sabato 20 marzo 2010

Parere altro sulla mobilità automobilistica a Roma, di Riccaro Forte, & replica a tono di Vito De Russis

Mi dispiace far arrabbiare Vito De Russis e chiedo perdono per la mia impudenza, ma giuro che nel mio intervento non c'è alcun intento provocatorio. Mi tocca fare questa premessa perché so per esperienza che gli argomenti che sto per introdurre sono spesso considerati una provocazione, per di più gratuita e cioè ordita per il solo gusto di suscitare reazioni adirate.

Facciamola finita, una buona volta, con questa litanìa della velocità e dei morti che si eviterebbero diminuendola di una certa quota. Non è vero, e soprattutto nessuno è in grado di fare un serio calcolo (serio nel senso di scientificamente valido) sul "risparmio" in termini di vite umane che deriverebbe dalla riduzione della velocità sulle strade.

Sono pazzo? Tutt'altro. Primo: qualcuno è in grado di spiegare il criterio scientifico-statistico da usare per fare questi calcoli? Secondo: non esiste alcuna relazione tra velocità e incidenti. La velocità è solo una grandezza, un modo di esprimere la relazione spazio/tempo di un oggetto in movimento. La velocità in sé non può essere causa di morte e nemmeno di lesione. Può esserlo invece il differenziale di velocità tra due oggetti in movimento in uno spazio ristretto, come avviene per esempio sulle strade cittadine, dove convivono soggetti diversi che si muovono a velocità diverse, con diverse accelerazioni (altra grandezza, che esprime la spinta, cioè l'indice di incremento di velocità, necessaria per raggiungere una velocità data): persone (adulti e bambini), animali, biciclette, moto, auto, camion, autobus, tram. Per esempio: 40 km/h è una velocità generalmente classificata come "bassa", tuttavia può essere letale in determinati contesti. A questa velocità un investimento può avere esito mortale o provocare nella persona investita lesioni gravi e irreversibili. Viceversa, una velocità di 150 km/h viene in genere considerata molto alta, anzi pericolosa. Nell'opinione comune, avere un incidente a quella velocità è un destino quasi ineluttabile. Certo, se uno va a 150 a viale Marconi o Viale Regina Margherita, le probabilità di avere un grave incidente, magari lasciandoci le penne e forse accoppando qualche poveraccio che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, sono assai elevate. Ma né Viale Marconi né Viale Regina Margherita sono strade costruite per farci correre le auto a 150 all'ora. Semafori e binari stanno lì a ricordarcelo. Invece, in un'autostrada in discrete condizioni e con un traffico non troppo intenso, può essere una velocità assolutamente sicura. In questa situazione, in effetti,a fare la differenza non è la velocità ma il veicolo. Viaggiare a a 120 con una R4 è decisamente meno sicuro che andare a 180 a bordo di una massiccia berlina da granturismo. Questione di peso, di aerodinamica, di impronta a terra, di caratteristiche generali. Sulle strade circolano mezzi con caratteristiche e capacità molto diverse: camion, moto, auto utilitarie, granturismo, sportive, fuoristrada, eccetera. Ognuna di esse è stata pensata, progettata, realizzata per essere usata in un certo modo e per certe finalità. Se uno pensa di poter fare con la vecchia R4 di prima quello che è possibile fare con una Mercedes Classe E, o è imbecille o è sprovveduto. In entrambi i casi sarebbe opportuno fermarlo in tempo.

Il modo migliore per ridurre gli incidenti sulle strade è proprio la cosiddetta "fluidificazione" del traffico (oltre all'auspicabile riduzione del numero di veicoli in circolazione), che non comporta l'aumento della velocità ma la sua omogeinizzazione. Se, in una strada ad alta intensità di traffico, si riesce a far viaggiare le auto il più possibile alla stessa velocità, si potranno evitare continue frenate e accelerazioni, che sono all'origine degli incidenti a catena. Abbassare "d'ufficio" la velocità non serve, anzi può peggiorare le cose, perché è più facile fare in modo che venga mantenuta una velocità considerata congrua (in relazione alle caratteristiche della strada ed all'intensità del traffico) anziché far rispettare un limite considerato ridicolo e inutilmente repressivo.

Infine: la maggior parte dei sinistri avviene in città a bassa velocità ed è la causa della maggior parte dei morti e dei feriti. Ma quando si fanno proclami fantascientifici sui miracolosi effetti che una riduzione della velocità dovrebbe avere, si pensa sempre alle autostrade ed alle velocità più alte, che oltre tutto sono in genere fuori legge e quindi per definizione estranee a qualunque intervento legislativo.

Allora, di cosa stiamo parlando?

