venerdì 14 agosto 2009

Il Laboratorio Eudemonia di Danilo D'Antonio ci scrive su: droghe leggere, suicidi in carcere, funzione pubblica e statali...

Cari amici.

1) Agosto è il mese degli appelli. Dopo quello per la difesa della Rete dalle querele, oggi il nuovo appello riguarda la depenalizzazione delle droghe leggere. Troppe persone sono arrestate e non tornano più a casa per uno spinello, da Aldo Bianzino a Stefano Frapporti. In molti paesi d'Europa la marijuana è libera. In Italia c'è la libera circolazione delle droghe pesanti e l'arresto di poveri diavoli per un spinello. A Milano i consumatori abituali di cocaina sono stimani in 150.000. Il porto di Gioia Tauro è la porta d'ingresso per ogni tipo di droga in Europa. ... ##

2) Verso il “record” di detenuti suicidi dall’unità d’Italia.
Suicidi in carcere in “lieve riduzione”, come sostiene di Sottosegretario Caliendo? Secondo noi è esattamente il contrario, a fine anno probabilmente "conteremo" il numero più alto di detenuti suicidi dall’unità d’Italia.
Redazione: Centro Studi di Ristretti Orizzonti
Via Citolo da Perugia n. 35 - 35138 - Padova
E-mail: redazione@ristretti.it ##

Ed ora, cortesemente, mi si conceda un commento.

Di fronte ad evidenze come queste non possiamo non pensare che oggi l'obiettivo politico di maggior rilievo dev'essere un complessivo processo di liberazione dall'oppressione statalista. Nè "destra" nè "sinistra". Non son più questi gli schieramenti da individuare, bensì tra esseri umani che giustamente perseguono libertà ed oppressori che vogliono loro toglierla! Tra liberi e statali!

Il primo passo da compiere è infatti quello di non pensar più che gli unici responsabili di come vanno le cose in Italia e nel mondo siano i politici. Bisogna considerare che, ad esempio qui nel nostro Paese, i politici, pur disponendo, sì, del potere di rappresentanza, son comunque sempre solo poche migliaia di persone a fronte di tre milioni e mezzo di statali, di assunti a vita in quei ruoli che dovrebbero essere pubblici ed invece sono da loro accaparrati, monopolizzati fin per mezzo secolo.

Queste tre milioni e mezzo di persone compongono una fedelissima cerchia protettiva intorno ai politici, un fossato di sbarramento, una spessa muraglia che isola i cittadini dai governi ed impedisce ogni interazione tra di loro. Dobbiamo poi considerare che son soprattutto gli statali a creare la cultura, a diffonderla, a dire cosa dobbiamo pensare, cosa dobbiamo fare, cosa è giustizia e cosa non lo è, come la si deve applicare e come no, come ci dobbiamo curare, etc. etc. etc. Sono loro, in RAI, nelle Università, nei tribunali, nelle ASL, nei mille e mille Enti ed Uffici pseudo pubblici, a piegare il corso della nostra vita per indirizzarla verso dove voglion loro.

I riflettori dei media illuminano i politici, ma nell'ombra vi sono loro, gli statali, a disporre di un potere meno evidente ma spesso perfino più marcato di quello dei governanti. Un governante dopo qualche anno deve cedere il suo posto ad altri. Uno statale NO! Gli statali rimangono al "loro" posto per tutta la vita e per tutta la vita essi tessono fra loro rapporti di indebito potere che possono giungere perfino a sovrastare quelli dei politici.

Carissimi Presenti, in Italia come nel resto del mondo, gli statali rappresentano il più reale, concreto ostacolo alla felicità collettiva. Ai politici noi cittadini non possiamo dir nulla: essi sono regolarmente eletti. Ma gli statali non hanno alcun diritto di appropriarsi di un bene, i ruoli della Funzione Pubblica, che è di proprietà collettiva!

Bisogna prendere coscienza di questo inceppo, di questo meccanismo decrepito, bisogna produrre materiale, non solo letterario ma d'ogni genere, per diffondere ovunque questa coscienza ed il progetto di una società rinnovata basata su una reale partecipazione alla gestione della Res Publica.

Non solo l'Italia, ma l'intero mondo sta attendendo il vostro contributo.

Buonissime cose, Danilo D'Antonio - http://www.hyperlinker.com

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