mercoledì 15 luglio 2009

Proposta di Gianfranco Paris per il riassetto bioregionale del Lazio, e programmi di settembre 2009 a Sant'Oreste (Roma) e Poggio Mirteto (Rieti)

Intervento per l'attuazione bioregionale in chiave istituzionale.

Condivido il Bioregionalismo nella sua sostanza ma l‘obbiettivo nell’attuale assetto istituzionale italiano non può che essere raggiunto per gradi.

Nella prima fase bisogna tener conto dell’esistenza delle Regioni così come sono oggi, senza pretendere modifiche di territorio perché queste per essere realizzate necessitano di complicati meccanismi costituzionali e scatenano nel contempo reazioni a catena dovute ad interessi precostituiti che è difficilissimo scardinare.

Questa situazione rende per i momento utopistica l’istanza bioregionale anche se effettivamente ben motivata. Oggi quindi il bioregionalismo amministrativo può avere, a breve e medio termine, una concreta possibilità di realizzazione solo con accorpamenti e ristrutturazioni di enti all’interno delle singole Regioni.

Nel nostro caso ci soccorre la Legge 145 del 1990, una buona legge partorita dalla Prima Repubblica, purtroppo ancora disapplicata.
Nel Lazio ci sono tre realtà territoriali e socio economiche diverse. C’è l’area metropolitana romana che comprende gran parte del territorio e degli abitanti laziali, c’è il sud pontino e ciociaro che è riuscito in questi ultimi 60 anni ha guadagnare un parziale progresso, c’è un nord sabino e la Tuscia che rappresentano l’anello più debole della catena regionale. Pur tuttavia sia il nord, ovvero la provincia di Rieti e Viterbo, che il sud, cioè Frosinone e Latina, sono legati da una omogeneità socio economica, di tradizione culturali e storiche che possono riconoscersi in un’unica matrice bioregionale. Tutte e quattro queste province hanno comunque tratti comuni evidenti di condizioni economiche, sociali e culturali che hanno poca attinenza con la realtà della megalopoli romana. La legge del 1990 prevede l’istituzione delle Aree Metropolitane, una sorta di città stato alla maniera tedesca (dove funzionano molto bene), staccate amministrativamente dalle Regioni di cui fanno parte ed il cui territorio non dovrebbe allargarsi più di tanto dagli attuali confini comunali. In questo modo l‘attuale territorio della Provincia di Roma, non necessaria all’Area Metropolitana, dovrebbe essere ceduto alle Province storiche confinanti (in chiave omogenea) rendendole così più solide dal punto di vista politico ed economico.
Ne verrebbe fuori un nuovo Lazio di due regioni, la prima costituita dall’Area Metropolitana di Roma, la seconda dalle quattro province autonome capaci di amministrarsi e programmare un loro sviluppo adeguato alle proprie esigenze, anche in considerazione delle esigenze metropolitane ma ad esse non soggette né condizionate.
Per realizzare tutto ciò non occorre una legge costituzionale, basta applicare la L.142/1990 sul riordinamento degli enti locali che consente questi aggiustamenti.

In tal modo sarà possibile realizzare a breve una prima graduale applicazione del bioregionalismo, lasciando a tempi più maturi la prospettiva di una riaggregazione su base prettamente bioregionale del territorio dell’Italia centrale.

Gianfranco Paris

-------------------------------------

Commento:

Accolgo con grande piacere questa lettera-proposta di Gianfranco Paris, che riporta tutta la discussione bioregionale alla sua origine. Infatti questa descritta da Gianfranco è la prima proposta bioregionale avanzata da un nostro comitato chiamato “Punto Verde Calcata”, proprio negli anni ’90 del secolo scorso, prima ancora della fondazione della Rete Bioregionale Italiana e dell’uso del termine “bioregionalismo” che –ricordiamolo- è un neologismo d’importazione statunitense, oggi entrato nell’uso comune, in precedenza si usavano i termini “coesione delle aree omogenee” “ecosistema condiviso” “comune ambito socio culturale e geografico” etc.. Già dal 1990 questo discorso era partito assieme con la VAS di Stefano Zuppello e di Guido Pollice, successivamente con il discorso “etnico geografico” di Edoardo Zarelli (tra i primi fautori dell’ecologia geografica in Italia), con Accademia Europea di Carlo Carli, con la proposta di Luigi Daga per una Nuova Regione Etruria, con il Comitato per l'Etruria di Armando Gabrielli di Viterbo, poi sono arrivati gli americani con la nuova terminologia “bioregionale”….

L’intervento di Gianfranco Paris che, essendo direttore della testata locale Mondo Sabino, nonché compartecipe del “Punto Verde” per il riassetto del Centro Italia, e che ha sempre praticato un “bioregionalismo” ante litteram mi fa molto piacere e rende giustizia storica al nostro impegno.

Questa proposta di riaggregazione bioregionale del Lazio viene inserita negli argomenti in discussione in due prossime tavole rotonde, una in provincia di Roma, sul Soratte, e l'altra in provincia di Rieti, a Poggio Mirteto:

Sant'Oreste - Sabato 19 settembre 2009
h. 16.00 - Palazzo Canali Caccia a Sant’Oreste (RM) Inaugurazione Mostra e Tavola Rotonda sui Riti Fescennini e la sacralità del Soratte. Presenziano le Autorità Istituzionali e gli esponenti degli Enti Patrocinanti e dei Comuni coinvolti.


Poggio Mirteto - Domenica 20 settembre 2009
h. 10.30 - A Poggio Mirteto (Rieti) - Appuntamento a Palazzo Farnese – Passeggiata nei luoghi da cui la montagna sacra è visibile in lontananza e racconti sulla sacralità del territorio e sull’antica unione fra genti sabine, falische ed etrusche. Picnic in loco.
h.16.00 – Nel Palazzo Farnese meditazione sul Monte Soratte. Giro di condivisione di esperienze sul Soratte ed incontro conviviale, in cui esprimere varie forme di spiritualità naturale: la poesia, la musica arcaica, le storie.

Paolo D’Arpini

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.