Riccardo Forte


PS: A proposito del parcheggio alla Stazione Termini. Chi spara su questo progetto è perlomeno strabico, perché si tratta forse del solo progetto di parcheggio che abbia davvero un senso ed una utilità concreta, tra i tanti costruiti qua e là negli ultimi 15 anni. Tutte le grandi stazioni ferroviarie nel mondo dispongono di un parcheggio di adeguate dimensioni, funzionale proprio al movimento dei passeggeri in arrivo e partenza. Se qualcuno invece pensa che la Stazione Termini debba essere al centro di una zona interamente pedonalizzata, sarà il caso che si faccia prescrivere qualche stimolante perché evidentemente dorme in piedi e sogna di vivere sulla Luna. Almeno fino a quando la stazione Termini sarà la più importante di Roma.

Riccardo Forte

...........replica di Vito De Russis

Caro Riccardo,
ti voglio bene; e fai parte di quel ristretto gruppo di persone che ascolto, sempre, con grande attenzione (e cerco di farne tesoro di quello che sostengono).

Succede, talvolta, che nella meditazione su quanto ho recepito "i conti non mi tornano" e, principalmente, penso che derivino dalle mie personali difficoltà.(Negli anni scolastici dall'avviamento al diploma, avevo solo qualche libro, ho sempre "disturbato" i miei professori ogni qualvolta non capivo quel determinato passaggio della loro lezione e lo annunciavo ufficialmente e platealmente chiedendo loro, "per favore", un supplemento; le conseguenze di tale costante comportamento .... è un'altra storia.)

Pertanto, ti tranquillizzo: sono totalmente calmo e sereno.
20 anni fa (avevo costituito nei 15 anni precedenti Comitati, Coordinamenti ed Associazioni, ivi compreso il Codacons e Radio Onda Rossa) costituivo l'Associazione dei Pedoni inserendo nella stessa denominazione lo scopo fondamentale di quella creatura: i DIRITTI. Perchè c'era troppa violenza nel calpestare i Diritti dei Pedoni. Frutto della illegalità diffusa (e non perseguita) e della "convivenza incivile".
In questi 20 anni la situazione è sempre peggiorata perchè la velocità del pedone è rimasta quella naturale (immutata) mentre è aumentata sempre più la frenesia e la fretta della società e, quindi, la velocità. Velocità che non lascia il tempo e lo spazio per "controllare e governare" il proprio comportamento entro quelle norme che dovrebbero generare un'accettabile convivenza civile.

Gli ultimi dati ufficiali noti per l'Italia (che, ti garantisco, sono in difetto) sono quelli del 2008 sul 2007: feriti - 4,6%; morti (decessi, negli atti ufficiali) - 7,8%. Nel 2008: pedoni morti: + 3,3% rispetto al totale dei morti del 2007; ben 648 pedoni, circa il 14% del totale; di questi ben 155 stava attraversando su un passaggio pedonale (pari al 24%, 1 ogni 4). Nel 2008 a Roma: 52 pedoni morti e 2.139 feriti; circa un quarto sulle strisce pedonali.

Questa frenetica e frettolosa società, senza modificare il DNA dei pedoni, vuole imporre al pedone, negli attraversamenti pedonali, la velocità del vincitore delle Maratone nazionali e mondiali . Prendi gli attraversamenti pedonali semaforizzati: un attimo di verde seguito da un giallo da sballo ed un rosso interminabile. E' la fluidificazione. Il Pedone è costretto ad attraversare solo ed esclusivamente con il giallo. Serve il commento? Nei Paesi della "convivenza civile" il semaforo che disciplina l'attraversamento pedonale è di due colori: Rosso e Verde; non ha il giallo perchè riconoscono ai loro pedoni la impossibilità di "cambiare marcia", mentre per i veicoli ritengono il giallo molto importante. Hanno fluidificato via del Plebiscito eliminando una importantissima fermata del TPL: è violenza; è barbaria; è agli antipodi della convivenza civile.
Per avere, e con questo concludo, il senso del tragico, barbaro ed inumano fenomeno della carneficina stradale italiana rappresento questo confronto. Guerra USA c/ Iraq : dal marzo 2003 a marzo 2009 sono morti 2.423 soldati statunitensi. Stesso periodo in Italia : oltre 30mila morti e circa 1,5 milioni di feriti per incidenti stradali; altrettanto per inquinamento dell'aria; circa 8.000 morti nei cantieri. Solo Pedoni: circa 3.500 morti negli incidenti. STOP STRAGI PEDONI.

Il PSMS ignora tutto questo (e gli altri temi delle slides).
In questo contesto è giusto ed onesto sostenere che "Il megaparcheggio a Termini è una scelta contro natura" così come contro natura è il mancato tram da S.Pietro a Termini; il mancato tram da Fidene a Laurentina; il mancato prolungamento della Metro oltre Laurentina e oltre Battistini; ecc..

Un abbraccio.
Vito De Russis

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