domenica 31 ottobre 2010

Laicità: siamo sicuri di sapere cos'è? - di Danilo D'Antonio

In questi ultimi tempi il concetto di LAICITA' viene richiamato piuttosto di frequente. Urge allora riflettere sulla necessità di riportare in auge il significato originale di questa parola, cara alle persone ragionevoli, e di distaccarsi nettamente dal significato che le fu successivamente dato dagli irrazionali superstiziosi.

"La parola [laico] è originata dal greco Laikòs - del popolo, estensione del termine laós - popolo e contraddistingueva l'appartenente alla moltitudine degli uomini in contrapposizione agli appartenenti a una comunità chiusa." narra Wikipedia, aggiungendo: "Il termine fu poi usato in ambito religioso per indicare colui che, appartenente alla moltitudine dei fedeli, non è appartenente alla gerarchia del suo clero, la comunità chiusa".

http://it.wikipedia.org/wiki/Laico
vedasi pure: http://www.etimo.it/?term=laico

Ebbene: oggi che la parola laicità viene solitamente intesa come rivendicazione di una propria autonomia decisionale rispetto al condizionamento operato da un'autorità superstiziosa, come possiamo non porre in risalto l'ampio senso originario della sana regola di vita collettiva richiamabile con la parola LAICITA'? Questo principio, nel significato generale che aveva all'origine, chiarisce alla perfezione cosa sia la DEMOCRAZIA, aiutandola a realizzarsi appieno.


Democratica è quella organizzazione economico/socio/politica che permette ad ogni suo componente di partecipare in modo appropriato alle attività d'interesse collettivo. All'interno di ciò che pertiene la collettività non possono esserci cricche, caste e lobby. Al contrario le persone, per il tramite di una armoniosa dinamica, hanno da disporre della possibilità di partecipare direttamente, secondo capacità e competenze, alla vita pubblica, contribuendo a determinare l'ordine vigente e gestire il bene comune.

LAICO non è termine da poco. Esso non può venire utilizzato al solo scopo di rintuzzare gli attacchi delle istituzioni superstiziose nell'ambito della vita collettiva. LAICITA' è idea e termine di così elevato livello, di tale primaria necessità, che va affermata ovunque vi sia pertinenza con la collettività. Chiunque l'abbia usata e la stia ancora riduttivamente usando per tenere a bada la sola cricca, casta e lobby superstiziosa, sta rendendo un pessimo servizio a ciò che è uno dei fondamenti della vita democratica. La sta letteralmente usando a fini propri.


Essere LAICI significa vivere badando che ovunque si consideri l'interesse della collettività non compaiano cricche, caste e lobby. Ogni comunità chiusa opera una forza politica al fine di affermare se stessa ed ostacolare l'avanzare di quelle verità che non le sono confacenti. Rimedio principe per il buon andamento della società è quindi la domanda che per prima nasce dal concetto di LAICITA' e che dobbiamo porci ad ogni incontro politico: la persona che abbiamo di fronte e stiamo ascoltando è membro di una cricca od è parte della moltitudine degli esseri umani nudi e puri? La voce e l'idea che udiamo ha carattere di obiettività o nasce da un interesse di parte?


Capiamolo bene:

la LAICITA' è il modo in cui
si estirpa ogni conflitto di interessi
e si realizza appieno la DEMOCRAZIA.


Alla luce del senso originario della parola LAICITA' tutto si chiarisce e sana in men che non si dica. Che qualità LAICA può avere una Funzione Pubblica ch'è proprietà privata degli statali? Zero spaccato! Che qualità LAICA possono avere partiti politici che fanno della parzialità il loro carettere distintivo? Zero spaccato! Che qualità LAICA possono avere le stesse innumerevoli associazioni politiche nate come erba gramigna tutt'intorno alla Cosa Pubblica, alla Res Publica? Zero spaccato! Se davvero si desidera DEMOCRAZIA (non quella finta di una maggioranza che tutto ignora, bensì quella partecipativa che tutti apprezza) si apra la Funzione Pubblica al contributo di ognuno e si faccia sì che periodicamente i migliori ascendano al Governo. Non occorre altro.


Diviene evidente la necessità di ESSERE COERENTI con quanto si afferma di essere e volere. Il principio della LAICITA' richiede che la Res Publica sia liberata dagli statali e che vengano abbandonati tanto i partiti quanto ogni altra associazione politica. La Repubblica è la nostra Associazione Costituzionale e, se ben costruita, non occorre altro. Prima di Internet, nel più rozzo sistema espressivo disponibile quando ancora non vi era un terminale a disposizione di ogni persona, non potevamo far altro che associarci ed operare una forza politica, sperando nella buona sorte ma puntualmente verificando il pendere delle cose da una parte o dall'altra. Oggi continuare in questo modo è un'offesa verso il prezioso strumento telematico che c'è stato concesso dalla sorte, nei confronti di noi stessi e della collettività.

Ieri la vera LAICITA' non era possibile. Oggi sì che lo è!
E tramite essa possiamo infine realizzare vera DEMOCRAZIA.

Perché possiamo far emergere il nostro essere umani, la nostra personalità, rispetto all'essere anonimi affiliati di un gruppo.


Le persone ragionevoli non si lascino pilotare dai superstiziosi e dai loro antagonisti atei e quant'altro, non facciano il gioco dei loro rispettivi gruppi riducendo a poco il senso della parola LAICITA'. Riabbracciamo invece l'ampio, universale significato che la stupenda razionalità Greca aveva concepito per essa ed impegnamoci a costruire una vera Res Publica: in cui ognuno persegua il bene collettivo e la collettività quello di ognuno.


Hyper Linker

Daimonia, Peloponneso

Terradì 30, decimo mese,
anno del Sole, 41° della Nuova Era

(dal primo sbarco sulla Luna e dalla nascita di Internet)

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Altri articoli sulla laicità:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=laicit%C3%A0

giovedì 28 ottobre 2010

L’inquinamento globale comincia da quello domestico – Acqua, luce, gas, deiezioni, rifiuti… tutto contribuisce all’aumento del CO2

Emissioni di CO2, ecco come inquinano i cittadini

Consumi domestici elettrici e di gas, produzione e trattamento dei rifiuti, mobilità privata. Queste le macro-voci attraverso cui si articola il Rapporto Cittalia 2010 'Cittadini sostenibili', l’indagine appena presentata dall’ANCI. Un’analisi che tiene conto delle emissioni di anidride carbonica dei cittadini italiani e ne illustra le origini e gli effetti.

La carbon footprint indica il grado con cui noi cittadini partecipiamo all’emissione di anidride carbonicaDopo avere spiegato, nel primo di questa serie di articoli, cosa si intende per impronta ecologica e perché è così importante calcolarne l’incidenza, proseguiamo entrando nel vivo del rapporto presentato dall’ANCI che, come abbiamo già detto, analizza ciò che può essere considerata una porzione dell’impronta ecologica complessiva, ovvero la carbon footprint, cioè il grado con cui noi cittadini italiani partecipiamo all’emissione di anidride carbonica con le nostre attività quotidiane. Prima ancora di analizzare nel dettaglio i dati raccolti, soffermiamoci sulla metodologia e sui parametri che Cittalia ha deciso di scegliere per effettuare il suo studio. Le macro-voci che costituiscono la struttura dell’indagine sono quattro: i consumi elettrici domestici, i consumi di gas domestici, la produzione e il trattamento dei rifiuti e la mobilità privata.

Vediamole nel dettaglio.

I consumi elettrici domestici sono, molto banalmente, la quantità di elettricità che consumiamo in casa. Chi ha familiarità con l’argomento coglierà immediatamente il legame fra energia elettrica e emissioni di CO2, ma ritengo comunque opportuno spiegarlo. La stragrande maggioranza (circa il 77%) dell’energia prodotta in Italia proviene infatti da centrali tradizionali, ovvero alimentate dai tre grandi combustibili fossili: carbone, petrolio e gas naturale.

Il processo di generazione dell’energia avviene tramite combustione, la quale provoca l’emissione di anidride carbonica. In parole povere, uno degli effetti collaterali della produzione di energia elettrica è la produzione di CO2. Questo naturalmente non avviene con le fonti pulite e rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico e altre), che però oggi rappresentano una ristretta minoranza. È quindi superfluo dire che il risparmio di energia elettrica corrisponde a una riduzione dell’inquinamento.

Tre gli scopi per cui usiamo il gas in casa: cucinare, scaldare l’acqua e alimentare il riscaldamento domestico. I consumi di gas domestici sono riferiti al gas naturale che utilizziamo direttamente in casa nostra, fondamentalmente per tre scopi: cucinare, scaldare l’acqua e alimentare il riscaldamento domestico. Fra queste voci quella largamente preponderante è la terza: i costi per il riscaldamento della casa rappresentano fino all’80% delle spese nelle bollette degli italiani, soprattutto se includiamo anche il condizionamento estivo (che incide ovviamente sulla bolletta elettrica e non su quella del gas).

Ne parleremo più avanti, ma sin d’ora appare chiaro come provvedimenti atti a ottimizzare riscaldamento e raffreddamento degli ambienti domestici siano importantissimi per l’abbattimento delle emissioni. Così come d’altronde lo sono quelli mirati al risparmio idrico, in particolare dell’acqua calda. Anch’essa infatti necessita di gas, il carburante che utilizza la maggior parte dei boiler e dei sistemi di produzione di acqua calda sanitaria.

Per quanto riguarda la produzione e il trattamento dei rifiuti il discorso è più complesso, poiché sono diversi i processi che contribuiscono alle emissioni. Anzitutto bisogna specificare che dal computo sono stati tolti tutti i beni deperibili e alcuni beni di consumo (per esempio cibo, bevande, detergenti e tanti altri); questo comporta un dato finale che sottostima i livelli di anidride carbonica.

Tutto può diventare un rifiuto e quando ciò succede si pone inevitabilmente il problema dello smaltimento Inoltre, potenzialmente qualsiasi cosa può diventare un rifiuto, quindi bisognerebbe includere in questa voce anche tutte le operazioni di produzione per esempio degli imballaggi, dei materiali di consumo, delle apparecchiature elettroniche, degli accessori usa e getta e di tantissime altre tipologie di oggetti. Naturalmente sarebbe impossibile includerli tutti nella lista e calcolare con buona approssimazione il loro costo in termini di CO2, così anche questa categoria è stata esclusa.

In definitiva, alla voce rifiuti si calcolano gli effetti della fase di smaltimento, che oggi corrisponde per gran parte al processo di incenerimento, eufemisticamente chiamato 'termovalorizzazione'. In questo modo la voce ha un’incidenza abbastanza bassa, ma ricordiamoci sempre, soprattutto quando più avanti penseremo alle azioni da compiere per abbattere le emissioni, che tutto può diventare un rifiuto e quando succede si pone inevitabilmente il problema dello smaltimento.

L’ultima voce considerata è quella della mobilità privata. È importante notare che vengono escluse le forme di trasporto pubblico. A questo proposito, un’interessante statistica pubblicata sul testo americano The climate diet di Jonathan Harrington, quantifica le emissioni di CO2 pro-capite per i vari mezzi di trasporto. Intuirete facilmente che i mezzi pubblici, quindi di uso collettivo, dividendo le emissioni per le molte persone che li utilizzano ottengono dei valori ottimi.

Quanto inquinano le automobili degli italiani?Per esempio un utente di un autobus è responsabile dell’emissione di 211 chili all’anno di anidride carbonica, mentre quello di un treno ne ha sulla coscienza 359. Fa eccezione l’aeroplano, che in virtù della sua tecnologia altamente performante e quindi altamente inquinante ha una pessima prestazione: 4.246 pro-capite di CO2 all’anno. Questo valore è simile a quello di un taxi (5.162) poiché questo tipo di mezzo viene usato da poche persone, spesso una sola.

Quello che ci interessa e che è computato nella nostra statistica è però il mezzo privato. A seconda del tipo di macchina e delle sue performance in termini di emissioni si possono ottenere diversi risultati, che vanno dai 2.341 chili annui per automobili ibride e a basso impatto ambientale ai 7.711 chili per quelle più inquinanti. Curiosamente vengono calcolate anche le emissioni della bicicletta, che sono di 104 chili all’anno per persona. Il conto si riferisce all’anidride carbonica che serve a produrre il cibo necessario a fornire le calorie che il ciclista brucia nei suoi spostamenti.

Ecco dunque esaminate puntualmente una per una le voci su cui si regge lo studio. Nel prossimo articolo procederemo con l’analisi dei dati effettivi che contribuirà a delineare lo scenario all’interno del quale ci muoveremo per proporre delle soluzioni.

Francesco Bevilacqua

Fonte: il cambiamento.it

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Articoli su ecologia domestica:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=ecologia+domestica

mercoledì 27 ottobre 2010

Gianfranco Fini e la casetta di Montecarlo? Tutto é finito in una bolla di liquame...

"...merda in di calzett merda in del collet.. l'era pien de merda Montecarlo! Ma che paes de merda Montecarlo e mi che vegni pu' a Montecarlo!"

