giovedì 30 settembre 2010

Obesità.... il grasso che accorcia la vita!

Il nuovo nemico dell’uomo per l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), è il grasso il tutto le sue forme.

Viene quasi definita una epidemia l’obesità, si invitano così i governi dei vari Stati a prevenirla e combatterla. Una persona obesa, cioè con un indice di massa corporea superiore al 40accorcia in mia la sua vita di 8-10 anni, cioè quanto la vita che perde un fumatore. Ogni 15 kg. di peso in eccesso il rischio di morte prematura aumenta del 30%.

L’allarme si evince confrontando per la prima volta i dati provenienti da 11 paesi Ocse: in circa dieci paesi europei si è dimostrato che l’obesità dimezza la probabilità di vivere una normale vita attiva. Risulta soltanto l’Indonesia l’unico paese dove non vi sono obesi maschi, le donne sono solo il 3%. L’Italia purtroppo ha il triste primato di essere in cima alla classifica a causa dei bambini sovrappeso, 33 bambini su 100.

Oltre a tutti i rischi per la salute si aggiunge lo spreco: una persona gravemente sovrappeso, costa in media il 25% in più rispetto ad una persona con peso normale. I costi aumentano sempre di più, con l’ aumentare dei chili. Sino al 1980 meno di uno su 10 era obeso, oggi la media si è alzata notevolmente, nei paesi Ocse, una persona su 2 è in sovrappeso o obesa.

Quindi per mantenere alta la qualità della vita, è forse idoneo ed utile rimettersi a dieta, pensando che alzandosi da tavola ancora con un pò di fame, non solo ci aiuta a mantenere la linea, ma ci allunga di certo la vita!

Rita De Angelis

mercoledì 29 settembre 2010

Altra Calcata.. altro mondo... altra economia - Appello per il salvataggio della Città dell'Altraeconomia di Roma

Appello: Non Fermate il Progetto Città dell'Altreconomia

Cari amici,

ci rivolgiamo a tutti voi perché come persone, gruppi, organizzazioni
piccole e grandi cittadine, nazionali e non solo, ci avete incontrato,
conosciuto, sostenuto perché ci siamo impegnati nella sperimentazione di
attività, progetti, reti e realtà di economia alternativa e solidale nella
“CITTA' DELL'ALTRA ECONOMIA” di Roma, all’interno del Foro Boario di
Testaccio.

Questo spazio non è stato un semplice “centro commerciale sostenibile”, un
aggregato di uffici e luoghi di lavoro e di consumo responsabile. E’ stato,
secondo un preciso progetto avviato dalle oltre 60 realtà che hanno animato
il Tavolo dell’Altra Economia cittadino e condiviso con il Comune, uno
“luogo” pubblico importante per Roma. Sale, piazzale, spazi di mostra e di
vendita sono stati frequentati con regolarità da centinaia di migliaia di
persone nel corso dello scorso anno, hanno ospitato oltre 500 eventi tra
convegni, conferenze stampa, eventi, spettacoli, mostre, incontri,
dibattiti, presentazioni, seminari, laboratori, corsi. Centinaia di bambini
e ragazzi delle scuole romane ma non solo hanno imparato in queste occasioni
come crescere, studiare, vivere in modo più consapevole e sostenibile.

La Città dell’Altra Economia, dunque, è un processo, non un semplice
incubatore di progetti e di imprese di “green economy”, come invece pensa il
Comune. Alle richieste di chiarimenti rivolte all’amministrazione, infatti,
l’amministrazione attuale ha risposto che intende procedere con i nuovi
bandi all’insediamento “aperti ad imprese della filiera agricola e biologica
e alle nuove tecnologie per l’ambiente e l’energia”. Mentre per la gestione
degli spazi comuni ad uso pubblico (sala conferenza , spazi espositivi sale
riunioni e piazzale antistante) l’amministrazione non intende più assumersi
la responsabilità della cogestione , ma vuole affidare a terzi la loro
gestione , privatizzando di fatto questi spazi.

La realtà è che così facendo questo progetto verrebbe chiuso perché i nuovi
bandi limiterebbero a sole due aree tra quelle elencate nella Legge
regionale sull'Altra Economia la possibilità di fare attività; quindi nella
città di Roma verrebbe meno quella vetrina che fino ad oggi ha avuto il
compito di mostrare ai visitatori in un sol colpo d'occhio tutto
l'articolato sistema di attività sulle quali poggia l'Altraeconomia.

I nuovi bandi ad oggi non sono ancora usciti. Questo ha creato e continua a
creare un crescente livello di precarietà per le realtà che animano la CAE,
nonché' per i loro lavoratori e lavoratrici. Non è chiaro fino ad oggi, poi,
come il comune intenda gestire la transizione dalla vecchia alla nuova
gestione, che potrebbe facilmente durare lunghi mesi, durante i quali,
evidentemente, la CAE potrebbe rimanere chiusa o priva della maggior parte
delle attività economiche che operano al suo interno.

E ‘evidente quindi che il progetto della Città dell’Altra Economia per la
sua storia ad oggi non è riducibile a questa semplificazione. Chi ha varcato
le sue porte ha avuto la possibilità di partecipare alle oltre 30 linee di
attività - tra cui l’agricoltura biologica, il commercio equo e solidale, il
riuso e riciclo, le energie alternative, il consumo critico, la finanza
etica, il teatro, l’arte, la formazione, la comunicazione e il software
libero, il turismo responsabile - che si sono ispirate ai principi e ai
criteri di lavoro della Carta approvata nel 2004 dal Tavolo dell’Altra
economia e che hanno caratterizzato la vita della Città da quando ha aperto
i battenti il 29 settembre del 2007.

Vi chiediamo di sottoscrivere questo appello per chiedere insieme a noi che
questo laboratorio vada avanti, e che il Sindaco Alemanno chiarisca
pubblicamente le motivazioni che lo portano, nei fatti, a chiuderlo.

Per firmare l’appello vai al sito :http://www.cittadellaltraeconomia.org

Informazioni stampa: Cesare Budoni 349 6040937

martedì 28 settembre 2010

I Burakumin del Giappone come i Palestinesi d'Israele ed i Pariah dell'India.. - Le discriminazioni ridicole fra uomo ed “uomo”

Caro Paolo, leggi questo articolo molto interessante......... l'ho trovato partendo dalla pelle della giacca di Sabine e parlandone con un mio collega che mi ha raccontato dei sedili in pelle della sua auto Toyota.... chi lavora le pelli in Giappone é considerato “inferiore”... (Caterina)

Evidentemente la discriminazione "razziale" in casa esiste non solo in Italia, in cui si considerano inferiori certi meridionali (vedi le recenti dichiarazioni di un certo Umberto Bossi che ha definito i romani “porci”) ma é una caratteristica di diverse altre nazioni “civilizzate”, non ne é esente il Giappone... (Paolo D'Arpini)

Potete leggere il testo integrale su:
http://www.giapponeinitalia.org/

(omissisis) … la minoranza che maggiormente nei secoli è stata oggetto di discriminazioni e che costituisce la più estesa minoranza presente in suolo giapponese è quella dei Burakumin. A differenza degli altri gruppi minoritari questo gruppo di fuori casta desta ancor più perplessità in quanto i suoi membri condividono totalmente le origini etniche e razziali dei giapponesi standard.

Il termine BURAKU letteralmente significa ‘villaggio, paesino’ e l’origine della sua accezione negativa va fatta risalire all’epoca feudale (coincidente in Giappone col periodo Edo-Tokugawa) in cui venne istituita, proprio come in India, una suddivisione della società per caste, quattro per la precisione (shinōkōshō), dalla quale ad essere esclusi furono proprio i burakumin, all’epoca designati col termine etahinin, ossia non umanità piena di sporcizia. Questo perché, per il governo feudale Tokugawa che con l’istituzione delle caste voleva assicurarsi un maggior controllo dell’ordine sociale e il rispetto dei limiti stabiliti per ogni classe, una categoria come quella dei burakumin che si occupava di lavori umili e in qualche modo collegati alla morte come i conciatori di pelle, i becchini, i boia, che erano attività per giunta considerate estremamente impure dal credo buddhista e dal culto shintoista, non poteva che essere relegata ai margini sociali e per questo soggetta inevitabilmente a discriminazione e segregazione.

In questa categoria non mancarono di rientrare ovviamente assassini e criminali di vario genere, ma anche mendicanti e addirittura attori itineranti finanche compagnie teatrali, condannati a vagare da un luogo all’altro, esclusi dal consorzio umano, senza il minimo riconoscimento di una dignità umana. Alcuni fuori casta erano anche chiamati kawaramono in quanto relegati a vivere ai margini di fiumi, sui quali raramente erano costruiti dei ponti a indicare a maggior ragione la loro condizione di emarginati.

…. (omissis)...

Situazione non consona ad un paese civilizzato e culturalmente progredito come il Giappone; ma come può accadere, storia e tradizione a volte invece che fornire una guida agli errori da non ripetere e agli aspetti positivi da mantenere, funge da comoda legittimazione e ratifica di abitudini che finiscono col radicarsi talmente tanto da essere considerate parte delle usanze e dei costumi di un popolo.
Eleonora Bertin

lunedì 27 settembre 2010

Teatro Vertigo di Livorno, 5 Ottobre 2010, apre i battenti il Cinema...

Iniziano i corsi di sceneggiatura, curati in prima persona dal mio amico sceneggiatore e scrittore Sergio Consani, nonché da una vera e propria scuola di arte cinematografica, con corsi di regia tenuti da Luca dal Canto, corsi di recitazione tenuti da Marco Conte e per finire come citato corsi di sceneggiatura di Sergio Consani. Chi ne fosse interessato per imparare il cinema non solo a Roma ma anche a Livorno da veri professionisti può leggere.

Con la nuova stagione teatrale, si riapre il centro culturale Vertigo a Livorno, con sede nel cuore del quartiere Venezia. Ma la novità di quest’anno sarà la creazione di Vertigo Cinema, una vera e propria scuola di arte cinematografica, con particolare interesse per tutti gli appassionati del mondo delle fictions e di tutti gli altri formati di tv. Il teatro infatti si occuperà di una nuova area dedicata ad appuntamenti cinematografici e corsi di regia tenuti dal regista Luca dal Canto, molteplice autore di documentari, videoclip ,corsi di recitazione, tenuti da Marco Conte , e per finire corsi di sceneggiatura, tenuti dallo scrittore e sceneggiatore Sergio Consani Il corso sulla sceneggiatura in particolare, affronterà le diverse tecniche televisive e cinematografiche, la differenza tra un “corto” ed un lungometraggio, verranno analizzati i principali film del panorama cinematografico italiano e straniero, nella sala “Vertighino” la stessa dove dove si terranno le lezioni ogni giovedi sera per due ore. Ma non ci saranno soltanto corsi, ma bensì incontri dal vivo con professionisti del mondo dello spettacolo ed al termine del percorso formativo, gli allievi potranno realizzare spot pubblicitari e cortometraggi.

