lunedì 31 gennaio 2011

Gianluca Uda e le immagini fotografiche raccolte a fin di bene...

Da quando ha iniziato a svolgere attività di volontariato Gianluca Uda, 29enne da Viterbo, non ha più smesso e sembra intenzionato a non smettere.

Inizia nel 2008 in Tanzania, nella provincia di Iringa, in un villaggio dove si è occupato di bambini con gravi deficit, aiutando un centro nutrizionale per i bambini malnutriti, non trascurando aiuti di ordine pratico a famiglie povere.

Nel 2009 un anno in Bolivia come Casco Bianco nella città di La Paz, nelle Ande, a quasi 4000 metri sul livello del mare, questa volta occupandosi di senzatetto con problemi di alcool e droghe, cercandoli direttamente nei bassifondi per dargli un pasto e un tetto dove passare le freddissime notti andine. Altra attività non meno importante è stata quella di gestire un piccolo pronto soccorso o pagare le prestazioni ospedaliere, dato che in Bolivia sono tutte a pagamento.

Il 2010 è stato l’anno del Bangladesh dove è stato, in due periodi, per quasi tutto l’anno.
Nel paese dei monsoni, dove la povertà e la miseria sono a livelli per noi inimmaginabili, in un villaggio nel sud, Gianluca ,si è prodigato negli aiuti ad una comunità di circa 600 persone con molti portatori di handicap, aiuti che vanno dall’insegnamento di tecniche agricole alla gestione di una scuola, un centro sanitario e la distribuzione di medicinali. Il prossimo 2 febbraio partirà per un altro anno, il 2011 sarà la volta dello Sri Lanka…

Gianluca, amante della fotografia ha realizzato il calendario 2009 sulla Tanzania. L’intero ricavato della vendita, visto che le spese sono state donate dallo zio tipografo, sono state spedite a quella comunità. Dall’esperienza boliviana ne è scaturito un libro fotografico ”LA CALLE Contrasti Boliviani” e dagli appunti di quell’anno anche un libro “La Mama Calle”, entrambi sono in distribuzione on-line su “ilmiolibro.it”.

Altre fotografie le potete trovare sul suo sito www.gianlucauda.it/

sabato 29 gennaio 2011

"Religione dell'Olocausto e negazionismo due facce della stessa medaglia...." - Lettera aperta a Christus Rex



Gentili Redattori di Christus Rex, debbo premettere che non sono un praticante o credente cattolico, pur che fui battezzato, ma leggendo l'articolo apparso sulla vostra rivista con la presa di posizione di Marcello Veneziani in merito alla Legge contro il "negazionismo" mi son trovato con lui d'accordo, come - a suo tempo- apprezzai l'articolo dell'Osservatore Romano dello scorso ottobre (vedi sotto) sullo stesso argomento.

Ebbene è trascorsa da poco la ricorrenza del 27 gennaio, in memoria dello sfondamento dei cancelli di Aushwitz, ed il ministro Alfano già preme per la calendarizzazione di un testo di legge sulla shoah e contro il negazionismo.
Riporto qui alcuni stralci, su questo argomento, dall'intervento sull’Osservatore Romano (articolo del 19 ottobre 2010):

(Vedi nel blog http://paolodarpini.blogspot.com/2010/10/losservatore-romano-si-dice-contrario.html)

In cui tra l’altro é detto. «Negare l’Olocausto è un fatto gravissimo e vergognoso» afferma il giornale vaticano e continua «La storia non è vera per legge. Ma punire per legge chi sostiene questa tesi, e quindi di fatto stabilire ciò che è storicamente vero attraverso una norma giuridica, non è la strada giusta. Anzi, rischia di essere controproducente: in democrazia la censura non è un mezzo corretto, e si finisce per far diventare martire chi vi incappa.»


Va poi aggiunto che la maggior parte degli storici, non certo in odore di negazionismo, siano comunque contrari ad una legge di questo genere, per la quale i Presidenti di Camera e Senato hanno già annunciato la loro posizione favorevole a un veloce iter di approvazione.

Nell'articolo menzionato sopra l’Osservatore Romano non dimentica di citare David Bidussa, opinionista di “Moked”, il portale dell’ebraismo italiano, che ha scritto: «Una legge contro il negazionismo non sarebbe né una scelta intelligente, né una scelta lungimirante. Non aiuta né a farsi un’opinione, né a far maturare una coscienza civile. L’Italia ha bisogno di una pedagogia, di una didattica della storia, di un modo serio e argomentato di discutere e di riflettere sui fatti della storia. Non servono leggi che hanno il solo effetto di incrementare la categoria dei martiri».

Anch’io sento il dovere, come membro di una famiglia originariamente ebrea, e che si é salvata dalla deportazione con la “conversione” al cristianesimo (durante il periodo fascista) di esprimere un mio parere su questo controverso tema.

Innanzi tutto é vero che la storia e la verità storica e perciò la politica conseguente all’ultimo conflitto è stata definita dai vincitori… e non solo per la questione ebraica ma per ogni altro aspetto. Ma se si vuole riaffermare “l’umano e l’universale” che sta oltre le opinioni avverse occorre equanimità e la capacità obiettiva di considerare i semplici fatti e le situazioni in cui questi sono avvenuti. Nel “legalismo giuridico” -che non è più giustizia- vincono al contrario i “cavilli” e ciò è significativo di un percorso funzionale a “costruire” la verità (che è poi quella di comodo di una o dell’altra parte).

Ed ancora.. lasciando da parte ogni speculazione sul passato, secondo me, bisognerebbe evidenziare anche come sia stata utilizzata per fini economici ed ideologici la tragedia dell’olocausto, i soldi raccolti a nome dei deportati, le pressioni politiche per far approvare leggi liberticide in Europa, la creazione di una nuova “religione” dell’olocausto, etc. Allo stesso tempo é controproducente abbracciare la causa della libertà di pensiero partendo dalla difesa o giustificazione del negazionismo.
Mentre possiamo evidenziare come sia andata strutturandosi nel tempo una verità “basata” sul senso di colpa e sulla convenienza politico economica dei governi che hanno preferito cedere alle pressioni dell’industria dell’olocausto piuttosto che venir tacciati di collaborazionismo revanscista con i passati regimi fascisti. Questo ovviamente soprattutto in Germania e Austria (e forse prossimamente anche in Italia..) dove la “verità dell’olocausto” ha assunto connotati quasi religiosi e “stabiliti per legge”.

In questo momento ritengo sia importante poter indagare sulla veridicità dei fatti, stabilendo la verità sull’olocausto come dato di fatto storico, comprovandolo solidamente (se si vuole anche in senso etico), senza cavillare sulla negazione o sull’affermazione forzosa ma scoprendo “come” sia avvenuto e “perché”, evidenziando allo stesso tempo l’incongruenza di comportamenti speculativi politico-religiosi conseguenti ad esso. Allora forse si potrà smuovere l’opinione pubblica e pian piano anche inserire altre verità sul modo in cui l’olocausto è avvenuto, soprattutto di come in quel periodo il razzismo avesse colpito in ogni campo, contro l’uomo in generale, e non solo in Germania ma anche in Russia, e anche in America dov’era stata aperta la caccia alle streghe comuniste e la persecuzioni di migliaia di cittadini colpevoli di pensarla diversamente dal potere in carica. La persecuzione è stata a livello mondiale e contro l’uomo e la sua libertà espressiva in generale.
Ho qui accennato alla necessità di cambiare impostazione se si vuole superare la contrapposizione ideologica, fra fautori della “verità olocaustale” e suoi negatori, per poter “scientificamente” affrontare il problema della “verità storica” e questo processo non può essere ottenuto “per legge” che altrimenti la ricerca risulterà tarpata e viziata….

Paolo D’Arpini
Presidente Circolo Vegetariano VV.TT.
circolo.vegetariano@libero.it
Tel 0733/216293

venerdì 28 gennaio 2011

Roma - Cinque Giorni: "Richiesti danni per un milione e centomila euro per aver chiesto chiarimenti sul GP Eur"

Riceviamo questo comunicato stampa dal giornalista Maurizio Ceccaioni
("Cinque Giorni" - Quotidiano gratuito di Roma e Provincia
Redazione: via C. Colombo 134 00147 Roma www.cinquegiorni.it)

Caro Paolo D'Arpini, siamo registrando il consolidamento del "Colpirne uno per educarne 100"? In questo momento, il CS dovrebbe circolare molto visto il consolidarsi dello strumento della intimidazione nel vitale settore della Informazione - Quarto potere (tipo: telefonata durante "L'infedele"; idem durante "annozero")
Vito De Russis

Comunicato stampa
RICHIESTA DI RISARCIMENTO DANNI DEL PRESIDENTE DI FEDERLAZIO

Gp Eur, Flammini chiede un milione e centomila euro al quotidiano "Cinque Giorni"
L'organizzatore del mancato Gran Premio di Roma cita il free press capitolino, colpevole di aver chiesto risposte sulla provenienza degli investimenti per portare all'Eur il circo dei motori.

«Vuole tapparci la bocca, ma noi non ci faremo intimidire», commenta la Direzione del giornale Maurizio Flammini, presidente di Roma Formula Futuro Spa e organizzatore del mancato Gp dell'Eur, ha chiesto un risarcimento danni al quotidiano "Cinque Giorni" per una cifra complessiva di 1.100.000 (un milione e centomila) euro. La citazione, pervenuta questa mattina negli uffici della redazione del free press romano, chiama in causa il direttore editoriale Giuliano Longo, il direttore responsabile Christian Poccia e Edizioni Metropolitane, società editrice del giornale.

Nell'incartamento di 15 pagine si fa riferimento a un articolo dello scorso 15 gennaio firmato Giuliano Longo e titolato "I quattordici milioni di Flammini, debiti o investimenti?", ritenuto da Flammini lesivo dell'immagine e della reputazione sua e della RMF. Nell'articolo in questione si chiedeva «ai fautori del Gran Premio di fare chiarezza» in merito alla provenienza dell'investimento di quattordici milioni di euro fatto sul Gp dall'imprenditore e presidente di Federlazio.

«Quello del signor Maurizio Flammini - commenta la Direzione del quotidiano romano - è un tentativo di mettere paura a "Cinque Giorni", di tappargli la bocca. Come altro può esser definita una richiesta di risarcimento danni di un milione e centomila euro per un piccolo quotidiano free press che prova a fare onestamente il suo mestiere?».

«Cinque Giorni - prosegue la Direzione - ha raccontato da vicino il disagio vissuto dai residenti dell'Eur sull'eventualità di un Gran Premio di Formula 1 nel quartiere capitolino, e ha messo in luce le contraddizioni di un progetto contro il quale si sono espressi ambientalisti, cittadini, istituzioni e urbanisti e che a molti, noi in primis, è parso un business, non solo economico ma anche politico, giocato sulla pelle della gente e della città».

«Tutto questo ha evidentemente punto sul vivo il signor Flammini, il quale ora vuole farci pagare il prezzo del dissenso. Sappia però - conclude "Cinque Giorni" - che non ci faremo intimidire e chiameremo a raccolta istituzioni e società civile per difendere il diritto di critica e di cronaca contro potenti e milionari».

Intelligenza selettiva e test etico-psico attitudinali per i politici



Non facciamo come gli americani....

Come per svolgere servizi pubblici, sia a livello impiegatizio che dirigenziale, è necessario partecipare a concorsi e fornire prove concrete della propria capacità lavorativa altrettanto dovrebbe avvenire per le persone che si candidano al governo ed alla amministrazione del bene comunitario, ecco di seguito una proposta di legge in tal senso (Paolo D'Arpini)

Ritengo quanto mai necessario entrare nell’ordine di idee che i politici che intendono ricoprire cariche pubbliche di un certo rilievo siano sottoposti preventivamente a test psico-attitudinali per verificare se il loro corredo morale e mentale sia compatibile a ricoprire l’incarico.
Non si comprende perché per fare politica (che è ciò che maggiormente coinvolge in modo determinante l’esistenza dei cittadini) non è richiesta alcuna verifica delle capacità razionali e soprattutto della sfera morale dell’individuo mentre tali capacità vengono richieste per l’accesso ad altre categorie di lavoro.