E' di ier sera la notizia che la Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione per l'affare della casa di Montecarlo che vedeva implicato Gianfranco Fini e suo Cognato su denuncia penale di quel tartufo di Storace ed in seguito alla campagna che il Giornale del servizievole Feltri e Libero del genuflesso Bel Pietro avevano innescato su commissione di Berlusconi da quando erano iniziati gli attriti tra il presidente del Consiglio ed il presidente della Camera e come rappresaglia per questi.

La bolla di sapone gonfiata a dismisura per mesi e mesi dai servizievoli Feltri e Bel Pietro è scoppiata loro nelle mani (emanando l'odore fetido del liquame dal quale era stata soffiata n.d.r.) ed ora ci sarà da ridere per le querele e le richieste di danni che pioveranno senz'altro loro addosso..

Di Storace non mette conto parlare perché uno che ha agito come lui con la Mussolini (denuncia e causa tuttora in corso) non ha titolo alcuno per giudicare della moralità di chicchessia e farebbe meglio a pensare ai reati suoi..!

Di Feltri e di Bel Pietro nemmeno perché è a tutti evidente quali siano state le motivazioni che li hanno spinti ad una tale e tanto assidua campagna anti Fini.

Ognuno si sceglie e fa il mestiere che meglio gli aggrada ..!

Quanto al mandante, Silvio Berlusconi, c'è solo un'osservazione da fare:

I suoi avversari come Di Pietro o Fini, anche quando lui imbastisce o fa imbastire accuse contro di loro, accettano di farsi giudicare dai tribunali senza mai gridare al complotto od alla persecuzione politica e, guarda caso, ne vengono fuori assolti e puliti mentre Berlusconi è da anni impegnato, con il suo partito e con il parlamento, a fare delle leggi apposite per evitare di presentarsi al giudizio della magistratura.

Sarà forse perché i primi sono innocenti ed invece Berlusconi è colpevole per cui le sue non sono bolle di sapone, ma macigni..??!!


Alessandro Mezzano


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martedì 26 ottobre 2010

Alieni? Macché umani che camminano fra noi... - Quattro risate con le battute sardoniche di Kiriosomega




Un tale ha comprato un frigorifero nuovo per casa sua.

Per liberarsi del vecchio frigorifero, lo ha messo nel cortile davanti alla casa e ci ha appeso sopra un cartello con sopra scritto: “Gratis da portare a casa vostra. Se lo volete, ve lo prendete”.

Per tre giorni il frigo è rimasto lì senza che nessuno lo degnasse di un secondo sguardo.

Alla fine lui ha pensato che la gente non si fidasse troppo dell’affare.

Così ha cambiato il cartello: “Frigorifero in vendita per 50 $”..

Il giorno seguente qualcuno lo ha rubato!

Essi camminano tra di noi!

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Un giorno stavo camminando sulla spiaggia insieme ad alcuni amici e qualcuno ha gridato:

“Guardate, un uccello morto!”.

Un tale ha guardato verso il cielo ed ha chiesto: “Dove?”.

Essi camminano tra di noi!

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Visitando un appartamento, mio fratello ha chiesto all’agente immobiliare in che direzione si trovasse il nord, perché non voleva che la luce del sole lo svegliasse tutte le mattine.

Lei ha domandato: “Ma il sole sorge a nord?”.

Mio fratello le ha spiegato che il sole sorge a est, da qualche tempo a questa parte.

Lei ha scosso la testa e ha replicato: “Oh, non riesco a tenermi aggiornata con tutta questa roba…”.

Essi camminano tra di noi!

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Io e un mio collega stavamo pranzando in una caffetteria, quando abbiamo sentito un’impiegata che parlava della scottatura che aveva preso nel weekend mentre guidava verso la spiaggia.

Guidava una decapottabile, ma diceva che non pensava si sarebbe scottata perché “la macchina si stava muovendo”.

Essi camminano tra di noi!

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Mia sorella ha un utensile salvavita che serve a tagliare la cintura di sicurezza dell’auto nel caso si rimanga intrappolati.

Lo tiene nel portabagagli della macchina.

Essi camminano tra di noi!

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Ero in giro con un mio amico, quando abbiamo visto una donna con un anello al naso che era attaccato con una catenella all’orecchino.

Il mio amico ha detto: “Ouch! Quella catena deve darle uno strappo tutte le volte che gira la testa!”.

Ho dovuto spiegargli che il naso e l’orecchio di una persona rimangono sempre alla stessa distanza a prescindere dalla direzione in cui si gira la testa.

Essi camminano tra di noi!

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Avevo perso il bagaglio all’aeroporto e sono andato all’ufficio bagagli per denunciare lo smarrimento.

L’impiegata ha sorriso e mi ha detto di non preoccuparmi, perché lei era una navigata professionista, e ha detto che ero in buone mani. “Ora mi dica”, mi ha chiesto, “il suo aereo è già arrivato?”…

(Sul mio lavoro vi sono diversi professionisti come lei).

Essi camminano tra di noi!

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Quando lavoravo in pizzeria, vidi un signore che era venuto ad ordinare una mini-pizza da asporto. Sembrava fosse da solo e il cuoco gli chiese se voleva che gli tagliasse la pizza in 4 pezzi o in 6.

Lui ci pensò su per un po’ di tempo, poi disse. “La tagli in 4 pezzi.. Non credo di avere abbastanza fame da mangiare 6 pezzi”.

Essi camminano tra di noi!

E least but not least:

Scema come una scatola di sassi.

Un noto psichiatra era ospite in una conferenza accademica alla quale doveva partecipare anche l’ex governatrice che veniva dal nord. La signora colse l’occasione per attaccare bottone con il dottore e gli fece una domanda per metterlo a suo agio.

“Le spiacerebbe, dottore”, gli chiese, “spiegarmi come si fa a rilevare una deficienza mentale in una persona che sembra perfettamente normale?”.

“Niente di più facile”, rispose il dottore. “Basta porgli una semplice domanda cui chiunque saprebbe rispondere senza problemi. Se la persona esita, questo ci mette sulla pista giusta”.

“Che tipo di domanda?”, chiese la signora.

“Beh, ad esempio si potrebbe domandare: `Il capitano Cook fece tre viaggi intorno al mondo e morì durante uno di essi. Quale?’”.

La governatrice ci pensò per un attimo, poi rispose con una risatina nervosa: “Non ha per caso un altro esempio? Confesso di non essere molto ferrata in storia”.

lunedì 25 ottobre 2010

Mahmoud Ahmadinejad dice la sua a Larry King della CNN: "E s'udì un digrignar di denti.." (La Divina Commedia, Dante Alighieri, Purgatorio Canto XX)



"Un salace dibattito, botta e risposta senza peli sulla lingua, fra un Mahmoud Ahmadinejad in stile Beppe Grillo ed un Larry King sul genere Mike Buongiorno.." (Saul Arpino)

E’ andata in onda sulla CNN l’intervista di Mahmoud Ahmadinejad realizzata da Larry King, in occasione della visita annuale alle Nazioni Unite del presidente iraniano. Contrariamente a quanto avvenuto l’anno scorso, quando King aveva intervistato Ahmadinejad cercando di restare super partes, in quest’occasione il conduttore della CNN ha scelto di indossare chiaramente i panni dell’americano, attaccando il presidente iraniano in modo diretto e univoco su tutte le questioni più importanti attualmente in discussione. In questo modo ha permesso ad Ahmadinejad di ribattere colpo su colpo, finendo per non concedere a King nemmeno un punto in tutta la partita.

Quando King ha chiesto di trattare in modo compassionevole i “turisti” americani che erano sconfinati per sbaglio in Iran un anno fa, Ahmadinejad ha risposto che la sicurezza nazionale viene prima d’ogni altra cosa, e che gli Stati Uniti non si sarebbero certo comportati in modo diverso dal loro, in un caso simile.

Quando King ha chiesto notizie su un agente della FBI scomparso tre anni fa in Iran, Ahmadinejad ha risposto con tagliente ironia che dovrebbe essere la FBI a fare più attenzione a dove vanno a finire i suoi uomini.

Quando King ha detto che il mondo è preoccupato per la possibilità che l’Iran venga in possesso di armi atomiche, Ahmadinejad gli ha chiesto che cosa intendesse esattamente, per il “mondo”? E poi ha aggiunto, con il solito sorriso sornione: “A me risulta che il mondo sia molto grande, e che ci siano moltissimi paesi che non solo non si preoccupano affatto di questa eventualità, ma che vedono addirittura con favore lo sviluppo pacifico dell’energia atomica in Iran”.

Costretto a ridurre la sua definizione di “mondo” a Stati Uniti ed Israele, King si è sentito rispondere: “E perché mai noi dovremmo farci carico di tranquillizzare questo signor Netaniahu? Chi è costui per meritare così tanta attenzione da parte nostra”? E poi ha aggiunto: “Anzi, a quel che ne so io Netaniahu è un criminale professionista che ha ucciso decine di migliaia di civili innocenti, e che andrebbe processato davanti ad un tribunale internazionale. Invece voi siete qui a chiederci di farlo dormire tranquillo di notte”.

E quando King ha provato ad insistere sulla faccenda del rischio atomico, si è sentito rispondere che la bomba atomica è l’arma più orribile di questo mondo. Non solo l’Iran non la possiede e non intende costruirla, ma bisognerebbe piuttosto disarmare al più presto chi la possiede, ovvero gli Stati Uniti e Israele. Sono loro a mettere per primi a repentaglio la sicurezza mondiale, mentre accusano gli altri di farlo.

King a quel punto si è salvato in angolo, chiamando la pubblicità.

Nel segmento successivo King ha deciso di attaccare Ahmadinejad sul fronte dei diritti umani, accusandolo di non permettere le libere proteste in Iran. Per tutta risposta Ahmadinejad gli ha ricordato che poco tempo fa, a Pittsburgh, la polizia ha selvaggiamente caricato i dimostranti che protestavano contro il G8. “E lei mi vorrebbe far credere” ha detto Ahmadinejad alla fine – “che in America invece c’è la libertà di protestare”?

”Ma noi non li mettiamo in prigione, ha provato a replicare King”. Ah, lo ha deriso Ahmadinejad “mi vuole forse di nuovo far credere che gli oltre 2 milioni e mezzo di cittadini in questo periodo in prigione in America sono tutti assassini, criminali o spacciatori di droga”?

A quel punto King ha pensato bene di ripiegare su quello che riteneva il suo asso nella manica, ovvero la famosa donna iraniana condannata alla lapidazione, ma anche in questo caso gli è andata male. Ahmadinejad gli ha risposto serafico che “prima di tutto la condanna definitiva non è ancora stata emessa. In secondo luogo, quella della lapidazione è una storia falsa, inventata di sana pianta da un giornalista tedesco e ripresa subito da tutti i media occidentali. Che fosse vero o no, King non ha saputo replicare, e anche in questo caso ha invocato la pubblicità.

Il terzo round è stato dedicato da Larry King ai rapporti con gli USA e alle sanzioni internazionali. Alla frase di King,“Hillary Clinton ha detto che l’Iran sta soffrendo pesantemente per le sanzioni internazionali”, Ahmadinejad non ha saputo trattenere una mezza risata, e ha risposto che loro sono talmente abituati alle sanzioni, che incombono sull’Iran da circa 30 anni, che ormai non ci fanno più caso. Anzi, ha aggiunto Ahmadinejad, “tutte queste sanzioni hanno finito per stimolare la nostra fantasia, portandoci a trovare soluzioni sempre più nuove e produttive per la nostra economia”. Piuttosto”, ha aggiunto diventando improvvisamente serio, “mi spiega perché gli Stati Uniti si permettono di applicare all’Iran sanzioni molto più gravi di quelle autorizzate ufficialmente dalle Nazioni Unite? Tutto questo non è illegale forse?

“Pubblicità” Di nuovo.

L’ultimo round non poteva che essere dedicato ad Israele, e King è partito all’attacco, dicendo ad Ahmadinejad che “Fidel Castro di recente l’ha criticata per non saper riconoscere il giusto ruolo dell’antisemitismo nel mondo”.

“Guardi” ha replicato Ahmadinejad serafico “proprio ieri ho ricevuto un messaggio da Fidel Castro che mi comunicava di non aver mai pronunciato quella frase. Le sue dichiarazioni sono state completamente distorte, come al solito, dalla stampa occidentale”.

Mentre King barcollava, Ahmadinejad ne ha approfittato per contrattaccare: “Piuttosto, mi dica lei, perché gli Stati Uniti continuano a proteggere e ad aiutare in modo così plateale lo stato di Israele?"

Fingendo ovvietà, King ha risposto: “Perché sei, sette milioni di loro sono stati uccisi durante l’olocausto. Noi siamo un paese umanitario, e li vogliamo aiutare”.
”Ah sì?” ha replicato Ahmadinejad con sarcasmo “davvero quello è il motivo? Allora lei vuole dire che, poiché è appena stato ucciso un milione di iracheni, i sopravvissuti hanno diritto di venire ad esempio in America, e costruire qui la loro nazione?”

King non sapeva più dove aggrapparsi, ma Ahmadinejad non gli ha dato tregua, aggiungendo:
“Durante la guerra, se è solo per quello, sono morti 80 milioni di persone. Questo vuol dire che dobbiamo dare una terra a tutti i sopravvissuti di tutte quelle nazioni”?