Collegandosi al sito www.vertigocinema.altervista.org sarà possibile sin da ora vedere in anteprima un video sulla nuova fictions “dietro le quinte” che è stata girata e realizzata interamente a Livorno, nei luoghi più caratteristici e suggestivi della città, compreso il quartiere Venezia, dove attori, sceneggiatori e registi, hanno girato la fictions a costo “zero” per realizzare un qualcosa di innovativo nel suo genere, ma soprattutto dimostrare che il Cinema d’autore, se insegnato seriamente, da professionisti del “mestiere” può essere realizzato non soltanto a Roma, città per antonomasia con i suoi studi cinematografici di Cinecittà, ma in ogni parte del mondo!
Rita De Angelis.

domenica 26 settembre 2010

La FAO e gli affamati del mondo, che sono un miliardo

Circa un sesto della popolazione mondiale soffre la fame ma per la prima volta da 15 anni a questa parte è in calo. Secondo una stima della Fao ed il rapporto di Sofi 2010, lo stato dell’insicurezza alimentare, per la prima volta dal 1995 il numero totale di persone che patiscono una condizione di fame cronica è sceso per 98 milioni di persone. Il rapporto tuttavia non lascia molto spazio per essere ottimisti, perché il dato di per se è inaccettabile, visto che buona parte di questa diminuzione è il frutto della crescita di alcune economie come India e Cina, mentre viene penalizzata ancora l’Africa sub sahariana dove si registra la maggiore concentrazione di affamati.

Ogni sei secondi circa muore un bambino per problemi derivanti dalla sottoalimentazione, la fame resta quindi il più alto scandalo, e la maggior tragedia umana per il mondo. E’ ancora molto distante ed irraggiungibile la soglia dei 400 milioni indicata come “obiettivo da raggiungere e centrare entro il 2015. I due terzi del 98% degli affamati nel mondo sono concentrati in sette paesi: Bangladesh, Cina, Etiopia, India, Indonesia, Pakistan e Congo.

Di questi la percentuale del 40% la tocca la Cina e l’India. Ci viene quindi spontaneo pensare quando magari nei fine settimana ci riuniamo a tavola con i nostri amici e parenti, che tutto questo sarebbe bello farlo non soltanto nei principali Paesi industrializzati, ma in tutto il nostro continente, rinunciando magari a qualcosa di superfluo, per donare un piccolo contributo a chi ahimè non ha neppure la possibilità di nutrirsi per sopravvivere!
Rita De Angelis

................

Altri articoli su come risolvere il problema della fame nel mondo:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=fame+nel+mondo

giovedì 23 settembre 2010

IOR: "Ignoro ogni risvolto" - INRI: "Io non riconosco infallibilità"

Lo IOR è una prelatura del papa, che n’è unico proprietario ed azionista.

La fondazione, il cui acronimo significa Istituto per le Opere Religiose, s’avvale d’un collegio di cardinali supervisori che n’autorizzano le operazioni dopo avere ottenuto il N. O. dall'infallibile pontifex maximus. Pontefice che inevitabilmente è a conoscenza d'ogni avvenimento interno.

Sull'infallibilità del papa è piacevole ricordare la storia narrata da Pasquino, la statua romana (quasi) parlante che nel 1870 così sentenziò:

"Il Concilio è convocato,

i vescovi han decretato che infallibili due sono,

Moscatelli e pio IX".

Moscatelli era una marca di zolfanelli allora in commercio che si assicurava non fallissero. Passata la giornata, appesa al collo di Pasquino apparve nuova ilare lapidaria comunicazione:

"I.N.R.I. Io Non Riconosco Infallibilità".

Il meccanismo descritto, ancora operante in Vaticano, era tale anche ai tempi del precedente straniero papa polacco che necessariamente fu a conoscenza degli oscuri segreti dello IOR. Segreti che si portò nella tomba.

Ricordiamo tra i più noti:

1) Lo scandalo Sindona.

2) L’omicidio Calvi ed il fallimento del suo Vecchio Banco Ambrosiano.

3) La lettera di fideiussione per 200 milioni di dollari offerta in garanzia, attraverso Calvi, a Governi di Paesi Latino-Americani. Lettera fatta sparire da marcinkus, il banchiere di dio monsignore ma non troppo. Banchiere che vox populi vuole fosse

4) Implicato nella scomparsa d’Emanuela Orlandi. Avvenimento in cui molti ravvedono la “mano” del banchiere vaticano che avrebbe stuprato la ragazzina facendola poi sparire servendosi dalla “banda della magliana” il cui capo, in quel periodo, era renatino, enrico de pedis. Ma la magistratura ordinaria ben si guardò di giungere sino al papa per interrogarlo.

Ed ecco perché anche questa volta s’insabbierà ogni cosa. L’aprire certe fognature, ma la merda sempre è merda, porterebbe finalmente anche l’ytalyota più idiota a capire perché il papa da molto tempo non vuole che sì usi il preservativo, infatti, lui ed i compari suoi s’inculano i popoli da circa duemila anni senza protezione alcuna, e sono in apparente buona salute.

Dunque, il papa non può ignorare cosa avviene all'interno del sedicente Istituto per le Opere religiose che, autorizzato da specifico suo mandato, si attiva avvalendosi dell'ASPA: "Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede" oggi diretto da Ettore Gotti Tedeschi.

… e vogliamo che tra tedeschi non si capiscono…?

Kiriosomega

mercoledì 22 settembre 2010

Lettera aperta a Rino Tripodi direttore di Lucidamente, sul significato di "Spiritualità Laica"

Gentile Signor Direttore di Lucidamente, dr. Rino Tripodi, approfitto della sua richiesta di chiarimenti per inviarLe questa mia lettera aperta indirizzata a Lei ed ai "laici", con annotazioni sul reale significato del termine e sulla possibilità espressiva di una spiritualità laica... non macchiata da ideologie di sorta...

Lo scrivente é stato fondatore, nei primi anni '90 del secolo scorso di un comitato per la spiritualità laica, a cui aderirono varie associazioni laiche spiritualiste, per alcuni anni abbiamo organizzato a Roma delle pacifiche "marce" per promuovere la Spiritualità laica nonché varie manifestazioni e simposi, di cui conservo articoli di stampa e relazioni.

Ma solo nel maggio del 2008, in seguito al mio coinvolgimento con il mondo telematico, avevo tentato con qualche articolo (in inglese ed in italiano) sul web di tamponare la mistificazione avvilente e mendace della chiesa cattolica che si è appropriata del termine “lay spirituality” o -spiritualità laica- nei documenti in cui si parla di spiritualità espressa da persone del popolo o padri di famiglia. Dimostrando così una strumentalizzazione faziosa di una parola che per sua accezione e corretta traduzione non può essere riportata ad alcuna religione, in quanto “spiritualità laica” significa spiritualità naturale e quindi non è conseguenza di un credo filosofico e religioso….

Tra l’altro se le chiarificazioni sul vero significato di spiritualità laica non vengono diffuse i preti e prelati (cattolici o di altre religioni cristiane) potranno continuare a farla franca su questo argomento, continuando a presentarsi come i fautori di una spiritualità che solo essi definiscono “laica” perché espressa da “credenti” non sacerdoti, ovvero da persone "comuni" (lay in inglese) ma appartenenti alla religione.

La rimando, per un approfondimento sull'etimologia del termine "laico" ad un articolo in italiano su questo argomento apparso nel nostro sito:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/05/16/liberta-espressiva-nella-spiritualita-laica/

E qui dabbasso ecco alcuni brevi testi esplicativi sul significato di “Lay Spirituality” in inglese.
Testi in inglese: http://www.circolovegetarianocalcata.it/s=Lay+spirituality

Grazie per la collaborazione e l’aiuto che vorrà dare alla causa spirituale laica.
Paolo D’Arpini - - circolovegetariano@gmail.com - saul.arpino@gmail.com

martedì 21 settembre 2010

Montalto di Castro: “…è qui la centrale!” - La rivelazione drammatica di Giuseppe Parroncini

Non esistono esempi funzionanti di reattori che usano la tecnologia francese

“Per l’Italia sarà la Tuscia viterbese a fare da cavia, perché ormai lo sanno tutti che una nuova centrale nucleare è prevista a Montalto di Castro, come dimostrano i sopralluoghi dell’Enel. Ciò che invece non ci viene detto è che di questo tipo non ne esiste nessuna funzionante in tutto il mondo perché la tecnologia francese Epr, quella che il governo vuole utilizzare nel nostro Paese, è sperimentale.

Ce ne sono solo un tre in costruzione in Cina, Finlandia e Francia e stanno registrando problemi a non finire. E’ quanto emerso ieri sera nella trasmissione di approfondimento “Presa diretta”, condotta dal giornalista Riccardo Iacona. Le testimonianze di chi ci lavora – progettisti, ingeneri e manovalanza - quando parlano di sicurezza, fanno venire i brividi.

Alcuni dei responsabili se ne sono perfino andati perché le procedure non venivano rispettate, rispondendo con una risata alla domanda se secondo loro il lavoro effettuato garantiva la sicurezza. I Paesi che già convivono con il nucleare, la Finlandia e la stessa Francia, hanno espresso forti riserve sul reattore.

Non solo: vengono confermati i rischi per la salute di chi abita nei dintorni di una centrale. Il sottosegretario Stefano Saglia, intervistato, ha ammesso candidamente che siamo pure in ritardo: ancora non esiste l’agenzia per la sicurezza nucleare, che dovrebbe prevedere un dipartimento di radioprotezione per preservare la salute dei cittadini.

Viene infine riproposto con forza il problema dello smaltimento delle scorie radioattive. Non abbiamo un deposito per le centinaia di tonnellate di scorie che ogni anno verrebbero prodotte.

Né la Francia, né la Germania sono state in grado di trovare una soluzione. Secondo Saglia dovrebbe trovare un deposito la Sogin, che è anche commissariata. In compenso per lui il reattore Epr è ipersicuro, mentre chiunque ha affermato il contrario.

A questo punto diventa ancora più importante votare la mozione da me presentata insieme ai consiglieri regionali del Pd Francesco Scalia e Franco Dalia, con la quale si impegna il presidente della Regione Lazio e la giunta a non dare il proprio consenso alla realizzazione di una centrale nucleare a Montalto di Castro e comunque in nessun altro sito della Regione Lazio”.

Giuseppe Parroncini
Consigliere regionale del Lazio (Partito Democratico)

...................

