martedì 14 settembre 2010

Un'opinione “altra” sul percorso spirituale laico alla ricerca di Sé - Lettera di Simone Sutra

Ciao Paolo carissimo. Ho ricevuto il tuo messaggio e mi fa piacere che ci siamo ritrovati questo 12 settembre 2010 a Treia....

Mi ha fatto ancora più piacere vedere che stai bene e che la tua nuova situazione è così positiva per te. E’ stato un bel momento di condivisione, di cui ti sono grato, perché credo di aver imparato parecchio, pur nel poco tempo della durata del corso.

C’è un punto fondamentale però con cui non sono del tutto d’accordo con te, ed è quello che è venuto fuori anche durante la sessione del pomeriggio.

Sì, adesso devo fare un po’ mente locale per chiarire la mia posizione....comunque in linea di massima, è riguardo al sé e ai vari motivi o sensi della vita: in sostanza io ritengo che se noi fossimo puro sé non avremmo avuto bisogno di incarnarci, perché mai lo avremmo dovuto fare? puro masochismo, no? Restando fermo questo concetto secondo me fondamentale, ne consegue un altro, altrettanto fondamentale: se ci siamo incarnati - che lo abbiamo deciso noi o no, questo non importa, comunque è successo – ci deve essere un motivo ben preciso, perché io non credo, e mi sembra scontato, che nell’universo non esiste il caso. Se poi su questo hai vedute differenti, è un po’ difficile per me portare avanti le mie argomentazioni, ma andiamo avanti come se tu fossi d’accordo su questo punto.

Il motivo credo sia da ricercarsi nel fatto che, pur essendo scintille divine, evidentemente l’esperienza dell’incarnazione , dei piani della manifestazione è necessaria. Perché? Ovviamente per un completamento, che in qualche modo non può essere ottenuto diversamente. Se poi non si crede che sia così, allora, come diceva quel versetto biblico “mangiamo e beviamo perché domani saremo morti”.

Dunque se siamo sulla via del completamento, ne consegue che siamo venuti qua per imparare. Imparare cosa? A ritornarcene in un baleno là dove siamo venuti mediante la folgorazione dell’illuminazione istantanea? Mi sembra, sinceramente, un’ipotesi un po’ semplicistica. In questo caso l’esperienza materiale non avrebbe alcun valore, alcuna utilità.
Per questo io ritengo che ogni percorso sia valido e necessario: per capire di più l’esistere, come hai detto tu , ma un esistere esclusivamente funzionale all’essere, cioè all’ottenimento della consapevolezza del sé: quel sé che si può conoscere solo attraverso l’amore e sono d’accordo, ma non si può amare ciò che non si conosce.... come sapere che qualcosa c’è non prende il posto, ovviamente, della consapevolezza interiore di questa cosa, la certezza percepita e assaporata di ciò, l’averla sperimentata.

Dunque il sé è dentro di noi, per così dire, ma se non ne siamo consapevoli come facciamo ad integrarci con lui, a portarci al ritorno in sé, ad identificarci con esso? Forse si tratta solo di smantellare, poco a poco, tutte le sovrastrutture legate alla personalità, all’ego. Ma anche questa operazione richiede conoscenze, scelte, passaggi, salti di qualità, accorgimenti, capacità che posso essere alimentate da un riformattare gradualmente la mente anche, visto che la mente deve pur servire a qualcosa...

Nessun percorso esoterico garantisce il risultato, ovviamente, ma ogni percorso esoterico fornisce informazioni utili e spesso necessarie per indirizzarci verso questo fine, dato che mi sembra ovvio che la conoscenza apre gli occhi, espande la mente e predispone l’anima ad incontrarsi più facilmente con se stessa. Io non seguo nessun percorso in particolare ma sono aperto a tutte le informazioni che possano aiutare la mia mente e la mia personalità a percepire il sé. L’evoluzione è poi tutta qua, l’espansione della coscienza e della consapevolezza segue dei tracciati che sono specifici per ciascuno di noi, che è un coacervo di residui karmici, di retaggi genetici, di formazioni infantili, di condizionamenti ambientali, ma soprattutto un essere unico fornito di un codice energetico suo proprio, che risponde ovviamente a delle sollecitazioni specifiche che sono in risonanza con la natura del suo essere: essere non solo eterno, ma anche incarnato, visto che noi siamo sì esseri fondamentali spirituali, ma siamo anche forniti di una natura immanente, che ha le sue esigenze, le sue particolarità di funzionamento che è impossibile metter da parte, secondo me, solo dicendo che ogni percorso è una fallace illusione. La nostra parte spirituale risponde al tutto, ma la nostra parte naturale è configurata in base a parametri piuttosto lontani da questa percezione.

Forse è questo aspetto che crea in me una sorta di difficoltà nel penetrare il pensiero indù, buddhista e quant’altro. Non riesco ad accettare il fatto che per vivere bene bisogna trascendere la vita: per me si tratta di un controsenso. Allora, di grazia, per quale motivo siamo qua? E perché siamo come siamo, ognuno a suo modo? Ricordo ancora quando se ne parlava a tavola, a casa di Luisa, e si parlava del senso della vita, con Upahara, che quando io dissi che per me era fondamentale scoprire il senso della vita, lui disse che non c’è nessun senso da trovare. Sono profondamente in disaccordo con questa nozione, perché, ripeto, allora non ha senso tutta l’esperienza della manifestazione, è tutto un’ ignobile presa in giro....?

Beh, questo è un po’ il mio punto di vista, anche se non voglio certo creare una polemica di nessuna sorta. Immagino che se è così che vedo le cose il mio destino è continuare la mia “esplorazione del sé a modo mio, quello che sento più confacente alla mia struttura interiore, al mio codice interno specifico. Ed è proprio quello che farò.

Riguardo al seguire il tuo corso, devo dire che è estremamente interessante,e tu lo rendi molto vivo, è piacevolissimo ascoltarti e per niente stancante, nonostante la complessità dell’argomento. Purtroppo però sarebbe molto oneroso per me parteciparvi sia per i costi di viaggio che la lunghezza. Fare quel viaggio ogni mese è un po’ troppo. Quindi, ti abbraccio e ci vedremo quando.... succederà.

Ciao, Simone Sutra - itdavol@tin.it

..............

Mia rispostina: “Grazie ancora per la tua partecipazione e per le tue osservazioni, che tengo in considerazione senza controbattere... poiché ritengo che ogni punto di vista sia legittimo e quanto da te espresso non va comunque contro la ricerca di Sé.... Ti abbraccio, Paolo”

Articoli sulla Spiritualità Laica:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=spiritualit%C3%A0+laica

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