Insomma, non c’è stato modo per l’esperto giornalista di portare a casa un solo punto per la sua nazione. Anzi, talmente esperto è Larry King, e talmente brutta è stata la figura che ha fatto con Ahmadinejad, che viene quasi il dubbio che l’anziano “Mr. Bretella” abbia deciso di immolarsi volontariamente, pur di permettere ad Ahmadinejad di dire cose che nessun altro al mondo ha il coraggio di dire. Lui compreso, probabilmente.

Massimo Mazzucco
www.luogocomune.net

domenica 24 ottobre 2010

"Mangiare meno... mangiare tutti" - Buttiamo via circa il 30% del cibo acquistato

Tanti sacrifici finiscono nel secchio! Secondo uno studio della Coldiretti, finisce nella spazzatura circa il 30% del cibo che normalmente acquistiamo in Italia.

Cibo che sicuramente potrebbe essere recuperato grazie alle ricette un tempo usate “dalla nonna” che recuperava gli avanzi che vengono gettati normalmente nella spazzatura, come frutta, verdura, pane, pasta latticini ed affettati. Nel passaggio quindi dal campo alla tavola, si stima che a causa degli sprechi venga gettato cibo , che se recuperato, potrebbe nutrire 44 milioni di persone ( circa tutta la popolazione della Spagna), e rappresentare un valore rapportabile a circa il 3% del pil. A detta dell’associazione consumatori Adoc, ogni famiglia nel nostro paese spreca cibo per un valore superiore a 500 euro l’anno. Il picco maggiore dello spreco si registra a Natale: nello scorso 2009 durante le feste natalizie ogni casa a buttato nella spazzatura cibo per l’equivalente di 50 euro.

Il motivo ricorrente per il quale si getta il cibo deriva principalmente da eccesso di alimenti generici. In aumento anche gli sprechi, per troppi acquisti effettuati in concomitanza di offerte speciali e all’avvicinarsi della scadenza del prodotto.

Sulla stessa linea lo spreco per i prodotti di marca, contro quelli non marcati. Dai una ricerca effettuata solo il 37% degli italiani si dedicano alla cura del proprio orto o giardino dove fanno crescere e coltivano i prodotti per il proprio fabbisogno. Per questo si incrementa sempre di più la vendita di prodotti alimentari biologici in crescita del 9%. I principali settori dove il biologico fa il boom sono: prodotti per l’infanzia, pane e sostituti, e prodotti per la prima colazione.

Quindi un rimedio sicuro ci sarebbe per sfamare il mondo: consumare meno, mangiare meno e dedicarsi con passione a coltivare il proprio orticello, guadagnandone in salute, qualità della vita, con la certezza di aver aiutato il prossimo ed il mondo.

Rita De Angelis

venerdì 22 ottobre 2010

Idioma latino, e sue derivazioni volgari, come fondamento della romanità e del diritto

Affinché qualcosa esista,
è necessario che siano
operative condizioni che
la facciano esistere!
Tutto ciò che esiste
ha necessità d’esistere
per una ragione superiore
insita nella natura stessa delle cose!

Per questo semplice ed immediato concetto anche la Lingua Latina non cessò mai completamente nella parlata dopo la caduta della Roma Imperiale d’Occidente, almeno restando in vita tra i più colti se pur circondata da barbarie materiale e morale che privò d’ogni bene fisico e ideale l’uomo europeo civilizzato dai Latini della Caput Mundi.

Il Medio Evo, per gli storici ufficialmente iniziato con il 395 della n. e. anno in cui fu posta la caduta di Roma d’Occidente, principalmente in Italia può essere considerato estinto già con l’avvento dei tempi a cavallo tra i secoli XI e XIII, quando apparve nuova urbanizzazione dei maggiori centri cittadini per il loro rifiorire economico e demografico. Infatti, nel trapasso dal primo al secondo millennio è storicamente accertato che, sia in Italia, e più lentamente in Europa, presero vita nuove condizioni d’universale sviluppo per le popolazioni ormai in aumento demografico, e nuova espansione si ebbe per il commercio da cui sorse nuova rafforzata economia.

Nuova fiorente economia che preannunciò evoluzione sociale verso politiche che consentirono sconosciute libertà e imminenti giurisdizionali caratteristiche sociali istruite nel territorio urbano che, di fatto, iniziarono a far sì che le genti tentassero di divincolarsi dal pesante giogo teocratico ecclesiale rappresentato da vescovi; vescovi che già durante i secoli della patristica arbitrariamente occuparono i “palazzi di città” emblemi d’un antico splendore, e da monaci che nelle campagne fecero leva sulla superstizione ed imbarbarimento delle genti edificando certose con lavoro e decime del popolo, così che, soli centri pseudo culturali, divennero luoghi d’aggregazione dei superstiziosi disgraziati di quegli antichi anni.

Presero perciò gradatamente corpo nuovi ceti antesignani della postuma borghesia.

Perlopiù gli inurbati furono campagnoli che si trasformarono in artigiani che s’arricchirono¨, ma anche nobili ed ecclesiastici che per necessità d’adeguarsi ai tempi differenziarono le loro residenze badando di mantenere i privilegi. Così, con il fiorire dei centri abitati i cittadini più facoltosi reclamarono libertà d’autogoverno, sempre meno tollerando l'autorità del vescovo e del viciniore feudatario che non sempre regolarono la vita pubblica in nome del lontano papa o imperatore di cui non rispettarono i dettami.

In questo fermento di malessere per i più poveri, di ricerca di potere per i più agiati, s’avanzò l’alea dei Comuni che si manifestò in tutta Europa pur con maniere diverse da regione a regione, da città a città.

L’esperienza storica dei Comuni, che instaurarono nuove politiche scontrandosi con la chiesa di Roma e con il Potere Centrale maggiormente, attecchì in Italia Settentrionale e Centrale, così come nelle zone d’influenza alemanna/germanico/teutonica. Tali nuove organizzazioni politiche, create dalla stessa esistenza dei Comuni fecero subito sorgere la necessità di creare un Consiglio Politico Cittadino composto da maggiorenti rappresentanti la collettività dei residenti, e lo stesso organo anche vincolò la comunità all'accettazione di normative che ne disciplinarono la vita sociale e politica.

Per la necessità di legiferare i Comuni s’avvalsero dei già esistenti attributi imperiali, regi e clericali copiandoli ed arrogandoseli, perciò facendo anche proprio l’uso di quel Diritto[1] non ancora codificato e, dunque, sottoposto a dispotismo. I Comuni s’avvalsero anche della volontà di promulgare leggi[2], della possibilità di riscuotere tributi, della facoltà d’organizzare eserciti, ed indulsero nella necessità di creare mercati adoperandosi nell’opportunità di coniare moneta[3].

Ab initio nei Comuni del “Giardino d’Europa” potere quasi assoluto fu accordato ai Magistrati (magister=ministro) Collegiali eletti dal Consiglio Comunale con la funzione di dux, legiferatori, economisti… Magistrati ai quali fu assegnato il titolo di “Consoli”, così com’era nell’antica Roma Repubblicana.

Soltanto i Consoli, dunque, disponevano delle Leggi, e per tale prerogativa avevano facoltà di dichiarare alleanze e guerre con altri Comuni. Dai Consoli, per motivate ragioni di politica interna, i Comuni trapassarono ai Podestà. Erano questi “Magistrati Unici” scelti tra stranieri alla città, ed a loro fu attribuito il compito di mediare e porre fine a feroci faide interne al Comune. Vendette e ritorsioni esercitate da ricche famiglie che creavano interna debolezza.

Ma l’esperienza comunale della Penisola nel corso del secolo XIII mostrò inaspettato nuovo volto, perché i ceti arricchiti assunsero sempre più importanza per la ragione che organizzati in “Corporazioni d’Arti e Mestieri” rivendicarono diritti in precedenza detenuti dai soli aristocratici. Così, in breve, le Corporazioni d’Arti e Mestieri assunsero un'importanza crescente in molti Comuni, specie in Firenze, dove ottennero il controllo politico del Comune dalla metà del XIII secolo. Invece, in Milano e città lombarde, cuore di un’economia assai efficiente, presto s’evidenziò lo scontro dei Comuni con l'Autorità Imperiale prima rappresentata da Federico III Hohenstaufen noto anche come Federico I del Sacro Romano Impero e detto Barbarossa, e in seguito dal suo successore Federico VII di Svevia[4], scontri che si conclusero in favore d’una lega di Comuni Liberi del nord.

La storia medievale italiana continuò con l’avvento d’equilibri politici comunali generalmente precari, e per tali situazioni accortamente usati e stimolati dalla chiesa romana che, nel divide et impera, per interesse scaltramente continuava la sua azione di possesso ed accaparramento di beni materiali, e, dunque, di controllo della politica temporale sempre più abbandonando il ruolo spirituale che affermava di possedere; anche se per ciò subì gravi scossoni che durante il secolo XVI la condussero al grande scisma luterano che proveniva da lontano per le tesi di John Wyclif o Wycliffe, di Jehan Cauvin e di Martin Luther.

In ogni modo la lingua latina, unica fonte di cultura e diritto, continuò ad essere l’espressione di comunicazione tra colti e per la legale trasmissione d’atti politici. Essa permise perciò, di fatto, che il nome di Roma perdurasse sempre vivido anche nei Paesi che furono suoi satelliti durante l’Impero Romano.

La lingua latina però non riebbe il proprio splendore d’eleganza stilistica, la propria magnifica forma lessicale e l’intera sua sintassi, ma sopravvisse anche perché durante il Medio Evo divennero popolari una serie di storie/leggende che avevano per soggetto alcuni tra i maggiori personaggi del mondo latino, ed indirettamente greco: “Scevola, Agrippa, Cincinnato, Bruto, Cesare, Cesare Augusto, Claudio, Traiano, Ettore, Enea…”. Nomi mitizzati che riempirono i vuoti d’una cultura che spariva e che la chiesa di Roma amava svanisse, ma che, sempre per essa, era anche bene procedesse perché in tal modo le popolazioni unificate e sottomesse ad una sola lingua, ed alla sua nuova magia salvifica si fiaccassero sempre più avvertendo la superiorità del dio ebraico/cristiano sugli dei che con nuovo termine già spregiatamene erano stati definiti pagani.

Sulla necessità di sopravvivenza d’una cultura universale per la Penisola anche più scuole di grammatica mantennero vivo lo studio dei poeti latini, mentre lo “IUS” della Caput Mundi era insegnato nelle antiche università di Padova e Bologna.

Fu altresì riscoperto che nel latino loquere erano espresse alte funzioni di vita sociale: “La tolleranza nelle fedi verso tutti gli dei, la competenza dell’insegnamento verso i discepoli, l’ideazione e promulgazione della legittimità, la formulazione di scritture pubbliche e private…”.

Perciò la Romanità in qualsiasi tempo mai cessò d’esistere, e nemmeno ciò avverrà in questo sventurato periodo di globalizzazione che viviamo. Questa Romanità fa ancora paura all’Estero anglo-americano perché fucina d’idee sociali, ed anche per gli aspetti nazionalisti che comporta e che alimenta ovunque ci sì voglia staccare dalla Nato, dai dettami statunitensi, dalla comprensione giudaica del mondo e dal suo feroce patto sinarchico interbancario.

Nemmeno la stessa odierna chiesa cattolica che volle ergersi sul paganesimo di Roma, così facendo imperare l’ebraismo di cui è impregnata e da cui mai potrà dividersi neanche con l’uso della teologia “negativa” dell’ipponese, può considerarsi scevra della Romanità Repubblicana ed Imperiale da cui carpì molti dei suoi dettati e di cui, anche questa volta a malincuore e contemporaneamente per necessità, sì professa erede.

La storia porrà il conto di questa presunzione alla chiesa di Roma ed al cattolicesimo che il loro dio trino hanno trasformato in quattrino.

E la stessa necessità storica, quasi vendicativa nemesi di quel lontano passato, condusse al trionfo della Romanità con l’incoronazione di Carlo Magno, il re dei Franchi, ad imperatore d’Occidente, ed anche gli stessi “Municipi” del post primo millennio, quelli in precedenza descritti, si sappia furono il ricordo dei “municipi romani”.

In quella scia di ritorno verso lo spirito latino, e per la necessità di mantenimento d’una cultura al fine d’ottenere un’identità dalla perduta classicità, sorsero i Volgari Neolatini e il Volgare Illustre che diedero forza ad un risanamento della barbarie di ritorno così che, anziché esistere la necessità d’un lungo evo di sofferenze e ricerca, la Cultura poté avvalersi di ciò che apparentemente era stato sconfitto abbreviando il cammino verso nuove mete culturali.

Così, per la serie di motivi indicati la lingua latina restò la forma ufficiale scritta nonostante l’incalzare dei Volgari (vernacoli) delle varie regioni. Dialetti che nel tempo furono codificati in lingue.

Nonostante le nuove diversificate parlate i Volgari si trasformarono in idiomi Neolatini che sono lingue ancora parlate in Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Romania… e da cui presero l’avvio i linguaggi dell’Europa occidentale ed anche della stessa lingua inglese che è la stratificazione linguistica di due popolazioni germaniche: “I Normanni ed i Sassoni” che raggiunsero la terra di Britannia.