Altri articoli nucleari:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=uranio

lunedì 20 settembre 2010

Roma, la bella...d'autunno, al tramonto e di notte - di Rita De Angelis

Si avvicina l’autunno, le ore del giorno sia fanno più brevi, ma la notte a Roma riserva in questo periodo delle notevoli sorprese: per esempio una visita alla città Eterna, senza fare la fila. Questo in breve il progetto proposto dal Vaticano by night. Occasione unica ed imperdibile per assaporare e gustare gli antichi splendori dei musei. Ogni Venerdi con orari dalle ore 19.00 alle 23.00 sino al 29 ottobre, prenotando, anche perché altre alla visita dei musei saranno abbinati intrattenimenti musicali.

Ma la Roma notturna, in questo scorcio di fine estate, non riguarda solo il vaticano: infatti dopo il tramonto si possono ammirare di notte anche le scale di Castel Sant’Angelo, le bellezze del il Colosseo, tra luci ed ombre, questo ogni sabato sino al 2 ottobre, inoltrarsi nelle Terme di Caracalla sino al 23 ottobre. Che dire quindi di questa Roma, che anche con il passare dei tempi conserva intatta il suo fascino, come una bella donna, che decide di mostrare le sue bellezze al lume della luna, ammagliando il mondo tra il profumo della notte di fine estate, e l’inizio del sapore di un nuovo e caldo autunno pieno di luci e colori?

Rita De Angelis

domenica 19 settembre 2010

La sicurezza sul lavoro e l'insicurezza di trovare un lavoro...

Sembra esserci una Europa delle banche, di cui ci accorgiamo solo adesso, che sta distruggendo l’Europa delle persone. C’è una Europa che si preoccupa delle persone con regolamenti comunitari e normative rigorose (a dire il vero, alcune discutibili, come quote latte, OGM e cioccolato surrogato) che sembra non conoscere e non parlarsi per niente con la Europa delle banche.

A causa di una frase, o meglio un concetto inserito nella legge 81/2008 ci si è accordi dello “stress da lavoro correlato”, lo stress (il teknostress) che potrebbe danneggiare il lavoratore. Lo stress ma dai?, si sono subito preoccupati di farci sapere che non è un malattia, ma una condizione al contorno che può determinare a sua volta rischio specifico (emergente). Lo stress di fatto nella giusta misura diventa il motore motivazionale se è nella giusta misura (eustress) ma diventa preoccupante e dannoso quando supera certi limiti (distress), la domanda sorge spontanea quali limiti? Come si misurano e chi li misura?. Lo stress va bene ma quale quello personale che il lavoratore introduce a sua volta nella azienda per motivi familiari, e che può causare altro rischio in azienda, o lo stress che il lavoratore prende dalla azienda? La valutazione comunque è sempre a carico del datore di lavoro. Senza accorgersene e senza volerlo la storia sta riportando i piani al loro posto poiché il lavoro deve essere svolto in sicurezza ma può anche darsi che se il lavoro (il posto) non è sicuro causa un introduzione di stress che poi porta a generare un rischio nel posto di lavoro.

Torniamo alle grandi massime bisogna massificare il lavoro e l’uomo si deve adattare al posto di lavoro o è il lavoro che deve essere fatto a misura d’uomo (ergonomia)? Per fortuna le grandi fabbriche ad una ad una stanno chiudendo e sta andando via anche il concetto di lavoro a batteria per automi umani tutti uguali. La risposta sta nella partecipazione (partenariato) dei lavoratori al rischio e al guadagno di impresa.
Premesso che la ricchezza in un paese la generano le aziende, c’è una certa cultura, che deriva da un certo retaggio culturale che ancora continua a sostenere che l’imprenditore è quello brutto e cattivo che sfrutta le persone (alcuni sono cosi è vero ma molti di fatto sono il vero welfare della nazione). Di fatto oggi gli imprenditori medio piccoli, che sono la stragrande maggioranza, sono quelli che non dormono la notte, lavorano dodici ore al giorno, ma si auto assumono per tre ore perché se non fanno cosi non passa lo “studio di settore”, che vengono massacrati dalle varie agenzie di recupero crediti, che vengono stroncati dagli interessi bancari o dall’anticipo fattura ecc sono anche quelli che generano idee, posti di lavoro, producono prodotti ecc.

Una sistema economico che erode sempre di più i margini di guadagno delle aziende, un sistema fiscale che ha raggiunto livelli impegnativi di tassazione, ed una Europa delle banche che fa fallire gli stati (oltre che le imprese), che privatizza tutto e fa finire le grandi imprese in mano alle banche il cui unico obbiettivo è la resa economica se non si chiude, si preoccupa dello “stress del lavoratore”.
Una Europa folle e schizofrenica che sta relativizzando tutti i diritti che ci impone le quote latte, il coccolato artificiale, che ci toglie i crocifissi, che ci toglie le sovranità che fa fallire le aziende togliendo la “sicurezza di un posto di lavoro” ma si preoccupa se nel posto di lavoro (quello che rimane) non ci sia “stress”. Ora come ho detto tante volte non si capisce per quale motivo debba essere il lavoro a dare la dignità alla vita (retaggio culturale antico di cui c’è traccia anche sulla costituzione italiana) quando la vita ha dignità a prescindere e prima del lavoro e soprattutto ha dignità in ogni luogo.

Lo stress sul lavoro come fa a non avere interferenza sulla vita totale del l’uomo e viceversa come fa lo stress della vita a non influire sul lavoro. L’uomo è una unità psicofisica e non potrebbe essere diversamente anche se si vogliono fare dei distinguo che però rimangono solo speculazioni sulla carta. Il problema c’è ed è di ordine social,e non solo del piccolo povero imprenditore che deve fare la valutazione del rischio se no rischia un ammenda e anche il carcere.

Forse è tempo, nell’ottica della riduzione dei consumi, del risparmio energetico, della ecologia di cominciare a pensare ad un'altra economia sostenibile (sostenibilità non intermini economici ma intermini antropocratici) e quindi di adattare il “lavoro” all’uomo e non l’uomo ala lavoro come se è sempre fatto e si continua a fare solo per mantenere i potentati economici e le lobby. (non serve lavorare per produrre rifiuti solo per mantenere le banche, serve lavorare per sostenerci. Si faccia attenzione che il problema è a monte ossia non è lavorare tutti ma di meno (che può anche essere giusto ma di stampo sindacale comunista che non sfiora affatto i potentati) ma lavorare tutti per tutti in egual modo e con eguale dignità e reddito. La crisi tanto ha rovinato sia imprenditori che lavoratori quindi è ora di partenariato reale in cui al tavolo ci sia lo stato come investitore con moneta propria.

Con la valutazione del rischio “stress” forse, si è incominciato a capire che il problema è molto più globale di quanto si pensi e con la crisi economica incombente le aziende stanno riducendo il personale e quello che rimane solitamente è costretto a fare il doppio del lavoro “distressandosi” e quello che è stato licenziato molte volte può arrivare al suicidio “distress” che porta alla disperazione per non parlare che anche i datori di lavoro subiscono degli stress impossibili (banche, tasse, fornitori, usura ecc) a cui non importa niente a nessuno e si suicidano anche loro.
Quindi parlare di stress senza risolvere il problema della moneta debito a monte e come non voler risolvere il problema.

Giuseppe Turrisi

venerdì 17 settembre 2010

Incidente a Schio, “ucciso” il ciclista Thomas Casarotto – I medici di Udine che lo soccorrono: “Giovane e sportivo? Ma allora é espiantabile...!"

“Preliminarmente donato dai genitori su illecita richiesta dei medici...”

Ce lo aspettavamo che lo avrebbero espiantato, quasi tutti gli sportivi vengono espiantati quando hanno un trauma cranico; i giornalisti già il giorno dell'incidente ne parlavano al passato.

Cosa diranno i medici coordinatori degli espianti/trapianti ai genitori di questi atleti per far loro firmare l'illegale e illecita donazione di organi?
Vostro figlio era così bello, così forte, così sano, è un peccato perdere tanto ben di dio? Organi così vigorosi fanno gola.

Thomas Casarotto, ciclista dilettante di Schio, 19enne, ha battuto contro un SUV (pare parcheggiato) rovinando a terra, venerdì 10 settembre. Trasportato in elicottero all'ospedale di Udine ha riaperto gli occhi brevemente.

Il Gazzettino.it riporta “...i danni cerebrali subiti nella caduta rendono praticamente impossibile un intervento chirurgico”. Impossibile o rischioso? Sono anni che il Prof. Dr. Massimo Bondì, patologo e chirurgo generale, dichiara: “Il drenaggio nei traumi cranio-cerebrali deve considerarsi terapia urgente quanto il blocco di una emorragia”. Forse hanno omesso l'intervento per timore che morisse sotto i ferri e pertanto diventasse inutilizzabile per il trapianto?

Sempre dal Gazzettino.it rileviamo “Il collegio dei medici di Udine ha deciso di staccare i macchinari che mantenevano in vita il giovane corridore” per procedere all'espianto. Falso. E' esattamente l'opposto: i medici hanno dichiarato d'autorità la morte cerebrale sulla base dei protocolli variabili di Stato mantenendo la ventilazione e le cure sul dichiarato morto, ma vivo per la natura, al fine di mantenere efficienti gli organi che vanno espiantati mentre il malato respira e il sangue circola. Quindi è l'espianto che ha ucciso.

Ancora il Gazzettino riporta: “...di concerto con i genitori è stato disposto l'espianto degli organi per la donazione”. Ci domandiamo se sono i medici che danno informazioni distorte ai giornalisti oppure costoro coscientemente colludono con i medici addebitando alle famiglie decisioni non lecite frutto di mala informazione. La legge prevede per i familiari il diritto di opposizione all'espianto per i maggiorenni che non si sono espressi, ma non quello di donazione. Quella firma di donazione serve ai medici e allo Stato per scaricare sui genitori la responsabilità dell'espianto, che li turberà per tutta la vita.

In questi accadimenti notiamo un cinismo eccezionale da parte dei medici ed un'eccezionale carenza di difesa da parte delle famiglie.

Il presidente Mauro Flora dell'Uc Arcobaleno Generali di Mestre poteva almeno trovare le parole per difendere il suo atleta e aiutare i genitori a dire di No all'espianto, che ha messo la parola FINE alla vita di Thomas.

Che i giovani di Schio (VI) e gli sportivi imparino dal sacrificio imposto a Thomas a dire sempre NO preliminarmente e per iscritto a questi famelici espiantatori che non rispettano alcun dolore e che ci vogliono abituare ad accettare la macellazione in nome di un presunto “bene sociale”.

Comitato Giovani
Matteo Ciarimboli
Presidente Lega Nazionale Antipredazione
Nerina Negrello

Comunicato Stampa: lega.nazionale@antipredazione.org
www.antipredazione.org

giovedì 16 settembre 2010

2 ottobre 2010 giornata mondiale della non violenza e l'ecologia non violenta di Giorgio Nebbia

Vivere e operare secondo la nonviolenza significa identificare le forme della violenza e cercare di eliminarle. La nostra società é piena di violenza; alcune forme sono ben visibili: quella delle armi, della guerra, dell'oppressione esercitata da popoli o comunità forti su quelle deboli, dei ricchi sui poveri.

