.827 euro a 106.845, cifre lievitate anche per le retribuzioni dei quadri, cresciute nel complesso di 189mila euro, con un costo medio annuo passato da 50.376 a 61.966 euro. Fa discutere anche il caso del direttore generale, Mauro Bianchi, accusato nelle settimane scorse di aver incassato — senza avvertire l’amministrazione e la spa — una buonuscita da quasi un milione di euro lordi che il suo contratto gli garantiva in caso di licenziamento o dimissioni. La sua retribuzione complessiva lorda (comprensiva di una tantum e premio) è salita dai 264mila euro del 2005, a 1 milione e 141 mila euro nel 2010.

12) Un altro caso di gestione dei conti fallimentare è quello delle commesse disastrose, prima su tutte quella dell’Expo di Saragozza che ha portato una perdita di 1 milione e 200mila euro. Poi quella alla Sea: l’appalto per gestire i ristoranti della società aeroportuale ha portato una perdita secca per le casse dell’azienda di 300mila euro.

Francesco Pinerolo - francesco.pinerolo@fastwebnet.it

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