E’ però ammissibile, questa è una mia cauta propensione, che i Volgari Neolatini possano avere una derivazione, almeno parziale, per corruzione assai diretta dal “Sermo Rusticus” della cui esistenza non è lecito dubitare anche durante il massimo splendore della Roma Imperiale, perché esso era certamente il linguaggio della suburra.

Non è ad ogni buon conto escludibile l’ipotesi che a fianco del sermo rusticus si sia modellato, in ogni regione, su di esso e sul latino, un Volgare più eletto da considerarsi la matrice d’ogni dialetto. In altre parole quel “parlare” che Dante definì Volgare Illustre. Se ciò fosse vero già tra i secoli XIII e XIV si sarebbe parlato nel Giardino d’Europa una lingua unica che poi si differenziò regionalmente.

Kiriosomega


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¨Il raffronto delle valenze psicologiche che investirono quei lavoratori sono sovrapponibili a quelle degli odierni artigiani che con ditte uninominali o familiari sono divenuti seguaci del berlsuconi perché liberi d’arricchirsi senza regole, evadendo il fisco lasciato solo al popolo del lavoratori dipendenti.



[1]Diritto: “E’ la facoltà dell’uomo ad esprimere NORME che derivano da usi e costumi radicati nel territorio di propria abitazione. Le NORME sono emanate e regolate dal Legislatore che legifera servendosi in prassi ordinaria di moderni Parlamenti che hanno potere consultivo. Le Norme prodotte possono essere distinte per il loro iter in parlamentari poi emanate dal Governo (Esecutivo), DL (atti di forza del Governo che impone scelte), DdL (deleghe parlamentari pre attribuite al Governo in determinata materia), DPR. Compito del Diritto è stabilire PRASSI secondo cui devono essere risolti i possibili conflitti tra genti e nazioni per evitare l’uso della forza.

[2] lex, legis= Legge, Norma: “Principio generale derivato dall'osservazione della realtà dei consorzi umani. Le Norme sono l’insieme di leggi che determinano la vita d’una comunità. Sinonimi “regola, codice, disposizione, regolamento, direttiva”.


[3] Moneta: “Oggetto metallico con valore intrinseco e nominale. Sostituì il baratto facendo sì che monete garantite dai potenti, poi dagli Stati, assumessero un valore riconosciuto e universale. Importante è ricordare che il fabbricante di moneta si è sempre riservata l’azione del signoraggio, in altre parole di tenersi una parte delle monete prodotte per la garanzia di valore prestata alle stesse, e per risarcimento delle spese sostenute per coniarle. Oggi il signoraggio spetta alla BCE, in Europa, ma la Banca d’Italia, anche se non più banca di Stato, continua a farsi pagare il denaro avuto dalla BCE addizionandogli il costo del signoraggio pur senza averne diritto”.

[4] Federico VII Hohenstaufen di Svevia, o Federico I di Sicilia o Federico II del Sacro Romano Impero (Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250), fu re di Sicilia, re di Gerusalemme, imperatore dei Romani, re d'Italia e re di Germania. Il suo regno fu caratterizzato da forte attività legislativa e innovazione tecnologica e culturale volte ad unificare le terre ed i popoli, attività sempre fortemente contrastata dalla Chiesa di Roma. Lo stesso Federico fu apprezzabile letterato e mecenate. La sua corte fu luogo d’incontro fra le culture greca, latina, araba ed ebraica.

giovedì 21 ottobre 2010

Bullicame delle mie brame... - Esposto denuncia con lettera dell'ass. Il Bullicame, presieduta da Giovanni Faperdue

Specchio delle mie brame…

A proposito dell’uso dell’acqua del Bullicame ci sentiamo in dovere di denunciare un altro aspetto che rischia di portare al collasso la nostra “callara”. Da qualche anno a Viterbo si è affermato il principio, fondamentalmente errato, che nella notte del lunedì e nel giorno del martedì di tutte le settimane dell’anno, quando si riempie la piscina, le Terme dei Papi possono succhiare dal Bullicame tutta l’acqua che è possibile prendere, senza rispettare alcuna regola. Questo uso è per noi (scusate il bisticcio) un abuso. Infatti non ci risulta esistere alcun documento approvato dal Consiglio Comunale, che preveda e consenta questo super prelievo. Ora siccome le Terme dei Papi non fanno proprio niente per i viterbesi e, sono salite agli onori della cronaca perché sono l’unico stabilimento termale in Italia, che non pratica nessuno sconto ai residenti, noi dell’Associazione Il Bullicame ci opponiamo a questo prelievo massivo e indiscriminato e mai autorizzato. Per noi, anche quando si riempie la piscina i litri al secondo devono rimanere sempre gli stessi (14 litri al secondo come da delibera 452/84 a firma sindaco Ascenzi) senza ricorrere a superprelievi, che lo ribadiamo non sono mai stati autorizzati da nessuno e che rischiano di collassare la “callara”. Poi se le Terme dei Papi ci mettono un giorno in più a riempire l’invaso, riteniamo che, visto come stanno le cose, non siano affari che ci riguardino. Le regole sono regole e vanno rispettate sempre, anche quando si riempie la piscina. Concludiamo con una strofetta che abbiamo sentito declamare proprio stamattina da un “pozzarolo”: Specchio, specchio delle mie brame, chi è il padrone del Bullicame?. Attendiamo una risposta da chi sa tante cose più di noi.
Associazione Il Bullicame
Giovanni Faperdue




Alla Procura della Repubblica
Al Comando CORPO FORESTALE DELLO STATO
01100 Viterbo


Al Presidente REGIONE LAZIOREGIONE LAZIO
Renata Polverini Dipartimento Economico e Occupazionale
Via Rosa Raimondi Garibaldi, 7 Direzione Regionale Attività Produttive
00145 RomaIspettorato Regionale di Polizia Mineraria
Via Rosa Raimondi Garibaldi, 7
00145 ROMA

Al Presidente della Provincia di Viterbo Al Sindaco di Viterbo
Via Saffi, 29
Via Ascenzi, 1
01100 VITERBO

All’Assessore Comunale
Dr. Claudio Taglia
Comune di Viterbo
Via Ascenzi, 1
01100 VITERBO



ESPOSTO DENUNCIA

Premesso che: nel territorio di Viterbo esiste il bacino termale del Bullicame, che non a torto è stato definito “Il Tesoro dei Viterbesi”. Nel tempo questo terapeutico bacino ha alimentato le Terme Etrusche, poi quelle fastose della Roma Imperiale e attualmente alimenta alcuni impianti termali e le pozze libere dove i cittadini viterbesi si possono bagnare con le terapeutiche acque termali (citiamo solo quelle con concessione regionale: Pozze Carletti, Pozze del Bagnaccio, Pozze del Bullicame). Tramite i pozzi “Gigliola” ed “Uiveto” ha alimentato le Terme dei Lavoratori dell’I.N.P.S. dal 1956 fino alla loro chiusura. Oggi alimenta le Terme Salus Pianeta Benessere (con i pozzi S. Valentino e S. Albino), e poi alimenta il complesso termale delle Terme dei Papi (con la callara del Bullicame e con il “pozzetto”). Il complesso delle Terme dei Papi è dotato di un albergo, di uno stabilimento per le cure e di una piscina di 2.455 mc..
Quella piscina costruita nel 1932 dall’Opera Nazionale Dopolavoro era definita natatoria, aveva anche un trampolino alto 3 metri e per questo è stata progettata e costruita con un fondale che progressivamente porta la profondità delle acque, fino a 3 metri. Oggi il trampolino non c’è più. Nel regolamento delle Terme dei Papi si sconsiglia di usarla come piscina natatoria. Quindi alla luce dell’uso che viene fatto attualmente, riteniamo sprecata tutta l’acqua necessaria a riempire quella profondità di 3 metri che, nella moderna piscina termale, non serve più. Si calcola che qualora la profondità della piscina, nel punto più profondo, sia livellata ad una profondità di mt.1,40, si consentirebbe anche ai non nuotatori di usare tutta la superficie, guadagnando spazio e libertà di movimento, e si risparmierebbero circa 1300 metri cubi di acqua (che equivalgono a 1.300.000 litri), per il suo riempimento.

Premesso che: con delibera del Comune di Viterbo N° 452/84 a firma del sindaco Silvio Ascenzi il Comune stabiliva di concedere alle Terme dei Papi un quantitativo di 14 litri al secondo di acqua del Bullicame, sia per uso terapeutico, sia per il riempimento della piscina, sia per ogni altro uso; (Allegato 1)

Premesso che: tale quantitativo di 14 lt/s era poi distribuito in due flussi: 10 lt/s dal tubo innestato nella “callara” del Bullicame e 4 lt/s da una pozzo, denominato “pozzetto” che si trova all’interno del recinto delle Terme dei Papi, vicino alla piscina. La perforazione del “pozzetto” era stata autorizzata dalla Regione Lazio alla Cooperativa Terme, (che gestiva le Terme Comunali), per bilanciare il flusso proveniente dalla “callara”, impoveritosi in seguito alla messa in funzione dei pozzi “gigliola” e “uliveto” perforati dall’INPS nel 1956, all’interno del perimetro delle Terme dei Lavoratori.

Premesso che: le Terme dei Papi dispongono ancora di un’altra fonte di approvvigionamento che è la sorgente Santa Caterina (5/8 litri al secondo con temperatura di 33-34 gradi centigradi). La sorgente si trova poco distante dal parcheggio delle Terme dei Papi, sulla strada Montarone.

Premesso che: nella “callara” del Bullicame è innestata una conduttura sotterranea con un tubo di 16 cm di diametro per fare affluire acqua alle Terme dei Papi, e sempre presso la “callara” esiste una strumentazione per la misurazione delle quantità prelevate.

Premesso che: la legge 896 del 1986 dettava nuove norme che distinguevano l’uso di acque termali per la geotermia, dalla coltivazione delle stesse acque per scopi terapeutici.

Premesso che: in data 26 maggio 2005 la Regione Lazio inviava una lettera al Comune di Viterbo nella quale segnalava che nel corso di una visita sopralluogo effettuata dai funzionari regionali dell’Ispettorato Regionale di Polizia Mineraria, insieme al direttore responsabile dei lavori per il Comune di Viterbo, Dott. Giuseppe Pagano, era emerso che presso l’impianto termale delle Terme dei Papi veniva utilizzata in modo improprio una portata di circa 10 lt/s di acqua del Bullicame, facendola affluire in scambiatori di calore per riscaldare tutto il complesso termale. La Regione, dopo aver segnalato che mancavano le autorizzazioni per questo tipo di utilizzo, ricordava anche che tali autorizzazioni non potevano essere concesse per penuria d’acqua, come più volte denunciato dalle Terme dei Papi stesse, e concludeva diffidando il Comune di Viterbo dall’utilizzare o far utilizzare la risorsa mineraria in questione per uso geotermico. (Allegati 2 e 2 bis)

Premesso che: con deposito in data 22/11/2005 le Terme dei Papi ricorrevano al Tar contro il Comune e contro la Regione Lazio per contestare le osservazioni della Regione e per giustificare l’uso per fini geotermici. Il Comune di Viterbo designato come resistente affidò l’incarico all’avvocato Angelo Angeloni che nella sua memoria del 2005, “sposa” completamente le tesi delle Terme dei Papi e gli da ragione in tutto e per tutto. (Allegato 3).
Premesso che: le ragioni delle Terme dei Papi condivise nella memoria dell’Avv. Angeloni, sono che con l’acqua alla temperatura di 58 gradi centigradi non si possono curare i pazienti e che quindi anziché disperdere il calore è bene utilizzarlo per riscaldare i locali. Noi riteniamo che l’avvocato Angeloni, insieme a molti tecnici, dimenticano che l’acqua del Bullicame a 58° si può vantaggiosamente miscelare con l’acqua della sorgente Santa Caterina (33°) ottenendo un raffreddamento ideale. Inoltre, sempre l’avvocato Angeloni, per giustificare l’elevato maggior prelievo da parte del gestore, arriva ad ipotizzare che siccome la delibera 452/84 non è più citata in altri atti successivi, non ha più valore. Come se le delibere decise e votate dal Comune di Viterbo, siano volatili e soggette a scomparire con il passare degli anni. (Allegato 3).