Ma ci sono altre forme meno visibili, ma altrettanto violente, associate ad azioni apparentemente virtuose. Che cosa c'é di più virtuoso del soddisfare i bisogni materiali degli esseri umani, i bisogni di cibo, di benzina, di automobili, di abitazioni? Oppure di aiutare, con la pubblicità, le persone a conoscere merci e servizi che promettono la felicità?

Eppure anche queste azioni "virtuose" hanno un contenuto di violenza sotto vari aspetti.

Tanto per cominciare, la divinizzazione delle merci porta ad una schiavitù per cui ogni persona si sente costretta a conquistare denaro per soddisfare sempre nuovi bisogni. L'attuale sistema economico, ormai adottato in tutto il mondo, anche in quella parte che aveva conosciuto il sistema comunista, s'ingegna di procurare alle persone sempre nuovi bisogni per costringerle a nuovi sacrifici, per ridurle ad una nuova dipendenza e spingerle ad un nuovo modo di godimento e quindi di rovina economica, costringendo ciascuna persona a possedere più delle altre per trovarvi la soddisfazione del proprio bisogno egoistico.

Con la massa degli oggetti cresce la sfera degli esseri estranei, ai quali le persone sono soggiogate, ed ogni nuovo prodotto é un nuovo potenziamento del reciproco inganno e delle reciproche spogliazioni. Ogni persona diventa tanto più povera come persona, ha tanto più bisogno del denaro, per impadronirsi dell'essere ostile, e la potenza del suo denaro sta in proporzione inversa alla massa delle merci disponibili.

Per soddisfare il bisogno di denaro molte, la maggior parte delle persone sono disposte a rinunciare al soddisfacimento dei veri bisogni, di istruzione, di salute, di solidarietà con altri, anzi a sopraffare gli altri in una continua gara di supremazia attraverso il possesso delle merci.

Senza contare che le armi, i primi strumenti di violenza, sono esse stesse merci, prodotti industriali e di commercio, "merci oscene".

La conquista delle merci nasconde un secondo volto della violenza. Ogni merce si può ottenere soltanto portando via dalla natura - anche da quei territori della natura che non dovrebbero avere padrone, ma che in realtà sono diventati proprietà di singoli, imprese, stati, si pensi alle miniere, ma anche alle spiagge, ai boschi, agli animali addomesticati, eccetera - dei beni fisici, materiali che vengono poi trasformati in merci mediante i processi produttivi. Tali processi hanno un contenuto di violenza sia sotto forma di lavoro, spesso pericoloso, talvolta mortale, sia sotto forma di inquinamento dell'ambiente con le scorie dei vari processi. Infine le merci diventano oggetti di consumo. Ma che dico? di "uso temporaneo", perché noi non consumiamo niente e tutto quello che entra nel processo di uso diventa ben presto scorie o rifiuti o materiale accumulato nella tecnosfera, nell'universo degli oggetti fabbricati.

Mentre le leggi riconoscono, e puniscono, la violenza di una persona che si appropria dei beni di un'altra persona, nessuna legge riconosce la violenza di singole persone o imprese o stati, ancora contro i beni collettivi sotto forma di contaminazione o inquinamento di acque, mare, aria, fiumi, eccetera, beni che non dovrebbero avere padrone.

Una violenza che si manifesta con danni al prossimo vicino, inquinato con i fumi e i rifiuti dell'energia e delle merci consumate, a quello lontano nello spazio, che non avrà acqua bevibile perché fiumi e pozzi sono stati contaminati dalle scorie delle merci usate dai paesi a monte, talvolta lontano centinaia di chilometri, e al prossimo del futuro, che avrà meno risorse naturali godibili e che dovrà, anche a distanza di anni e di secoli, fare i conti con risorse naturali impoverite dal successo merceologico delle generazioni precedenti, dalle modificazioni del clima provocate dai gas immessi nell'atmosfera decenni prima, dalle scorie radioattive persistenti, residuate dalle attività nucleari militari e commerciali di secoli o millenni prima.

Il contenuto di violenza nascosto nelle merci si può svelare soltanto cercando di ricostruire le catene di rapporti fra i beni della natura, i processi di produzione e di consumo delle merci, e il ritorno delle merci usate nei corpi ambientali naturali che vengono così contaminati.

Risale a mezzo secolo fa la primavera sia della nonviolenza sia dell'ecologia, intese entrambe come ricostruzione, nello stesso tempo, della solidarietà fra gli esseri umani e fra gli esseri umani e la natura. L'ecologia si rivelava quindi come nonviolenza nei confronti della natura e in questo stava il suo contenuto rivoluzionario iniziale. Ben presto il potere economico ha correttamente riconosciuto tale potenziale rivoluzionario e ben presto l'ecologia si é ridotta ad un melenso invito a non buttare la carta per terra, a spegnere la lampadina quando si esce da una stanza, a non sparare alle tigri, o a una forma di blanda correzione delle violenze dei processi di produzione e di consumo, sempre nel rispetto delle correnti e violente regole dell'economia.

La "giornata della nonviolenza" del 2 ottobre invita quindi a recuperare anche i valori dell'ecologia intesa come nonviolenza alla natura e quindi agli esseri viventi, come educazione al rispetto della vita stessa, per usare le celebri parole di Albert Schweitzer.

Giorgio Nebbia - nebbia@quipo.it


(Coi Piedi Per Terra 356)

mercoledì 15 settembre 2010

FORUM NAZIONALE ANTIPLAGIO: CONTRO LA MANIPOLAZIONE MENTALE E GLI ABUSI PSICOLOGICI

Roma, 14/09/2010 - "Si sono costituiti oggi, a Palazzo Marini, il primo
Forum Nazionale Antiplagio e l'Osservatorio Nazionale sulle sette abusanti,
composto da singoli cittadini e dalle associazioni onlus SOS Antiplagio,
ARIS Toscana, ARIS Veneto, Antiplagio Volontario, CESAP, Telefono
Antiplagio, FAVIS, Giù Le Mani Dai Bambini, European Consumers, Comitato
Romano Vittime delle Sette". Così l'On. Scilipoti (IDV), in riferimento al
Forum nato per contrastare il fenomeno settario dei culti pseudo-religiosi,
pseudo-spirituali, commerciali, del rafforzamento del potenziale umano e
della crescita personale. "Questi culti sono raffinatamente abusanti, in
quanto utilizzano collaudate e subdole tecniche di condizionamento
psicologico, per assoggettare la persona alla volontà del leader della
setta, o dell'elite dominante". Continua il deputato di Italia dei Valori:
"L'intento è quello di contrastare questi culti che, dietro la maschera
della spiritualità o della crescita della personalità, portano il proprio
adepto alla incondizionata adorazione del leader, a donazioni patrimoniali,
a prestazioni sessuali e a lavorare gratuitamente. Lo rendono totalmente
schiavo del suo volere, depersonalizzandolo fino all'annullamento dello
spirito critico, attraverso l'uso di sottili tecniche di manipolazione
somministrate all'insaputa del soggetto e che aggirano la sua
consapevolezza". Conclude l'On. Scilipoti (IDV): "E' necessario impedire e
contrastare, in ogni modo, tutte quelle forme di manipolazione operate dalle
psico-sette, attraverso l'informazione, la prevenzione, l'aiuto alle
vittime".



Dott. Giuseppe Cuschera

Ufficio Stampa

On. Dott. Domenico Scilipoti

martedì 14 settembre 2010

Un'opinione “altra” sul percorso spirituale laico alla ricerca di Sé - Lettera di Simone Sutra

Ciao Paolo carissimo. Ho ricevuto il tuo messaggio e mi fa piacere che ci siamo ritrovati questo 12 settembre 2010 a Treia....

Mi ha fatto ancora più piacere vedere che stai bene e che la tua nuova situazione è così positiva per te. E’ stato un bel momento di condivisione, di cui ti sono grato, perché credo di aver imparato parecchio, pur nel poco tempo della durata del corso.

C’è un punto fondamentale però con cui non sono del tutto d’accordo con te, ed è quello che è venuto fuori anche durante la sessione del pomeriggio.

Sì, adesso devo fare un po’ mente locale per chiarire la mia posizione....comunque in linea di massima, è riguardo al sé e ai vari motivi o sensi della vita: in sostanza io ritengo che se noi fossimo puro sé non avremmo avuto bisogno di incarnarci, perché mai lo avremmo dovuto fare? puro masochismo, no? Restando fermo questo concetto secondo me fondamentale, ne consegue un altro, altrettanto fondamentale: se ci siamo incarnati - che lo abbiamo deciso noi o no, questo non importa, comunque è successo – ci deve essere un motivo ben preciso, perché io non credo, e mi sembra scontato, che nell’universo non esiste il caso. Se poi su questo hai vedute differenti, è un po’ difficile per me portare avanti le mie argomentazioni, ma andiamo avanti come se tu fossi d’accordo su questo punto.

Il motivo credo sia da ricercarsi nel fatto che, pur essendo scintille divine, evidentemente l’esperienza dell’incarnazione , dei piani della manifestazione è necessaria. Perché? Ovviamente per un completamento, che in qualche modo non può essere ottenuto diversamente. Se poi non si crede che sia così, allora, come diceva quel versetto biblico “mangiamo e beviamo perché domani saremo morti”.

Dunque se siamo sulla via del completamento, ne consegue che siamo venuti qua per imparare. Imparare cosa? A ritornarcene in un baleno là dove siamo venuti mediante la folgorazione dell’illuminazione istantanea? Mi sembra, sinceramente, un’ipotesi un po’ semplicistica. In questo caso l’esperienza materiale non avrebbe alcun valore, alcuna utilità.
Per questo io ritengo che ogni percorso sia valido e necessario: per capire di più l’esistere, come hai detto tu , ma un esistere esclusivamente funzionale all’essere, cioè all’ottenimento della consapevolezza del sé: quel sé che si può conoscere solo attraverso l’amore e sono d’accordo, ma non si può amare ciò che non si conosce.... come sapere che qualcosa c’è non prende il posto, ovviamente, della consapevolezza interiore di questa cosa, la certezza percepita e assaporata di ciò, l’averla sperimentata.

Dunque il sé è dentro di noi, per così dire, ma se non ne siamo consapevoli come facciamo ad integrarci con lui, a portarci al ritorno in sé, ad identificarci con esso? Forse si tratta solo di smantellare, poco a poco, tutte le sovrastrutture legate alla personalità, all’ego. Ma anche questa operazione richiede conoscenze, scelte, passaggi, salti di qualità, accorgimenti, capacità che posso essere alimentate da un riformattare gradualmente la mente anche, visto che la mente deve pur servire a qualcosa...