Da un’indagine effettuata qualche anno fa dall’università di Perugina, riguardante le motivazioni di coloro che intendevano dedicarsi alla politica, è emerso che il 95% di costoro si pone come obiettivo l’arricchimento personale e solo il 5% è mosso da spirito di servizio alla collettività. Perciò è necessario, a mio avviso, istituire un sistema di seria valutazione per verificare, per tempo, le vere motivazioni degli aspiranti politici. I cittadini hanno il diritto di essere governati da quel 5%.

PROPOSTA DI LEGGE
per l’istituzione di Commissioni di Valutazione
etico-psico-attitudinali per i candidati a ricoprire cariche politiche.

L'art. 5 dello statuto dei lavoratori prevede il divieto di accertamenti sanitari da parte del datore di lavoro sulla idoneità e sulla infermità per malattia o infortunio del lavoratore dipendente. Da li parte tutta una normativa, invece, relativa alle visite mediche. Il datore di lavoro ha la facoltà di far controllare l'idoneità fisica del lavoratore alle mansioni da svolgere da parte di enti pubblici e istituti di diritto pubblico ma non da medici privati di fiducia (cass. pen. 27 gennaio 1999, n. 1133) . in caso di inidoneità fisica, il datore di lavoro può rifiutarsi di assumere il lavoratore (cass. 5 novembre 1987, n. 8120). Inoltre la visita medica preassuntiva è obbligatoria per gli apprendisti, per i minori e per una serie di lavorazioni che comportano rischi specifici. Sulla base di questi scarni elementi, che dovrebbero essere approfonditi con la normativa relativa alla privacy, si potrebbe sviluppare un discorso analogico: noi siamo i datori di lavoro e dobbiamo appurare se quello che dobbiamo assumere, ha le attitudini per questo tipo di attività. (Avv. Vittorio Marinelli)

Preambolo
L'umanità per migliorare la sua condizione e superare la millenaria fase di ingiustizie, guerre e delitti, per realizzare finalmente un mondo di pace, di libertà, di diritto, non ha bisogno tanto di scienziati, letterati, politici, economisti, matematici, quanto di uomini che siano principalmente onesti, giusti e sensibili alle necessità dell’altro, capaci di cooperare fraternamente e di condividere le necessità del prossimo. Se un uomo politico non è un ottimo professionista può non essere un elemento negativo, ma se è egoista e dominato da interesse di parte è certamente un elemento negativo la società.

Non vi è delitto o ingiustizia che non sia collegabile alla coscienza degli uomini; non v’è raggiro, inganno, sete di potere, sfruttamento che non sia correlato alla sfera morale degli individui, come non v’è contrasto che non potrebbe essere risolto se l’uomo fosse più giusto e sensibile. I crimini commessi dall’uomo, incominciando da Caino, che hanno reso questo mondo un luogo di discordie e di contrasti, i problemi che affliggono da sempre l’umanità e che impediscono di realizzare l’armonia sociale, non sarebbero stati commessi se l’uomo fosse stato semplicemente più buono e più giusto.

Se tutti i tiranni della storia avessero avuto una coscienza più giusta e sensibile come avrebbero potuto macchiarsi dei loro crimini? La stessa schiavitù umana sarebbe stata bandita. Se i soldati di tutti gli eserciti avessero maggiore sensibilità d’animo e capacità di condividere la sofferenza dell’altro come potrebbero nuocere al loro simile? Il male supremo della guerra sarebbe eliminato. Se coloro che detengono il potere politico ed economico a livello mondiale fossero ricchi di valori morali come potrebbero sopportare l’idea che qualcuno stia soffrendo la fame, la miseria, le malattie? Coloro che violentano, stuprano, calunniano, fanno del male, come potrebbero oltraggiare il prossimo se il loro cuore e la loro coscienza fosse in grado di condividere la sofferenza del prossimo?

Il popolo ha sempre subito la buona o la cattiva sorte di chi dominava il gruppo o di chi governava sia che il soggetto fosse animato da giusti propositi oppure crudele e tiranno. La difficoltà è sempre stata, ed è quella, di avere al comando qualcuno che oltre ad essere in grado di far rispettare le regole garantisse nello stesso tempo giustizia e benessere per il popolo perché il potente, come il capo branco, tende istintivamente ed egoisticamente a fare i suoi interessi quando non è animato da uno spirito di giustizia e di democrazia.

Oggi i ministeri non funzionano come dovrebbero, la burocrazia è paralizzante, la scuola è sterilmente nozionistica, sui trasporti pubblici si viaggia spesso in modo disumano, le code agli sportelli sono esasperanti, l’aria delle città è irrespirabile, i cibi sono avvelenati, le medicine di sintesi spesso fanno ammalare più persone di quante non ne curino, spesso l’apparato medico è inefficiente (e non solo) e poi ci sono le pensioni da fame, l’incendio dei boschi, l’inquinamento e la distruzione dell’ambiente, i ladri di appartamento, la mafia, la prostituzione, la pedofilia ecc. Ma dietro ad ognuna di queste “disfunzioni” vi è l’uomo con il suo intelletto e la sua coscienza attraverso cui si esprime: ogni effetto del suo operato è conseguenza diretta del suo stato evolutivo morale ed intellettuale.

Un mondo migliore è possibile solo se migliore sarà il cuore e la coscienza di coloro che lo compongono. Se nel mondo vi è ingiustizia, disonestà, violenza, guerre, disoccupazione, ignoranza, malattie ecc. la causa non sta nei meccanismi naturali o sociali che governano l’uomo ma nell’uomo che li fa e li gestisce. Se l’uomo sfrutta ignobilmente i suoi simili, se a volte si rivela un essere spregevole anche nei confronti degli animali e della natura, se è egoista ed insensibile verso la sofferenza altrui, se è capace di azioni abominevoli nei confronti dei più deboli, la causa non sta solo nei meccanismi neurologici del suo cervello che possono inclinarlo a vivere come una animale predatore ma sta soprattutto nella mancanza di sensibilità della sua coscienza che lo rende incapace di condividere la condizione dell’altro.

La soluzione di ogni problema sociale non sta nel sistema ma nell’uomo che lo fa e lo gestisce: qualunque sistema sarebbe ottimale se a gestirlo fossero uomini giusti e sensibili, per contro nessun sistema è in grado di garantire pace e benessere se a gestirlo sono uomini disonesti, ingiusti e rapaci.

Considerato che l’essere umano è tanto più rispettoso delle regole sociali quanto più è sviluppato il suo senso di solidarietà e di giustizia; che è tanto più incline alla fraterna collaborazione quanto più è profonda la sensibilità del suo animo, la capacità di condividere la condizione dell’altro; che ogni ingiustizia ed ogni delitto nasce dall’incapacità emotiva di condividere la condizione della vittima; che ciò che ha consentito e consente l’attuazione di una società civile e democratica risiede nei valori morali dei singoli individui, nella coscienza giusta e compassionevole verso i sofferenti, gli ultimi, gli indigenti, gli emarginati, degli oppressi, i diversi; che la sensibilità dell’animo umano e la ricchezza dei valori morali sono la massima garanzia per il corretto ed onesto comportamento dell’uomo.

Considerato che la democrazia, la giustizia sociale, la fiducia verso le istituzioni ed il benessere sociale si sviluppano maggiormente dove i governanti e gli amministratori sociali hanno dimostrato e dimostrano di essere in possesso di quei requisiti di onestà, imparzialità, di umanità e senso di giustizia, oltre che per le loro personali capacità amministrative, e che la condotta di coloro che gestiscono la cosa pubblica influenza notevolmente il comportamento dei singoli cittadini.

Considerato che qualunque reato, qualunque ingiustizia o violenza, dal più piccolo furto all’oltraggio; qualunque crimine, dall’omicidio alla strage più orrenda di cui si può macchiare l’essere umano, scaturisce dall’incapacità della sua coscienza di condividere la sofferenza della sua vittima.

Considerato che è la coscienza degli uomini a fare la storia la qual coscienza si esprime a seconda del grado di sensibilità civile, morale e spirituale dell’individuo e che se la coscienza degli uomini fosse più sensibile, più giusta, più onesta, più rispettosa dell’altro nessuno si esprimerebbe in modo negativo, lesivo, distruttivo nei confronti del prossimo.

Considerato che a nulla serve cambiare i sistemi, i meccanismi politici, economici, culturali se prima non cambia la coscienza di coloro che li gestiscono e che nessuna formula, nessuna dottrina, nessun ideale potrà mai risolvere i problemi fondamentali dell’uomo se prima non cambia il cuore della gente.

Considerato che per superare la lunga fase storica della disarmonia umana, delle ingiustizie personali e sociali, delle violenze fisiche, morali e pisicologiche, delle guerre, per fare in modo che ogni componente la società si esprima sempre in modo positivo, armonico e costruttivo, occorre una sola cosa, semplice quanto difficile da realizzare: rendere migliore la coscienza soprattutto degli uomini che governano il popolo. L’ostacolo da superare, grande quanto l’oceano, è rappresentato dai meccanismi consolidati del potere, programmati per conservare questo stato di cose che consente e giustifica l’ esistenza di tutti quegli organismi preposti alla tutela del diritto e della legalità.

Considerato che il cittadino “modello”, colui che idealmente sarebbe il componente di una società migliore dell’attuale, è colui che (in virtù di un suo bagaglio morale e culturale dovuto alla sua stessa volontà o a fattori genetici), mette in atto quel giusto comportamento etico-sociale che consentirebbe la realizzazione di una società armonica, di rispetto per l’altro, di collaborazione, di progresso.

Considerato che se l’individuo si esprime in modo antitetico rispetto alle norme del buon comportamento, se si macchia di reati o crimini la colpa non è da attribuire soltanto al soggetto, a causa del suo libero arbitrio, o a fattori genetici, ma anche agli organi di formazione dello Stato. Lo Stato ha il preciso dovere, al pari dei genitori, di educare i componenti la sua “famiglia” a quelle regole civili e morali che pretende poi siano messe in atto dai cittadini, altrimenti non ha il diritto di pretendere che i cittadini siano in possesso di valori morali che egli non ha trasmesso; non può chiamare l’individuo a rispondere di ciò che non possiede a causa di carenze genetiche o inadempienze da parti di chi aveva il dovere di infondere certi valori.

Considerato tutto questo, riteniamo che ciò che occorre è rendere migliore la coscienza umana per rendere migliori i sistemi, la società, il mondo; spingere le forze politiche a considerare la formazione della coscienza morale dei cittadini come il primo ed imprescindibile dovere dello Stato nei confronti dei suoi cittadini. Lo Stato, attraverso i suoi rappresentanti politici deve poter infondere, specialmente nelle nuove generazioni, la fiducia verso le istituzioni, il senso del dovere, della giustizia, dell’onestà, il rispetto delle cose comuni, il valore della sacralità della vita e delle differenze formali e sostanziali che la compongono, il ripudio di ogni violenza, di ogni sfruttamento, di ogni predominio.

PER QUANTO SUDDETTO PROPONIAMO

siano istituiti su tutto il territorio nazionale, nelle sedi di Regioni, Province e Comuni, Organismi di Valutazione delle capacità etico-pscico-attitudinali dei candidati nella sfera politica.

Nomina delle commissioni esaminatrici Tali commissioni, nominate e patrocinate dal Presidente della Repubblica, composte da psicologi, filosofi, sociologi, antropologi, personale del CNR e in collaborazione con le Università e l’Istat, saranno convocate al momento opportuno, in numero di 2 per ogni specializzazione, per esaminare i candidati alla politica.