Premesso che: nel 1993 la Soc. Terme dei Papi, ha provveduto a lavori di riperforazione del “pozzetto”, andando ad intercettare la falda del Bullicame in profondità. In esito a tali lavori la portata del “pozzetto” è passata dai 4 lt/s, ai circa 25 lt/s. (erogati in modo spontaneo). Questa opera ha scombussolato tutte le portate del bacino del Bullicame. Nel particolare, quella del Bullicame da 13 lt/s è scesa tra gli 8 ed i 10 lt/s. mentre quella dei pozzi “Gigliola” e “Uliveto” della concessione ex Inps, è andata ad annullarsi. Da un grafico compilato dal prof. Giuseppe Pagano (direttore della miniera del Bullicame) apprendiamo che il “pozzetto” ha tra l’altro diminuito anche la portata della sorgente delle “Zitelle”. Infatti, prima della perforazione del “pozzetto” era di 15 lt/s. Dopo la perforazione dei pozzi “Gigliola” e “Uliveto” è scesa ai 14 lt/s e dopo il “pozzetto” è ulteriormente scesa a 12 lt/s. Nella lettera che la Regione ha indirizzato al Comune di Viterbo si legge testualmente: “Da un esame della documentazione agli atti d’ufficio, non risulta che la riperforazione del pozzetto sia mai stata autorizzata dall’Amministrazione Regionale”.
(Allegato 4)

Premesso che: nell’addendum N° 1 e 2 al contratto n° 21717/125 del 4/7/90 dopo aver elencato tutte le assicurazioni verso le Terme dei Papi, il Comune di Viterbo specifica: “…fatta salva la possibilità di utilizzazione spontanea a fini terapeutici individuali delle risorse termali nella vasche naturali di contenimento esistenti in prossimità delle sorgenti, praticata per uso consuetudinario dalla cittadinanza.”(Allegato 5)

Premesso che: l’Ispettorato Regionale di Polizia Mineraria della Regione Lazio, con lettera del 10 maggio 2006 chiedeva al Comune di Viterbo di comunicare i sotto indicati dati con riguardo al complesso termale “Terme dei Papi”:
1) Quantitativo complessivo di acqua termale utilizzata e o consumata dalle Terme dei Papi;
2) I quantitativi di acqua termale utilizzata e/o consumata singolarmente nei reparti dedicati alle cure terapeutiche termali (impianti trattamenti balneo-fangoterapici, impianti trattamenti estetici, piscina termale, etc).
I dati sopra richiesti devono essere forniti con riferimento alle quattro stagionalità.

Il Comune rispondeva in data 9 giugno 2006 allegando la relazione del 6/giugno/2006 effettuata dal Direttore della Miniera Prof. Giuseppe Pagano. Da questa relazione si evince che nella visita alla Centrale Termica fu trovato un serbatoio “di circa 5 mc. dove arriva acqua termale proveniente dal “pozzetto” ma, volendo anche dal Bullicame. La portata addotta non è nota e, quantomeno è variabile considerata la presenza di saracinesche con cui è presumibilmente regolabile l’afflusso; ma le dimensioni delle pompe a valle del serbatoio lasciano supporre che il sistema gestisca una portata nell’ordine massimo di 10/15 lt/s. Tale portata alla temperatura media dichiarata di circa 58°-55° C, affluisce ad uno scambiatore di calore costituito da 4 elementi “a piastra” posti in parallelo, dai quali l’acqua termale fuoriesce attraverso tubi in polipropilene del diametro di 110 mm, ad una temperatura dichiarata di 38°C, dopo aver ceduto il calore all’acqua “di servizio” circolante nello scambiatore e destinata al riscaldamento degli ambienti e dell’acqua sanitaria.”
In sintesi il Prof. Pagano ci comunica che nel periodo invernale c’è un prelievo aggiuntivo di 10/15 lt/s di acqua termale che viene usata per riscaldare lo stabilimento delle Terme dei Papi e l’annesso albergo.
Poi a pag. 4 della stessa relazione si calcola che per il riempimento della piscina si usano 25 lt/s + altri 7,5 lt/s per uso della grotta e delle vasche terapeutiche. Tale portata proviene dal “pozzetto” e dalla “callara” del Bullicame.
Dopo altri dettagli sull’uso di acqua termale alle Terme dei Papi, a pagina 5 della stessa relazione viene in sintesi evidenziato che il fabbisogno complessivo giornaliero del complesso in esame è:

In Estate: il giorno 40,9 lt/s e la notte 22,5 lt/s media 31,7 lt/s
In Inverno: il giorno 39,3 lt/s e la notte 32,5 lt/s media 35,9 lt/s

La conclusione della relazione cita testualmente:

“Pertanto al momento il Comune di Viterbo mette a disposizione della Società Gestione Terme all’interno della Miniera Bullicame, per l’alimentazione delle Terme dei Papi:
da un minimo di 30,2 ad un massimo di 43,2 lt/s di acque termali”.

Quindi da 14 lt/s come da delibera n° 452/84 a firma del sindaco Ascenzi si è passati ai quantitativi sopra descritti, certificati dal Direttore di Miniera Prof. Giuseppe Pagano. (v. Allegato 6)


Tutto ciò premesso


In considerazione che: Il Bullicame è il monumento naturale più bello di Viterbo ed è il simbolo della viterbesità. Se il livello dell’acqua della “callara” non raggiunge lo sfioro (intendendo per sfioro il livello di pieno fino all’orlo), esso appare brutto e deturpato. Per le leggi della fisica, il livello della “callara” si abbassa quando dalla stessa, si succhia una quantità di litri superiore alla sua produzione.

In considerazione che: il “pozzetto” riperforato dalle Terme dei Papi, senza alcuna autorizzazione regionale, che attinge 50 metri sotto al livello della “callara”, ha la potenzialità di potere asciugare completamente questo nostro meraviglioso monumento.

In considerazione che: da diverse settimane la “callara” non raggiunge più il livello di sfioro e le pozze al Bullicame o rimangono all’asciutto, o anche non sono comunque balneabili, perché la risibile quantità di acqua termale che vi confluisce tramite una pompetta, arriva alla vasca quasi fredda.

In considerazione: che per quanto sopra detto, decine e decine di viterbesi devono ogni giorno rinunciare a questo loro terapeutico bagno.

In considerazione che: noi dell’Associazione “Il Bullicame”, riceviamo vibrate lamentele da decine e decine di cittadini viterbesi che lamentano soprattutto la protervia di chi succhia da tanto tempo, una quantità di acqua eccessiva dalla “callara”.

Tutto ciò considerato:


Noi dell’Associazione, senza scopo di lucro, “Il Bullicame”, che è stata costituita nel mese di marzo dell’anno 2010, con atto del Notaio Luciano D’Alessandro in Viterbo, che ha all’attivo circa 500 soci e che ha come scopo precipuo quello della tutela della sorgente del Bullicame e delle pozze libere che sono intorno alle varie sorgenti, e che vuole la valorizzazione delle risorse termali di Viterbo, stimolando la nascita di una Città Termale. Riteniamo che questo ambizioso obiettivo si possa raggiungere solo se si razionalizza l’uso delle nostre fonti termali, eliminando sprechi e utilizzi non conformi.


Chiediamo agli Enti in indirizzo di valutare l’opportunità di:


1) Controllare il quantitativo di litri al secondo che vengono prelevati dalle Terme dei Papi perché siano finalmente rispettati i contratti ed i quantitativi di prelievo di acqua termale in essi stabiliti.

2) Fare in modo che il Comune di Viterbo si rivolga al più presto al Tar presentando una memoria che smentisca quella dell’avv. Angelo Angeloni, e stabilisca che le Terme dei Papi non possono prelevare acqua termale, oltre quella stabilita dai contratti, per l’uso geotermico di riscaldamento del proprio stabilimento.

3) Installare urgentemente una saracinesca sulla bocca del “pozzetto”, con una moderna apparecchiatura che consenta in tutti i momenti di controllare e registrare su supporti elettronici la quantità prelevata, in modo di potere sempre controllare tutte le quantità erogate ed i tempi dei prelievi;

4) Installare all’esterno del recinto Terme dei Papi, in luogo accessibile al personale di controllo del Comune, un ripetitore di segnale, che evidenzi in tempo reale i prelievi in corso sulla condotta del “pozzetto”;

5) Eliminare la tubazione che dalla “callara” va verso la piscina della Terme dei Papi. Siccome questa condotta è soggetta a ostruzioni varie per le concrezioni solide che forma l’acqua del Bullicame, e il Comune più di una volta ha dovuto sostituire i tubi a proprie spese, riteniamo più valido e sicuro l’approvvigionamento di acque termali delle Terme dei Papi dal solo “pozzetto”, con la messa in opera di apparecchiature atte ad un monitoraggio opportuno e continuo, che possano generare e registrare tutti i tracciati di prelievo.

Alla luce di quanto sopra nell’eventualità che gli Enti in indirizzo ritengano esistere elementi meritevoli di ulteriori approfondimenti, chiediamo di valutare la possibilità di approfondire le indagini al fine di rilevare eventuali responsabilità da parte di chicchessia, laddove esistano.

Si ringrazia per l’attenzione e si raccomandano tutte la azioni possibili in accordo alle vigenti leggi e ai contratti in essere, a tutela e protezione di tutto il bacino del Bullicame e del monumento più bello e più rappresentativo di Viterbo, citato anche da Dante nel canto XIV dell’Inferno.
(Allegati: 1-2-2bis-3-4-5-6)

Viterbo 8/10/2010

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Altri articoli sul Bullicame:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=bullicame+viterbo

mercoledì 20 ottobre 2010

Erik Assadourian: "Lavorare tutti... lavorare meno!" - Sistema infallibile per salvare il pianeta Terra e l'Uomo...

L’appello viene da Erik Assadourian, scienziato statunitense, se vogliamo continuare a vivere nel futuro, dobbiamo far diventare il consumo quasi un tabù, e bisogna lavorare di meno.

Il suo appello non conosce mezzi termini, ci dice che consumiamo come se avessimo non un pianeta ma 1,4 Pianeti Terra, tutto questo semplicemente spiegato al forum della sostenibilità di Cuneo, ma in pratica non è così. Se tutto il mondo vivesse in modo semplice tutti potremmo rispondere alle esigenze di 9 milioni di persone. Ci chiediamo cosa è meglio fare? I paesi ricchi devono cambiare stile di vita, serve per la sopravvivenza di tutti. Come attuare di punto in bianco una totale rivoluzione? Cambiando le regole della nostra cultura.

Nel mondo occidentale è d’obbligo avere case immense, guidare auto di grossa cilindrata e mangiar nei fast food. Il consumismo viene portato agli estremi, si perde così il vero rapporto con l’ambiente. La cosa normale è invece un’esistenza sostenibile, che diventi naturale. Un obiettivo quasi impossibile ma cosa si può fare perche diventi realtà?

Le stesse persone che hanno affermato il consumismo devono insegnare l’educazione, per insegnare ai bambini la sostenibilità, all’industria ridefinire la missione del business; ai governi per influenzare le scelte del cittadino, ai media per diffondere attraverso la pubblicità pratiche sostenibili, quali movimenti sociali cultura e tradizioni.

Si dice che dovremmo lavorare tutti meno, ma per quale motivo? Le 40 ore settimanali sono state introdotte dal consumismo. Si lavora di più solo per guadagnare e consumare. Invece sarebbe più utile lavorare solo 20 ore settimanali, essere di nuovo padroni del tempo, e fare certamente una vita più naturale.

Evviva il tempo libero che ci permette di riprenderci la nostra vita in libertà.

Rita De Angelis

lunedì 18 ottobre 2010

Faleria, 23 e 24 ottobre 2010: Mostra dei fotografi premiati al concorso della Foto Rupestre

Ante scriptum

Ho sempre avuto una certa simpatia per Faleria, sia nel senso di luogo che di comunità... In effetti avrei potuto vivere a Faleria e per un pelo non mi ci sono trasferito allorché 35 anni fa decisi di lasciare Roma. "Purtroppo" il destino volle che andassi a Calcata e lì sono rimasto per tutti questi anni. Ma la mia simpatia per Faleria e per i faleriani ha continuato a manifestarsi nel tempo tant'é che a Faleria organizzai eventi e passeggiate, soprattutto a piedi ovviamente. Andavo a Faleria in pizzeria, in gelateria a gustare il gelato, ai giardinetti a chiacchierare con qualche amica, al forno a comprare un buon pane integrale, al centro storico a rifarmi gli occhi, in piazza a recitare commedie, etc. Credo che se dovessi raccontare tutti gli appuntamenti ed incontri fatti a Faleria dovrei impegnarmi a scrivere un libro.. Ma non lo farò, almeno per ora... Mi limito a pubblicare i particolari sulla mostra fotografica della Foto Rupestre, una bella iniziativa alla quale hanno partecipato anche alcuni amici fotografi che ho riconosciuto fra i premiati...

Paolo D'Arpini -

Articoli in cui Faleria é nominata: http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=Faleria


Ed ecco la notizia del titolo:

Sabato 23 e domenica 24 ottobre 2010 si terrà a Faleria nella settecentesca Chiesa di Sant’Agostino, nella suggestiva piazza della Collegiata circondata dal castello degli Anguillara e dalla Chiesa di San Giuliano, la mostra fotografica La Foto rupestre 2010.

Domenica alle ore 11, alla presenza delle autorità cittadine, verranno consegnati i premi ai vincitori del concorso fotografico indetto dall’Associazione culturale Il Pulsante leggero.

Hanno aderito al concorso non solo fotografi delle zone del viterbese ma anche di varie parti d'Italia, nord e sud, ed Europa. Questo ha convinto gli organizzatori nel proseguire ed intensificare la loro attività che vede in primo luogo la valorizzazione e la riscoperta delle zone della Tuscia tramite eventi culturali.

La Commissione del concorso fotografico La foto rupestre 2010, composta da Silvia Bordini, storica dell’arte, Enrico Cocuccioni, critico d’arte e fotografo, e da Rinaldo Funari, presidente dell’associazione Il Pulsante leggero, ha esaminato tutte le numerose opere pervenute.