Nessun percorso esoterico garantisce il risultato, ovviamente, ma ogni percorso esoterico fornisce informazioni utili e spesso necessarie per indirizzarci verso questo fine, dato che mi sembra ovvio che la conoscenza apre gli occhi, espande la mente e predispone l’anima ad incontrarsi più facilmente con se stessa. Io non seguo nessun percorso in particolare ma sono aperto a tutte le informazioni che possano aiutare la mia mente e la mia personalità a percepire il sé. L’evoluzione è poi tutta qua, l’espansione della coscienza e della consapevolezza segue dei tracciati che sono specifici per ciascuno di noi, che è un coacervo di residui karmici, di retaggi genetici, di formazioni infantili, di condizionamenti ambientali, ma soprattutto un essere unico fornito di un codice energetico suo proprio, che risponde ovviamente a delle sollecitazioni specifiche che sono in risonanza con la natura del suo essere: essere non solo eterno, ma anche incarnato, visto che noi siamo sì esseri fondamentali spirituali, ma siamo anche forniti di una natura immanente, che ha le sue esigenze, le sue particolarità di funzionamento che è impossibile metter da parte, secondo me, solo dicendo che ogni percorso è una fallace illusione. La nostra parte spirituale risponde al tutto, ma la nostra parte naturale è configurata in base a parametri piuttosto lontani da questa percezione.

Forse è questo aspetto che crea in me una sorta di difficoltà nel penetrare il pensiero indù, buddhista e quant’altro. Non riesco ad accettare il fatto che per vivere bene bisogna trascendere la vita: per me si tratta di un controsenso. Allora, di grazia, per quale motivo siamo qua? E perché siamo come siamo, ognuno a suo modo? Ricordo ancora quando se ne parlava a tavola, a casa di Luisa, e si parlava del senso della vita, con Upahara, che quando io dissi che per me era fondamentale scoprire il senso della vita, lui disse che non c’è nessun senso da trovare. Sono profondamente in disaccordo con questa nozione, perché, ripeto, allora non ha senso tutta l’esperienza della manifestazione, è tutto un’ ignobile presa in giro....?

Beh, questo è un po’ il mio punto di vista, anche se non voglio certo creare una polemica di nessuna sorta. Immagino che se è così che vedo le cose il mio destino è continuare la mia “esplorazione del sé a modo mio, quello che sento più confacente alla mia struttura interiore, al mio codice interno specifico. Ed è proprio quello che farò.

Riguardo al seguire il tuo corso, devo dire che è estremamente interessante,e tu lo rendi molto vivo, è piacevolissimo ascoltarti e per niente stancante, nonostante la complessità dell’argomento. Purtroppo però sarebbe molto oneroso per me parteciparvi sia per i costi di viaggio che la lunghezza. Fare quel viaggio ogni mese è un po’ troppo. Quindi, ti abbraccio e ci vedremo quando.... succederà.

Ciao, Simone Sutra - itdavol@tin.it

..............

Mia rispostina: “Grazie ancora per la tua partecipazione e per le tue osservazioni, che tengo in considerazione senza controbattere... poiché ritengo che ogni punto di vista sia legittimo e quanto da te espresso non va comunque contro la ricerca di Sé.... Ti abbraccio, Paolo”

Articoli sulla Spiritualità Laica:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=spiritualit%C3%A0+laica

lunedì 13 settembre 2010

Storie di ruote.. al museo delle carrozze di Roma

La carrozza, nei cinque secoli della sua brillante esistenza, ha sempre avuto il primo posto in tutte le grandi manifestazioni della civiltà senza mai perdere il suo fascino e splendore. E non c’ è dubbio che la sua fama andrà ben oltre l’ alba del Terzo Millennio. Tanti sono gli appassionati che questo pezzo del passato può ancora vantare. Fra questi, l’imprenditore Romolo Apolloni, che possiede una delle collezioni fra le più complete con ben 290 esemplari di ogni epoca e provenienza. Dall’Italia ai Paesi dell’Europa Centrale, dall’America alla Cina, dal carro da lavoro alla Vittoria Pakistana, dalla biga egizia al landau, quale per esempio quello di fabbricazione tedesca usato dal Pontefice Giovanni Paolo II al tempo del suo vescovado in Polonia.

Senza dimenticare alcuni “pezzi d’ autore”, come la carrozzella di Anna Magnani, una delle bighe romane protagonista del film “Ben Hur”. Ed ancora uno dei primi sulky utilizzato per le corse al trotto, senza tralasciare gli Omnibus,(carrozze in grado di trasportare un massimo di 15 passeggeri), le diligenze, i carri postali e dei pompieri e la berlinetta da gala, veicolo per bambini, donato alla principessa Sissi. Un patrimonio culturale immenso che offre la possibilità di entrare in contatto con un mezzo di trasporto ormai in disuso, ma non certo per questo, privo di fascino, e testimone, di volta in volta, di una cultura e di un’ epoca. Tutti i “gioielli del passato”, esposti su una superficie di 3.000 mq, sono perfettamente conservati e funzionati al Museo delle Carrozze di Roma, Via Millevoi, 693.

Rita De Angelis

sabato 11 settembre 2010

“Qui é nato Peppino di Capri...” - Tra cielo e terra: Monte Acchiappanuvole e Cetrella

Capri ed Anacapri, due splendide isole che tutto il mondo conosce ed ama, da numerosi anni, dai tempi d’oro degli anni 60 della dolce vita, che Peppino di Capri, nativo dell’isola ha reso celebre con il suo repertorio di canzoni ad essa dedicate.

A Circa un’ora e mezzo di cammino dal centro di Anacapri si trova la sommità del Monte Solaro, raggiungibile anche con la seggiovia in circa 12 minuti. Qui ci sono i resti del “Fortino di Bruto”, costruito all’inizio dell’800, nel periodo delle battaglie fra inglesi e francesi. E’ la parte più alta di Capri, con 589 metri sul livello del mare, qui si gode un panorama mozzafiato a 360 gradi su tutta l’isola. In lontananza si scorgono le montagne della Calabria, gli Appennini e la Costiera Amalfitana; a seguire la Penisola Sorrentina il Golfo di Napoli, le isole di Procida ed Ischia. Intorno alla anni cinquanta fu costruito in cima al Monte Solaro un complesso turistico denominato “la canzone del cielo” oggi di questo resta attivo soltanto il bar.

Il Monte Solaro viene anche denominato “Acchiappanuvole” poiché, soprattutto in prossimità dell’alba, quando è più accentuato lo sbalzo termico tra mare e roccia, si forma e sale dal mare una cortina di vapori. L’ aria marina più calda ed umida, si tramuta in nebbia sul suolo raffreddato dalla notte e viene spinta dal vento.
Dove la strada è sbarrata, la nebbia sale verso l’ alto e da origine alla caratteristica “corona di nubi”.Questo fenomeno si ripete la sera anche in prossimità del periodo autunnale.

Il soffio del vento apre sempre scorci mutevoli e sorprendenti di paesaggio nella cortina dei vapori,ed il sipario che si solleva agli occhi dei visitatori, rivela in tutta la sua bellezza, l’isola di Capri, sdraiata e dormiente ai piedi del monte. A poca distanza dalla vetta del Monte Solaro, si trova Cetrella, a circa 476 metri di altitudine. Si pensa che il nome derivi da un’erba che odora di limone “erba cetra” che qui si raccoglie, o da Venere Citerea, che la leggenda vuole che qui sorgeva un tempio dedicato alla dea.

A Cetrella nel XV secolo fu costruito l’eremo di Santa Maria Cetrella situato su un precipizio a strapiombo su Marina Piccola. L’eremo di Cetrella, è costituito da una piccola chiesa, dal campanile e dalla sagrestia, con la cupola bassa, che fu poi aggiunta nel seicento. Qui soggiornavano e risiedevano principalmente eremiti, appartenenti agli ordini dei Francescani e dei Domenicani, che ne fecero un luogo di ritiro spirituale. Infatti nel complesso ci sono alcune celle, un’ampia cucina, ambienti di servizio ed un orto. All’interno della chiesa della Cetrella c’è la cappella, laddove viene conservata l’immagine di S. Maria, cara soprattutto ai marinai di Anacapri, che in passato, quando si spingevano molto lontano dall’isola per raccogliere il corallo, usavano salire in devoto pellegrinaggio prima di avventurarsi nelle pericolose spedizioni.

Se si ha la fortuna di visita questo luogo in primavera, si sentirà nell’aria un intenso profumo di fresie che crescono nel giardino antistante il sagrato della chiesa. Le pareti sono ricoperte di edera, ed attraversando il piccolo cancello d’ingresso sembra di entrare in un giardino incantato come una fiaba dei secoli passati. Il panorama che si gode da quassù è forse in assoluto il più bello; l’isola di Capri si estende a gradazione con i colori e le sfumature della roccia, tra il mare ed il cielo, in un silenzio interrotto solo dal rumore del vento.

Il panorama fantastico, spazia su tutto il Golfo di Napoli, dal Vesuvio a Procida ed Ischia, che prendono consistenza e bellezza avvolti dall’intenso azzurro del mare.

Rita De Angelis

Napoli: il museo di Pietrarsa - Un simbolo nella storia delle ferrovie... da Ferdinando II ad oggi

Ho avuto la buona fortuna di visitare il Museo dei vecchi treni di Pietrarsa. il museo é stato riaperto al pubblico dal 9 dicembre 2007, dopo una lunga chiusura per migliorie ed ammodernamento.

Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa di Napoli é un luogo simbolo ed immagine della storia delle ferrovie e del nostro Paese, la linea Napoli Portici é stata infatti la prima tratta ferroviaria in Italia. La riapertura del museo è stata possibile grazie anche al Sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo particolarmente attento all’esposizione delle storiche officine del “Reale Opificio Meccanico e Pirotecnico” già dal 1840 costruite per volere di Fedinardo II di Borbone, per affermare sin dall’epoca, lo sviluppo economico ed industriale del Regno delle Due Sicilie. La riapertura del Museo in concomitanza con il progetto dell’Alta Velocità, ha creato un connubio ideale tra il passato e lo sviluppo delle ferrovie italiane.

Ci sono quasi centosettanta anni di storia che rivivono all’interno del museo. Una sede unica, dove fra storia ed architettura, proiettano il museo di diritto come principale sede “assoluta” in Europa. Il polo museale si estende si 36 mila metri quadrati, dove tra padiglioni e settori, si trovano esposti i mezzi e le locomotive che hanno fatto la storia delle ferrovie in Italia. Nei padiglioni B e C, fanno bella mostra carrozze e le automotrici, prima fra tutte la carrozza 10 del treno presidenziale, costruita dalla Fiat nel 1928 per il treno Reale.