Componenti della Commissione esaminatrice. I componenti di tali commissioni dovranno essere super partes, scelti tra esperti nei campi summenzionati e riconosciuti pubblicamente quali persone di indubbia moralità, saggezza, giustizia, umanità, altruismo e che si siano distinti nei rispettivi campi per la loro imparziale condotta.

Nomina del Presidente la Commissione. Sarà nominato un presidente scelto dalla stessa commissione in seduta plenaria. L’incarico ai componenti la commissione dovrà essere comunicato il giorno precedente l’esame dei candidati. Al momento dell’esame il presidente avrà la facoltà di interscambiare alcuni o tutti i componenti la stessa commissione.

Parametri di valutazione dei candidati. L’analisi sarà improntata a valutare il pensiero razionale, le qualità morali, la sfera emozionale, il senso sociale, le capacità organizzative e amministrative del candidato. Soprattutto sarà necessario verificare se il candidato sia animato da spirito di servizio per la comunità, di senso di giustizia, di onestà, di coerenza, di altruismo, di lealtà, disponibilità e soprattutto della mancanza di interessi di parte. Ai fini della valutazione sarà tenuto conto dei precedenti comportamentali come l’appartenenza ad organismi di volontariato, l’adesione a organizzazioni umanitarie, l’impegno nelle cause per il bene comune.

Sondaggi. Per mezzo di personale appartenenti alle associazioni proponenti saranno effettuati dei sondaggi su un campione trasversale di politici (presi fra tutto l'arco parlamentare). A ciascun deputato o senatore sarà chiesto di sottoporsi al test-studio per evidenziare le qualità morali e soprattutto le motivazioni che spingono i singoli componenti ad interessarsi di politica.
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Risultati dei test. I risultati, in rispetto della legge sulla privacy, dovranno essere scientificamente validi ed inoppugnabili, e potranno essere divulgati sia tramite i mezzi di informazione sia dalle associazioni che li hanno effettuati. I risultati dei soggetti che autorizzeranno la pubblicazione potranno essere esposti all'interno dei seggi elettorali.

Franco Libero Manco

giovedì 27 gennaio 2011

Federalismo bioregionale in Italia... ipotesi e proposte in attesa della unione politica dell'Europa: Stati Uniti d'Europa....


(Nella foto: Paolo D'Arpini in posizione centrale mentre parla ad un incontro bioregionale, seduto alla sua sinistra (in secondo piano) si vede Giorgio Vitali che prende appunti)

Relativamente all'articolo sul federalismo bioregionale
(http://www.circolovegetarianocalcata.it/2011/01/26/no-al-federalismo-che-smembra-litalia-in-repubblichette-regionali-e-penalizza-i-cittadini/)


Scrive Giorgio Vitali:

PUR CONDIVIDENDO LE CRITICHE, OCCORRE TENERE PRESENTE CHE LA REGIONALIZZAZIONE è UNA CONSEGUENZA AUTOMATICA DEL PROCESSO DI AGGREGAZIONE EUROPEO. IN OGNI MOMENTO DELLA STORIA. IN OGNI MOMENTO DEL DIVENIRE NAZIONALE, OGNI ALLARGAMENTO DEGLI SPAZI HA COINCISO CON L'ALLARGAMENTO DELLE RELATIVE AMMINISTRAZIONI. L'ALLARGAMENTO DELLO SPAZIO DANAZIONE A EUROPA UNITA COMPORTA NECESSARIAMENTE LA FINE DELLE PROVINCE E L'AFFERMAZIONE DELLE REGIONI COME UNITà AMMINISTRATIVA SEMPLICE. resta in piedi il problema delle Metropoli, intese come forme post-moderne di aggregazione sociale, presenti in tutti i paesi ed in tutti i continenti. POI resta il problema fondamentale del clientelismo (in senso lato). Il clientelismo NON è fine a se stesso, ma serve per fini politici. Il politico emergente e quello arrivato NECESSITANO di GREGARI (che possono essere anche gruppi di pressione) che vanno accontentati e tenuti buoni. D'altronde napoleone il grande, capace di distruggere in battaglia qualsiasi nemico, dovette soccombere, sicuramente contro la propria volontà, al FAMILISMO, pur di assicurarsi un minimo di controllo del territorio. Malgrado ciò, quando era in Egitto e quando pativa il freddo a Mosca dovette fare i conti con persone che gli fecero un colpo di Stato. In politica, disgraziatamente, le REGOLE non servono"

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Mia rispostina:

....Ed è proprio in seguito all'effetto della aggregazione europea che ritengo utile la suddivisione in ambiti provinciali e città metropolitane, corrispondente al territorio "bioregionale".... anche perché le regioni in Italia non corrispondono esattamente a territori omogenei con una precisa identità storica e biosistemica, mentre le province e le città sì... Infatti l'Italia è nata con i Comuni... che in realtà erano "province" perché comprendevano la città con il territorio circostante che si riconosceva nell'identità cittadina. Ricordi? Le regioni al massimo potrebbero coincidere con gli staterelli signorili i cui confini variavano secondo l'espansione o la diminuzione del potere signorile... Per le città e quindi le province, invece, i confini sono certi. Ricorderai benissimo, tu che sei emiliano, la “differenza” identitaria culturale e politica fra Modena e Bologna, durata duemila anni, ed ora le due città sono entrambe nella Regione Emilia Romagna, che è un'aggregazione spuria....
Saul Arpino (alias Paolo D'Arpini)


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Replica di Giorgio Vitali:

CARISSIMO SAUL ARPINO, CHIARIAMO SUBITO CHE IO NON SONO EMILIANO, BENSì ROMAGNOLO. ROMANDIOLICUS, PER LA PRECISIONE E MIO ZIO IL GIORNALISTA FU UN ACCESO SOSTENITORE DELLA SEPARAZIONE FRA ROMAGNA ED EMILIA( due storie, due civiltà, due economie, sostanzialmente diverse e divergenti), con intrusioni "apparenti" dello Stato Pontificio. Anzi, ha agito culturalmente di più la presenza di Cagliostro rinchiuso a san Leo che secoli di benedizioni battesimi baciapile e predicozzi.

TORNANDO A NOI, LA BATTAGLIA DI CUI TI FAI PROMOTORE è SACROSANTA, MA VA COMBATTUTA SAPENDO CHE...
1) La strutturazione in Macroregioni che verrà a seguito di una più stretta integrazione europea avrà connotazioni economiche (macro regione nord-ovest gravitante sulla Francia e basata sulla disseminazione industriale automobilistica.)
2) Macro regione Nord Est gravitante sull'Europa centrale e ricostituente l'Imper austroun garico con la sua economia in prevalenza agricola.
3) Macroregione Italocentrale sulla base dello storico Granducato di Toscana ( benemerito in tutti i sensi)
4) Macroregione pontificia (Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo) sotto chiara influenza vaticana a base clerico-agricola.
5) Macroregione a sfondo geopolitico, gravitante su Napoli e Palermo, come c'insegna la storia, gravitante nel cuore del Mediterraneo con propaggini di tipo GEOPOLITICO globalizzato, basate sui commerci più o meno leciti, delle varie SACRE CONGREGAZIONI della cosiddetta "malavita". Che NON ha nulla di differente dalla pirateria da cui è nato l'impero inglese e che aveva proprie in quelle zone sicuri approdi.

Ricordo che la nascita delle Nazioni ha comportato la fine dell'Europa intesa in senso Sacro Romano Impero, così come la rinascita delle strutture imperiali ( vedi oggi la TURCHIA) comporterà la fine delle vecchie strutture nazionali. Ricordo ancora che l'Italia è nata dalla mente di Napoleone ( nazionalista e giacobino), che ha inventato anche la nostra bandiera, ed è stata pensata e fatta in buona parte da persone che avevano combattuto con il Grande Corso, o loro eredi DIRETTI.

LA CONCLUSIONE NON PUò CHE ESSERE UNA SOLA: BATTERSI CONTRO LA DERIVA AUTOMATICA, RIPROPORRE UNA DIVISIONE SU BASE BIOREGIONALE COME RIVOLUZIONE IN ATTO CHE GUARDA OLTRE GLI INTERESSI CONTINGENTI.
AGGANCIARSI A SIMILARI FORME DI BIOREGIONALITà DIFFUSE O DA DIFFONDERE NELL'INTERO TERRITORIO DELLA COSTITUENDA UE, CHE DEVE GUARDARE SOPRATTUTTO AD EST...

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Mia considerazione:

Carissimo Fratello Giorgio, per quanto riguarda le macroregioni bioregionali (da te evocate ma sulla cui vocazione industriale ho dei dubbi) la loro formazione potrebbe avere un senso se e ove si raggiungesse l'unità politica europea (ovvero Stati Uniti d'Europa), ma pure in quel caso l'idea degli ambiti bioregionali ristretti (Province) resterebbe in piedi, come forma di autogoverno locale, ed in quel caso si potrebbero addirittura riunire in un solo ente giuridico tutti i comuni della Provincia. Per quel che riguarda le aree fortemente urbanizzate, invece, resta in piedi l'ipotesi di "Città-Regione" (vedi l'esempio di Parigi e la sua banlieu). Ma in tutto questo riassetto "amministrativo" andrebbe comunque considerata l'omogeneità dei territori presi in considerazione (dal punto di vista dell'habitat e del biotopo), infatti la consistenza ecosistemica è uno dei modi di poter individuare una "bioregione" oltre ovviamente alla "identità" culturale, sociale ed umana.
Ciao, Paolo D'Arpini

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Precisazione di Giorgio Vitali:

O gran fedele di Priapo!
Concordo con Te sui temi testé trattati. Tuttavia debbonsi prendere in considerazione (ferma restando l'ipotesi rivoluzionaria da me cennata) le connotazioni geografiche. Per NOstra ( ed altrui) fortuna e per una sorta di isolamento dell'Italia, che ha esportate genti tramite le Repubbliche Marinare, ma nei limiti delle capacità delle navi in uso, fino alla migrazione di massa verso le Americhe, ma nel secolo XIX, le popolazioni regionalmente intese sono rimaste tali e quali l'epoca delle scorribande barbariche. (con qualche eccezione come noi romagnoli, adusi a frequentare miscugli Otrogotico/ Erulo/ longobardico/ bizantini (id est: di tutto e di più). [Io comunque sento scorrere tumultuosamente nelle mie arterie il buon sangue che irrorava ODOACRE il Magnifico. Ignobilmente assassinato, auspice una "fimmina" dal cattivo Teodorico, Primo ed autentico Re d'Italia]. Ciò detto, ed affermato, ad esempio io riconosco a naso gli etruschi, e permettendolo i programmatori del disordine globalizzato, è possibile anche identificare le comuni radici di umani, non umani, vegetali, insetti e quant'altro. In tal caso, e fatta una debita cernita, è possibile di tutto. Eccetto: i pugliesi, naturalmente fatti colà trasmigrare dai Romani avendoli sottratti alla natia Liguria. Gli abitanti dei Castelli Romani, eredi e fisicamente identificabili ancor oggi, dei MORI ivi trasportai come schiavi dopo la battaglia di Lepanto; gli abitanti di Rocca di Papa, discendenti per via diretta di Svizzeri e Lanzi, che ivi dimoravano a difesa delle mura di Roma fino al fatidico 1870, anno maledetto da Pio IX che vi vedeva fonte di sciagure, tant'è che era aduso ad indicare nella Breccia di Porta Pia, che aveva offeso il Buon Dio, la causa di tutti i mali d'Italia.
Ma NOI, che siamo devoti al nome sacramentato di Priapo, di queste cose non rechiamo cattiva memoria. Georgius Romandiolicus.


..................