I vincitori sono:

1^ sezione: Storia e natura nel territorio della Tuscia meridionale tra le antiche strade Francigena e Amerina

Francesco Cagnetti e Silvana Sabatelli

2^ sezione: La strada, arteria di cultura, economia e scambio interculturale.

Nemir Adjina e Paolo di Ciaccio

Come previsto dal regolamento, sono stati scelti dieci autori per ogni sezione le cui foto faranno parte della mostra fotografica:

1^ sezione (la Tuscia)

Agostinelli Paolo

Boyko Svetlana

Corradi Marco

De Magistris Sergio

Fracassi Fabrizio

Ghione Daniela

Martini Manrico

Piccinini Gustavo

Pisani Claudio

Scarsi Paola



2^ sezione (La strada)

Alberti Erica

Blumthaler Giovanni

Caruso Maria Maddalena

Davinio Caterina

Di Pardo Antonio

Di Santo Maria Paola

Fabiani Gino

Palumbo Antimo

Salvadori Margherita

Zivkovic Liliana



La commissione, in deroga al regolamento, ha deciso di segnalare per qualità e originalità anche altri sei autori:

Belfiore Marilena

Balsamo Sveva

Musucco Valerio

Pecorella Eleonora

Piccioni Ilenia

Zivkovic Lara


La mostra fotografica sarà aperta al pubblico il 23 e il 24 ottobre, sabato dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 20 e domenica dalle 10 alle 20. Questo evento, organizzato dall’Associazione culturale Il Pulsante leggero, è stato possibile grazie alla partecipazione e contributo della Regione Lazio, Assessorato alla Cultura, della Provincia di Viterbo e del Comune di Faleria.

Le foto sono visibili sul sito www.ilpulsanteleggero.it

Grazie Mariastella Gelmini! La scuola pubblica? Ora funziona solo se mantenuta dagli sponsors privati...

L'istruzione dalla scuola materna sino alle medie, anche per sedersi sulle sedie e sui banchi, viene garantita grazie ai privati. Evviva la scuola!

In tempi di crisi e di malgoverno la scuola riapre con lo sponsor...

Soldi di privati per fornire arredi scolastici in otto istituti della provincia
Pugliese tra Barletta-Andria-Trani è ormai realtà. I banchi e le sedie hanno lo sponsor. Privati che accettano di regalare arredi per la scuola, in cambio di una piccola pubblicità. Ora l’ idea approda anche a Roma in istituti del centro storico, ci saranno così banchi, armadi, cattedre ed anche sedie per così dire firmati dallo sponsor che ha offerto in tutto 40.0000 euro. Tra i vari negozianti, ci sono bar ristoranti, supermercati una cooperativa sociale, che hanno aderito con piacere all’ iniziativa, ma anche un centro anziani del I Municipio ha donato 2.000 euro che fa parte del suo fondo-viaggi.

Il Presidente del Municipio Corsetti, racconta che con l’inizio del nuovo anno scolastico, la situazione risultava essere veramente un disastro, in alcune scuole sul territorio non esistevano i banchi, i bambini non sapevano veramente dove sedersi per seguire le lezioni, ed i fondi comunali forniti, erano veramente insufficienti. Così è stato molto utile organizzarsi, e con gli sponsor il municipio ha coperto circa il 40% delle esigenze almeno per gli arredi fondamentali. L’acquisto materiale degli accessori, è stato lasciato agli imprenditori, fornendo loro soltanto qualche indicazione utile: i banchi e le sedie devono essere regolabili, in modo tale che saranno utilizzati dai bambini delle materne sino ad arrivare alle scuole medie. Non è stato lasciato spazio alle multinazionali, ma solo a privati, con un occhio però rivolto a sedie e banchi riutilizzabili nel tempo, poiché è vero che quest’anno ci sono gli sponsor, ma non sapendo cosa succerà negli anni a venire, visti i tagli nella pubblica istruzione, è bene pensare i beni donati possano durare a lungo per non rischiare che da qui a 10 anni si debba ricorrere di nuovo al buon cuore di anziani e privati per poter garantire la scuola e l' istruzione.

Rita De Angelis

sabato 16 ottobre 2010

Discorsetti sull'ecologia profonda per l'incontro bioregionale di San Severino Marche del 30 e 31 ottobre 2010 - Come raggiungere il luogo

Discorsetti sull'ecologia profonda per l'incontro bioregionale di San Severino Marche del 30 e 31 ottobre 2010 - E istruzioni su come raggiungere il luogo...


Care amiche, cari amici,

é in fase di preparazione avanzata l'organizzazione dell'incontro annuale della Rete Bioregionale. Il Cerchio si svolge a San Severino il 30 ed il 31 ottobre 2010. La cosa ha già attirato l'attenzione di numerose persone e di enti che lavorano per l'attuazione dell'ecologia profonda e del bioregionalismo. Hanno già dato la loro adesione diverse associazioni locali (Ad es. Rees Marche, etc.) e sono attesi ecologisti da vari luoghi delle Marche oltre che dalle altre Regioni d'Italia. Siete attesi pure voi!

Ed ora ecco alcune frasi in sintonia con il discorso che andremo ad affrontare, che ci sono giunte da varie fonti:

Scriveva Arne Naess, il padre dell'ecosofia (o ecologia profonda) alla quale i bioregionalisti dovrebbero far riferimento: “Gli esseri viventi hanno un valore in se stessi. In quanto viventi. E come gli uccelli delle sempre più silenziose campagne americane, hanno bisogno di essere protetti dall'invadenza di miliardi di uomini. Bisogna cercare una nuova armonia ecologica tra gli esseri viventi che abitano il pianeta Terra. Questo rinnovato equilibrio passa a livello teorico attraverso la rinuncia non solo a ogni forma antropocentrismo: il diritto alla vita di ogni essere vivente é assoluto e non dipende dalla maggiore o minore vicinanza alla specie umana. A livello pratico il nuovo equilibrio ecologico passa attraverso la riduzione della popolazione umana, l'uso di tecnologie a basso impatto ambientale e la mancanza assoluta di interferenza umana in una quantità sempre più vasta di ecosistemi...”

Scriveva Hermann Hesse: “Si ha paura di mille cose, paura del dolore, paura del proprio cuore, paura del sonno, paura di svegliarsi, paura della solitudine, paura della morte, sopratutto paura della morte. Però tutto queste paure sono solo maschere e travestimenti. In verità si ha paura di una cosa sola: lasciarsi andare, lasciarsi cadere nell'ignoto, questo piccolo passo al di là delle nostre sicurezze. Però chi solo per una volta, ha assaporato questa totale resa, questo fidarsi totalmente nel proprio destino, quello è libero. Non appartiene più alle leggi terrene, ma è completamente immerso nel flusso dell'universo e vibra assieme alle stelle e ai pianeti."

Scrive Caterina: “Mi piace l'idea dell'armonia ecologica tra gli esseri viventi (e anche con i non viventi, fanno sempre parte dell'ecosistema, pensiamo all'aria e all'acqua, sono necessari ai viventi più dei viventi stessi). C'é l'opinione diffusa che non si possa tornare indietro rispetto a dove siamo arrivati e che gli anziani di oggi se sentono fare di certi discorsi inorridiscono (oggi il cibo abbonda, il lavoro meno faticoso, ci sono cure per tutte le malattie, anche quelle immaginarie), ma si potrebbe pure trovare un equilibrio fra risorse e bisogni, fra produzione e consumi, cominciando dal confronto e dal mutuo scambio di aiuto, di vicinanza affettiva, di collaborazione amorevole tra simili e diversi, cercando di colmare i divari..... L'uomo solo un essere vivente che ha sviluppato una coscienza legata allo spazio e al tempo, al qui e all'oggi e al domani, gli uccelli si cibano per soddisfare l'appetito di oggi, fanno il nido per allevare i piccoli di questa nidiata; dobbiamo imparare ad "usare" il nostro essere a beneficio della nostra Terra e non per distruggerla...... é così bella!”

Scrive Benito: "Caro Paolo, come promesso parteciperò all'incontro bioregionale. Penso possa interessare ascoltare la mia fiaba sugli OGM per informare i grandi attraverso i piccini. Inoltre mi piace molto il pensiero sull'appartenenza di Saul Arpino che é in sintonia con quello dell'amico Beaver, che noi conosciamo personalmente e che ho il piacere di riportarti di seguito: I tre principi di appartenenza: Io appartengo alla razza umana; Io appartengo alla Terra perché la Terra mi precede ed il luogo che mi ospita sopra o sotto ciclicamente; La Terra mi appartiene solo se sono convinto che l'altro é me stesso e anche la Terra e tutto ciò che ospita sopra e sotto me stesso.."

Scrive Manuel: "Sarò presente dal 30 ottobre mattina, vengo con un amico, portiamo con noi la tenda..."

Scrive Sara: “...ognuno di noi ha avuto il diritto alla vita e quindi il diritto di viversi in ciò che viviamo. Estremamente invadente e poco intelligente pretendere che le cose siano come a noi piacerebbe...ogni essere umano, avendo ricevuto il dono della vita ha la libertà di viversi. Se una cosa non é di nostro gradimento bisognerebbe essere abbastanza intelligenti da non prenderla in considerazione! La vita una scuola di vita....”

Scrive Sonia: “...come sempre solo pratica sul campo... staremo insieme per raccogliere e riconoscere le erbe, ormai è il tempo della pratica! Di informazioni ne siamo coperti fino a sopra due metri dei capelli”

Scrive Carlo: "Occorre conoscere per amare e per difendere. Per questo dobbiamo conoscere gli animali selvatici che vivono nel nostro Paese, e cercare di farli conoscere. Gli animali selvatici sono un patrimonio di tutta la Terra, sono esseri sensibili, non devono essere uccisi, catturati o disturbati, e deve essere conservato il loro habitat naturale, senza il quale essi non possono vivere..."

Scrive Michele: “La Natura, con i suoi millenni di Storia, rappresenta per l’Intera Umanità l’università da cui attingere le conoscenze che hanno portato, e portano ancora, alla Saggezza; per cui, se ci chiediamo da dove proviene la Saggezza Contadina, la nostra risposta non può che essere questa. I grandi “libri” della Vita sono racchiusi nei semi e nelle sementi che, con la loro memoria contenuta nel patrimonio genetico, contengono in potenza il progetto specifico di ogni singola pianta o animale o essere vivente e, allo stesso tempo, rappresentano la storia evolutiva del mondo biologico e dell’Umanità”

Scrive Fulvio: “... non ci sentiamo ma .. ti penso sempre. Mi sento cambiato, più centrato, più lucido e "sveglio", ormai, come sai, viviamo ad Amelia e anche da questo punto di vista la vita è cambiata in meglio (abbiamo persino organizzato un piccolo orto sul balcone). Purtroppo il 30 e 31 ottobre sono impegnato a scuola, quindi mi sa che non potrò essere all'incontro bioregionale di San Severino... ma aspettati una visita non annunciata..."

Scrive Katia: “...sento davvero l'arrivo dell'autunno inteso come stagione in cui si accumulano i frutti giunti a maturazione adesso dopo il lavorio della natura del tempo precedente. Ho in casa i marroni presi a Rocca Malatina domenica scorsa, le melagrane del mio albero, le mele raccolte da terra sotto un albero a Montecorone con la Pia, le ultime prugne e le zucche della verduraia, l'uva rubata al mio vicino (usciva fuori dal suo giardino!), le bacche di rosa canina raccolte da me a Guiglia assieme ad altre castagne, le giuggiole raccolte oggi da me e Piero dall'albero di un allevatore che altrimenti le lascerebbe cadere a terra, l'ultimo pomodoro rosso della mia pianta in terrazza. Mancano solo noci e nocciole. Ho la casa piena di colore!”

Scrive Norbert: "Ciao Amici! Mi interressa il vostro approccio... Sto lavorando non legato a nessuna organisazione in varie progetti, qui in Italia, in Bolivia, Peru e ultimamente per alcune iniziative in Sudan, sempre provando di rinforzare già esistente movimento di agricoltura ecologica e et(n)ica! Ho qui in Puglia un progetto di permacultura e riproductione di piante medicinali e piante di orthocoltura, lavorando contemporaneamente con medicina olistica e comminity-devellopement! Sono di origine tedesco, Bioingeniere e curatore dello spirito! ho guardato un po dentro cio che vi circonda..e mi piacce! Ma non ho capito bene, in che modo ci sarà possibile di intraprendere una fertile collaborazione! Se mi informate come possiamo iniziare di collaborare, mi farebbe piacere! Aspetto indicazioni!"

Scrive Deafal: “..ci occupiamo di agricoltura organica...la nostra sede è in Lombardia anche se realizzeremo un seminario anche nelle Marche. Verremo all'incontro bioregionale, ci date una mano anche a promuovere il nostro seminario attraverso la vostra rete?"

Scrive Stefano: "...probabilmente non sarò all'incontro del 30 e 31 ottobre per il motivo che la settimana prima vado per lavoro a Torino per cinque giorni (Terra Madre) e probabilmente non me la sentirò di ripartire appena tornato. Comunque vada sarò del gruppo e scriverò un intervento...."

