sabato 10 luglio 2010

“L’Impero Ottomano entra in Europa?” - Libertà di stampa e capacità di esprimere verità obiettive

Il 9 luglio 2010, giornali e giornalisti di questa Repubblica hanno scioperato a difesa della libertà di stampa In contemporanea la Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) emanava una nota di protesta per il fatto che, dal 1 aprile 2010, Poste Italiane ha aumentato a dismisura il costo di spedizione dei giornali e non accenna ad alcun ripensamento. Ma rassicuratevi: lo sciopero non era fatto per difendere i piccoli editori, strangolati dalle tariffe esose imposte da Poste Italiane; ma.....

Ma per difendere il diritto dei grossi editori di sputtanare chiunque entri nel circuito delle intercettazioni. Intercettazioni che ignoti volenterosi passano ai giornali. E, dunque, viva la libertà della magna stampa. La cui utilità è indubbia: informare il vulgo dei voleri di chi regge le sorti del mondo. E, per darcene un esempio concreto, interviene il Corriere della Sera.

C’era una volta l’Unione Sovietica. Che taluni ebbero a definire l’Impero del Male. Poi, quando crollò, tanti la rimpiansero. Anche perché, malgrado siano passati 20 anni, ancora non sono riusciti a rinnovare visione strategica e discorso politico. Facendoci la figura dei ritardati mentali.

Ordunque, ai tempi nei quali l’Unione Sovietica “minacciava” il mondo intero, gli USA, che ci “difendevano” dal “mostro sanguinario”, avevano escogitato di fare entrare la Turchia in Europa. E dicevano agli Europei: “Create una zona di libero scambio. Ed accogliete tra di voi i Turchi”. E dicevano ai Turchi: “Smettetela di turcheggiare. Travestitevi da Europei e ne trarrete grandi benefici”. Gli Europei, che avrebbero dovuto pagare le spese degli sponsali e mantenere lo sposo, tergiversavano e prendevano tempo; mentre i Turchi bussavano alla porta. E gli Europei a rispondere: “Vestitevi un poco meglio, vi presentate malvestiti”.

Poi, crollata l’Unione Sovietica, la sposina svelò tutta la sua riluttanza al “matrimonio forzato”. Ma anche i Turchi si rammentarono che, in passato, avevano creato e tenuto in piedi l’Impero Ottomano. Ahimè, non avevano fatti i conti con gli USA. Dovete sapere che, negli USA, cambiano i Presidenti…. Ma i pupari, che tirano le fila, restano sempre lì: immoti ed immutabili. E, se i pupari avevano escogitato che l’Europa diventasse una zona di libero scambio e che la Turchia entrasse in Europa non era certo per fare gli interessi dell’Europa o della Turchia, ma per fare gli interessi degli USA. Che sono immutabili. Ed allora.......

Ed allora ecco che Obama prova a ribadire gli ordini imperiali. Lo fa argomentando e passando le sue argomentazioni al Corriere, baluardo della libera stampa. Paolo Valentino, redattore del Corriere, si reca a Washington a raccogliere il messaggio imperiale . Che è di una limpidezza sublime: I Turchi si rammentano di essere Ottomani? Volgono lo sguardo ai Paesi che per secoli sono stati parte integrante del loro Impero? E’ colpa degli Europei che non sono stati generosi. Gli Europei diano molte pecore ai Turchi. E i Turchi, sazi delle pecore europee, smetteranno di rammentare le antiche glorie. Discorso ineccepibile: gli USA, volendo premiare la fedeltà della Turchia, chiedono all’Europa di aderire agli sponsali e di mantenere lo sposo povero.

Non mancano pubblici elogi per Napolitano e Berlusconi: due Italiani buoni, due cuori generosi e nobili che tengono in Afganistan 3.000 soldati e si dichiarano disposti a dare molte pecore europee ai fedeli alleati turchi. A dimostrazione che noi godiamo, negli USA, una grande considerazione: sudditi devoti, fedeli e servizievoli.

Domanda: voi rifiutereste se qualcuno vi offrisse delle pecore per i vostri banchetti? No. Ed ecco che i Turchi rispondono positivamente alle offerte del generoso Obama. Il Ministro degli Esteri turco conferma l’interesse turco ad entrare in Europa. Ed argomenta: Vero che da noi qualcuno vagheggia lImpero Ottomano e le sue glorie; ma, se gli Europei ci daranno molte pecore, noi sogneremo con la pancia piena.

Insomma: Obama è disposto a dare le pecore europee, i Turchi sono disposti a prendersi le pecore europee. Resta solo da convincere gli Europei a dare le pecore. Ma su questa strada ci stanno dei buoni patrioti alla Napolitano e alla Berlusconi che peroreranno i voleri degli USA e le brame della Turchia. E la libera stampa che propugna e sostiene i voleri della Patria.

Ed Antonio Ferrari ci conferma che l’Italia, almeno sul problema Ankara/UE, è sempre stata propositiva e compatta, sia con i governi di centrodestra che di centrosinistra. A prima vista parrebbe che Antonio Ferrari dia ragione a me, fascista becero, che sostengo che centrodestra e centrosinistra sono entrambi figli di Troia. Ma sul resto divergiamo: io non cederei le pecore europee, cederei i maiali europei. Anche per questo dicono che sono un becero fascista?! Mah!
Antonino Amato

Europa Informazioni antonino-amato800@alice.it

Altri articoli di Antonino Amato:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=antonino+amato

1 commento:

  1. Che l'amico Antonino abbia ragione per quanto riguarda trattative in corso, nulla da eccepire. Ha ragione. Io eccepisco invece sulla questione geopolitica che vede la Turchia, quale che sia la sua Storia o la sua Religione, in una posizione strategica determinante, tale che, intuita dal grande imperatore Costantino, ha permesso la persistenza dell'IMPERO ROMANO, con tutte le sue prerogative imperiali, fino al sedicesimo secolo.Queto è il punto! Georgius Graccus Vitalicus.

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