Mio saluto finale:

E sempre sia lodato.... Fratello Giorgio

Pubblico il tutto nel blog Altra Calcata... altro mondo... Poiché solo in un "altro mondo" tutto questo progettare sarà possibile attuarlo!

Ti ricordo l'incontro del 7 ed 8 maggio 2011 a Treia (Macerata) su "Cure Naturali, agricoltura biologica, alimentazione bioregionale e spiritualità della natura".

Ha annuciato la sua presenza anche la comune amica Luisa di Nepi (che forse potrebbe venire in macchina con te)... Paolo D'Arpini

mercoledì 26 gennaio 2011

Debora MacKenzie: "In Svizzera un referendum popolare garantisce l'uso della medicina alternativa e naturale"

La Svizzera riconosce la medicina alternativa, l’assicurazione sanitaria statale pagherà per cinque tipi di "medicina complementare". La maggioranza dell’elettorato ha votato a favore al referendum, che in Svizzera è preso sul serio come mezzo politico decisionale popolare, non come in Italia.. (Claudio Martinotti Doria)


Segnaliamo questa notizia positiva dalla Svizzera, indicativa della diffusione di una nuova consapevolezza sulla salute.

La Svizzera riconosce la medicina "alternativa" – per ora

Il governo della Svizzera ha ceduto alla pressione popolare e ha decretato che l’assicurazione sanitaria statale pagherà per cinque tipi di "medicina complementare" da ora al 2017, in attesa di una indagine che verifichi se siano efficaci o meno. I sostenitori della medicina basata sulle prove, temono che il processo conferisca credibilità a trattamenti dubbiosi.

La Svizzera accoglie 17.200 medici complementari registrati, il maggior numero per persona nel mondo. Nel 2009, il 67% dell’elettorato ha votato, in base al sistema nazionale del decidere tramite referendum, perchè cinque tali terapie venissero coperte dall’assicurazione sanitaria. Sono l’omeopatia, i trattamenti erboristici e tradizionali della Cina, la medicina antroposofica – che tra altre tecniche usa il vischio per trattare il cancro – e la terapia neurale, che è basata sull’iniezione di anestetici locali vicino ai centri nervosi.

In Dicembre, il gruppo di esperti scientifici del governo ha suggerito che questo sarebbe illegale, dato che la legge richiede che l’assicurazione paghi solo per trattamenti che rispondono a misure d’efficacia oggettiva e queste tecniche non lo fanno. Comunque il governo non può ignorare il referendum.

"L’unica soluzione legale è stato pagare temporaneamente per i cinque metodi, ma collegare una valutazione basata su prove", dice Ignazio Cassis, membro del parlamento federale Svizzero e vice-presidente della Swiss Medical Association. "Questa non è scienza, è politica Svizzera".

Dall’effetto al beneficio

La valutazione sarà basata su un rapporto in merito a studi esistenti delle tecniche. Questo sarà preparato dai medici complementari Svizzeri e quindi verificato da una istituzione indipendente, forse il National Institute of Clinical Excellence dell’Inghilterra. Hansueli Albonico, capo del sindacato dei medici Svizzeri, dice che sono stati eseguiti 2000 studi. Però potrebbero non essere stati rigorosamente controllati come normalmente richiesto per i medicinali. Albonico ha detto ai giornalisti che "ci serve passare dai metodi usati per testare l’efficacia, come quelli appropriati per i medicinali, a studi che mostrino il beneficio complessivo."

Edzard Ernst, professore di medicina complementare all’Università di Exeter, Inghilterra, che ha fatto simili valutazioni di queste tecniche, teme che l’esercizio sarà una perdita di tempo. "Se sarà davvero oggettivo, il risultato è già conosciuto, ma non sarà mai accettato dai credenti".

Cosa peggiore, la Svizzera può trovare dei "falsi positivi" sotto la pressione politica. Nell’Inghilterra, dice, tale pressione ha prevenuto l’azione su un recente rapporto parlamentare che non ha mostrato evidenze per l’omeopatia. Il suo uso è rimasto "a scelta del paziente".

Debora MacKenzie

Fonti:
La Leva di Archimede
AltroGiornale.org

martedì 25 gennaio 2011

L'insegnamento impartito dal saggio Yājñavalkya al re Janaka




"Quello, il quale è consustanziato di conoscenza e sta tra le funzioni vitali, invero, è questo grande Sé non-nato. Esso è colui che dimora in quello spazio che è all'interno del cuore. E' il Reggente di tutto, il Signore di tutto, il Governatore di tutto. Quello non diviene migliore attraverso il retto agire, né peggiore a causa del non retto agire. Quello è il Signore di tutto, è colui che governa sugli esseri e colui che mantiene in esistenza gli esseri. Quello stesso si erge come una barriera a separare questi mondi, acciocché essi non abbiano a confondersi l'uno con l'altro. I brāhmaṇa intendono conoscere Quello attraverso lo studio dei Veda e per mezzo del sacrificio, delle offerte, della disciplina ascetica e del digiuno. Soltanto avendo realizzato Quello si diviene saggi. Quelli che vagano peregrinando, aspirando soltanto a quello stato, errano avendo intrapreso la vita di monaci itineranti. E' proprio per questo, invero, che ai primordi i saggi illuminati non anelavano a una posterità: 'Cosa otterremmo da una progenie, noi che abbiamo realizzato il Sé e possediamo questo mondo?'. Essi, allora, abbandonarono il desiderio della progenie, il desiderio di prosperità e il desiderio verso i mondi e intrapresero la vita di mendicanti. Quello, che è il desiderio della progenie, è desiderio di prosperità, e quello, che è desiderio di prosperità, è desiderio verso i mondi, perché, invero, questi due desideri sono il medesimo. Quello è il Sé indicato come: non è così, non è così. E' inafferrabile perché, invero, non può essere afferrato; indistruttibile perché, invero, non è soggetto a distruzione; senza contatto perché, invero, non ha contatto con alcunché; indipendente perché non vacilla né soffre pena. Invero, questi due [pensieri] non lo affliggono più [il saggio]: 'per questo ho commesso l'errore', 'per questo ho compiuto il bene'. Egli, invero, si porta al di là di entrambi. Le azioni compiute e quelle mancate non lo tormentano più.

'Ciò viene espresso dal seguente inno. Questo [Sé] è l'eterno splendore del conoscitore del Brahman: non è accresciuto né è sminuito da alcuna azione. [Perciò] soltanto di quello [splendore che è il Sé] si realizzi l'essenza! Avendo realizzato quello [splendore che è il Sé], non si è più toccati dall'azione indegna. Perciò, colui che così conosce, una volta che abbia raggiunto la calma mentale, che abbia raggiunto l'autodominio sensoriale, che si sia raccolto, che abbia acquisito una pazienza perseverante e si sia immerso nella concentrazione in sé stesso, costui conosce certamente il Sé nel proprio corpo, egli vede la totalità come il Sé. L'errore non lo soverchia, egli ha trasceso tutti gli errori. L'errore non lo consuma, egli consuma tutti gli errori. Egli diviene senza errore, incontaminato, libero dal dubbio e conoscitore del Brahman. Questo, o sovrano, è il mondo del Brahman, e tu lo hai conseguito" Così parlò Yājñavalkya.

E rispose Janaka: "Io ti offro, o Signore, le terre di Videha insieme anche a me stesso al tuo servizio"

(Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad 4.4.23)

lunedì 24 gennaio 2011

Amministrazione comunale di Faleria: "Prove tecniche di distruzione di un habitat... un tempo florido!"



Ricevo altre notizie sul taglio selvaggio dei boschi di Faleria, un amico, che preferisco lasciare in incognito, anche se lui ha firmato la lettera, mi scrive inviandomi le le prove (fotografiche) di come vengono effettuati i tagli nei boschi faleriani. Le foto sono state scattate dopo il taglio del bosco di Monte dei Porcari, lo scorso anno, nello stesso sito dove l'amministrazione comunale ha previsto l'istallazione di un mega impianto eolico con torri alte centinaia di metri e pale giganti.....

Si vede che il sindaco Bianchi di Faleria vuole superare Parigi e la Tour Eiffel, lui di torri ne prevede un centinaio...

(vedi articoli: http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=eolico+faleria)

Dunque l'anno passato è toccato al bosco di Monte Porcari e quest'anno stessa sorte aspetta al bosco di Fogliano, per motivi forse diversi.. non si sa... Per questo dovreste chiedere al comune di Faleria che sta facendo tutto alla chetichella senza avvisare la popolazione, nè affiggere note informative nella bacheca comunale, il che fa pensare al peggio....

Caro Paolo D'Arpini, ho visto il tuo appello (http://www.faleria.info/Art_articolo.asp?Id=1016) sul sito di Faleria.info . Ma la speranza, ahimè, di risultati è quasi vana. Riusciremo a smuovere, se non i nostri indifferenti amministratori, i diretti interessati-disinteressati abitanti di Faleria?

E’ veramente squallido constatare che davanti a pochi spiccioli e per agguantare qualche voto in più (almeno così loro credono…), si mandi al taglio un bosco, anzi direi L’UNICO BOSCO di Faleria.

Già abbiamo preso atto in passato in che maniera nefanda e irresponsabile vengono fatti detti tagli (ti allego qualche foto del taglio effettuato lo scorso anno dell’ex bosco di Monte dei Porcari), e l’indifferenza degli enti preposti al controllo (che, o non hanno i mezzi sufficienti per intervenire o sono conniventi, non so) e del Comune davanti a simili sfaceli. Ma vi è di più, il bando di concorso per l’asta sul taglio viene fatto il più nascostamente possibile: non un manifesto, pubblicazione o articolo che ne dia notizia. Sistema certificato italiano: isomafia9006.

Per non parlare dei soldi spesi dal comune dopo la strage per ripristinare le strade massacrate da camion, scavatori e trattori a cingoli: anche a livello economico (che purtroppo è il solo valido) questi tagli sono assai discutibili.

Non bastava che i soliti pupilli beniamini con le chiavi della barra di entrata determinassero il traffico all’interno del bosco di SUV, cacciatori armati e arroganti assessori in gita familiare con al seguito comitive di automobili amici; ora il bosco verrà anche tagliato, e per mesi avremo rumori assordanti e desolanti paesaggi ad accompagnarci nelle nostre sempre più rare passeggiate e di chi va a fare sport (paradossalmente c’è un percorso natura-sportivo attrezzato) in quello che era un bel bosco, che ingenuamente credevamo bene comune, e non già bene del Comune. (Lettera firmata)


Grazie giunta Bianchi, degna del Re Sole.... "Apres nous le deluge..!"

Paolo D'Arpini
Referente della Rete Bioregionale Italiana e portavoce di European Consumers Tuscia

domenica 23 gennaio 2011

Francesco Pinerolo: “Facciamo chiarezza su tre questioni del caso Ruby-Berlusconi”

1)Qualcuno afferma che ciò che è avvenuto nella villa di Arcore siano affari privati del Silvio Berlusconi che in casa sua fa quel che gli pare.

Nel caso di specie, Ruby-Berlusconi, c’è un’ipotesi di reato di prostituzione minorile. Sussiste quindi l’interesse primario sia della persona sia dello Stato tutto, che un minorenne sempre, ovunque e comunque possa godere di un sereno sviluppo picofisico e non sia strumentalizzato e sfruttato da un adulto per la soddisfazione dei bisogni dell’adulto. Ciò vale per il sesso, ma anche, ad esempio, per il lavoro minorile.

Il diritto alla riservatezza nel bilanciamento degli interessi, palesemente passa in secondo piano davanti ai diritti inviolabili del minore, ancora immaturo fino ai 18 anni e per questo manipolabile a piacimento. E lo Stato deve agire a tutela della giovane prostituta.

2) La competenza sarebbe della Procura di Monza ?