Scrive Lucilla: "Con l'agricoltura contadina... dal passato per andare verso il futuro... Vi aspetto a San Severino!"


Programma del 16° incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana: San Severino Marche – Podere di Lucilla Pavoni


30 ottobre 2010:

h. 10.00 – Accoglienza e familiarizzazione con il posto, presentazione dei vari partecipanti.

h. 12.00 – Preparazione collettiva del pasto con il cibo bioregionale da ognuno portato e condivisione.

h. 14.00 – Vesseille (lavaggio piatti e pentole e riordino della sala)

h. 14.30 – Percorso di riconoscimento delle erbe spontanee per onorare il luogo

h. 16.30 – Prima sessione di condivisione delle esperienze e proposte per la continuazione del percorso bioregionale, seduti in cerchio davanti al camino acceso, ognuno parla a rotazione. Sono benvenuti interventi poetici e canti.

h. 19.30 – Preparazione collettiva del pasto serale e vesseille. Ci si ritira per la notte, chi in tenda, chi nella pensioncina di San Severino, chi nella casa di Sonia a Jesi e chi a Treia (vedi indicazioni sottostanti).

31 ottobre 2010:

h. 10.30 – Seconda sessione di condivisione delle esperienze e proposte bioregionali.

h. 12.00 – Preparazione collettiva e consumo del pasto e vesseille.

h. 14.30 – Breve passeggiata nei paraggi della casa di Lucilla

h. 16.00 – Terza sessione di condivisione esperienze e proposte e conclusioni finali

h. 18.00 – Attorno al fuoco, per chi intende ancora fermarsi, racconti sul significato del Samahin/Ognissanti e canti in sintonia


Descrizione del posto:
La casa di Lucilla Pavoni, che ospita l’incontro, si trova su una bellissima collina isolata alle pendici dell’appennino marchigiano.

Ecco come raggiungerla:
Da San Severino Marche seguire la strada per Apiro/Cingoli.

Superare Cesolo e Marciano, arrivati al bivio per Apiro/Cingoli prendere la direzione per Apiro.

Superare le frazioni Palazzata e Corsciano sino all’indicazione per Ugliano, dopo circa 700 metri sulla destra imboccare stradina in terra battuta seguendo la freccia che indica la casa di Lucilla.

In caso di difficoltà potete anche chiedere al baretto di Corsciano, oppure in extremis telefonare a Lucilla al 338.7073857.

Attenzione, tutti sono invitati a contribuire all’evento portando dalla propria bioregione di provenienza cibo e bevanda. Venire armati di buona volontà e pazienza. Per il pernottamento: è possibile campeggiare nel terreno di Lucilla con la propria tenda o con il camper. Chi volesse stare più comodo può prenotare -in tempo utile- alla pensioncina 7 Rose di San Severino (Tel. 0733/635202).

Oltre al campeggio in tenda, altre sistemazioni gratuite (salvo un’offerta volontaria) possono essere reperite presso l’abitazione di Sonia a Jesi, oppure a Treia (entrambi i luoghi sono a pochi chilometri di distanza da San Severino) in entrambi i casi é opportuno portare con sé sacco a pelo e stuoia e -nel caso- anche brandina pieghevole.


Informazioni ulteriori sul programma e sulle sistemazioni telefonando allo 0733/216293 – oppure cell. 333.6023090 o scrivendo a saul.arpino@gmail.com

L'incontro é aperto a tutti coloro che si riconoscomo nel messaggio dell'ecologia profonda.


Grazie per l'aiuto che vorrete dare a divulgare questa notizia! Paolo D'Arpini

.............

Poesia di buon auspicio


Com’è potuto accadere…?

Com’è potuto accadere Anima mia,
che sempre sei Consapevolezza e Gioia,
com’è che ora ti comporti
come se lo avessi dimenticato?

Meraviglia delle meraviglie,
oltre comprensione è la tua strana paura,
dolce Cigno, mio caro,
il timore che hai di me!

Mente che apprendi, conosci e dimentichi,
corpo ottenuto, che generi e poi muori.
Da dove queste impurità nella purezza?
Grandezza, piccolezza, classe, rango, vista e veggente..
Perché queste onde oscuranti nel profondo oceano della Gioia?

Non servono parole o voti di silenzio,
non andirivieni, non inizio, metà e fine,
non riverbero, né suono, non qualità,
non separazione e quindi non paura…
Oh meraviglia delle meraviglie,
le cose che sembrano, in un sogno?

Dentro e fuori, in alto e in basso, tutte le direzioni.
Persa nella luce, illimitatamente vasta,
intera, senza supporto, piena e calma,
pura Consapevolezza, Gioia immutabile,
allora remota, cercata lungamente come fine,
ora sei qui… Gioia… Gioia..!

Avadai Ammal

................

Articoli connessi:
http://www.google.com/search?q=incontro+bioregionale+san+severino+30+31++ottobre+2010&btnG=Cerca&hl=it&client=gmail&rls=gm&sa=2

venerdì 15 ottobre 2010

I precari d'Italia protestano il 16 ottobre a Roma, assieme ai manifestanti della Fiom (partecipa anche una pattuglia di European Consumers)

La manifestazione nazionale indetta a Roma dalla Fiom per sabato 16 ottobre spaventa il governo perchè probabilmente rappresenta un temibile baluardo di resistenza contro le politiche e le manovre di progressivo impoverimento delle famiglie italiane.

Si sa che la piazza raccoglierà, assieme alle istanze dei metalmeccanici della Fiom, la solidarietà di tanti operai e operaie di numerosi comparti industriali in crisi, di tanti lavoratori precari della scuola e delle università... (partecipa anche una pattuglia di European Consumers).

Si sa che sul tavolo del Ministro dello Sviluppo economico ci sono ormai centinaia di situazioni di crisi con licenziamenti, sospensioni, cassa integrazione frutto spesso di delocalizzazioni all’estero dei siti produttivi. “Il lavoro nell’era senza Cristo” titola oggi “Il Manifesto” riferendosi forse alla nota affermazione di Marchionne: ” io vivo nell’epoca dopo Cristo tutto ciò che è avvenuto prima non mi interessa”. Lo scrittore Alberto Asor Rosa scrive sul profitto imprenditoriale legato all’accaparramento incondizionato del tempo di lavoro degli operai nel momento in cui basta pagare soltanto mezza giornata lavorativa per averne in cambio una intera. “Il caposaldo da cui partire, scrive Asor Rosa, è la condizione della classe operaia, se si mette in discussione questo caposaldo viene giù tutto il resto”. Ma torniamo all’iniziativa mediatica di Maroni di lanciare l’allarme, ottenendo le prime pagine di tutti i giornali e l’apertura di tutti i tg nazionali, su possibili infiltrati violenti nel corteo della Fiom. Si tratta della solita vecchia strategia della tensione come dice anche Di Pietro? Una cosa sembra evidente: la sostanziale passività del Viminale nel richiedere attivamente e pretendere notizie sui tifosi serbi ai servizi di sicurezza di Belgrado si sarebbe trasformata improvvisamente in un solerte e propagandato attivismo investigativo, anche all’estero, sulla grande manifestazione indetta dalla Fiom per sabato 16 ottobre a Roma.

In molti si chiedono su cosa punti il ministro dell’Interno Maroni con questo grande annuncio mediatico su presunte infiltrazioni anche estere? C’è sicuramente chi pensa che il primo effetto cercato sia quello di disincentivare la partecipazione dei cittadini alimentando infondate tensioni e instillando paure generiche di eventuali disordini. Ma, pur a prescindere da questa ipotesi che se fosse vera sarebbe comunque deprecabile, scatta imperiosa un’associazione spontanea tra le parole del Ministro Maroni di oggi e i consigli che, riguardo alle infiltrazioni, Cossiga rivolgeva allo stesso ministro nel mese di ottobre 2008, durante le manifestazioni del movimento degli studenti.

Il 23 ottobre 2008 il Quotidiano nazionale pubblicava un’intervista di Andrea Cangini a Francesco Cossiga, ex ministro degli interni negli anni 70.

Ecco uno stralcio in cui Cossiga parlava di infiltrazioni:
Cangini: Quali fatti dovrebbero seguire?
Cossiga: Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero Ministro dell’interno.
Cangini: Ossia?
Cossiga: In primo luogo, lasciar perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito…
Cangini: Gli universitari, invece?
Cossiga: Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città.
Cangini: Dopo di che?
Cossiga: Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri.
Cangini: Nel senso che…
Cossiga: Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano.

Certamente il ministro Maroni è uomo intelligente ed è vero che allo stadio Marassi, pur dopo le gravi inadempienze a monte, la linea morbida ha evitato conseguenze ancor più gravi in termini di vittime. Certamente, lo speriamo, il ministro Maroni….

Leggi anche il resto su Il Portale dei Diritti:
http://www.ciardullidomenico.it/ARTICOLI/corteo_fiom.htm

giovedì 14 ottobre 2010

"La Cina ed i perché del Nobel per la pace al dissidente..." - Con commento di Giorgio Vitali

"Quando i media ci si mettono riescono a fare un muro compatto e duro, più duro del muro di Berlino o della muraglia cinese..." (Saul Arpino)

E di Cina vorrei parlare. Vorrei dichiarare il mio dissenso nella scelta di concedere il premio Nobel "per la pace" (?) a un tal Liu Xiaobo. E la strumentalizzazione conseguente che ne é stata fatta...

Tanto per cominciare che la scelta sia caduta su questo signore, sconosciuto alle masse, mi fa sospettare che ci sia sotto lo zampino dello zio Sam. Sì, perché in questo momento lo zio é il più infastidito dall'avanzata cinese nella scena mondiale... (che tra l'altro detiene un tale numero di buoni del tesoro americani da poter mandare in fallimento il tesoro stesso, se li mettesse all'incasso).

Il sistema della destabilizzazione, in varie forme, é avvenuto in passato con l'Iraq, che si diceva avesse le armi di massa (in realtà aveva il petrolio e voleva usarlo a suo piacimento sul mercato) é avvenuto con l'Afghanistan (oleodotto, gas et similia) e avverrà con l'Iran (stessi motivi economici), etc. insomma ogni Paese che non é controllabile dalla "mafia" economico/finanziaria americana viene descritto come un pericolo per l'umanità... e siccome la Cina non é conquistabile con una bella "missione di pace" (eufemismo americano per significare un'invasione militare) ecco che si cerca di crear guai al colosso asiatico con l'ennesima denuncia di violazione dei "diritti umani".. concedendo il Nobel al "fomentatore" Liu Xiaobo..

Non sarebbe il caso a questo punto di chiedere la concessione del Nobel a tutti i perseguitati delle carceri segrete e palesi degli USA?

Simpatizzo con il governo cinese, lo ammetto, ma spero che abbia il coraggio e la forza di liberare il dissidente scomodo senza dover recedere dalla sua indipendenza politica…

Paolo D’Arpini

Articolo già pubblicato:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/10/09/cina-nel-mirino-divide-et-impera-e-il-sistema-di-potere-basato-sulla-destabilizzazione-altrui%c2%a0e-sulluso-strumentale-di-casi-umani-vedi-la-concessione-del-nobel-per-la-pace-a-liu-xiao/


E AGGIUNGI QUESTO:

Da molto tempo il premio Nobel per la pace è OSTAGGIO, non sappiamo per quali ragioni, delle politiche promozionali ( leggasi: operazioni coperte o semicoperte dei Servizi USA/Israel). Per averne un'idea basta scorrere l'elenco dei "premiati". In particolare vorrei sottolineare il Nobel ad Al Gore. Avevo già scritto, all'epoca, che il personaggio, che già aveva "venduto" la sua presidenza degli USA a Bush, si era prestato con la sua "OPERAZIONE terrore ambientale" a diffondere false informazioni sulla "responsabilità antropica" nel cosiddetto "riscaldamento globale".

Lo scopo era quello di VENDERE la produzione industriale americana, nata dalla riconversione di alcune industrie di guerra, in apparecchiature per lo sfruttamento dell'energia alternativa e rinnovabile. Premetto che in se stessa la questione è tutt'altro che negativa, ma...già sono in corso accertamenti e inquisizioni della Magistratura su alcuni "affarucci" portati a termine dalla Classe Politica italiana proprio attraverso questi strumenti. Da ricordare anche il caso che ha coinvolto alcuni paesi del viterbese.... (sic)

MA NON è TUTTO! E' bene sapere che il sistema del dominio di una categoria di individui su altri si basa sul possesso delle fonti energetiche. Ciò avviene da che esiste la razzaccia umana. Come ho già scritto da tempo, la tecnologia di sfruttamento dell'energi solare è conosciata dai primi anni del novecento. Ricordo un'eclatante dimostrazione, proprio a Roma, in occasione della prima Fiera di Roma, nel 1950. Quindi, la feroce lotta per il petrolio, che è stata alla base del primo e del secondo conflitto mondiale, nonchè delle lotte che hanno insanguinato l'Italia fino ad oggi, (leggere: In nome del petroli, di Benito Li Vigni, Ed. Riuniti e Petrolio e politica di Mario Alberighi), swono state caratterizzate dalla necessità di controllare le fonti di questo oro (nero!) fino al possesso della fonte alternativa.

