mercoledì 10 marzo 2010

La pedofilia vaticana, telefono Antiplagio e la difesa del popolo da ciarlatani e finti santoni

Telefono Antiplagio, comitato di volontariato in difesa delle vittime di ciarlatani e santoni e contro gli abusi nelle telecomunicazioni e nei confronti di minori, ed European Consumers, consorzio di associazioni di consumatori, rifiutano la presa di posizione del portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi, sui casi di pedofilia all'interno della Chiesa cattolica.

Affermare che lo scandalo non riguarda solo la Chiesa è un atteggiamento "politico", significa andare fuori tema, come quando un partito che governa male, replica alle critiche sostenendo che quello che c'era prima governava peggio. Il Vaticano deve dare altre risposte che non siano temporali, che non facciano pensare al tentativo di ridimensionare un crimine tanto grave, quanto anticristiano.

Nel vangelo di Matteo, Gesù dice: "Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina d'asino, e fosse gettato negli abissi del mare". Il Vaticano dovrebbe tenere conto esclusivamente del vangelo e pensare che, se Cristo fosse presente, non avrebbe alcuna clemenza neanche di fronte ad un solo caso di pedofilia, commesso da coloro che dovrebbero rappresentarlo. O forse andrebbe a cercare o contare altri episodi per stilare una classifica? E la vittima? Sarebbe soddisfatta? Se un cittadino straniero venisse accusato di aver violentato una ragazza, e dicesse che gli italiani violentano più degli immigrati, che reazione avrebbe la Chiesa cattolica? Cosa rispose Adamo a Dio, quando fu scoperto ad assaggiare il frutto proibito? Si giustificò dicendo che non era stato lui a coglierlo, ma Eva, la donna che Dio gli aveva messo accanto. In sostanza, per Abramo la responsabilità era di Dio.

Se il peccato originale è anche questo, padre Lombardi non cada nell'errore di "emarginare" dal resto degli scandali i sacerdoti coinvolti, perché il credente non capirebbe il motivo di tale "giustificazione" e si chiederebbe (com'è stato abituato a fare): "Perché Dio permette tutto questo?". Dio? Che c'entra Dio? Papa Giovanni diceva: "Grande fermezza per l'errore, grande amore per l'errante". Solo ammettendo le nostre responsabilità, senza andare a cercare "complicità" o scusanti, possiamo sperare - sull'esempio del figliol prodigo - nella misericordia divina, favorendo un congruo risarcimento per le vittime e coinvolgendo sempre l'autorità giudiziaria. E' questo forse il modo per non essere come gli altri, per essere e non essere unici a ragion veduta.

Ufficio stampa Antiplagio/European Consumers

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.