Assolutamente no, poichè il reato di prostituzione minorile (600 bis cp , l'unico non commesso a Milano ma ad Arcore) è per legge di competenza del tribunale (e quindi della procura per le indagini) del capoluogo del distretto, quindi Milano (Monza fa provincia ma non è capoluogo di distretto giudiziario).

Marco Imperato, magistrato

3) Per il Presidente del Consiglio bisogna mandare gli atti al Tribunale Ministri?

Il Tribunale dei Ministri è competente solo per i reati commessi dal premier o da un ministro "nell'esercizio delle sue funzioni" (e non durante l’art. 96 della Costituzione); evidentemente ciò non è ipotizzabile per il reato di prostituzione minorile, ma nemmeno per la concussione, in quanto in essa il presidente del consiglio avrebbe (secondo l'accusa) "speso la sua qualità" per ottenere un determinato risultato di suo interesse, ma non stava esercitando le sue funzioni essendo del tutto estraneo alla procedura di affidamento che doveva avere ben altro corso e non certo interessare la Presidenza del Consiglio.

Marco Imperato, magistrato

4) È stato violato il segreto istruttorio?

dopo la notifica dell'avviso a comparire, è caduto il segreto delle indagini ai sensi dell'art. 329 cpp : "Gli atti d'indagine compiuti dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria sono coperti dal segreto fino a quando l'imputato non ne possa avere conoscenza e, comunque, non oltre la chiusura delle indagini preliminari. "

Marco Imperato, magistrato

5) E' vero che per la concussione è competente Monza?

No perché, anche se il dr. Ostuni, quando ha ricevuto la telefonata dal Berlusca, si trovava a casa sua a Sesto San Giovanni ciò che conta è che ha successivamente impartito disposizioni al proprio ufficio circa l'affidamento di Ruby Rubacuori all'Igienista Regionale. L'induzione, quindi, non era diretta alla persona di Ostuni, ma a tutta la catena gerarchica della Questura che 'tratteneva' la fanciulla, che come è noto ha sede a Milano.

Francesco Pinerolo

sabato 22 gennaio 2011

Federalismo fiscale... con buona pace dell'ortolano


Qualcuno si sarà chiesto come mai il vaticano ha tardato così tanto a prendere posizione nei confronti delle malefatte sessuali berlusconiche. Ed ora che
finalmente il cardinal Bertone si è risolto a dire due parole... lo ha fatto
coprendosi dietro Napolitano e non nominando il “peccatore”.

Beh, riflettendo sull'evidente cinismo del non vedo non sento non parlo
d'oltretevere mi balenano due sospetti o ipotesi.
La prima è che il Cavaliere utilizza lo IOR per i suoi depositi segreti e
quindi è di famiglia (vaticana);
la seconda è che le leggi varate dal Berlusconi sempre tengono conto degli
“interessi” della famiglia (vaticana).

Ultimo esempio? Ecco cosa ha scoperto l'amico Roberto Falvella di
Econews: Alberghi vaticani esentasse. Un generoso e gradito regalo del governo
Berlusconi alla Chiesa Cattolica …….. ovviamente a spese dei Contribuenti.

Infatti è questa la clamorosa novità nel Decreto IMU (Imposta Municipale
Unica, federalismo fiscale,): la Chiesa Cattolica non pagherà le tasse
(esattamente come per l’Ici del 1992, contro cui pende ancora un
procedimento dell’Unione Europea).

È ovvia la conseguenza: tutto il peso fiscale di questo regalo cadrà sui
Cittadini Contribuenti.

Con buona pace dell'ortolano (quello del cetriolo...)

Paolo D'Arpini - Comitato per la Spiritualità Laica
spirito.laico@libero.it

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Altri articoli sul vaticano:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=vaticano

Etichetta d'origine, ecco la legge... Ma l'Europa potrebbe bocciarla



Approvata dalla Commissione Agricoltura della Camera la legge che prevede l'indicazione della provenienza dei prodotti alimentari. Il rischio, però, è che Bruxelles blocchi l'iniziativa italiana considerandola in aperto contrasto con le norme comunitarie di MONICA RUBINO

Niente più pubblicità con le immagini della Sicilia per il succo d'arancia se la materia prima arriva dal Brasile o con il Golfo di Napoli se le mozzarelle arrivano dalla Germania. Invocata in occasione del recente scandalo del maiale alla diossina 1, l'etichetta che indica l'origine di tutti i cibi adesso è legge. La Commissione Agricoltura della Camera, infatti, ha approvato definitivamente all'unanimità in sede legislativa le "Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari", a conclusione di una battaglia durata oltre dieci anni condotta dalla maggior parte delle confederazioni agricole, Coldiretti in testa. Che oggi festeggia l'approvazione della legge con la preparazione di una salsiccia lunga 100 metri in piazza Montecitorio da offrire a rappresentanti istituzionali e parlamentari di maggioranza e opposizione.

Il rischio, però, è che l'Europa bocci l'iniziativa italiana, in contrasto con la "direttiva etichettatura 2000/13/CE che prevede l'indicazione dell'origine solo a titolo volontario per la generalità dei prodotti, mentre per altri - tra cui orto-frutta, carni bovine e di pollo, uova, miele, prodotti ittici freschi (qui la lista completa 2) - tale indicazione è già obbligatoria. "Potrebbe ripetersi - spiega Dario Dongo, responsabile politiche regolative di Federalimentare ed esperto del blog IlFattoAlimentare.it - un vecchio copione già messo in scena con la legge 204/2004, quando il legislatore italiano provò a introdurre l'obbligo di citare l'origine delle materie prime sulle etichette di tutti i prodotti alimentari. Già in quel caso la Commissione europea, rilevata l'incompatibilità della norma con quella comunitaria, diffidò l'Italia dall'applicarla".

Stesso timore sollevato da Paolo De Castro, europarlamentare del Pd e presidente della commissione Agricoltura al Parlamento europeo, che porta a sostegno dell'armonizzazione della normativa comunitaria un esempio attuale e molto significativo . "L'approvazione della legge sull'etichetta di origine obbligatoria per i prodotti alimentari è certamente un fatto positivo - premette De Castro -, ma ora bisogna impegnarsi in Europa. Per capire di cosa parliamo basta porsi una domanda. Prendiamo l'esempio della diossina: con questa legge l'Italia potrebbe bloccare la carne tedesca e obbligare i produttori a mettere l'etichetta made in Germany? La risposta è no, perché ci vuole una legge europea. Il governo adesso lavori perché il Consiglio Salute dia il suo ok alla norma approvata dall'europarlamento su proposta della commissione Agricoltura, in tutto e per tutto analoga alla legge passata oggi in Italia".

Cosa dice la nuova legge. L'articolo centrale della legge è il 4. La norma prevede che, per prevenire le frodi alimentari e per assicurare ai consumatori una completa e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti commercializzati trasformati e non, è obbligatorio riportare nell'etichettatura l'indicazione del luogo di origine o di provenienza, e dell'eventuale utilizzo di ingredienti in cui siano presenti organismi geneticamente modificati in qualunque fase della catena alimentare.

Per i prodotti non trasformati il luogo d'origine riguarda il paese di produzione. Per quelli trasformati dovranno essere indicati il luogo dove è avvenuta l'ultima trasformazione sostanziale e il luogo di coltivazione o allevamento della materia prima agricola prevalente utilizzata. Entro sessanta giorni dall’approvazione della legge dovranno essere emanati decreti interministeriali da parte del ministero dello Sviluppo economico e di quello delle Politiche Agricole per definire le disposizioni relative alla tracciabilità dei prodotti agricoli di origine o di provenienza del territorio nazionale. Con gli stessi decreti saranno definiti, relativamente a ciascuna filiera, i prodotti alimentari soggetti all’obbligo dell’indicazione nonché il requisito della prevalenza della materia prima agricola utilizzata nella preparazione o produzione dei prodotti. Infine, chi immette in commercio prodotti privi dell’indicazione d’origine rischia una sanzione fino a 9.500 euro. All'articolo 2 si introduce anche il divieto di inserire il nome di formaggi Dop nell’etichetta delle miscele. Il nome potrà comparire solo tra gli ingredienti e a patto che la presenza di formaggio Dop non sia inferiore al 20 per cento della miscela. La legge contiene anche altri provvedimenti che vanno dalla promozione di contratti di filiera e di distretto a livello nazionale all’istituzione di un Sistema di qualità nazionale di produzione integrata, fino all'introduzione dell’obbligo per gli allevatori di bufala di rilevare il latte prodotto giornalmente per assicurare la piena trasparenza ai consumatori.

Autarchia alimentare? All'articolo 5 la legge sottolinea anche che le informazioni relative al luogo di origine o di provenienza delle materie prime sono necessarie al fine di non indurre in errore il consumatore medio e l’omissione di tali indicazioni costituisce pratica commerciale ingannevole. "In questo modo - assicura Coldiretti - si assicura lo stop alle pratiche commerciali sleali nella presentazione degli alimenti per quanto riguarda la reale origine geografica degli ingredienti utilizzati. Niente più pubblicità del succo di arancia con le immagini della Sicilia se viene utilizzato quello proveniente dal Brasile o delle mozzarelle con le immagini del Golfo di Napoli se provengono dalla Germania, come è successo per quella diventata blu". Ma l'autarchia alimentare, oggi, è possibile? "Vincolare il concetto di made in Italy all'origine autoctona delle materie prime è piuttosto limitativo oltre che irreale - spiega ancora Dongo -. Prendiamo il caffè: l'Espresso italiano è rinomato nel mondo grazie a un'eccellente industria di torrefazione. Eppure in Italia non esiste traccia di coltivazioni di caffè. Oppure la pasta: da diversi secoli i pastai italiani hanno imparato a mescolare grandi duri di diversa origine. A Gragnano, una delle patrie storiche della pasta, si possono ammirare le stampe del '700 che raffigurano navi cariche di grano della Crimea (ora Ucraina) sbarcare nel porto di Napoli per rifornire i produttori campani. E allora, vogliamo per questo dubitare della tradizione italiana della pasta di Gragnano?".

Cosa succede in Europa. Intanto, il 22 ottobre scorso i rappresentanti dei governi dei 27 Stati membri Ue hanno trovato un accordo circa l'indicazione d'origine in etichetta dei prodotti alimentari. Il compromesso ha stabilito che:

-è obbligatorio indicare in etichetta il paese d’origine o il luogo di provenienza se la mancanza di questa indicazione possa confondere il consumatore circa l’effettiva provenienza dell’alimento;

- si introduce l'obbligo di indicare l'origine delle carni suine e ovine (affidando alla Commissione europea il compito di definire le modalità di tali comunicazioni nei 2 anni successivi all'entrata in vigore del regolamento);

- quando si indica il paese di origine o luogo di provenienza di un alimento, e questo non coincide con quello dell’ingrediente primario, è obbligatorio dichiarare che l’ingrediente primario ha un’origine diversa da quella dell’alimento. Questo obbligo vale nei casi di una materia prima generalmente non coltivata nel paese di origine o di trasformazione dell’alimento. Per esempio, non sarà obbligatorio indicare l’origine del cacao, né precisare che la sua provenienza è diversa da quella della barretta di cioccolato italiana perché prodotta in Italia;

- entro 5 anni, la Commissione dovrà presentare al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sull'opportunità di estendere l'indicazione obbligatoria d'origine alle etichette di altri alimenti (latte, prodotti alimentari non trasformati, prodotti mono-ingrediente) e ad alcuni ingredienti dei prodotti alimentari. In particolare si valuteranno i pro e i contro dell'obbligo di indicare le origini del latte utilizzato nei prodotti lattiero-caseari, della carne usata nella preparazione di altri cibi (es. pasta ripiena) e in generale degli ingredienti che rappresentino più del 50 per cento dell’alimento (es. farina nel pane).