Il Museo attualmente è una testimonianza vera e tangibile della storia delle ferrovie a Napoli, un lungo percorso di sviluppo del trasporto e che deve diventare un polo di attrazione per l’intera Provincia di Napoli, simbolo di trasformazione e sviluppo della zona industriale, affinché in futuro, sia il turismo il nuovo “input” dell’economia Campana. Com’è noto Napoli è la città per eccellenza rinomata per le sue bellezze artistiche e culturali, dove ora anche il treno fa parte delle suo panorama, con il sole, il mare, e la “simpatia” del suo popolo che gli fanno da contorno.

Rita De Angelis

venerdì 10 settembre 2010

L'insegnante mingherlina ed il genitore palestrato... Storie di scuola vera 2010

Un bel giorno il padre e lo zio di un'alunna si intrufolarono velocemente nella scuola approfittando del via vai dovuto agli incontri tra alcuni genitori e insegnanti. Il loro obiettivo era fare un blitz dentro la classe, dove era in corso la lezione di matematica, e prendere a cazzotti davanti a tutti un ragazzo di 13 anni. La sua colpa era stata quella di aver detto alla compagna di classe, durante un alterco verbale fatto di ingiurie e insulti reciproci, "tuo padre è un drogato".

E' bastata una telefonata lacrimosa durante l'ora di ricreazione e il padre era lì pronto e intenzionato a menar le mani contro un ragazzo annichilito dalla paura mentre tutti i suoi compagni di classe erano terrorizzati da due energumeni sovraeccitati che erano entrati improvvisamente nell'aula.

Il bidello precario che aveva dato l'allarme e, lasciando incustodita la portineria, rincorso gli intrusi in classe, si era posto come scudo fisico davanti al minore minacciato pesantemente dai due personaggi che sembravano andati "fuori di testa". L'insegnante minuta, anche lei precaria, si era già posizionata anche lei a protezione dell'alunno minacciato e, senza mostrare alcuna paura, tentava di bloccare l'aggressione fisica alzando la voce con grande determinazione.

Contro la coraggiosa insegnante precaria il genitore violento urlava ripetutamente, agitando un casco da motociclista, "Troia levati di mezzo". La vice preside, accorsa anche lei nell'aula, era rimasta paralizzata dalla paura e non riusciva a parlare. A salvare la situazione con i loro corpi e il loro sangue freddo sono stati quindi l'insegnate precaria coperta d'insulti, un bidello a tempo determinato e uno "storico" insegnante di ginnastica sopraggiunto poco dopo.

Tutto è finito con qualche banco rovesciato ma senza danni fisici, a parte la grande paura che si leggeva negli occhi dei ragazzi. La polizia è venuta quando i due erano già andati via. La preside, quel giorno, era assente, la scuola era presidiata soprattutto da personale con contratto annuale che ha saputo comunque tenere testa ad un evento imprevisto. Probabilmente nessuna denuncia è scattata per l'interruzione di pubblico servizio, per le minacce subite dal personale e dai minori.

Si sa...a volte è meglio "non agitare le acque". Le lacrime postume scaturite dalla tensione nervosa di quella minuta e coraggiosa insegnante di matematica sono state l'unica liberazione e autogratificazione. Non si è sentita nessuna solidarietà espressa da parte di nessuno verso nessuno. La Scuola, a volte, appare un'accozzaglia di "presenze aleatorie" senza emozione e senza cuore. I contratti a tempo determinato spezzano fili, spezzano certezze e abortiscono storie di vita.
Un anno di lavoro riempie per un anno ma lo "scarso" valore di un precario senza certezza, nè di continuità nè di sede, lo rende invisibile, quasi come.....

LEGGI TUTTO
http://www.ciardullidomenico.it/ARTICOLI/apologia_del_bidello_precario.htm

giovedì 9 settembre 2010

Lezioni di democrazia dal laboratorio di Eudomonia

Quale è la differenza tra il bene ed il male, i buoni ed i cattivi, nell'attuale compagine politica che usa definirsi democratica? E' presto detto ed oltremodo chiara:

- il male, i cattivi sono quei "democratici" i quali pretendono essere loro in persona i salvatori del mondo e per questo son sempre lì ad invocare, certe volte persino a supplicare, voti in sede elettorale al fine di salire ad un qualche trono governativo e da lì ordinare i loro sacri dettami, secondo un falso ideale democratico che vede sempre qualcuno impossessarsi del potere raccogliendo le simpatie di masse ignoranti.

- il bene, i buoni sono quei veri democratici i quali non hanno alcuna intenzione di ascendere ad un qualsivoglia trono politico bensì s'impegnano affinché la popolazione tutta abbia la possibilità, ognuno secondo la propria preparazione ed esperienza, di farsi carico dei poteri esecutivo/funzionali della Res Publica (nazionale o regionale), realizzando così il vero ideale democratico: conoscenza, dunque potere, al popolo.

I primi, i finti democratici, non hanno alcuna reale considerazione del popolo e lo mantengono semi-privo di coscienza e lontano da ogni potere e responsabilità. I veri democratici hanno invece fiducia del popolo, percepiscono loro stessi come una parte integrante di questo, vedono gli altri come altri se stessi e sanno che, inseriti in una organizzazione priva di condizionamenti, di fronte alle varie situazioni, si porranno tutti allo stesso modo, seguendo un buon senso comune, una buona regola ch'è insita non solo in ogni essere umano ma in tutti gli esseri viventi essendo fonte della vita stessa.

I finti democratici ritengono che i pochi ruoli di governo siano oltremodo importanti e che le decisioni che scendono dall'alto ad illuminare gli ignoranti, meschini cittadini qualsiasi siano decisive per il buon andamento della società. I veri democratici sanno bene che la miriade di piccoli ruoli esecutivo/funzionali della Res Publica posseggono un contatto con la realtà quotidiana che inevitabilmente conduce ognuno ad acquisire coscienza delle vere origini dei mali della società e ad impegnarsi con tutto se stesso per cercare di rimuoverle.

Ed è proprio così, infatti, facendo diretta esperienza all'interno dei vari settori della Funzione Pubblica, che i migliori, i più capaci e premurosi ad occuparsi delle questioni collettive, possono, senza alcun insensato, vuoto confronto elettorale bensì sul campo, sulla solida base dei propri meriti e successi, giungere infine a governare il Paese intero.

Aah, che bella la verità! Non c'è bisogno di penare per affermarla perché dilaga da sè. Basta darle un aiuto nel venire alla luce, dopodiché essa s'impone da sola, per la sua propria energia. Che brutto e quanto pesante è invece andare contro la verità! Ecco perché i "democratici" non raccolgono una lira: perché sono falsi, sono finti, perfino perfidi, in quanto usano una parola, di cui ancora poco si conosce il reale significato, per farsi belli ed ascendere per loro scopi personali, ideativi o materiali che siano poco importa, perché anche nel migliore dei casi non vogliono altro che imporre una propria visione del mondo piuttosto che permettere al mondo di esprimersi.

Basta con sterili elezioni politiche. Basta con l'attribuzione a vita dei ruoli/poteri della Funzione Pubblica. Largo ai cittadini e largo ai migliori, affinché, compiendo un regolare percorso di crescita, possano degnamente governare la Cosa Pubblica in ambito locale e nazionale.

Chi cerca voti per sè non è democratico ma proprio in antitesi con il concetto di democrazia. Impegnarsi affinché vi sia piena partecipazione popolare nella Funzione Pubblica è il pensiero e l'atto più nobile e democratico che vi sia, il succo stesso della democrazia.

Danilo D'Antonio - Laboratorio Eudomonia

mercoledì 8 settembre 2010

. Cybercrime or the end of scarcity? The future of hacking.... according to Arjen Kamphuis

The term hacking (and hacker) means very different things to different people. Most will associate the term with computer-enabled crime; from Russian mobsters stealing western credit cards to spammers sending billions of unwanted email advertisements for Viagra to Chinese intelligence employees attempting to break into NATO computers. For those calling themselves hacker (or being called hackers by their peers) hacking just refers to the creative use of technology, any technology, to do new and unexpected things.

These two very different meaning of the term continue to cause a lot of confusion in any discussion about it. This piece will expand on both the cybercrime and creative technology uses and see where they meet.

The term cybercrime itself suggests that computer and the networks that connect them are a new phenomenon in the eyes of law-enforcement and the justice ministry. If a crime is enabled by a telephone or car this is not worthy or separate classification. But if a computer or the Internet is involved a crime quickly becomes a 'cybercrime'. A recent BBC item [http://news.bbc.co.uk/2/hi/business/7544083.stm] mentions a big case were 45 million credit cards were stolen. The financial impact of this theft was either not known or not made public. The trouble with evaluating 'cyber'-crime is both the scope of the subject and the lack of hard data. From copyright infringement via credit card fraud to child pornography (more accurately imagery of child-abuse) cybercrime is a field that encompasses a wide range of activities of varying seriousness and with very different levels of impact on the victims. Even more
troubling is estimating the effectiveness of law-enforcement do prevent or these crimes or at least bring to justice the perpetrators after the fact. Can this effectiveness be measured and if we can, is it worth logging everyone's e-mail and cellphone communications to capture an unspecified number of thieves? Precisely because we lack clear information on both the scale of the problem and the effectiveness of
the measures trying to cope with it there is no way of telling either way. Frans Kolkman (Head High Tech Crime Unit East-NL) will hopefully enlighten us a bit more.

The much happier side of hacking is all the wonderful things people are doing with technology all over the world, taking it apart and making it do stuff the original designers and producers never imagined. Thanks to intrepid hackers computers have become utterly commoditized and all of us can get connected to the global Internet for 10 euros per month. This democratization of technology has spawned not only entire new industries but also new ways for people to communicate, organize and participate in global affairs whoever en wherever you are. Martijn Aslander (Life hacker) will talk with us about using all these tools to get more out of life.

Before computers became small and cheap people calling themselves hackers were tinkering with all kinds of other hardware. Now computers, sensors and other components have become so cheap hardware hacking is becoming just as democratized as merely using a computer. Alper Çugun will give us an overview of the possibilities and perils of the digital world meeting the real world again.

The first desktop factories, also known as 3D printers, for home use with use-at-home pricing are a reality today and over the next decade they will develop in the same way our commodore 64 developed into smart-phones and laptops. Cheaper and twice as powerful every 18 months. If we can all print our consumer goods at home, will anyone even want to steal anything? Of course someone will figure out a way to print an AK-47 (just for fun mind you!) and then things will get really interesting.

Everyone having acces to technology has both benefits and problems; from youtube and wikileaks as new global media to road-side bombs detonated by cheap mobile phones and surveillance possibilities the Stasi could only dream of. In a world re-defined by technology everybody needs to become a little bit techno-literate. Ignorance of new possibilities will mean losing out on great opportunities for a better life and becoming a victim of those who would use the new tools for criminal or other bad
purposes. Hackers might save the world, especially if every citizen adopts the hacker ethic of collaboration, free sharing of knowledge and an anti-authoritarian attitude to keep would-be stasi's at bay.

