sabato 7 agosto 2010

Vegetarismo come pratica di evoluzione sociale ed umana

I BUI MEANDRI DELLA NOSTRA SPECIE.

Sabato 24 luglio 2010, presso la “Città dell'altra economia” a Roma, si è tenuto un convegno dal titolo “Free energy e overunity” (“Le altre frontiere della Scienza”).
Gli argomenti trattati hanno suscitato l'interesse di un pubblico non numerosissimo, dato il caldo torrido, ma estremamente attento e preparato. Insomma un pubblico “selezionato” ed avvezzo a pensieri e comportamenti “alternativi”.
Del resto temi quali “La fusione fredda”, “Tesla e l'energia radiante”, “L'antigravità”, “Nuove interpretazioni della revisione del 2° principio della Termodinamica”, solo per citarne alcuni, non sono fatti, ahimè, per “l'uomo della strada” ma, (solo per ora speriamo), interessano una elité, in senso buono, di umani desiderosi di un cambiamento epocale nei rapporto uomo-uomo-pianeta.
In tale contesto ho potuto effettuare un esperimento davvero interessante e per molti versi sorprendente, però in negativo.

L' occasione è stata la conferenza, tenuta da Massimiliano Gaetano e Monia Benini, ricercatori, dal titolo “Esperimento di democrazia diretta”. In breve, sullo schermo era proiettato un timer che scandiva il tempo da 60 secondi a zero.
In sala i due conferenzieri hanno chiesto chi volesse trattare degli argomenti che avrebbero dovuto essere illustrati in 60 secondi. Poi ci sarebbero stati tre interventi sulla tesi proposta e, infine, si sarebbe passati a votazione per alzata di mano su chi era d'accordo con la tesi sostenuta dal conferenziere.

In breve sono stati proposti otto-nove argomenti. Uno di essi è stato da me proposto sulla necessità del divenire vegetariani per solidarietà internazionalista verso i popoli affamati del terzo mondo e per combattere le multinazionali.
Un altro argomento trattava dell'opportunità di inserire in Italia il referendum propositivo, un altro quella di limitare i privilegi della casta dei politici, un altro sulla necessità di avere una giustizia più equa verso i deboli, ecc., fino a quello che sosteneva i benefici della free energy, ultimo argomento suggerito dai conferenzieri e che nessuno si offriva di trattare ma che alla fine è stato trattato da me.

Dopo ogni votazione il totale dei favorevoli veniva inserito accanto ad ogni argomento.

Cominciamo dalla fine. La free energy ha avuto con 32 voti il massimo dei consensi. Gli altri argomenti, tranne uno che ha preso 4 voti, ma perché era una vera assurdità fuori tema, hanno avuto tutti 30, 28, 27, 26 consensi, ecc.
Quello sulla necessità di divenire vegetariani, con solo 20 consensi si è di fatto classificato ultimo.

Qual'è l'insegnamento di questo esperimento nell'esperimento?
Tutte le proposte che comportavano un “impegno sociale”, segno caratteristico di una “militanza” “alternativa” hanno sfondato una porta aperta. “Obviously”, direbbero al n° 10 di Downing Street.

Invece, la mia proposta che comportava un impegno personale, un mettersi in discussione, la necessità di un'introspezione, la comprensione che bisogna partire da una qualche rinuncia personale e immediata per ottenere poi un risultato generale, ebbene quella ha messo in crisi il pubblico presente.
Insomma “tra il dire e il fare”...Ancora è in voga, purtroppo la tesi che ”prima cambiamo la società, poi faremo l'uomo nuovo”, che “è la società che forma l'uomo e non può essere il contrario”. Così tutto è comodamente rimandato al...sol dell'avvenire!

In definitiva, anche tra coloro che si autodefiniscono alternativi la visione olistica del mondo fa ancora fatica a farsi strada e, soprattutto, si fa fatica a superare le vecchie abitudini pseudo-libertarie, più libertine direi, del voler fare quel che si vuole, a partire dal perpetuare comportamenti autolesionisti per la propria salute, che violano il proprio fisico e la propria mente, obnubilando la propria capacità di pensiero e di azione, del tipo “viva la libertà, se mi va di ammazzarmi sono libero di farlo, per cui bevo, fumo, magari mi pippo e voi fatevi una tegamanta di cavoli vostri”.

Quando capiremo veramente che il capitalismo, così come tutto quello che succede, nel bene e nel male, nasce non dall'Empireo ma da una parte dell'uomo, quella peggiore?

Quando prenderemo coscienza che se vogliamo la giustizia, la pace, l'uguaglianza, il rispetto, dobbiamo cominciare da noi stessi, rispettando anche il più piccolo degli esseri, anche il più esile filo d'erba?

Dal piccolo viene il grande, dal poco il tutto, dal seme nasce la sequoia.

Solo partendo dalla rinuncia alla violenza e allo sfruttamento dei più deboli ed indifesi, gli animali non umani, potrà nascere un mondo nuovo perché, come diceva Pitagora, “Gli uomini non smetteranno di uccidersi tra di loro fintanto che continueranno a massacrare gli animali: chi semina la morte e il dolore non può raccogliere la gioia e il dolore”, e come, sembra di seguito sosteneva Ovidio nell'affermare che “La violenza sugli animali è la palestra dove l'uomo si allena per fare poi violenza sugli altri uomini”.
Basta col fine che giustifica i mezzi!
È invece il mezzo usato a denotare il fine: solo usando mezzi nobili potremo raggiungere fini nobili.

L'uso dei mezzi ignobili nasconde sempre, e comunque sempre porta, a fini ancora più ignobili.

Solo cominciando a “pagare” qualcosa personalmente per vincere la nostra indole sopraffattrice, solo iniziando a “seguire e dare preferenza al nostro cuore rispetto al nostro stomaco”, (in senso proprio e figurato), solo aprendo le finestre e facendo entrare la luce nei bui e più nascosti meandri della nostra vita e della nostra psiche, solo spazzando via i putridi rifiuti delle miserie delle vite passate dell'uomo che ancora marciscono nella nostra memoria collettiva e personale e ci guidano verso ogni abominio, solo così facendo faremo spazio per la nostra parte più umana, più nobile, aderente alla nostra natura di animali frugivori non predatori, portata alla cooperazione e all'amore per questo pianeta, che non è “nostro” e basta, ma che comunque è “anche” nostro, così come lo è di tutti, uomini, animali non umani, piante, rocce, elementi...e che noi abbiamo il diritto e il dovere di rispettare, lasciandolo ai nostri posteri migliorato. Esattamente l'inverso di quanto avviene oggi.

E, crediamolo veramente tutti, invertire questa tendenza oggi non è solo più una questione limitata alla “lotta di classe” capitale-lavoro ma è divenuto un imperativo categorico che riguarda la sopravvivenza stessa della Terra. Spazzare via prima da noi stessi come individui e poi dalla Storia, la sopraffazione e la miseria umana, spazzare via ogni forma di sfruttamento e di violenza, spazzare via questo sistema di potere economico-politico-finanziario questo “Sistema di Morte”, è divenuto ineluttabile, non già e non solo per il “proletariato”, ma semplicemente per l'Uomo e per il Pianeta.

Massimo Andellini.
(Unione Vegetariana Animalista-Forum Vegetariano Animalista)

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