La Commissione dovrebbe perciò stimare, caso per caso, se l'indicazione dell’origine è possibile, quanto costa agli operatori della filiera e quali vantaggi potrebbe comportare. L’accordo degli Stati membri andrà ora al Parlamento europeo che, nei prossimi mesi, tornerà a esaminare il progetto di regolamento “informazione al consumatore”, in seconda lettura. Vedremo tra l'Italia e l'Europa chi la spunterà.

(Fonte: Notiziario Sanitario Emilia Romagna)

venerdì 21 gennaio 2011

Nord Africa e la ribellione che cova.. Il mondo islamico si prepara alla riscossa, mentre Erdogan (il "nuovo Ataturk") attua la strategia dell'acqua!


"Erdogan ha capito che l'acqua vale più del petrolio..." (Saul Arpino)

.....(...)... La sensazione che si trae da una analisi anche superficiale della situazione in Nord Africa è che siamo alla vigilia di una grande rivoluzione di cui è ancora difficile intravvedere forme e calendario. Sappiamo solo che l’innesco è stato dato in Tunisia da Ben Alì e consorte, mentre l’esplosivo è stato portato a pressione, dall’avidità congiunta delle lobby dell’agroindustria americana e delle classi dirigenti corrotte , scelte e protette dall’occidente.
Questi momenti ribellistici non sarebbero diversi dalle periodiche rivolte contro l’impero britannico nell ’800 se non ci fossero due fatti nuovi: uno politico a nome Ben Laden (nell’800 c’era il Mahdi che però durò e costò poco) e uno geostrategico a nome Turchia di Erdogan.

Turchia, Tunisia e Pakistan erano considerati tra i più fedeli e laicizzati alleati dell’occidente. Il Pakistan dispone già dell’armamento nucleare e la Turchia ( snobbata da qualche intelligentone della U.E.) ha un esercito di due milioni di uomini alle porte dell’Europa.

La Turchia, che da quindici anni ha tassi di sviluppo del 6-7% ha elaborato una strategia semplice come tutte le strategie.

Ha iniziato ad agglomerare attorno a se i paesi turcofoni ( Turkmenistan, Kirghisistan, ecc)che hanno fornito un mercato alle sue merci, quasi invendibili altrove, ed ha trovato convenienti forme di solidarietà politica con un altro paria della comunità occidentale, l’Iran.

Con l’impostazione di questo mini blocco, storicamente non sprovvisto di ambizioni egemoniche, la Turchia ha elaborato la strategia dell’acqua, che è “a monte” di quella del petrolio.

Senza petrolio si crolla dopo un periodo di tempo variante dai 30 ai 60 giorni – a seconda delle scorte - mentre senza acqua il periodo di resistenza si accorcia a due/tre gioni. E’ l’arma assoluta ed ha anche il vantaggio di poter essere presentata come parte di una riforma agraria ed un serbatoio di energia elettrica per lo sviluppo.

Tutta l’area del vicino oriente basa la propria ricchezza sul petrolio, ma la vita fisica di Siria, Irak e Giordania e Israele dipende da fiumi che nascono in Turchia.

Nell’ultimo decennio la Turchia ha creato un complesso di 32 dighe che regolano il flusso delle acque che scendono in Mesopotamia. Approfittando dell’indebolimento politico militare dell’Irak, l’Eufrate è stato “razionato” in maniera particolare. Gli esperti valutano che il flusso si sia ridotto del 40% negli ultimi due anni con danni enormi per l’Irak e minaccie concrete per la Siria.

L’Iran con la forza dell’influenza religiosa sciita e la Turchia con il dominio dell’acqua sono già oggi in grado di costituire una minaccia per l’area politicamente ed economicamente più sensibile del mondo.

L’armamento nucleare Pakistano oggi e Iraniano domani integreranno la forza militare turca che è già egemone nella regione.

A questo rebus geopolitico si aggiunge l’influenza della predicazione di Ben Laden che sta dimostrando nei fatti di essere capace di colpire e di non essere colpita; il suo discorso irredentista fa sempre più proseliti, ma inizia ad essere accettato anche da elementi moderati che vedono ormai con interesse la rinascita di un ideale e di un mercato pan arabo.

Adesso la scelta è tra due scelte “buone” e una “cattiva” . Le due “buone”:correre il rischio di vedere il vicino oriente condizionato dalla Turchia – a sua volta “coperta” dall’Iran che si “copre” con la crisi Afgano-Pakistana, oppure cambiare rotta e ammettere la Turchia nella U.E. incaricandola di controllare l’area per nostro conto. Per questo obbiettivo, il prezzo è salato: comporre il dissidio Afgano, recuperare l’Iran e ridimensionare le ambizioni dell’alleato israeliano.

La scelta “cattiva” è una sola: lasciare che il degrado sia crescente e accettare che Ben Laden e i suoi seguaci si impadroniscano dei paesi arabi ad uno ad uno in un gioco di domino che durerà un ventennio.

L’unico che per ora è corso ai ripari, è lo Sceicco del Kowait che ha già avuto delle disavventure con Saddam e teme il bis dall’interno: ha stanziato un “dividendo di cittadinanza” per tutti i Koweitiani (un milione e duecentomila persone circa), pari a 1000 dinari (2700 euro) e stabilito che per un periodo di 14 mesi siano distribuiti gatuitamente alla popolazione razioni di “viveri indispensabili alla sopravvivenza”.

Troppo poco e troppo tardi?

By antoniochedice

(Il Giornale della Collera)

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Commento di Giorgio Vitali:

"CONCORDO IN PIENO CON L’ANALISI DI ANTONIO. GIA’ DA TEMPO SI SAPEVA DEL GRANDE ATTIVISMO DEL GOVERNO TURCO, IL QUALE, GIUSTAMENTE, SFRUTTA UNA REALTà GEOPOLITICA. O MEGLIO: QUANDO SE NE HANNO I MEZZI E LE POSSIBILITA’ SI SCOPRE CHE LA MADRE DI TUTTE LE MADRI DELLA POLITICA è LA GEOPOLITICA. ED ALLORA LA TURCHIA giustamente RITORNA AL SUO PASSATO, CHE NON è ROBA DA POCO. AL SUO PASSATO ANTE 1918, che sta lì a dimostrare come geopoliticamente il ruolo di quel paese è rilevantissimo. Come aveva capito anche quel genio che si chiamava Costantino. Dipoi, la pressione dell ‘unipolarismo statunitense, in un momento del tutto inopportuno (come, inascoltato, ha sempre sostenuto Luttvak), associata alla lotta mediatica impostata su un mito del tutto idiota come quello dello “scontro di civiltà” (idiozia pari se non superiore a quella contenuta nel Mito della “fine della storia”) stanno facendo il resto. GIUSTAMENTE, ma NOI non possiamo far nulla e ci crogioliamo nella nostra impotenza beninteso solo di carettere operativo, Antonio accusa l’UE di non avere il coraggio di muoversi con decisione. Secondo il sottoscritto l’UE non è silente. L’UE è zoppa perchè deve fare i conti con una GB che continua a pensare il mondo come se fosse ancora ai vertici del suo impero marino ed a vedere l’UE secondo il criterio che ha determinato la sua geopolitica per qualche secolo. (Quella di allearsi con questo e con quello per frenare sul nascere qualsiasi tentativo di egemonia nel Continente).
Quando la GB capirà che il suo destino definitivo è DENTRO l’EUROPA UNITA, forse sarà troppo tardi..."

giovedì 20 gennaio 2011

Luigi Miggiani, barbone a Roma, per amore o per forza...?

>"SOS dal clochard in cravatta, in protesta a Roma da circa un anno e... Tutto tace... Ma non è tutto.."

Ti ringrazio infinitamente per l'attenzione,

e se puoi ti prego di farmi conoscere altri contesti, oppure personaggi seriamente interessati a questa gravissima piaga anticostituzionale che miete morti all'ordine della quotidianità, e nessuno muove un dito.

Io dal canto mio sono uno dei tanti, che se non verrò ascoltato da nessuno come purtroppo accade quando qualcuno porta alla luce un fatto molto toccante, e che implica tutta una serie di vere e proprie "violenze" al diritto, nel senso che esiste lo stato di abbandono totale di un essere "vivente" e tutto sembra che sia normale, mentre una vita umana si stà spegnendo nella assoluta solitudine e disperazione, come quel quell'altro clochard che è morto pochi giorni fa a Roma" farò la stessa fine.

Qualche giornalino grazie a Dio ha riportato la notizia che è morto un altro "clochard" senza dati anagrafici... Nessuno... Ma questo oramai è divenuta consuetudine purtroppo... E nessuno ci fa più caso, mentre avrei potuto essere io oppure qualcun altro, che mai si sarebbe aspettato in vita sua di finire uno senza dati anagrafici...

Ed io sto dicendo e diramando da un anno circa, che questa è la più atroce delle condanne a morte per una persona che crede di vivere in un paese definito... Civile... Che è quella di "vivere quotidianamente la morte" spirituale... Sinchè non sopravvenga quella fisica!..

E questa è condanna a morte quella che è stata sentenziata sia per me che per tanti altri professionisti e non... Come me... Ed in tutto questo esiste un proposito, esiste una ragione la quale stò ancora una volta portando alla luce prendendo spunto dal mio personale caso, quindi sto scrivendo un libro memoriale verità, dove racconto analiticamente tutti i passaggi obbligati che ho dovuto, e mi hanno fatto per forza di cose percorrere, sino a farmi giungere ai bordi di un marciapiede, dove vivo da circa un anno nella mia ultima dimora rimastami, che è la mia vecchia ma fortunatamente "protetta" dalle intemperie "Alfa 164" di circa vent'anni, la quale rischio che mi venga anche portata via, mentre sto gridando che vengano riconosciuti tutti i miei sacrosanti diritti sanciti dalla Carta Costituzionale totalmente ignorata da tutti.

Quindi; questa è la prassi per tutti sin quando privo di forze anche tu; non ce la fai più e bevi un goccio di vino, e cadi a terra come è capitato a quest'ultimo clochard di Roma, come dire che è stata "colpa sua" in quanto aveva il "vizio..." di bere, ma ti assicuro che se non fosse perchè debbo portare avanti questa mia battaglia quotidiana; tutte le sere... Per non pensare a come si possa ridurre un essere umano, lo farei volentieri anch'io!...

Cosa voglio dire? Soltanto questo, e cioè che in uno stato, in un paese definito civile come il nostro e come tanti altri definiti allo stesso modo; non può essere ammesso che un uomo chiunque esso sia e chiunque esso fosse o fosse stato, anche il peggiore dei delinquenti, ladro, assassino o capo di una cosca malavitosa;

può essere lasciato morire solo abbandonato da tutti, semmai ammalato e bisognoso di cure come la maggior parte di queste persone in totale stato di abbandono ed in balìa di se stesso, buttato fuori da tutti i contesti tutelativi allo sbaraglio sinchè morte nonb sopraggiunga.

Un mio lavoro di scrittura sarà mirato a scoprire e portare alla luce il tutto, ho scritto già oltre duemila pagine scritte a mano purtroppo, in quanto non posseggo un computer che ho dovuto per forza di cose vendere per venire qui a Roma, e stò cominciando il terzo dove spero Il Signore che qualcuno... Me lo faccia pubblicare...

Forse sto chiedendo troppo ma ci provo, non ho altri mezzi purtroppo ed oltretutto, stano accadendo delle cose sul mio face book, sulla mia e-mail e quant'altro che non mi risulta normale...

Quindi cerco sostegni da ogni fronte.

Questo; e non soltanto questo è l'isolamento sociale, c'è ben altro purtroppo "altrocchè una scelta personale" come sempre e da sempre hanno tentato e tentano tutt'ora di lasciar passare per buono, per mascherare la realtà dei fatti... E' come mettere il dito davanti agli occhi per coprire il sole; e poi sostenere che...Il sole ...Non c'è...

