mercoledì 19 gennaio 2011

Commenti al Giardino della memoria di Roberto Falvella di Pozzuoli



Il giardino della memoria - (Pozzuoli via Sangennaroagnano 84)
Molti hanno telefonato.
Alcuni hanno scritto.
Grazie a tutti

Ecco quanto hanno scritto:


Complimenti, hai fatto un'opera bellissima!

Franco Carbonara


E’ un'opera di gran pregio quella che hai realizzato, con la quale hai reso onore a Ida che ha molto amato questo posto in cui ha trascorso la sua vita.
Bravo! 

Silvia Zolli


Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
da svegliare la furia del pallido e del freddo,
da sud a sud solleva i tuoi occhi indelebili,
da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.
Non voglio che vacillino il tuo riso o i tuoi passi,
non voglio che muoia la mia eredità di gioia,
non chiamare il mio petto, sono assente.
Vivi nella mia assenza come in una casa.
E’ una casa tanto grande l’assenza
che c’entrerai attraverso le pareti
e appenderai i quadri là nell’aria.
E’ una casa tanto trasparente l’assenza
che senza vita io ti vedrò vivere
e se tu soffri, amore, morirò anch’io.
Pablo Neruda

Nicola Sguera


Caro Bobby, ti ringrazio per il bellissimo allegato sul Giardino della Memoria che, anche se piuttosto lentamente, potrebbe un domani convincere qualcun altro a proseguire in tal senso. A mio parere vi è un certo rischio che qualche malintenzionato ignorante possa danneggiarlo cercando valori o altro.

Albino Albini



Mi sembra un'ottima idea. Comunque le foto rendono bene l'idea del luogo ed il tratteggio del passato  impreziosisce il documento.
Grazie. Un cordiale saluti a voi tutti e baci ai piccoli.

Antonio Lubrano e famiglia.



Caro Roberto... Ho visto il "luogo" e l'ho sentito molto affine al mio "luogo". Tu sai che anni addietro inviammo una petizione al Parlamento (Paolo D’Arpini, e numerosi altri cittadini, da Calcata) per la libertà di sepoltura e cremazione ecologica … sin dal 5 dicembre 1995. La dispersione delle ceneri nel propio terreno in Campania è possibile... Qualcosa di buono Bassolino l'ha fatta! Sono spiritualmente a te vicino....
Ti abbraccio

Paolo D'Arpini



Carissimo Bobby, quello che hai realizzato tocca aspetti seri del vivere e del  sentire, mi limiterò agli essenziali. La morte è cosa seria, che i vivi (nella superficialità della vita moderna), affrontano in modo maldestro e buffonesco, fino a quando non ci sbattono il naso !
“…   sti ppagliacciate è ffanno sulo 'e vive, nuje simmo seri ... appartenimmo a’ morte !” (‘A Livella di Totò)
Tu invece hai creato qualcosa di bello e di profondo, che ti fa onore, ma manca qualcosa di essenziale, almeno per me.
La morte non distrugge, ma trasforma, “Tutto ciò che è, non può non essere” (Parmenide, Aristotele), anche la nostra coscienza  che, nei viventi, percepisce le cose “luminose” e “calde” e, nei morti, quelle “oscure” e “fredde” (ho scelto Parmenide per una certa affinità con il sito e la storia del luogo: nacque nell’odierna Ascea).  D’altra parte “Lo stesso è il pensare e l’essere”: non si può nemmeno pensare a una cosa che “non è”, perché basta il pensiero a renderla esistente.
La memoria è una forma profonda del “pensare”, ma a patto che sia la memoria profonda, la “Mnemosine”: un pensare profondo, luce e fuoco, conoscenza (ed amore) di coloro che ricordiamo (cui non permette cadere nell’oblio).
Quindi nel sito, come lo vedo io, manca una lampada, un fuoco !
L’anima è eterna, perché è Dio a pensarci: dio è Verità e, quindi, immune dall’oblio (A-leteia). Egli ci penserà in eterno ed è nel suo pensiero eterno che noi eternamente saremo.
In definitiva , nel sito che hai creato,  mancaDio (il divino,  il Theion greco), l’occhio nel quale, contemplando noi, scorgiamo noi stessi e ritroviamo gli altri apparentemente perduti.
Cito Platone:
“Se un occhio ne contempla un altro e guarda dentro la sua parte migliore, con cui anche vede, può osservare se stesso ?”, chiede Socrate ad Alcibiade
“Mi sembra di si “ risponde il giovane
“Se invece, l’occhio osserva un’altra parte dell’uomo o degli esseri, non vedrà se stesso. Se, dunque, l’occhio vuole vedere se stesso, deve guardare nell’occhio e in quella parte in cui nasce la forza visiva, che è la vista ?”, dice ancora Socrate,
"È così”, risponde convinto Alcibiade”
Lo stesso vale anche per l’anima, la quale, per conoscere se stessa, deve guardare dentro ….. l’anima, e questa è la vera Memoria (to theion, il divino dell’uomo): la parte di noi da cui scaturisce la conoscenza, in primo luogo la conoscenza di noi stessi.
Infatti (ancora Socrate): “Questa parte è simile al dio, e chi la contempla e conosce tutto ciò che è divino, dio e il pensiero, giunge a conoscere anche se stesso [e gli altri, aggiungo io] il più possibile”.
Il divino emerge , dalle parole di Socrate, come lo specchio più puro, l’unico che mi consente di specchiarmi perfettamente e, dunque, di conoscermi: il divino è lo specchio del tanto agognato “Se stesso”


Luca Zolli




Io non ho il culto dei luoghi, per cui entro poco nel merito… ma il giardino della memoria è intimo e sentito … Caio.


Rosaria Matarese


Altre note da

Giovanni Barricelli

Andrea Buono

........

Grazie! Bobby, Vittoria, Pasquale, Giovanni, Camilla
Tel. 081 081 621214, 3356249512, mail: riciclo idrico@alice.it

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.