Da notare che, nel silenzio pressochè totale, l'Italia (ENI) ha dovuto rinunciare sotto pressione USA/Israel ad uno dei suoi più importanti pozzi in Iran. In Conclusione: (forse) cadere sotto egemonia cinese è la prospettiva meno augurabile per chiunque. Tuttavia, oggi è la Cina, o meglio, CINDIA, a darci le migliori garanzie per il contenimento di quella (sempre egemonia s'intende..), ormai troppo soffocante, di USA/Israel.

Giorgio Vitali

mercoledì 13 ottobre 2010

Frammenti di un’autobiografia di Giorgio Vitali

"I cattivi hanno soltanto dei complici, i voluttuosi hanno dei
compagni di dissolutezze, gli interessati hanno degli associati, i
politici riuniscono dei faziosi, la maggior parte degli sfaccendati ha
delle relazioni, i prìncipi hanno dei cortigiani, soltanto gli uomini
virtuosi hanno degli amici". Voltaire, Dictionnaire philosophique.

"Queste cose non avvennero mai, ma sono sempre!" Sallustio, Degli Dei
e del Mondo.

Dopo un decennio di studi, per forza di cose, non avendo potuto ancora
usufruire del ’68, strumento col quale si distrusse la scuola
pubblica, col suo antico rigore a favore della scuola “privata”, (si
trattava comunque di studi circoscritti alla “classicità") l’arrivo
all’Università apriva un senso di grande libertà. A ciò deve
aggiungersi l’aridità della materia che avevo scelto, la facoltà di
Chimica, con una serie di esami che non davano respiro alla fantasia.
Avevo scelto questa facoltà perché ravvisavo in essa, ma non ne avevo
prevista la difficoltà, l’unica maniera per me, cultore di materie
letterarie e politiche fin d’allora, l’unico espediente per apprendere
i principi essenziali della scienza. E feci bene, perché fino ad oggi,
a distanza di sessanta anni da quelle scelte, mi trovo a dover
polemizzare con molti “pseudo scienziati” che non sanno ancora come si
definisce un dato “scientifico”. Infatti, troppo spesso si prende per
scientifico ciò che scientifico non è, mentre altri dati, che
apparentemente sembrano arbitrari, in realtà discendono da valutazioni
e da risultanze sperimentali di carattere chiaramente scientifico.
Fatto sta che in tutti questi casi agisce l’interferenza del potere
che impone ai "credulones" la sua verità. Scrive, infatti, Voltaire:
"I superstiziosi sono, nella società, ciò che sono i codardi
nell’esercito; provano e provocano il terror panico".

Prendiamo il caso delle “Torri gemelle”: La storia delle scoperte e
delle intuizioni scientifiche si può sintetizzare in questo modo:
Leonardo da Vinci (1452-1519): Intuisce il principio d’inerzia e
precorre i tempi con le sue macchine. Niccolò Copernico (1473-1543):
Sistema eliocentrico. I fenomeni celesti sono simili a quelli
terrestri, quindi si può calcolare “scientificamente” ciò che è fuori
dal nostro pianeta. (Preludio a Newton). Tyge Brahe (1546-1601):
Lascia importantissime rilevazioni astronomiche e strumenti per
ottenerle. Galileo Galilei (1564-1642): Confuta la fisica aristotelica
mediante le sue leggi sulla caduta dei gravi, sul moto pendolare,
sulla composizione dei moti, sulla relatività del moto, e, con le
osservazioni astronomiche ottenute per mezzo del suo cannocchiale,
getta fondamentali basi per il metodo sperimentale. Pertanto, e
malgrado l’evoluzione del pensiero che ha portato alle leggi della
caduta dei gravi, è stata accettata da moltitudini di < credulones>
l’ipotesi che grattacieli, costruiti per reggere a terremoti di rara
intensità, abbiano potuto cadere su se stessi e in linea retta colpiti
alla loro sommità senza piegarsi all’impatto, per di più in una
sequenza cronometrica, da un aereo di linea. guidato da piloti
improvvisati. (Senza accennare al terzo grattacielo, caduto da solo e
senza essere stato impattato, forse per “simpatia” e accondiscendenza
con gli altri due). Di fronte a questi fenomeni di comprovato
isterismo collettivo a livello planetario, mediato dall’uso integrale
dello strumento invasivo per eccellenza, la televisione. Di fronte a
questi fenomeni, le madonne che piangono le case della madonna che
volano e le ostie che lagrimano sangue costituiscono giochetti da
bambini.

Tornando alle mie esperienze giovanili, voglioso di apprendistato
intellettuale da una parte, ma anche in qualche modo giustificato
nella mia avversione all’aridità degli studi fisico-matematici del
primo biennio, con un compagno di scuola, mosso dalle stesse mie
motivazioni, si trattava di Franco Frezza, ricco proprietario di bar
famosi, demmo vita a un sodalizio culturale con scorribande in tutti
gli anfratti della cultura più vivace della Roma d’allora, che non era
ancora quella della “Dolce vita” (1960). Quindi, a tutto spiano,
convegni, mostre d’arte, letture, teatro. (In breve tempo lessi tutto
Dostoevskij, che fu per me un grande maestro di vita, oltre ad aprirmi
alla profondità dell’anima russa, lessi anche i grandi della
letteratura americana, Shervood Anderson, Gertrude Stein, John
Steinbeck, Erskine Caldwell, Ezra Pound, Ernest Hemingway, William
Saroyan, William Faulkner, insomma, buona parte degli autori che
ambientavano i loro racconti nel sud degli States, lessi anche gli
autori tedeschi del primo dopoguerra, con particolare attenzione a
Erich Maria Remarque, degli autori francesi lessi soprattutto Sartre,
Gide e Malraux, fui particolarmente impressionato da “Il nuovo Mondo”
e “Ritorno al Nuovo Mondo” di Aldous Huxley, terrificante previsione
di una società ove gli uomini erano tutti costruiti in provetta e i
“selvaggi” erano pochissimi individui tenuti in apposite “riserve”
come oggi noi conserviamo in certi giardini zoologici animali in via
d’estinzione. Una particolarissima attenzione dedicai agli scrittori
italiani pubblicati dalla benemerita casa editrice Vallecchi: Papini,
Prezzolini, Soffici, Palazzeschi, Malaparte, espressioni, tutti, di
una grande stagione artistica, letteraria e filosofica. Lessi infine
l’Opera Omnia del mio concittadino Alfredo Oriani, un grande della
storiografia italiana, pressoché ignorato allora come oggi perché
fustigatore dei nostri costumi più degeneri. Devo anche all’amico
Franco la segnalazione di una grandissima opera editoriale, il
dizionario delle Opere e dei Personaggi della Bompiani, che acquistai
subito e che resta una delle opere editoriali di maggior prestigio di
un editore che era già noto per aver fatto conoscere agli italiani
moltissimi autori stranieri.)

Calcolando che io già facevo politica universitaria, devo concludere
che persi due anni per quanto riguarda i tempi della laurea, ma ne
acquistai in “cultura viva” l’equivalente di un secolo. Scoprii, nel
quartiere Prati, un enorme deposito dell’editore Bocca in via di
fallimento, ed ove potei comprare a prezzi stracciati tutti i libri
che avevano fatto grande quell’editore: i testi del positivismo
novecentesco, le pubblicazioni sullo Yoga e la cultura indiana,
l’opera omnia di Nietzsche, i libri più interessanti sull’esoterismo,
l’ermetismo e la sua evoluzione. Ivi comprese le opere della Teosofia.
Con i libri di Bocca arricchii la mia biblioteca di circa 300 volumi,
che conservo ancora con la massima cura. Fondamentali fra questi
l’Introduzione alla magia quale scienza dell’Io, curata da J. Evola, e
le prime opere in italiano di Heidegger e di Mircea Eliade.

[Papini scriveva, sul suo famoso Dizionario dell’Omo salvatico, alla
voce Arcesilao (215-241):

Socrate aveva detto: So di non sapere. Arcesilao, fondatore della
Nuova Accademia, aggiunse: Non so neppure di non sapere- cioè, ignoro
anche la mia ignoranza. Ma quando codesta ignoranza della propria
ignoranza è ignorata, cioè incosciente, accade il contrario di quel
che voleva Arcesilao; e gli uomini discorrono più di quel che men
sanno- costume nel quale il nostro tempo da nessuno è sopravanzato].

Fu in questi anni che conobbi, a teatro, durante la loro prima
esibizione italiana, alcuni personaggi che in seguito ho sempre amato.
Georges Brassens (1921- 1981) grande poeta e grande menestrello, di
cultura francese ma di madre italiana, che cantava: < Al tempo in cui
regnava il grande Pan, gli dei proteggevano gli ubriachi, un mucchio
di Numi barcollanti, dal naso rosso, dalla faccia rubiconda…….Ma
oggigiorno, qua e là, la gente beve ancora, e il fuoco del nettare fa
luccicare sempre la facce rubiconde [ et le feu du nectar fait
toujours luir les trognes]; ma gli dei non garantiscono più per gli
ubriachi, Bacco è alcolizzato e il grande Pan è morto [Bacchus est
alcoolique et le grand Pan est mort.] >.

Sempre al teatro Eliseo ebbi il piacere di sentire il complesso di
Gerry Mulligan, con Chet Baker, grande e sfortunato trombettista, in
Italia per la prima volta. Autori di una grande rivoluzione musicale,
tanto dal punto di vista della sonorità quanto da quello
dell’evoluzione della forma Jazz da musica di strada, di parata e di
bordello, a musica colta (di cui saranno ulteriori interpreti, sempre
in quegli anni, il Modern Jazz Quartet e Dave Bruebeck).

In quegli anni (1955), partecipammo anche alla fondazione del Partito
Radicale. Eravamo i classici quattro gatti. Questo partito, molto
autorevole al tempo, perché espressione del pensiero di personaggi
culturalmente qualificati come Carandini e Mario Pannunzio, (che fu
condirettore, con Arrigo Benedetti del settimanale Oggi, e che nel
1949 fondò, con Carandini, il settimanale Il Mondo che diresse fino
alla chiusura nel 1968), fu poi “colonizzato” da Marco Pannella che ne
fece strumento di sue personalissime battaglie.

Fui presto eletto al Parlamentino Universitario (ORUR, Organismo
rappresentativo universitario romano), che aveva sostituito la
precedente rappresentanza universitaria fascista (GUF). Si trattava di
un’attività parlamentare a tutti gli effetti, perché i partiti
dell’Università erano la proiezione di quelli presenti nel paese. Si
trattò di una bella esperienza, perché imparai le logiche assembleari,
con i prevalenti traffici di corridoio, ed ebbi modo di frequentare
individui che si preparavano a diventare uomini politici nazionali,
alcuni dei quali riuscendoci brillantemente. Questa è la ragione per
la quale diffido di tutte le dichiarazioni politiche; conoscendo le
logiche che le hanno costruite, ne riesco a individuare le ragioni
recondite, che non sono mai quelle dichiarate. E spesso la ragione
politica induce a contrastare qualsiasi iniziativa prenda
l’oppositore. Ricordo un’esperienza significativa. Queste elezioni
riguardavano non solo la partecipazione all’assemblea ove erano
rappresentate tutte le facoltà, ma anche un’assemblea interna a ogni
singola facoltà. Alla facoltà di chimica io mi trovavo
all’opposizione. Avendo però votato a favore di una proposta del
presidente d’istituire un corso d’inglese (non di aramaico o cinese!)
mi fu riferito che era stato deciso di non farmi ricandidare per
essermi alleato col…nemico. Il corso fu poi istituito e lo
frequentammo in pochissimi. E questo per porre l’accento quanto gli
studenti di allora fossero in grado di capire l’importanza di quella
lingua per il loro individuale futuro professionale.

Iniziai la mia carriera giornalistica nei battaglieri fogli
universitari. Ricordo che ne facevo lo strillonaggio con questa
fulminante frase: "Arrivo dei Russi a Roma! Fuga del Papa in
bicicletta!"

In conclusione alla mia esperienza “politica”, devo dire che ho visto
moltissimi giovani sacrificati a questo terribile idolo. Moltissimi di
loro, coinvolti allo spasimo nelle questioni politiche e nelle
battaglie elettorali, perché se volevano fare carriera a livello
nazionale dovevano rendersi disponibili per le segreterie dei loro
rispettivi partiti, non riuscirono a laurearsi; altri si laurearono
molto tardi, ed eccetto pochi si dovettero accontentare in lavori di
ripiego, spesso all’ombra delle rispettive segreterie politiche, con
una voglia di rivalsa scaricata sempre sul popolo italiano.

Termino con una frase tratta dal libro di Luisella Battaglia, Bioetica
senza dogmi, 2009: "... mai come oggi c’è bisogno dell’aristotelica
fronesis, in altre parole di quell’arte della ragion pratica
consapevole che i princìpi ultimi di un sistema morale, pur se
enunciati con la massima precisione, non sono in grado di fornire
risposte prive di equivoci a tutti i problemi che si pongono gli
uomini nell’infinita varietà delle situazioni concrete."

Giorgio Vitali

[La lama della spada è fredda e tagliente. L’impugnatura è
arrotondata e tiepida. Soltanto così posso combattere. Lucas
Estrella].