Ma Luigi Miggiani è venuto a Roma con il chiaro e netto proposito che venga tutto alla luce ed andrà via vivo o morto soltanto quando lo avrà detto ad alta voce in nome suo e di tutti coloro i quali semmai volevano dirlo; e sono finiti "triturati" in qualche cassonetto doi raccolta dei rifiuti per ripararsi dalle intemperie della notte, facendo una morte orrenda...

Bene; griderò per questi e per tutti coloro che avrebbero voluto gridarlo, che vorrebbero farlo e non hanno purtroppo ne i mezzi ne la forza per poterlo fare..
Dirama se puoi anche questa mail, te ne sarò infinitamente grato in quanto la mia protesta deve essere diramata ad ampio raggio e portata alla luce del sole.

Questa è la mia logica e questa è e rimane la mia intenzione... L'ultimo mio progetto... In ragione della tutela della vita umana... In un paese definito civile come l'Italia dove tutto dovrebbe essere garantito dalla nostra Carta costituzionale profodamente violata se non "Profanata!.. Comincianedo proprio dai "Princìpi Fondamentali..." Che coloro i quali ci hanno lasciato "Le penne" molto probabilmente nemmeno sapevano che questa esistesse da 64 anni...la mia età...Da quando sono nato, e che imparavo a scuola alle elementari...
Oggi forse è stata cancellata?

Denuncia pubblica e Lettera Aperta

da Luigi Miggiani - isolamentosociale_clochard@hotmail.it

L'ultimo dei clochard... In tutti i sensi...

mercoledì 19 gennaio 2011

Commenti al Giardino della memoria di Roberto Falvella di Pozzuoli



Il giardino della memoria - (Pozzuoli via Sangennaroagnano 84)
Molti hanno telefonato.
Alcuni hanno scritto.
Grazie a tutti

Ecco quanto hanno scritto:


Complimenti, hai fatto un'opera bellissima!

Franco Carbonara


E’ un'opera di gran pregio quella che hai realizzato, con la quale hai reso onore a Ida che ha molto amato questo posto in cui ha trascorso la sua vita.
Bravo! 

Silvia Zolli


Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
da svegliare la furia del pallido e del freddo,
da sud a sud solleva i tuoi occhi indelebili,
da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.
Non voglio che vacillino il tuo riso o i tuoi passi,
non voglio che muoia la mia eredità di gioia,
non chiamare il mio petto, sono assente.
Vivi nella mia assenza come in una casa.
E’ una casa tanto grande l’assenza
che c’entrerai attraverso le pareti
e appenderai i quadri là nell’aria.
E’ una casa tanto trasparente l’assenza
che senza vita io ti vedrò vivere
e se tu soffri, amore, morirò anch’io.
Pablo Neruda

Nicola Sguera


Caro Bobby, ti ringrazio per il bellissimo allegato sul Giardino della Memoria che, anche se piuttosto lentamente, potrebbe un domani convincere qualcun altro a proseguire in tal senso. A mio parere vi è un certo rischio che qualche malintenzionato ignorante possa danneggiarlo cercando valori o altro.

Albino Albini



Mi sembra un'ottima idea. Comunque le foto rendono bene l'idea del luogo ed il tratteggio del passato  impreziosisce il documento.
Grazie. Un cordiale saluti a voi tutti e baci ai piccoli.

Antonio Lubrano e famiglia.



Caro Roberto... Ho visto il "luogo" e l'ho sentito molto affine al mio "luogo". Tu sai che anni addietro inviammo una petizione al Parlamento (Paolo D’Arpini, e numerosi altri cittadini, da Calcata) per la libertà di sepoltura e cremazione ecologica … sin dal 5 dicembre 1995. La dispersione delle ceneri nel propio terreno in Campania è possibile... Qualcosa di buono Bassolino l'ha fatta! Sono spiritualmente a te vicino....
Ti abbraccio

Paolo D'Arpini



Carissimo Bobby, quello che hai realizzato tocca aspetti seri del vivere e del  sentire, mi limiterò agli essenziali. La morte è cosa seria, che i vivi (nella superficialità della vita moderna), affrontano in modo maldestro e buffonesco, fino a quando non ci sbattono il naso !
“…   sti ppagliacciate è ffanno sulo 'e vive, nuje simmo seri ... appartenimmo a’ morte !” (‘A Livella di Totò)
Tu invece hai creato qualcosa di bello e di profondo, che ti fa onore, ma manca qualcosa di essenziale, almeno per me.
La morte non distrugge, ma trasforma, “Tutto ciò che è, non può non essere” (Parmenide, Aristotele), anche la nostra coscienza  che, nei viventi, percepisce le cose “luminose” e “calde” e, nei morti, quelle “oscure” e “fredde” (ho scelto Parmenide per una certa affinità con il sito e la storia del luogo: nacque nell’odierna Ascea).  D’altra parte “Lo stesso è il pensare e l’essere”: non si può nemmeno pensare a una cosa che “non è”, perché basta il pensiero a renderla esistente.
La memoria è una forma profonda del “pensare”, ma a patto che sia la memoria profonda, la “Mnemosine”: un pensare profondo, luce e fuoco, conoscenza (ed amore) di coloro che ricordiamo (cui non permette cadere nell’oblio).
Quindi nel sito, come lo vedo io, manca una lampada, un fuoco !
L’anima è eterna, perché è Dio a pensarci: dio è Verità e, quindi, immune dall’oblio (A-leteia). Egli ci penserà in eterno ed è nel suo pensiero eterno che noi eternamente saremo.
In definitiva , nel sito che hai creato,  mancaDio (il divino,  il Theion greco), l’occhio nel quale, contemplando noi, scorgiamo noi stessi e ritroviamo gli altri apparentemente perduti.
Cito Platone:
“Se un occhio ne contempla un altro e guarda dentro la sua parte migliore, con cui anche vede, può osservare se stesso ?”, chiede Socrate ad Alcibiade
“Mi sembra di si “ risponde il giovane
“Se invece, l’occhio osserva un’altra parte dell’uomo o degli esseri, non vedrà se stesso. Se, dunque, l’occhio vuole vedere se stesso, deve guardare nell’occhio e in quella parte in cui nasce la forza visiva, che è la vista ?”, dice ancora Socrate,
"È così”, risponde convinto Alcibiade”
Lo stesso vale anche per l’anima, la quale, per conoscere se stessa, deve guardare dentro ….. l’anima, e questa è la vera Memoria (to theion, il divino dell’uomo): la parte di noi da cui scaturisce la conoscenza, in primo luogo la conoscenza di noi stessi.
Infatti (ancora Socrate): “Questa parte è simile al dio, e chi la contempla e conosce tutto ciò che è divino, dio e il pensiero, giunge a conoscere anche se stesso [e gli altri, aggiungo io] il più possibile”.
Il divino emerge , dalle parole di Socrate, come lo specchio più puro, l’unico che mi consente di specchiarmi perfettamente e, dunque, di conoscermi: il divino è lo specchio del tanto agognato “Se stesso”


Luca Zolli




Io non ho il culto dei luoghi, per cui entro poco nel merito… ma il giardino della memoria è intimo e sentito … Caio.


Rosaria Matarese


Altre note da

Giovanni Barricelli

Andrea Buono

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Grazie! Bobby, Vittoria, Pasquale, Giovanni, Camilla
Tel. 081 081 621214, 3356249512, mail: riciclo idrico@alice.it

martedì 18 gennaio 2011

Vito De Russis: "Dignità-numeri-dignità n. 2" - Referendum Fiat e "risultati"



Caro Paolo D'Arpini. Mi sembra "normale" informarti del riscontro, ricevuto via e-mail, sul tema che che conosci, pubblicato su:http://www.circolovegetarianocalcata.it/2011/01/15/vito-de-russis-%e2%80%9crisultati-del-referendum-fiat-e-commento-la-dignita-umana-e-laccordo-fra-le-parti/

Egli sostiene che:

"""Come al solito da sinistra sempre dati inventati. I dati reali di approvazione sono i seguenti:
L'accordo tra Fiat e sindacati per il rilancio dello stabilimento di Mirafiori è stato approvato con il 54% dei sì. Lo rivela l'Ansa citando fonti sindacali. L'accordo era stato firmato da Fim, Uilm, Fismic e Ugl mentre non hanno firmato l'intesa la Fiom e i Cobas. I voti favorevoli all'accordo - riferiscono fonti sindacali - sono stati 2.736 (il 54,05%) mentre i voti contrari all'intesa sono stati 2.326 (il 45,95%), e non il 50,36 come asserito. (sito IlSole24ore).
Se i dati sono sbagliati, mi immagino il contenuto... """



Caro xxxxxxxx,
lasciamo da parte (anche se importantissimo ai fini di assunzione di responsabilità con la propria faccia) il Valore e il significato civile, sociale e morale della parola "firmato" qui usata in sostituzione della più aderente e reale parola "siglato", per entrare nel merito dell'Oggetto: "dignità-numeri-dignità". Vi è contenuta la parola "numeri" e, quindi, il tema dei "numeri" è pertinente. Sostengo che, per proseguire il nostro confronto, i numeri reali sono importanti e, quelli che ci interessano, sono due: quello del totale delle persone-dipendenti Fiat "aventi diritto" al voto, (che, diverse fonti, sostengono di essere 5.431, uguale al mio 5.431); e quello finale del numero delle persone-dipendenti Fiat che hanno votato "SI" (che, diverse fonti, nelle primissime ore del 15 gennaio, sostenevano di essere 2.735, come sostengo io, a fronte dell'odierno 2.736 che riporti). Sul primo numero, 5.431, da quanto arguisco, c'è concordanza. Sul secondo numero, invece, c'è una discordanza, 2.735 e 2.736, che, secondo me, è assolutamente insignificante (per il nostro confronto).
Alla luce di quanto fin qui specificato, appare chiaro ed inequivocabile che abbiamo riportato i "NUMERI REALI" ovvero, nessuno di noi ha inventato niente; e, nemmeno le rispettive nostre fonti hanno inventato niente.
Questa è la pura Verita'.
Punto.
Normalmente (cioè nella società in cui viviamo), siamo abituati a "costruire" (derivare; manipolare; interpretare; proiettare; ecc.) sui numeri reali altri numeri secondo le nostre convinzioni, i nostri interessi, le nostre esigenze, le nostre aspirazioni.


Caro xxxxxxxx,
nel nostro caso, sono proprio questi "numeri costruiti" che differiscono e sostengono la tua e-mail: la percentuale dei SI è del 54,05% (che, credo, riportino tutte le fonti).
Nella mia e-mail, la percentuale dei SI risulta essere del 50,36%. E' il risultato di questa operazione aritmetica: 2.735 diviso 5.431 e moltiplicato 100% (diventerebbe del 50,38% nel caso fossero 2.736 SI).
Operazione aritmetica "diversa" ma legittima e naturale (se effettuata e sostenuta dalle nostre consolidate convinzioni, interessi, esigenze ed aspirazioni tese a realizzare le condizioni di libertà, eguaglianza e fraternità per i membri della futura famiglia).
Già leggendo l'Oggetto (quella parola "numeri" riportata/legata, a destra ed a sinistra, alla parola "dignità") e la informazione in apertura, messa lì come "premessa", si capisce che il Valore della dignità della persona umana occupa il posto centrale ed è ben sostenuto nella sua determinazione universale (Dichiarazione universale dei diritti della persona umana), in quella nazionale (Costituzione italiana) e nella forma assunta durante la rivoluzione francese.
Infine, in chiusura di quella mia e-mail, c'è il doveroso ringraziamento alle 5.431 persone che, con le loro autonome decisioni (assolutamente "non libere"), hanno dato la risposta a coloro che aveva posto (loro) la domanda. Sono quelle 5.431 persone costrette a prendere in mano il loro destino per una svolta (storica?!?!?) abbozzata-imposta in un documento molto sbilanciato (i cui attori-autori non sono identificabili) che hanno assunto la tormentata e gigantesca responsabile decisione.
5.431 membri della famiglia umana che lavorano a Mirafiori e lasciati soli.
A tutti loro, nessuno escluso, va l'unico, sincero ed immenso: Grazie.
Questo assunto non è soggetto a contestazione. Naturalmente, da parte di coloro i quali condividono il sopracitato Valore della Dignità della persona umana (che esclude lo sfruttamento della persona sulle altre persone, esclude il ricatto, non è di sinistra o di destra o di sopra o di sotto, ecc. perchè è universale).
Cordialmente.