Arjen Kamphuis - Co-founder, CTO, Gendo
Arjen is the moderator of the future of Hacking

Fonte: Club of Amsterdam - journal@clubofamsterdam.com

martedì 7 settembre 2010

Intervengano Carabinieri e Sindaci con ordinanze Sanitarie e si distruggano i campi illegittimi di OGM in Friuli

La Coldiretti fa un blitz sui campi illegali di OGM, Greenpeace intende spiantarli direttamente gli OGM... tutti protestano...
Mentre l'Associazione Maiscoltori fa un'affermazione gravissima quando dice che i semi di Mais venduti in Italia sono contaminati da OGM.
Si ricorda che per le sementi in Italia per legge è prevista l'Assenza di OGM, senza nessuna tolleranza ne soglia di presenza accettabile.

La sceneggiata continua... così come il tentativo di Contaminazione da OGM, il vero obiettivo delle Multinazionali che vogliono distruggere le tradizioni Agroalimentari locali, in particolare Italiane.

Intervengano i Carabinieri e Sindaci con ordinanze sanitarie e si distruggano immediatamente i campi OGM illegittimi e quelli contaminati.

Ci devono andare i Carabinieri e/o le Guardie Comunali a spiantare gli OGM, come hanno fatto qualche anno fa su iniziativa del Procuratore Guariniello, quando vennero rilevate contaminazioni sui lotti di sementi corrispondenti. Non basta l'intervento della Coldiretti e degli Ambientalisti.

Continua il gioco delle parti?

Che le parti Istituzionali e legali entrino allora in gioco e mettano fine a questa incivile e pericolosa, illegittima e provocatoria sceneggiata, che mette rischio di Irreversibile contaminazione da OGM il nostro territorio.
Che i cittadini e gli agricoltori italiani portino in tribunale i responsabili di questo Reato.


E se a PORDENONE, o in qualsiasi altro luogo italiano, tra un mese, ci fossero ancora piante OGM, con "FALLOUT TRANSGENICO"... allora qualcuno dovrà CONDANNARE i contadini che hanno seminato e soprattutto la ditta produttrice del MAIS OGM proibito.

Comunicato stampa - Accademia Mediterranea per l'Agroecologia e la Vita

lunedì 6 settembre 2010

Meraviglie delle Marche, sconosciute.. o poco note: il Castello della Rancia a Tolentino (l'omonimo paese di San Nicola)

Il castello della Rancia si trova a pochi chilometri da Tolentino.

Si tratta di un maniero imponente costruito nel 1353 dall’architetto
Andrea da Como per ordine del capitano di ventura Rodolfo da Varano.
Teatro di numerose battaglie e di intrighi politici è noto per la
presunta esistenza di un intrico di tunnel sotterranei, alcuni
artificiali, altri naturali, che, secondo la tradizione condurrebbero
ad un ricchissimo tesoro. Il percorso sarebbe però costellato di
trappole di ogni tipo tra cui il famigerato " pozzo delle lame "
cadendo nel quale difficilmente avreste una seconda chance di riuscire
a diventare ricchi.

Il castello, di forma quadrangolare, è composto da una cinta merlata
rafforzata da tre torri angolari. A difesa dell'ingresso principale
del castello si eleva una delle torri a cui si accedeva mediante un
ponte levatoio, sostituito in seguito da uno in muratura.
Il mastio, nucleo originario della preesistente grancia, è alto circa
30 metri ed è costituito da quattro piani, di cui i primi tre sono
voltati a crociera. Al secondo piano, fornito di un ampio camino e
raggiungibile tramite una scala a chiocciola in pietra, si trovava
l'alloggio del granciario e poi del castellano.
Il piano seminterrato del mastio, illuminato da due alte feritole a
bocca di lupo, fu un tempo usato come prigione come indicano i grossi
anelli in ferro infissi alle pareti.

Il Castello deve il suo nome ad un preesistente deposito di grano
(denominato "grancia" dal latino granica e dal francese grange)
utilizzato dai monaci cirstercensi dell'Abbazia di Chiaravalle di
Fiastra alla fine del XII secolo.

Quando i Gesuiti si insediarono all'Abbadia di Fiastra nel 1581, il
Castello perse le sue connotazioni militari e venne riorganizzato come
grande casa colonica adibita all'ospitalità e al ristoro dei
pellegrini. Nel 1782 il Papa Pio VI sostò nei pressi della Rancia e in
questa occasione concesse tutti i beni dell'Abbadia di
Fiastra,compreso anche il castello,alla nobile famiglia Bandini la cui
ultima discendente, Maria Sofia Gravina di Ramacca,nel 1974 lo cedette
al Comune di Tolentino, oggi attuale proprietario.
Antonella Pedicelli

domenica 5 settembre 2010

Proposta di legge antinucleare promossa e presentata dall'On. Domenico Scilipoti – Firmate e fate firmare...

GLI EFFETTI CHE QUALSIASI INCIDENTE DERIVANTE DALL’ESERCIZIO DI UNA CENTRALE NUCLEARE POTREBBERO CAUSARE A NOI E ALL’AMBIENTE IN CUI VIVIAMO SONO DEVASTANTI.
DI FATTO È IMPOSSIBILE ELIMINARE COMPLETAMENTE LE SCORIE RADIOATTIVE PRODOTTE DAL NUCLEARE, CHE PERMANGONO NELL’AMBIENTE PER CENTINAIA DI ANNI, CAUSANDO AUMENTO DI MALATTIE DEGENERATIVE NEGLI ESSERI VIVENTI E DANNO GENERALE ALL’AMBIENTE TUTTO.

DICENDO NO AD AVVENTURE NUCLEARI, RIBADIAMO IL DIRITTO NOSTRO E DELLE FUTURE GENERAZIONI ALLA VITA, ALLA SALUTE, AL BENESSERE.

VOGLIAMO RESPIRARE UN’ARIA PULITA, BERE UN’ACQUA CHE NON CI TRASMETTA RADIAZIONI, GODERE UN AMBIENTE CHE NON SIA DEGRADATO DA SCORIE TOSSICHE.

TUTELA E DIFENDI LA SALUTE TUA E DEI TUOI CARI. DIFENDI L’AMBIENTE IN CUI VIVI, NON PENSANDO SOLTANTO ALLA TUA ESISTENZA PRESENTE MA ANCHE, E SOPRATTUTTO, ALLE GENERAZIONI FUTURE CHE TI SUCCEDERANNO. SOLO COSI’ POTRAI GARANTIRE UN FUTURO MIGLIORE AI TUOI SIMILI E AL MONDO INTERO.

“LA TERRA NON LA EREDITIAMO DAI NOSTRI PADRI, MA L’ABBIAMO PRESA IN PRESTITO DAI NOSTRI FIGLI” (A. EINSTEIN)

INVIA LA TUA CONFERMA con i tuoi dati A: scilipoti_d@camera.it;
OPPURE TELEFONA AI NUMERI: 06 6760 8028 / 090 693070
O INVIA UN FAX AL NUMERO: 06 6760 8346
www.domenicoscilipoti.it

Fatti PROMOTORE
L’ON. DOMENICO SCILIPOTI, FIRMATARIO DELLA PROPOSTA DI LEGGE “DELEGA AL GOVERNO PER NUOVE NORME IN MATERIA DI UTILIZZO E COMMERCIALIZZAZIONE DI ADDITIVI TOSSICI PER LA PREPARAZIONE DI CIBI E BEVANDE DESTINATE ALL’ALIMENTAZIONE UMANA”, SI RENDE DISPONIBILE A PARTECIPARE A CONVEGNI O DIBATTITI SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE, PER FAVORIRE LA SENSIBILIZZAZIONE SU QUESTA TEMATICA E L’APPROFONDIMENTO DEI RISCHI LEGATI ALL’IMPIEGO DEL NUCLEARE.

Con l'adesione e le benedizioni di Paolo D'Arpini, presidente del Circolo Vegetariano VV.TT. di Calcata, referente della Rete Bioregionale Italiana e portavoce European Consumers per la Tuscia

...............

Altri articoli sullo stesso tema:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=uranio

sabato 4 settembre 2010

Considerazioni, aneddoti e pensieri laici raccolti da Giorgio Vitali

Piero Operti: A Roma, una sera del 1921, all'Aragno (noto caffè del Centro, frequentato da parlamentari fino agli anni 50), in un gruppo di amici, uomini politici, scrittori, tra i quali si trovava Giolitti, allora Presidente del Consiglio, uno uscì nella domanda: Ma cosa ci vanno a fare alla Camera i deputati? E Giolitti rispose: Quando ero ragazzo, mi mandarono una volta per una commissione dal parroco. La perpetua mi fece aspettare, dicendo che il parroco era in "conferenza". Io sentivo nella stanza accanto tonfi di pugni sul tavolo e gridare numeri e figure di carte, e mi chiedevo: ma che razza di conferenza è questa? Quando i sacerdoti suoi amici se ne furono andati, il parroco mi domandò: Cosa ne pensi, Giovannino, della nostra conferenza? Io non risposi ed il parroco spiegò: Il Vescovo ha ordinato che tutti i parroci della zona si riuniscano una volta alla settimana per accordarsi sulla loro opera evangelizzante, ma siccome in questi posti i fedeli sono tutti brava gente che non hanno bisogno di essere evangelizzati, noi ci riuniamo, sì! Come ha detto il Vescovo, ma giochiamo a carte. Questa è la stima in cui era tenuta la Camera dal nostro più grande parlamentare e maggior difensore della "democrazia" in Italia."

Felice Momigliano (su Felice Cavallotti): ....Egli dice che calunnia la democrazia chi l'afferma tutta assorta nei politici sogni, ignara dei venti che le fremono attorno, ignara delle sventure che intorno le piangono. Ma la calunnia altresì chi s'immagina che ricorrendo popolarità malsana, ella non chieda ai problemi che viene interrogando altro che la voce dei bisogni materiali. Nutriti della terra materna che li vide nascere, ella vuole tutti i suoi figli, perchè imparino ad amarla e lei non chiamino ingrata.

[ Nota mia: Cavallotti era un illuso, tanto che ne morì, infilzato durante uno degli ennesimi duelli. PAX! ]
Giorgio Vitali

venerdì 3 settembre 2010

Revisione della direttiva 86/609 sulla vivisezione - Petizione al Parlamento Europeo

LETTERA APERTA A TUTTI I PARLAMENTARI EUROPEI


Onorevoli deputati,

a partire dall'8 settembre il Parlamento europeo esaminerà in seconda
lettura la proposta di revisione della direttiva 86/609 sull'utilizzazione
degli animali per scopi scientifici.