Vito De Russis

Giuseppe Turrisi: “E' giunta l'ora dell'improcrastinabile sovranità monetaria!”

>"E' arrivato il momento di voler bene all'Italia..." (Saul Arpino)

Ritorno al nucleare? Avidità di banchieri e petrolieri? Ignoranza del popolo? Dipendenza della magistratura?

Il sistema economico in un pianeta immaginario dovrebbe essere solo per il benessere dell’intera umanità invece in questo nostro pianeta reale è fatto solo per fare stare bene circa il 5 % dell’umanità e fare stare sempre peggio tutti gli altri.
Oggi ci troviamo in un contesto, dove non esistono più regole, dove si può speculare su tutto, sulle armi, sul petrolio, sulla salute e sulla vita umana, sul vaccino, sul cibo, ecc.. dove la corsa all’accaparramento di ricchezze oltre ogni misura diventa peggio del fanatismo religioso, praticamente da cura psichiatrica, se non da manicomio; certi sono talmente ricchi che non riuscirebbero a spendere le loro ricchezze neanche in  venti vite messe in fila, quando poi di vita ne hanno una sola.

Ora volendoci capire qualcosa, come al solito ci riduciamo sempre all’ultimo a decidere le cose sempre e solo in emergenza! Da un lato abbiamo l’egemonia dei padroni del petrolio; tutto il mondo deve sottostare alle scelte sia di prezzo sia di tipologia di fonte energetica, dall’altra la “economia turbo capitalistica” spinta dal meccanismo della “moneta debito” per il consumo sfrenato che induce, indirettamente e direttamente ad essere sempre più energivori sia in ambito famigliare sia in ambito industriale. Ora se non si comprendono seriamente le intensioni dei padroni che hanno messo in piedi  questi due meccanismi di potentato e che ci incastrano e schiavizzano continuamente e impunemente non si riuscirà  mai a risolvere molti problemi (gli altri potentati, come politica, comunicazione sindacati ecc, sono di ordine inferiore ed obbediscono solo a questi).

I petrolieri dal lato loro non hanno nessuna intensione di mollare la loro egemonia sulle nazioni tra cui l’Italia, quindi mai e poi mai vorranno che diventino energeticamente indipendenti, (il caso Mattei basta e avanza per spiegare tutto) significherebbe rinunciare a quantità di fatturati incalcolabili, quindi le compagnie petrolifere (ricchissime) finanzieranno di tutto (anche cose poco legali) in modo che nessuno possa intaccare il potere del petrolio. Lo stesso fotovoltaico, in un primo momento osteggiato, è stato lasciato fatto passare, solo quando in primo luogo i petrolieri (o chi per loro) si sono comprati le fabbriche delle celle (guarda caso che stanno in America e Germania)  e poi quando la tecnologia (monocristallino e policristallino) ormai era (ed è) quasi obsoleta.

Il sistema di vita europeo, poi è talmente energivoro, che la richiesta di energia elettrica, continua a salire, nonostante le continue  (finte) campagne di risparmio energetico (la BCE vuole interessi sull'euro e il parlamento vuole risparmio energetico!!! che ridere!!!).

La Germania che è la “Ccermania” (“questi sono teteschi”) non è arrivata neanche al 10% del fabbisogno energetico elettrico prodotto con il fotovoltaico, e solo questo la dice lunga, su questa tecnologia, e perché ad un certo punto è stata “concessa”.
La nazione l’Italia (perché  noi siamo sempre i più bravi, e qui che  si vede l'italianità delle cose, ci sono gli opposti che si respingono, si va dal pollo al genio), che oltre tutto abbiamo inventato il nucleare con il nostro grande Fermi, l' abbiamo prima fatto formato fior di ingegneri e poi con una campagna mediatica di disinformazione massiccia, ma pianificata dai petrolbanchieri (fatta  fare a politici e ragionieri nel migliore dei casi) e dopo il disastro di Cernobyl, lo abbiamo abbandonato cosi perdendo konw How, soldi, perdendo competitività, posti di lavoro di tutto (pazienza e adesso ne piangiamo le conseguenze).

Fare una scelta del genere (all’epoca) ci ha praticamente messo sotto la gogna dei petrolieri che si sono sfregati le mani (ecco un altro stato pollo che avrà bisogno di noi). Se la scelta antinucleare fosse stata fatta in maniera sistemica ossia da tutta l’Europa (almeno) e accompagnata ad una campagna seria e massiccia di "riduzione dei consumi" allora avrebbe avuto un senso invece ci siamo trovati e ci troviamo nella condizione peggiore che si potesse avere, ( ricordo sempre come ho già scritto fino alla noia: che l'unica energia pulita è quella che non si consuma e che quindi non viene trasportata e non viene prodotta).

Il rischio nucleare (ammesso che quello percepito dal popolo sia quello reale) ce l’abbiamo comunque, perché sia la Francia sia la Svizzera sia l’Austria (e mi fermo) hanno centrali nucleari da cui NOI compriamo energia elettrica, come se non bastasse, noi produciamo la differenza dell’energia elettrica  con centrali a motore endotermico (diesel) ossia motori che giorno e notte buttano nell'aria polveri sottili e che i venti diffondono per tutta l’Italia, mari compresi, oltre a non aver comunque eliminato per niente il rischio nucleare (residuo).

Quindi se fossimo coerenti (ma nel vocabolario degli italiani purtroppo questa parola non esiste) significherebbe che:  se si rifiuta il nucleare dobbiamo anche rifiutare di consumare il 50% di energia elettrica ossia: decrescita, riduzione dei consumi, risparmio energetico, ma poiché anche la "moneta debito"  con il meccanismo dell’interesse prevede solo e sempre più PIL (tradotto significa: Industrie producete e vendete sempre di più), ogni discorso su nucleare si o nucleare non no ha senso (se non per i polli).

Il nostro maggior debito pubblico dipende anche da questo poiché abbiamo dovuto comprare più energia elettrica e più petrolio con soldi presi in prestito da banchieri Privati (chi ci ha guadagnato? Petrolieri e banchieri).

Se chi parla di nucleare, è un ragioniere o un ex magistrato, il nucleare sarà sempre percepito come il grande male. Spesso però bisogna ragionare per mali minori. Sulla percezione del rischio la comunicazione ci ha fatto i soldi; per fare un esempio su come abbiamo la percezione sballata, è statisticamente provato che ne  muoiono sempre di meno in aereo che con l’automobile, eppure la natura umana percepisce più il pericolo nell’aereo. Quanti anni sono che non cade un aereo in Italia? (parecchi)  quanti ne muoiono con l'automobile ( circa 3500  l’anno).

Comprare il petrolio per fare energia elettrica significa spendere soldi che potrebbero essere invece spesi per ricerca  e altre strutture in Italia. Ma vediamo l’altro versante, l’interesse applicato alla moneta debito (tasso di sconto) come sappiamo tutti è proporzionale se l’Italia spende 100,00€ l’anno la BCE incassa solo 2,00€ di interessi (poverina solo per averci prestato cento euro con contro valore niente di niente se no la nostra fiducia stessa che ridere!!!!??)  se l’Italia spende 1000,00€ la BCE incassa  20,00€, ora è chiaro che la BCE non ha nessun interesse affinché ci sia riduzione di consumo di denaro, ne tanto meno riduzione di consumo energetico (ossia altro denaro per comprare petrolio).
 
Mi viene da pensare a quegli imbecilli che ancora in qualche articolo sostengono che la BCE sia una emanazione della comunità europea quando è esattamente il contrario, ma questa è un’altra storia. L’Italia quindi si trova sotto schiaffo da tutti i lati: dalla BCE, dalle compagnie petrolifere, da un governo che prende ordini dai primi due, da una politica sovvenzionata sempre dai primi due, ecc e i cittadini italiani sono ormai spogliati di qualsiasi potere e sovranità ed una magistratura  che ha dimenticato da anni la costituzione nel cassetto altro che stare dalla parte del popolo!!.

In tutto questo contesto la scelta del nucleare, anche se ecologicamente può sembrare la più sbagliata, è l’unica strada percorribile, per ritornare ad essere energeticamente (in parte) autonomi  (tanto aspettare la maturità del popolo europeo alla riduzione del consumo energetico è assolutamente utopistico) ciò per non dipendere dai petrolieri e dai banchieri. Stanno facendo di tutto per far cade Berlusconi (contestabilissimo quanto si vuole) ma che ha fatto delle scelte che andavano verso questa direzione, ossia liberare l’Italia almeno dal cappio petrolifero americano sotto il profilo della produzione della energia elettrica.

Per la libertà dal cappio della moneta debito dovremmo aspettare  (purtroppo) la rivolta popolare e non manca molto (massimo due anni), il dispiacere sarà quello che comunque il popolo  non capirà mai  chi sono i veri colpevoli di questo scempio di stile imperialistico Goldmann Sachs.

L’energia è il potere della "moneta debito" sono i due pilastri con cui si controlla il mondo, se il popolo non entra  con pieno diritto a potere scegliere e dire la sua su questi dei grandi sistemi ogni discorso è inutile. La giustizia dovrebbe riportare le cose nella giusta dimensione che è quella della difesa della dignità umana ma al momento è quasi una utopia.

La magistratura, che dovrebbe rimettere le cose a posto, ispirandosi alla carta costituzionale, orma utilizzata solo per citazioni aleatorie, non  è assolutamente libera (altro che certezza del diritto), poiché sa (almeno alcuni) come stanno veramente le cose, si è piegata al potere dominate bancario.

Il potere di somministrare la giustizia, purtroppo dipende anche dai soldi che la magistratura ha a disposizione e poiché questi non sono più nella disponibilità dello stato (perduta sovranità monetaria) ma lo stato li prende in prestito dalle banche e li centellina al suo apparato.... quale giustizia indipendente possiamo pensare di avere ? (la giustizia è uguale per tutti, escluso banchieri petrolieri e multinazionali che la esercitano attraverso il loro poteri)  !!!! 

Ora come ho detto migliaia di volte continuare a pensare che: Berlusconi, Bersani, Fini, Vendola, (chi volete!) destra,  sinistra, partitini neo comunisti, neo fascisti o giustizialisti possano risolvere qualcosa è solo il film che ci proiettano ogni giorno per darci l’illusione che qualcuno di questi attori (di un teatro di periferia di provincia che ci hanno portato a questo punto) possano risolvere qualcosa.

I problemi non possono essere risolti dal livello di intelligenza che li ha generati (Einstein). È necessario pulire l’aria da questi inutili gerontodinosauri in estinzione che continuano a obbedire all’impero neoliberista petrol-bancario.

Popolo!!! l’ora è giunta, non è più tempo di dormire, è necessario ritornare alla dignità umana e alla sua sovranità.   Cercherò di essere ancora più chiaro e in maniera disarmante: "Qualunque partito non metta come primo punto del programma e come emergenza assoluta, il ritorno alla “sovranità monetaria di stato”  vi sta solo fregando (per non dire altro), oltre ad essere d’accordo con l’impero "neoliberista petrol-bancario".

Buona Dignità a tutti.
 
 
Giuseppe Turrisi

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Altri articoli di Giuseppe Turrisi:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=giuseppe+turrisi