Noi primi firmatari e garanti del manifesto “La Coscienza degli Animali”,
già sottoscritto da migliaia cittadini, non possiamo che dirci sorpresi e
sconcertati dai contenuti di tale testo.


La revisione che il Parlamento europeo si appresta ad esaminare non
persegue con sufficiente determinazione l’obiettivo di ricercare e
diffondere metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali, pratica
che offende il sentimento collettivo. Inoltre condanna ad una morte
ingiusta quanto inutile anche gli animali d’affezione.


A puro titolo d’esempio ricordiamo che la bozza approvata dal Consiglio
europeo apre alla sperimentazione su cani e gatti randagi, consente il
riutilizzo di animali già sottoposti ad esperimenti, permette la
sperimentazione senza anestesia, autorizza interventi invasivi su animali
per scopi didattici e ammette procedure di tortura quali il nuoto forzato
fino all'esaurimento o l'isolamento di cani o primati per lunghi periodi.


Si tratta con tutta evidenza di pratiche crudeli nei confronti di esseri
che hanno un elevato livello di sensibilità e, in molti casi, sviluppano
veri e propri sentimenti simili a quelli dell’uomo. Ammettere questi atti
di violenza non ci sembra certo in linea con i principi delle istituzioni
civili né indispensabile per gli scopi scientifici che tutti vogliamo
perseguire.

L'Unione europea ha già dato prova di saggezza e lungimiranza vietando
entro il 2013 la vendita di tutti i prodotti cosmetici testati su animali.
Ora, onorevoli deputati, ci rivolgiamo a voi perché, nello stesso spirito,
vogliate confermare che infliggere inutili sofferenze agli animali è
contrario ai principi della nostra civiltà e che lo sviluppo della ricerca
scientifica, necessita oltre che di adeguato sostegno finanziario, anche
di uno sforzo nella direzione del definitivo superamento della
sperimentazione su animali a favore di metodi alternativi ad essa.

Michela Vittoria Brambilla e Umberto Veronesi.

Appello condiviso da Paolo D'Arpini del Circolo Vegetariano VV.TT.

Per firmare la petizione: http://www.lacoscienzadeglianimali.it/

P.S. "La Coscienza degli Animali" nasce dalla volontà di Michela Vittoria Brambilla e Umberto Veronesi, di dare voce a chi voce non ha e di contribuire in maniera significativa alla creazione in Italia di una nuova cultura di amore e tutela degli animali e di rispetto dei loro diritti.

giovedì 2 settembre 2010

Angelica Bianco e Kiriosomega, botta e risposta: "Sugli antidepressivi che inducono al suicidio e sull'uso di piante psicotrope assassine.."

Scrive Angelica Bianco, segretaria di Domenico Scilipoti:

I POTERI FORTI OSTEGGIANO LE MEDICINE NON CONVENZIONALI E TRUFFANO I CITTADINI CON IL COMMERCIO DI ANTIDEPRESSIVI INUTILI

“La Food and Drug Administration (FDA), l’Ente Federale USA che governa e regola l’ immissione in commercio dei farmaci, sulla base di recentissime verifiche effettuate su più ricerche pubblicate nella letteratura scientifica internazionale, afferma che gli antidepressivi sono solo “marginalmente efficaci” rispetto al placebo (sostanza inerte) e che i risultati sbandierati dalle industrie farmaceutiche sulla loro grande efficacia sono solo notizie artificiosamente gonfiate per vendere più medicinali”. Così L’On. Scilipoti (IdV), con riferimento alla “truffa” a danno dei cittadini sul commercio del 98% degli antidepressivi. Per anni – continua l’On. Scilipoti – i poteri forti dell’establishment universitario, industriale e politico hanno osteggiato il processo di avanzamento delle Medicine non Convenzionali in Italia , affermando che si tratta solo di placebo, liquidando come sottocategoria di cittadini, quel 23% della popolazione che ne fa regolare uso. In questo modo – aggiunge l’On. Domenico Scilipoti – si va contro l’interesse di tutti coloro che vogliono una medicina centrata sulla persona, sostenibile, affidabile, non inquinante, umanistica ancorché scientificamente fondata. Da circa diciotto mesi – conclude l’On. Scilipoti – sono state depositate in Parlamento delle mie proposte di legge sulle Medicine non Convenzionali, ma non sono state mai calendarizzate e non se ne conosce il motivo, visto che le giustificazioni avanzate dal Presidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera sono state finora sconsiderate e inutili. Sarebbe opportuno che il lavoro dei Parlamentari venisse espletato e non lasciato nell’oblio come sovente accade per questioni probabilmente legate a conflitti di interesse o di partito”.

Angelica Bianco

........

"Rincara" la dose Kiriosomega:

ALERT Epilessia! Antiepilettici associati a rischio di suicidio ?

Tema controverso. Nel 2008 l'FDA aveva imposto un warning, ora uno sito d'osservazione mette in dubbio le conclusioni dell'Agenzia per il controllo dei farmaci degli Stati Uniti.

Uno studio osservazionale non ha confermato l’associazione tra antiepilettici e rischio di suicidio

Nel 2008, l’FDA (Food and Drug Administration) aveva imposto l’aggiunta di un warning (avvertenza) sulla scheda tecnica dei farmaci antiepilettici, riguardo ad un aumentato rischio di comportamenti suicidiari. L’FDA era giunta a queste conclusioni dopo aver revisionato...(Leggi)

I farmaci antiepilettici associati a suicidabilità

L’FDA (Food and Drug Administration) ha completato l’analisi delle segnalazioni di suicidabilità ( comportamento o ideazione suicidaria ), provenienti da studi clinici controllati con placebo di 11 farmaci impiegati per il trattamento dell’epilessia, così come i disturbi psichiatrici...(Leggi)

Altre News > Epilessia

Interazione tra erba di San Giovanni e farmaci antiepilettici

L’Erba di San Giovanni o Iperico ( Hipericum perforatum ) ha vari impieghi tra cui l’applicazione esterna per il trattamento delle ferite e le bruciature.
Inoltre è assunta per trattare la febbre e la depressione.Nel 2000 era stato segnalato che alcuni...(Leggi)

Antiepilettici: rischio di autolesionismo e di comportamento suicidario con Levetiracetam, Tiagabina, Topiramato e Vigabatrin

Una recente meta-analisi di studi randomizzati ha evidenziato che la classe dei farmaci antiepilettici aumenta il rischio di pensieri suicidiari e di comportamenti suicidiari. Ricercatori dell’Università di Brema in Germania, hanno condotto uno studio osservazionale con i dati provenienti dal UK...(Leggi)

Comportamento suicidario e ideazione suicidaria con i farmaci antiepilettici

I dati di 199 studi clinici controllati con placebo, con 11 differenti farmaci antiepilettici, sono stati sottoposti a revisione da parte dell’FDA (Food and Drug Administration) e sono state analizzate le segnalazioni di comportamento suicidiario ( suicidi completati,...(Leggi)

Antiepilettici: rischio di ideazione e comportamento suicidiari

Una revisione dei farmaci antiepilettici condotta a livello europeo ha concluso che ognuno dei medicinali appartenenti a questa classe può essere associato ad un lieve rischio di ideazione o comportamento suicidario.
Sono stati valutati i dati degli studi clinici, le segnalazioni...(Leggi)
Zonisamide non presenta vantaggi rispetto agli altri farmaci antiepilettici nell’epilessia parziale

Il trattamento di prima scelta nei pazienti con epilessia parziale è rappresentato dalla Carbamazepina (Tegretol) in monoterapia.
Opzioni di seconda scelta comprendono la monoterapia con Acido Valproico (Valproato, Depakin, Depakote), Gabapentin (Neurontin), Lamotrigina (Lamictal)...(Leggi)

Aumentato rischio di fratture associato all’impiego dei farmaci antiepilettici inducenti l’enzima.

Una ridotta densità minerale ossea, ed un conseguente aumento del rischio di fratture, è documentata nei pazienti che assumono farmaci antiepilettici inducenti l’enzima, come Fenitoina ( Dintoina ), Fenobarbitone ( detto anche Fenobarbital; Luminal ) e Primidone (Mysoline).
Il...(Leggi)

Kiriosomega, l'alternativo alternativo all'alternativa

mercoledì 1 settembre 2010

Costituito a Pisa un Movimento Olistico Transnazionale - Comunicato Stampa -

Si è svolto a Pisa il primo incontro di un nuovo movimento che al momento, viene definito “Movimento Olistico”.

Così l’On. Domenico Scilipoti (IDV), con riferimento al movimento orientato all’etica, alla sostenibilità, all’evoluzione sociale, spirituale e culturale globale. “L’incontro ha visto tra i partecipanti persone provenienti dal mondo politico, accademico, medico, culturale, artistico. Hanno presenziato il Dott. Marco Ricci, portavoce di Confesercenti che ha ospitato l'incontro, il Dott. Nitamo Montecucco, presidente del Club di Budapest in Italia, la Dott.ssa Marie Noelle Urech, psicoterapeuta e direttrice del centro Mente Corpo Viriditas, Majid Valcarenghi, fondatore e direttore di Re Nudo e membro del direttivo del Conacreis, Pietro Giarola, fondatore e direttore di Spirito Libero, Edda Bartolomei, delegata associazione Sos Utenti, Riccardo Floris, Presidente associazione Diksha, il Prof. Pelosini scrittore e ricercatore, Anna Maria Bona, scrittrice e ricercatrice, nonché svariati altri rappresentanti di associazioni che si sono riconosciute nella visione scaturita da questo incontro”. Continua il deputato di Italia dei Valori: “Si è discusso di ecologia e sostenibilità, etica sociale, medicine naturali, tecniche di cura non convenzionale e libertà di scelta terapeutica, economia, finanza etica, pace ed inter-cultura, consapevolezza, spiritualità ed inter-religiosità, comunicazione sociale”.

Prosegue l’On. Scilipoti: “La condivisa percezione delle urgenze in ambito socio-economico e culturale, etico ed ambientale ha dato spinta alla necessità di formare immediatamente gruppi di lavoro all’interno del nuovo movimento che possano, anche già in fase strutturale, rendersi immediatamente operativi e contestualmente risvegliare i principi olistici di fatto così presenti nel quotidiano della gente e talvolta inespressi - conclude l’On. Dott. Scilipoti (IDV) - in vista del prossimo incontro che si svolgerà a Roma, a Palazzo Marini, il 22 settembre per la preparazione del primo Convegno Nazionale che si terrà il 14 dicembre 2010 con ospiti di rilievo internazionale, quali Ervin Laslo e Michail Gorbaciov, Fondatori del Club di Budapest”.

Dott. Giuseppe Cuschera
Ufficio Stampa
On. Dott. Domenico Scilipoti
06 67604225